lunedì 30 novembre 2009

Hopper

Cosa direste di questa donna? Chi è? Perchè si trova nuda, davanti ad una finestra? Qual'è il suo stato d'animo?
Si tratta di immaginare il suo passato recente, ricostruirlo a nostro piacimento.
L'audioguida mi suggerisce che sia triste per un amore lontano. Eppure in Hopper raramente leggo la tristezza: c'è la solitudine, il senso di abbandono, l'incomunicabilità, ma anche una certa accettazione dignitosa e composta della condizione umana.
Questa donna non attende nessuno. La vedo anzi come una sorta di limbo prima della rinascita. Spogliata del suo passato, si scalda al calore della natura, si lascia tutto alle spalle.
La camera è ampia, diversamente da altri dipinti più claustrofobici, la finestra si apre sulle colline: c'è speranza insomma.
Ecco: questa è la mia storia. Ora tocca voi.
Perchè Hopper è così: narra una vita in un istante, come il migliore dei fotografi.
Sarebbe stato un grande fumettista.
Prendete quest'acquaforte, "Night shadows":
Praticamente un noir! Potrebbe essere un innocuo passante, oppure un investigatore privato, un piccolo delinquente...chissà!
Amo moltissimo questo pittore che dichiarava che la sua massima aspirazione era dipingere la luce sulla parete di una casa e che aveva un occhio così "cinematografico".
Osservate questa scena. State passando in auto, vi voltate un attimo, ed ecco cosa vedete.
Un istante nella vita di un altro. Uno sguardo sfuggente eppure preciso, che si fissa nella memoria.
Ieri, l'avrete capito, sono stata alla prima mostra italiana dedicata all'artista. L'aspettavo da una vita e, nonostante mancassero molti suoi capolavori, come il mio preferito, "Nighthawks, mi è proprio piaciuta.

giovedì 26 novembre 2009

Io parto da un concetto: se una mela è marcia non significa che la sua vicina lo sia altrettanto.
E non importa che tipo di mela sia.

Una PERSONA che ha, persegue ed attua intenti criminali è da condannare sempre.
Ma trovereste giusto l'assioma
UNA persona è un criminale ergo TUTTE le persone sono dei criminali?
Non credo.
E allora perchè in tanti trovano corretto pensare
UN rumeno/albanese/marocchino etc.. è un criminale ergo TUTTI i rumeni/albanese/marocchini etc... sono criminali ????
Non sto facendo di tutta l'erba un fascio, ma prendo spunto da discussioni avute con diverse persone, alcune dichiaratamente razziste, altre simpatizzanti, altre ancora "neutre".
Chi mi viene a dire che capisce che non è vero che sono tutti criminali, ma farebbero meglio a tornarsene a casa loro, mi spiace, ma significa solo che condivide l'assurdità scritta poco sopra.
E sono gli stessi che mentre i nostri beneamati politici fanno le peggio cose, ma in un ambito più "pulito", dove il crimine non si fa con offese al corpo e nessuno si sporca direttamente le mani, se ne fregano perchè tanto non li tocca da vicino, perchè in Italia si può fare di tutto, basta non dirlo.
Mi sono letta il Dossier di Caritas, Migrantes e Redattore Sociale sui legami fra immigrazione e criminalità ed ho trovato abbastanza interessanti le conclusioni:

"Le conclusioni di questa ricerca portano a continuare a ritenere serio il problema della
criminalità e, nel contempo, a ridimensionare i giudizi correnti sull’apporto degli stranieri.
Riprendendo gli interrogativi riportati in apertura, è evidente che se la criminalità dovesse crescere di pari passo con l’immigrazione, questa sarebbe a ragione una fonte di allarme sociale; in realtà, molto spesso gli stranieri sono diventati un capro espiatorio per lenire l’insicurezza degli italiani in una fase di forti cambiamenti culturali e di crisi economica.
La questione merita, pertanto, di essere inquadrata in maniera più corretta, tenendo presente che il livello di criminalità degli stranieri non è una realtà a sé stante rispetto alle caratteristiche
della normativa vigente e che le statistiche disponibili, accortamente correlate, portano a superare l’idea di un più elevato tasso di criminalità rispetto agli italiani, smontando così il pregiudizio che li accredita come delinquenti.
Il problema che si pone, dunque, consiste nell’individuare le strategie più adatte a favorire una fruttuosa convivenza interetnica. Una società a rischio zero criminalità costituisce un obiettivo praticamente irraggiungibile e, senz’altro, molto costoso in termini finanziari e di libertà personali.
La teoria della tolleranza zero, mutuata dagli Stati Uniti, è basata sulla convinzione che le grandi trasgressioni nascano da quelle piccole qualora non vengano punite adeguatamente. In questo modo si è portati a ritenere che la devianza tendenzialmente si potrà azzerare, se si concentrerà l’attenzione sulla microcriminalità, in particolare su quella degli immigrati, mentre bisogna rendersi conto che questo è solo uno degli aspetti della questione.
Senza trascurare il contrasto delle azioni criminose, sembra necessario un impegno rinnovato per promuovere la cultura della legalità, che non si esaurisce nella normativa penale, nei tribunali, nelle carceri o negli interventi delle forze dell’ordine e neppure nelle carceri, che sono oltretutto molto costose (57.000 euro la permanenza di un anno secondo le stime correnti).
È anche necessaria (anzi, lo è principalmente), l’attuazione di politiche sociali più inclusive, sollecitando l’apporto delle stesse collettività immigrate, senza le quali il preteso rigore penale, seppure dispendioso, è votato all’insuccesso. La criminalità deve essere duramente contrastata perché offusca le valenze positive dell’immigrazione, sulle quali a più riprese è ritornato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e la parola d’ordine deve essere “integrazione”.

