mercoledì 22 dicembre 2010

Buon..tutto!

Avrei voluto ritagliarmi un po' di tempo per scrivere qualcosa di carino e natalizio, ma la verità è che non c'è proprio il tempo.
La sfiga si è anche accanita togliendoci l'automobile da sotto il sedere ed ora stiamo incrociando anche le dita dei piedi sperando ce la ridiano in tempo per partire per la Slovenia il 28.
Se tutto va per il meglio ci aspetta un Natale con la famiglia allargata (miei + mamma di Luca) e il 28 partenza con prima tappa a Trieste e poi 3 giorni in Slovenia, in quel di Lubiana, con puntatine a Bled e alle Grotte di Postumia.

Ecco, solo a Trieste spero di non finire così:
Ma speriamo soprattutto di partire, insomma!!
I regali di Natale invece son già sotto l'albero e qualcuno, ai colleghi, l'ho anche già elargito.
E poi, sinceramente, non vedo l'ora che il 2010 finisca, per poter dire, finalmente, "QUEST'ANNO MI SPOSO!!!" ^_^
Sì perchè al 31 Dicembre di quest'anno non penso che metterò in cantiere grandi propositi. Io al 2011 voglio in realtà chiedere qualcosa, ossia un po' di serena gioia e un matrimonio col sole.
Tutto qui. Ok, è una richiestona, visti i tempi, ma voglio sperarci con tutto il cuore.
Non so bene se ripasserò di qui, per cui vi lascio i miei migliori auguri per uno splendido Natale ed un inizio Anno Nuovo sfavillante!

lunedì 20 dicembre 2010

Sabato&Domenica

Sabato mattina, i resti di una cena deliziosa in compagnia di una delle persone speciali della mia vita...
Domenica pomeriggio, dopo un minimo lavoro in cucina, "sforno" i mie pupazzi di neve natalizi a base di pandoro:
In teoria sarebbero dovuti uscire MOLTO più bianco neve/cocco, ma non c'è stato verso. Non somigliano alla foto stampata sul libro di ricette e devo aggiustarli un po' di zucchero, ma per il pranzo di Natale spero faranno la loro figura.
Domenica sera preparo, sempre per il nostro pranzone natalizio, i segnaposti ad hoc. By Martha Stewart, ok, ma la realizzazione passa solo attraverso le mie pazienti manine e un po' di photoshop sulle stelline.
E per finire vorrei dir due parole sul nostro sabato sera a teatro, a vedere "Provando in nome della madre".
Lo spettacolo è tratto da un testo di Erri De Luca che non ho letto e che parla di Miriàm, la nostra Madonna per intenderci, e della sua umanissima storia. Io adoro De Luca: lo amo come narratore e come persona poichè mi pare - ovviamente non lo conosco direttamente - sia di una modestia ed umiltà disarmanti. E ne ho la riprova quando, a fine recita, giustamente, lascia subito il palco e fa godere degli applausi solo gli attori, tra cui una straordinaria Sara Cianfriglia nel ruolo di Miriàm.
Erri, nell'introduzione al libro, spiega l'intento: porre sotto la lente d'ingrandimento alcuni passaggi dati per scontati magari, a chi legge i Testi Sacri, restituendo figure cariche di umanità e profonda fede.
Ci parla dunque del rapporto fra Miriàm e Josef, di questa storia straordinaria a loro capitata, del modo in cui l'affrontano e soprattutto, di come una donna diventa madre. E non madre qualunque, anche se lo vorrebbe tanto.
E allora scopro che non imamginavo Maria a partorire sola, nella stalla, perchè la Legge impediva agli uomini di assistere al parto e intorno di levatrici non ce n'erano. Assistiamo a quest'atto d'amore e forza e ricordiamo quanto sia vicino a tutte noi, donne.
De Luca puntualizza come la traduzione delle Sacre scritture sia fuorviante, poichè il termine usato, in ebraico, nel versetto che ci condanna a partorine con "dolore", in realtà è con "sforzo/fatica". Ci spiega come, in altri 5 punti dei Testi, la stessa parola venga correttamente tradotta in questo modo, mentre per la donna, "colpevole", si sia tradotta con un'accezione negativa di colpa e castigo.
Ciò che amo nell'autore è il suo approccio di incondizionato amore a Bibbia e Vangeli, pur da dichiarato non credente. Ne risulta così una lettura piena di pietas, eppure precisa e rigorosa.
Uno spettacolo veramente bello, un'occasione per riscoprire una storia "natalizia" ricca di umanità.