Lo so: l'ho ribadito spesso su questo blog, ma nessuno mai mi convincerà che la strategia del rifiuto aprioristico, della paura e del razzismo sia quella migliore per vivere BENE.
C'è molto su cui lavorare e si sta facendo di tutto per aumentare la frattura sociale e per puntare i riflettori sui crimini minori per passare sotto silenzio quelli maggiori, quelli meno visibili, quelli che profumano di soldi, accordi fra potenti, privilegi per pochi mentre la gente normale non arriva a fine mese, mentre i disabili non hanno risorse e non possono muoversi in città da soli, mentre le famiglie di persone con problemi psichici o psicologici sono abbandonate a loro stesse.
E' un puzzle gigantesco e complicatissimo e l'equilibrio è utopia pura, ma sono tanto stanca dell'odio...ma proprio tanto stanca.

mercoledì 25 novembre 2009

girotrottola



Il lavoro mi sta uccidendo!!!!
Scusate per l'assenza....
Spero di ritornare a scrivere presto!

lunedì 23 novembre 2009

Bologna

Che bellissimo week end!
Bologna è una città che brulica vita, piena di ragazzi, di angoli da scoprire, negozi in cui curiosare.
La prima cosa che ho notato è la massa di gente presente in giro per le strade. Vero che era sabato e che c'era il Choccoshow, ma c'erano davvero tantissime persone a spasso!
Le ragazze che si incontrano in Piazza del Duomo a Milano nel week end di solito sono 16enni vestite come 30enni super truccate e con abiti firmati da capo a piedi; a Bologna invece vedo una miriade di universitari vestiti nei modi più diversi, spesso con accessori estrosi ed abiti o cappelli particolari.
Mi piacciono! Mi sento molto più a mio agio!
Bologna è un portico unico, continuo. Forse per questo la viabilità mi pare un po' disordinata e difficoltosa, ma a piedi si gira senza problemi.
Il nostro hotel è posto dietro Piazza Maggiore e quando giungiamo in camera scopro che il sistema interattivo della televisione è gestito da un nostro cliente: finalmente vedo all'opera ciò per cui ho persino scritto testi pubblicitari...
Obiettivo non dichiarato del fine settimana è anche quello di mangiare BENE e quindi provare i tortellini in brodo e la cotoletta bolognese.
Devo dire che abbiamo mangiato divinamente ovunque, ma del resto me lo aspettavo, anche se i tortellini provati a pranzo sono buoni, ma non c'è paragone con quelli di mia nonna!
Invece la cotoletta è uno spettacolo, tanto che la prendo sia sabato sera che domenica a pranzo!
Sono una vera appassionata, lo ammetto!
Sabato pomeriggio ce la riposiamo un po'...un bel po' a dirla tutta: dormiamo per 3 ore!!!
Ma ne avevamo davvero bisogno.
Alle cinque e mezza partiamo col giringiro a piedi. Bologna di sera è fantastica!
Piazza santo Stefano o delle Sette Chiese (che in realtà è un complesso di 4) è particolarmente bella soprattutto con le prime luminarie natalizie e le chiese in sè sono fantastiche col buio.
La sensazione di raccoglimento mistico e profondo è tangibile.
Dopo cena ci concediamo un mini concertino in piazza di un ragazzo con la sua chitarra davvero bravo, e infine a nanna.
Il giorno dopo facciamo un salto nel Duomo, la quinta chiesa più grande del mondo, purtroppo mai ultimata, e poi giriamo ancora per la piazza delle Sette Chiese, per vederla meglio alla luce del sole, e conferma l'impressione della sera precedente.
Decidiamo di fare ancora quattro passi alla ricerca di altre chicche e seguiamo parte dell'itinerario "delle acque" che avevo scaricato da internet finendo nelle antiche vie dei mugnai e a visitare alcune chiesette raccolte ed interessanti con opere di Della Quercia e Paolo Uccello.
A pranzo finiamo in un ristorante davvero favoloso, sia per l'atmosfera che per la cordialità del cameriere: da Nello. Lo stra- consiglio!!!
Mi faccio la seconda bolognese con patatine e sono in pace col mondo.
Alle due abbiamo appuntamento con la Giuliella invece.
Qualche tempo fa lei mi aveva chiesto di prepararle qualcosa ed io ero andata in ansia da prestazione! Poi, pensa che ti ripensa, ho partorito questi due GioiEly:
Ciondolo wire
orecchini pastrocchini
Per fortune le sono piaciuti e devo dire che il ciondolo le stava proprio bene e sono molto soddisfatta! Pensare che comunque un'artista che stimo abbia indosso qualcosa di mio mi dà proprio tanta soddisfazione.
Tra l'altro, nonostante il poco tempo passato insieme, lei mi ha fatto un'ottima impressione anche come persona ^_^
Su suo suggerimento siamo poi andati a visitare la chiesa di San Domenico, molto carina e con alcune sculture del Michelangelo.
La strada per arrivarci era punteggiata di splendidi alberi di ginko biloba, fra i miei preferiti soprattutto in autunno, quando le foglie si tingono di un giallo spettacolare!

Ah già, e poi c'è stato il mio acquisto, il mio nuovissimo cappellino:
Ne vado moooolto orgogliona, lo ammetto!
A fine giornata ci siamo chiusi al calduccio della Feltrinelli perchè eravamo veramente stanchini e sul treno del ritorno si faticava a stare svegli.
In generale comunque Bologna mi è molto piaciuta, anche se c'era veramente troppa gente in giro e il mio freghino non è potuto salire sulla Torre degli Asinelli nè sulla collina di San Luca..ma sarà per la prossima volta magari!

venerdì 20 novembre 2009

Bene: domani saremo a Bologna quindi. Via dal caos di Milano per andarcene a spasso in una città tutta portici: non vedo l'ora!
Devo dire che ne ho proprio bisogno perchè ultimamente mi sento un po' stanca soprattutto a livello mentale e necessito di staccare la spina.
Luca non è stato benissimo ultimamente e sono un po' preoccupata: spero che nel week end riusciremo ugualmente a goderci la città ed il tempo assieme.

Non ci riesco: avevo deciso di soprassedere, ma è più forte di me!
Volevo rispondere a chi, in questi giorni, ha postato commenti su Veggie per mettermi in guardia sulla veridicità di alcune sue affermazioni.
Premetto che rispetto ed appoggio il "lavoro" che fa attraverso il suo blog, l'aiuto che ha sempre offerto a chiunque.
Inoltre detesto chi, senza avermi mai letta, decide di postare un commento sul mio blog solo ed unicamente per buttare fango su una persona che stimo: un conto è parlare direttamente all'interessata in un confronto civile, un altro è prendersi la briga di vagare sui siti di chi la commenta spesso per sparlarne.
Capisco che la questione sia spinosa e ritengo che Veggie, a questo punto, debba fornire delle spiegazioni, ma non mi piace chi, senza conoscermi, senza avermi mai letta, si permette di venire a fare la portinaia e scrivere cattiverie nel mio spazio.
E preciso: Veggie deve delle spiegazioni semplicemente perchè ha scelto di esporsi "pubblicamente", seppur virtualmente, e perchè moltissime ragazze le scrivono e la vedono come un punto di riferimento forte; è unicamente per questo, alla stessa stregua di un politico cui si chiede di render conto della propria condotta, che Veggie ci "deve" qualcosa.
Ma, per favore, evitate di mandare commenti di tal sorta perchè non sono qui a condannare nessuno, soprattutto quando la persona in questione, a prescindere, fa qualcosa che per me ha un valore.

Buon week end a tutti.

giovedì 19 novembre 2009

IO

LaEli qualche anno fa

Devo fare qualcosa.
Sto impazzendo.
Qualcuno è andato sino in fondo, io appoggio la lama sul polso e mi immagino quel corpo estraneo, duro, che avanza e scava la pelle, che lacera i tessuti. Non ne avrò mai il coraggio. Si può sentirsi pavidi xkè non si ha il coraggio di togliersi di mezzo? Che cazzata.