lunedì 13 dicembre 2010

Report degli ultimi week end

Lo so, non ho scritto per un po', ma a mia discolpa posso dire che il ponte milanese mi ha tenuta un po' lontana dal computer.
Nel mentre quindi son successe un po' di cose. Intanto ieri mattina me ne sono andata a Bergamo con l'uomo, in giro per bancarelle, è stato proprio bello. E poi Città Alta è splendida, soprattutto sotto Natale.
A proposito di Natale: è giunto anche nella nostra nuova casa, come ad ogni Sant'Ambrogio.
Ecco qui qualche scorcio della magione addobbata a festa:
 Il nostro ingresso
L'alberello coi regali. A fianco il mobileto con le stelle della zia all'uncinetto!
Il presepe cicciottoso ^_^
Le nostre iniziali addobbate..
Il nuovo colore del corridoio con l'addobbo natalizio!
Che ne dite? Abbastanza d'atmosfera il tutto? Ovviamente c'è molto di più, ma avrei esagerato con le foto!! Sono molto soddisfatta. ^_^
Prima di tutto ciò siamo riusciti anche a ritagliarci un giorno di sole al mare. Una toccata e fuga, ma che ci ha regalato splendidi momenti.
Baia del Silenzio
Il mare di Sestri
Insomma, tutto sommato ho passato dei bellissimi fine settimana. Anche se dopo quel bel sole, la scorsa domenica, al rientro, ci siamo trovati questo paesaggio, ad attenderci:
BRRRRRR!!!!
Ora  spero tutto fili liscio nei prossimi 9 giorni di lavoro e, soprattutto, spero di trovare i regali di Natale che mi mancano perchè sono messa malissimo!!!

venerdì 3 dicembre 2010

Nei giorni scorsi ho letto "XY", l'ultimo romanzo di Veronesi.
L'operazione di lancio del libro è interessante. Anzitutto un sito interattivo che permette di entrare subito nel racconto, eplorarne i personaggi, i luoghi. E poi addirittura una serie di video su youtube a sottolineare, ancora di più, una matrice filmica che sta alla base di XY.
Il libro in sè non mi ha convinta del tutto. Non sono fra quelle persone che hanno bisogno di avere la spiegazione per ogni cosa, non mi disturbano i finali aperti, anzi, li trovo stimolanti. Questo a volte, però, diventa un limite, è innegabile.
Veronesi apre con un inizio veramente folgorante, un X File in piena regola che non può non catturare un'ex x-phile come me. Un cavallo ritorna trainando ansimante e spaventato una slitta vuota. Un gruppo di cadaveri fatti a pezzi e uccisi nei modi più disparati,collezione d'orrore e morte. Una bambina scomparsa nel nulla.
Protagonisti, voci che si alternano di capitolo in capitolo, un uomo ed una donna, un prete ed una dottoressa.
E qui il paragone col Mulder e Scully si fa sempre più calzante: fede VS ragione.
Veronesi però non indaga sul fatto che rimane la molla, ma non l'ossessione del libro.
Il lettore vorrebbe capire, ma l'autore ci porta invece ad indagare altri misteri, forse più oscuri e intellegibili, quali possono essere la mente umana e le sue deviazioni dalla norma.
Quest'operazione però non risulta affatto risolutiva nè pacificatoria. Si ha l'impressione che i protagonisti attraversino la storia senza in realtà risolvere nulla, senza sciogliere il mistero di tali morti, ma, al contempo, senza risolvere nemmeno i loro di conflitti.
Penso che l'intento di Veronesi fosse quello di mostrarci come l'orrore possa innescare determinati meccanismi e sia un cancro che tutto divora, ma anche che a questo siamo ormai abituati.
Un clichè, tutto sommato, anche se proposto in una veste abbastanza nuova e, talvolta, convincente al punto giusto.
Insomma, un libro riucito a metà, interessante, ma non abbastanza incisivo.


In tre giorni ho invece divorato "A voce alta", libro di Bernhard Schlink da cui è stato tratto anche un film che non ho visto. In questo caso l'incontro fra un ragazzino di 15 anni ed una donna matura, e la loro relazione, è la molla - come lo era la strage di Veronesi - che innesca il cambiamento ed il tormento del protagonista.
Lo scrittore tedesco maneggia a sua volta un orrore conosciuto, l'Olocausto, ma lo lascia correre su un binario parallelo, presente, ma non preponderante. Gli argomenti trattati in questo romanzo sono molteplici e profondi. Anzittuto di natura morale: il ragazzino, adulto, non sa se aiutare l'antica amante che è evidentemente decisa a condannarsi piuttosto che ammettere la colpa del suo analfabetismo. La vergogna della donna per la sua condizione viaggia di pari passo alla vergogna di un popolo che ha da poco superato il nazismo eppure ci fa quotidianamente i conti. Tutto ciò ha effetti sul protagonista: egli non riesce a dimenticare Hanna ed anche quando la ritrova il loro rapporto rimane inquieto ed assoluto, incatenandolo ad un torpore che non gli permette di vivere sino in fondo i suoi sentimenti.
A differenza di XY però, in A voce alta quest'angoscia, questa ricerca, non è vana, ma porta invece ad un processo, certo non risolutivo, ma comunque costruttivo. C'è una sorte di crescita che nei personaggi di Veronesi manca rendendo il libro in qualche modo sterile. 

Ad ogni modo due titoli che vi consiglio e che si leggono in fretta. ^_^


Bene: mi assento per qualche giorno per dedicarmi un po' agli amici (trasferta a Genova), al fidanzato (almeno sino al 6) e al Natale (Fiera dell'Artigianato e, soprattutto, addobbo natalizio della casa).
Buon ponte a tutti!
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