Scrivevo così sabato 12 novembre 2005.
Da un po' ne volevo parlare, ma non so quanto possa essere utile.
Forse è il fatto di leggere Veggie, di sentire la sua speranza ed energia nella lotta contro i DCA, che mi è saltato in mente di parlare del dolore, del MIO dolore e del modo di affrontarlo.
4 anni fa ero un'altra persona. C'era laEli che leggete oggi e c'era anche un'ombra scura, codarda e cocciuta, che non mi abbandonava.
Ho sempre avuto il difetto del vittimismo ed una propensione al melodramma e questo ha certamente influenzato la mia fascinazione nei confronti del suicidio e dell'autolesionismo.
A 13 anni volevo buttarmi giù dal balcone di casa. Ho anche sistemato la sedia fuori, ci sono salita, ma poi, ovviamente, sono anche scesa e l'ho rimessa a posto, in sala.
I problemi veri arrivano quando inizi a nasconderli, quando l'ostentazione cede il passo alla bugia, all'omissione.
Ho sofferto di una certa forma di depressione. Nulla di clinico, almeno credo, ma potente.
In pochi mesi ho perso quasi 10 chili, ho allontanato gli amici, ho fatto scelte che molti hanno reputato "sbagliate".
Assorbita da un'altalenante relazione impossibile, durata più di 3 anni, ho iniziato a soffrire di "attacchi di dolore": ciò che provavo era così immenso, così straziante, che non sapevo come farlo uscire. Ho iniziato in modo blando, mi prendevo a schiaffi da sola, in camera, seduta di fronte allo specchio dandomi della stupida, in un vano ed assurdo tentativo di ritornare ad essere l'Elisa di prima, quella amata e rispettata da mamma e papà.
I tagli sono arrivati dopo. Nulla di serio pensavo, prendevo spille da balia, aghi da cucito, e incidevo la pelle.
Cosa può fare uno spillo? Non era un problema reale per me.
Prendevo il mio dolore urlante, incontenibile e lo catalizzavo nella punta di uno spillo; lo appoggiavo sul braccio, premevo forte e poi giù, premendo sempre di più, strisce, geroglifici, nella carne.
I segni mi son durati anni: sottili scie bianche che accarezzavo quasi con nostalgia.
Non volevo essere vista a casa. In giro non mi importava, dei colleghi non mi curavo, ma a casa no, a casa mi coprivo.
Non mangiavo: questo preoccupava i miei, non le maniche lunghe in estate.
Mi piaceva l'idea che qualcosa di intangibile ed immenso come il mio dolore, potesse riassumersi in pochi millimetri appuntiti.
Ho smesso dopo circa un anno se non ricordo male.
In tutto questo tempo solo un collega ha cercato di indagare sulla natura di quei segni ed ancora lo ringrazio.
Proprio sul blog di Veggie, rispondendo ad alcune ragazze, cercavo di riassumere il mio percorso, il COME sia uscita dal circolo vizioso in cui mi crogiolavo.
Perchè il dolore dà dipendenza purtroppo ed un drogato resta tale a vita.
Eppure sono qui, sono un'altra persona ancora.
A 17 anni scrivevo sul mio diario, dopo la fine del Primo Amore:
"l'uomo può sopportare grandi dolori, il difficile è superarli".
Sono ancora convinta di ciò, come sono convinta che ad un certo punto, se vuoi salvarti, se vuoi superare la tua sofferenza (QUALSIASI sofferenza), devi capire alcune cose:
1) il Passato non torna. Ciò che è stato ci definisce, ma non è più ciò che siamo e possiamo scegliere, consapevolmente, di essere ALTRO;
2) il nostro dolore dobbiamo accettarlo, ma non viverlo passivamente facendoci sovrastare da esso. Accettare il dolore significa riporlo nel Passato per essere liberi di vivere il presente;
3) bisogna AGIRE. Molti mi dicevano di re-agire, ma mi pareva di combattere contro i mulini a vento perchè non sapevo dare forma, voce e corpo ai miei problemi e quindi non facevo nulla. Poi ho capito che agendo, in qualsiasi direzione, e migliorandomi lavorando su me stessa, imparando a stare da sola senza però farmi troppe pippe mentali, avrei potuto cambiare strada, allontanarmi dalla china lungo la quale stavo scivolando da anni.
Ho puntato i piedi ed ho detto basta, come quando ho smesso di fumare.
La volontà è tutto.
Mia nonna me lo dice sempre ed ha ragione: se vogliamo davvero qualcosa possiamo farla.
Io ero nella disperanza, nella totale mancanza di un raggio di sole. Non vedevo nulla di buono dentro di me che valesse la pena d'essere salvato.
Il tempo ha fatto molto, lo riconosco, ma c'è stato un momento preciso in cui anche io ho detto BASTA.
Scrivevo poesie. Piacevano a molti ed adoravo scriverle, ma vi ho rinunciato perchè ero troppo concentrata su di me, sul sondare l'origine del mio male, i suoi meccanismi.
Questa è stata la rinuncia più grande, quella che ancora rimpiango a volte: ho lasciato indietro una parte di me, una parte importante, e l'ho archiviata nel mio passato per sopravvivere.
Un giorno magari tornerò a scrivere, chissà..ma ora sono quacos'altro perchè HO VOLUTO essere qualcos'altro e ho scelto di continuare su questa strada.

Oggi so che non sono migliore nè peggiore di molti altri ed ho ancora milioni di difetti, ma so anche che, nel momento di buio, ho avuto la forza di accendere la luce, e sono stra convinta che chiunque abbia tale facoltà.

mercoledì 18 novembre 2009

post inutile per ammazzare il tempo

Come più volte confessato sono una maniaca di telefilm.
Principalmente mi intrippano quelli ammmmericani, ma ogni tanto ho visto anche un po' di fiction nostrana.
Divido i tf in 2 grandi categorie essenzialmente: quelli prevedibili e quelli imprevedibili.
I primi sono quelli dove sai perfettamente che il bene trionferà, il protagonista avrà tutto ciò che desidera e nessuno (o quasi) ci resterà secco.
Sono anche quelli dove ogni tanto, magari arrivati alle 5a serie, qualche "regular" (personaggi ricorrenti) ci lascia le penne in modo assolutamente drammatico e lacrimevole, ma ampiamente prevedibile.
Poi ci sono quelli che adoro, quelli dove non sai mai cosa capiterà ai tuoi beniamini e, senza preavviso alcuno, uno dei comprimari può essere fatto fuori.
Di questi ricordo ancora con nostalgia Buffy (la morte di Tara mi è rimasta davvero molto impressa) e il caro E.R. (notevoli gli addii di Lucy e Romano ), senza contare, fra i nuovi arrivi, Lost, ad esempio.
Insomma, non che sia una sadica che vuol far fuori tutti i regular del caso, ma diciamo che mi piace esser presa alla sprovvista in tal senso.
Ieri sera invece la mia televisione si è sintonizzata, dopo almeno 2 anni, su Rai Uno, più precisamente su Un medico in famiglia.
Dovete sapere che più o meno 10 anni fa ero una fan scatenata di questa fiction pre il solito, adolescenziale motivo:
Ebbene sì: mi piaceva Giulio Scarpati. Ammetto che ho sempre subito il fascino degli uomini maturi!
Comunque ho seguito il Medico per le prime 3 serie, appassionandomi in modo particolare alla terza stagione e ignorando quelle venute dopo.
Il motivo per cui mi sono intrippata per la terza stagione in particolare?
Beh, sono due in realtà: il primo è Pietro Sermonti quando ancora aveva i capelli..
Il secondo è che all'epoca anche io, come la protagonista, lottavo per un uomo più grande e quindi mi immedesimavo moltissimo tanto da seguire alcune puntate col cuore in gola.
Del resto i telefilm hanno una specie di funzione catartica: ci danno l'occasione di vedere "come potrebbero andare le cose se...", ci creano l'alternativa al reale, insomma, permettendoci di vivere, in parte, i nostri sogni.
Ad ogni modo ieri sera ho rivisto questo programma e la cosa che più ha colpita è che gli attori sono cresciuti troooooppo!!
Maria nel 1998, all'inizio della serie
Maria oggi, dopo 11 anni
Annuccia versione '98
Annuccia oggi!
Insomma, mi son sentita vecchia. Un po' come quando incontro i ragazzini del mio ex coro che ho conosciuto che avevano 6 anni ed oggi ne hanno 20...impressionante!
In ogni caso sono tornata a vedere il Medico e ho notato che non è cambiato proprio nulla, il che è quasi rassicurante.
Mi son guardata la puntata prevedendo praticamente ogni sviluppo narrativo se non ogni battuta, e me ne sono andata a letto contenta. Sarà la sindrome da Antoine Doinel, in ogni caso è stato come tornare a casa ed ogni tanto ci vuole!

martedì 17 novembre 2009

Avrete notato che da un po' mi astengo da post "politici".
Il problema è che trovo davvero superfluo qualsivoglia commento a qualsivoglia notizia che si legga sui giornali di questi tempi.
Non posso ancora dire di distinguere chiaramente il bene dal male, ma sicuramente ho un'idea abbastanza precisa sul "male" e su dove stia di casa.
Il punto è che mi sono anche stancata della politica "contro" che non si decide a dare risposte concrete, a LAVORARE per il Paese e non semplicemente sputar sentenze o attaccare il solito Berlusconi.
Perchè lui ce ne mette del suo (ma taaaaaanto del suo), ma anche il resto dei politici un po' di persecuzione la attuano.
E' facile puntare il dito, ma poi cosa fai tu, concretamente, per migliorare le cose??
Sono stanca insomma della caccia alle streghe, anche se le streghe ci sono.
Ho l'impressione di scivolare lungo una china e lungo tale china perdere pezzi importanti come l'etica, la morale, il buon senso, il buon gusto e l'altruismo.
Ho la sensazione di essere ben oltre l'orlo del baratro e di sguazzare, pardonnez-moi, nel letame.
Io mi oppongo, nel mio piccolo microcosmo e faccio di tutto per confrontatmi col mio prossimo, ed anche scontrarmi, perchè no?, affinchè le nostre idee si rimettano in circolo, non restino statiche e cristallizzate.
Non voglio la pappa pronta, voglio CAPIRE e ragionare.
Mi basterebbe, sapete? Sarebbe già qualcosa.
Perchè ormai siamo abituati ad avere anche le opinioni pronte, da inserire nel cervello.
La staticità del neurone nell'Era della velocità e della felissibilità: un controsenso, non credete?

lunedì 16 novembre 2009

malanni stagionali e progetti

Di nuovo lunedì.
Il week end non è andato esattamente come me l'ero immaginato, ma comunque siamo stati tranquilli. Il mio povero amore s'è beccato una mezza influenza e ieri ho cercato di coccolarlo il più possibile e farlo riposare un po'.
Ci siamo anche dilettati in una ricetta di Suor Germana iper vitaminica che dovrebbe curare i mali di stagione: sperèm!
Già, speriamo perchè sabato prossimo abbiamo in programma una gitarella fuori porta, più precisamente in quella città detta "la grassa, la dotta e la rossa": Bologna.
Da un po' giravo attorno a questa meta perchè è abbastanza vicina da essere raggiungibile in treno, abbastanza piccola da poter esser visitata in 2 giorni e, soprattutto, dalle rinomate attitudini culinarie!
Io sono emiliana, quanto meno di origini, in tutto e per tutto milanese di nascita e di indole, ma in ogni caso i miei parenti stanno tutti fra Parma e Modena, per cui sono particolarmente amante di ravioli, lasagne eccetera eccetera...
Insomma: andiamo a Bologna per strafogarci! ^_^
Speriamo che il mio freghino si riprenda: ultimamente è un po' acciaccato..

Dato che non siamo usciti mi sono dedicata un po' al perlinaggio e questi sono i risultati:
Parure orecchini e collana che donerò a mia zia a Natale
Semplicissimi orecchini "wire" pour moi
C'è anche qualcos'altro, ma è un possibile dono per un'amica che ogni tanto legge il blog ed eviterò di mostrarlo.
Questa settimana manca una collega e avrò un po' di lavoro in più, ma spero di cavarmela.
Intanto sogno il prossimo fine settimana....

venerdì 13 novembre 2009

Devo dire che ormai non mi è più possibile tirar tardi alla sera: NON CE LA POSSO FARE!
Ieri sera lo spettacolo è durato 3 ore e alla fine della fiera siamo rincasati all'una meno un quarto.
Il vago mal di testa che percepivo in sordina quando mi sono coricata è scoppiato ovviamente stamattina in tutto il suo splendore e le 5 ore di sonno non aiutano.
Comunque alla fine sono riuscita ad andare a teatro.
Guzzanti mi piace un casino, mi sembra sempre un po' fuori, adoro il suo modo pacato di porsi e la sua satira. Meno incazzato della sorella Sabina, molto più attore nel senso classico del termine.
Tempi comici perfetti e ritmo, non stanca mai.
Carrellata di personaggi noti e meno noti, legati alla politica o al mondo dello spettacolo con degli irresistibili Tremonti, Bertinotti e Di Pietro e la sorellina Caterina che si cimenta in una Gelmini disperata e desiderosa di tornare al suo orticello.
E poi la mitica Vulvia di Rieducational Channel...
...e il grandissimo Quèlo
Devo dire che ho riso di gusto e mi sono davvero divertita, anche se mi è parso meno incisivo del solito se devo dirla tutta.
Forse mi sarei aspettata più cattiveria, non so, in ogni caso la sua satira mi è sembrata abbastanza tranquilla. Non che sia un male (non bisogna per forza essere costantemente incazzati) e comunque non le ha risparmiate a nessuno, ma mi è sembrato uno spettacolo molto disimpegnato, meno in vena di riflessioni profonde e quindi meno capace di farti uscire da teatro meditabondo, cosa che invece trovo essenziale per spettacoli di questo tipo, legati all'attualità.

Bene: si avvicina il week end e come ogni venerdì anche oggi sarà una mera lotta alla sopravvivenza sperando che non scoppino casini lavorativi di sorta.
Il fine settimana dovrà essere tranquillissimo perchè NE HO BISOGNO e poi..e poi lunedì vi svelerò dove me ne andrò i prossimi sabato e domenica.. ;-)
Buon week end!

giovedì 12 novembre 2009

Il lavoro oggi mi sta massacrando ed ho tempo solo per dire che stasera, se tutto fila liscio, vado a vedere quest'uomo qui, il Corrado!
Speriamo di farcela!!!

mercoledì 11 novembre 2009

smarrita

Una volta che la parola
ha deciso di entrare in rapporto con il mondo
infinita è stata la fine.

Karl Kraus
Sprüche und Widersprüche


Alda Merini diceva che la logica del dolore è la poesia ed io sono pienamente d'accordo.
Quando sono triste, come oggi, immancabilmente torno alle mie antiche forme di sofferenza, torno ai giorni del mio incasellare parole, al mio estuario di termini alla rinfusa che premevano, come al collo di una bottiglia.
Mi sono imposta la sopravvivenza, l'azione contro la staticità del dire.
Perchè scrivere poesie significa cristallizzare l'impalpabile, costringerlo in una natura differente e snaturarlo, ma renderlo anche gestibile, poterlo toccare.

Il mondo e la parola.

"I libri sono una terapia un po' morta"
(A. Merini)

Oggi proprio non va, n on gira, non in grana.
Oggi sono triste e stanca e piena di pensieri. E mi manca il linguaggio, il MIO linguaggio, per farli uscire e non temerli più, e non subirli.
Metterò ordine.
Ma non oggi.

martedì 10 novembre 2009

La7

Nel desolante panorama televisivo c'è un canale che, nonostante svariati scivoloni, tutto sommato è sempre da tenere d'occhio. Parlo de La7 .
Intanto io adoro la sua Valigia dei Sogni, il contenitore che ripropone i grandi classici del cinema italiano e non.
E poi ha il coraggio di mandare in onda spettacoli come quello di Paolini di ieri sera: "Miserabili, io e Margaret Thatcher".
Trasmettere, in prima serata, senza interruzioni pubblicitarie poichè in diretta, uno spettacolo teatrale è, a mio avviso, un gesto di grande coraggio.
Di certo la maggiornaza degli italiani avrà scelto le gesta del Grande Fratello, ma non venitemi a dire che non c'era un'alternativa valida in tv ieri sera!
Purtroppo la solita stanchezza da lunedì mi ha impedito di tenere gli occhi aperti sino alla fine, ma ascoltare l'affabulazione convinta e necessaria di Paolini, le musiche, ed i testi soprattutto, de I Mercanti di Liquore, è stato un ottimo modo di trascorrere la serata, finalmente convinta di non subire il palinsesto, ma di scegliere qualcosa di buono.
Speriamo ci siano altre occasioni così, in mezzo al ciarpame che ci offre giornalmente la televisione italiana.

lunedì 9 novembre 2009

Nemico Pubblico

Il week end è stato un po' faticoso, lo ammetto.
Un'ora di tennis dopo 2 settimane di fermo totale mi ha devastato i quadricipiti e così domenica ero praticamente inferma.
La degustazione di vini novelli che doveva durare un'oretta mi ha tenuta ferma in piedi per quasi 3 ore ed alla fine della fiera domenica pomeriggio ho dormito sin quasi alle cinque e tanti saluti alla mostra di Hopper!
In compenso aperitivo e cinema ce li siamo fatti senza problemi.
Nemico Pubblico non mi ha entusiasmata per alcune ragioni che andrò a spiegare e mi ha deliziata per un'unica ragione che ha un nome ed un cognome: Johnny Depp.
Sarete d'accordo nel dire che nel confronto fra il vero Dillinger e il nostro beneamato Johnny, il noto criminale non ha proprio speranze.
A parte l'isteria adolescenziale pro Depp, il film è abbastanza lineare e godibile.
La regia di Mann, però, è ormai legata al digitale e la cosa non mi esalta. I movimenti di macchina sono molto meno fluidi ed eleganti, la grana piatta, i colori falsati e a volte l'attenzione si perde un po' quando si notano questi particolari.
Insomma, avrei preferito, essendo un film comunque storico, la pellicola, sul genere "Era mio padre" perchè la trovo molto più adatta ed efficacie.
In film come Collateral, sempre di Mann, ho apprezzato la tecnica, ma qui stona proprio.
Nemico Pubblico in ogni modo è un gangstar movie con un sacco di sparatorie, la trama lineare si segue senza fatica e l'affezione per il Robin Hodd della Grande Depressione non è nemmeno così marcata.
La regia e la fotografia sono sempre di livello (si nota lo zampino del nostro Dante Spinotti che aveva già dato prova di muoversi bene nell'ambiente noir/poliziesco in "L.A. Confidential", uno dei mie film preferiti) ed i rimandi a colori, luci ed atmosfere del mio beneamato e sopraccitato Hopper rendono alcune inquadrature, come questa, veramente splendide:
Per il resto la ricostruzione storica pare accurata, i dialoghi sono asciutti e verosimili, seppur profumino dell'alone di mito che circonda Dillinger.
Depp potrebbe intrerpretare anche un'arancia matura spiaccicata sotto un albero e sarebbe credibile, Bale è all'altezza, anche se non posso proprio annoverarlo fra i miei attori preferiti, il personaggio della Cotillard mi pare acquisti dignità solo alla fine, spogliata del suo ruolo marginale con poco spessore, con quelle lacrime e l'espressione di sfida che si sgretola in un momeno davanti alle ultime parole del suo amato.
Eh, mi direte voi, ma allora ti è piaciuto!!
C'è una sottile differenza fra un compito ben svolto, ma freddo, ed un compito magari imperfetto, ma fatto con cuore e passione.
Questo film è un buon prodotto, ma non mi resterà nel cuore di sicuro.

P.S. : come ogni film tratto dalla realtà storica, anche in questo caso le note a margine sono risultate, per me, le più interessanti, ossia scoprire la sorte di "Billie" Frechette, la donna di Dillinger, e dell'agente Purvis, la sua nemesi.
Mann concede ai due una riga di chiusura che però si è rivelata un po' debole.
La prima infatti uscita dal carcere ha girato gli Stati Uniti con la famiglia di Dillinger prendendo parte ad uno show chiamato "il crimine non paga" dove raccontava della sua vita nel mondo dei gangster.
Il secondo, che il regista vuole morto suicida, in realtà è sì morto a causa di un colpo di pistola autonflitto, ma non è chiaro se si sia trattato di suicidio o di un incidente.
Come a dire: mai fermarsi ad una prima lettura e informarsi sempre, anche quando si tratta solo di un film. ;-)

venerdì 6 novembre 2009

Finesettimana

Si avvicina il week end per fortuna.
Questa settimana proprio non mi è piaciuta, a parte la cena con Sergio, e ho tanta voglia di riposarmi.
I programmi mi vedono impegnata sul campo da tennis domani pomeriggio, ad un aperitivo domani sera e ad una degustazione di vini domenica.
Per il resto RELAX!
Chissà, magari ci potrebbe scappare anche un cinemino a vedere "Nemico Pubblico" che è uno di quei film che anche fosse 'na ciofecata, vedrei solo per il buon Johnny.
Ieri invece son stata al solito Panpepato dove, fra una cosa e l'altra, mi sono impossessata di questi splendidi giuliellorecchini:
Me n'ero già innamorata sul blog di Giulia quando li aveva presentati tempo fa e appena li ho visti da vicino me ne sono appropriata. Li trovo davvero di classe e già li adoro! Di sicuro li sfoggerò all'aperitivo di domani...
Ah, e la bella notizia è che qualcuno ha comprato un mio paio di orecchini!! Ebbene sì: non ricordo assolutamente quali, ma li hanno venduti! Come a dire che il mio lavoro è stato apprezzato da qualcuno e la cosa è splendida.
Bene, vi lascio augurando buon week end a tutti e a rileggerci lunedì..

giovedì 5 novembre 2009

Fantàsia

Non ravvisate un'incredibile somiglianza fra la compianta Alda Merini e l'irresistibile Strega delle Lande del "Castello errante di Howl"?
Sarebbe bello pensare che, senza conoscerla, il grande Miyazaki avesse attinto dalla Fantasia la nostra Alda...

Scusate, ma sono un po' sotto shock per una notizia appena ricevuta e non riesco molto a scrivere...magari domani, eh?.....

mercoledì 4 novembre 2009

criticamente


Come sapete leggo un po' di tutto, in modo vorace e sconclusionato, ma cerco di non dimenticare mai la fonte da cui attingo le notizie e l'eventuale "linea editoriale" cui è soggetta.
Come Don Chisciotte è un sito molto legato alle teorie complottistiche e va quindi sempre preso con le molle, ma non significa che gli articoli che raccoglie non siano degni di riflessione, anzi!
Di recente ho trovato la lunga introduzione al libro di Antonella Randazzo tratta dal suo libro "IL TRAVAGLIATO TRAVAGLIO. LO STRANO CASO DI UN INFORMATORE DISINFORMATO" e vorrei proporre qualche stralcio che reputo interessante:

"(...) Travaglio particolarizza la situazione italiana, la riduce alle beghe politiche e ad un gruppo di corrotti e mafiosi, di cui denuncia le malefatte, convinto che altri paesi (...) siano migliori del nostro. Egli usa luoghi comuni, ad esempio dice “bisogna che ci sia un ricambio della classe politica” o “il cittadino deve essere attivo”, ma non spiega come mai da parecchi anni si dicono queste stesse cose e la situazione rimane invariata. Per capire, occorrerebbe indagare su ciò che è davvero il sistema partitico e su chi crea la classe politica. Non tutto quello che non va e che intralcia la crescita del nostro paese è dovuto ad una classe politica incapace e disonesta. C’è a monte qualcosa di importante, che determina la situazione di debito pubblico, di sprechi, di corruzione e di degrado. Mettere il “mostro” in prima pagina può nascondere una tragica volontà di non far capire come stanno veramente le cose. Rimanere alla superficie dell’iceberg significa gridare allo scandalo “corruzione”, che certamente esiste davvero, ma si rischia di farlo per coprire i veri responsabili che stanno al vertice e i meccanismi che stanno alla base del sistema di potere attuale. (...)"

Nonostante sia una sostenitrice di Travaglio, devo dire che la critica mossa non è così inconsistente.
Ciò che ho notato anche leggendo Il Fatto è che si tende molto a porre i riflettori su determinati fatti senza scavare più a fondo. La denuncia è sacrosanta, ma ci vuole più dell'antiberlusconismo per dare una scossa al Paese.
Il marcio indubbiamente c'è, ma puntare solo il dito non basta insomma.

"(...) Spiega il giornalista Ignacio Ramonet: (Il telegiornale) "è strutturato per distrarre, non per informare... la successione di notizie brevi e frammentate ha un duplice effetto di sovrinformazione e di disinformazione: troppe notizie e troppo brevi... pensare di informarsi senza sforzo è un'illusione vicina al mito della pubblicità più che all'impegno civico"."

Qui c'è poco da aggiungere direi. I TG non informano: offrono una carrellata delle principali notizie della giornata, opportunamente scelte tramite i soliti criteri, e nulla più.
Informarsi costa fatica però, richiede costanza e presuppone un certo lavorìo delle cellule grige, come diceva Poirot.

"(...) Oggi le tecniche mediatiche per suscitare consensi politici, o per vendere prodotti sono diventate sempre più sottili ed efficaci, ci vedono ignari di subirle, e pochi sospettano della loro esistenza.
Ad esempio, una tecnica si basa su quello che è stato denominato effetto “Interazione Parasociale” (IPS), ovvero la creazione di personaggi che producono affezione e dunque agiscono da esche per catturare consenso o per vendere prodotti (commerciali o ideologici). L’effetto IPS è la tendenza psicologica a stabilire legami con personaggi dei media.
(...) L’effetto IPS agisce in modo da farci dimenticare che le persone che hanno ruoli mediatici non sono così empaticamente vicine come possono apparire.
Si tratta di persone che ovviamente i cittadini conoscono soltanto come immagini mediatiche, ma ispirano fiducia per ciò che dicono e per lo spazio mediatico che viene loro riservato, e di conseguenza giungono ad avere potere di influenzare una certa quantità di persone.
(...) Nella situazione mediatica attuale sembra che la professionalità, la serietà e la discrezione non contino più. Oggi abbiamo una situazione in cui sarà il “personaggio mediatico”, a diventare più importante di quello che dirà. Le sue notizie saranno considerate vere non in quanto verificate o verificabili ma in quanto date da lui. Paradossalmente, non sono i contenuti ad avere un ruolo primario ma è il personaggio a rendere “veri” i contenuti che esprime. Egli indirizza l’attenzione, pone priorità, decide chi è da considerare e chi no. Si erge a realtà potendo, in virtù della fiducia suscitata, decidere il significato da dare alla notizia.
(...) nel contesto in cui ci troviamo attualmente si potrebbe dire che l’informazione è “personalizzata”, come fosse un prodotto offerto come un oggetto, con un marchio e un “colore”."

Quanto sopra riportato è vero e spiega anche la risonanza mediatica ed il potere riflesso di personaggi come Beppe Grillo.
Ma non sono certo teorie nuove a chi studia i nuovi media; si tratta dell'evoluzione di processi iniziati decenni fa, processi che già stavano alla base della carta stampata.
Come diceva Montanelli la censura è qualcosa di insito nell'animo del giornalista, qualcosa quasi di autoreferenziale e non è un mistero che le cosiddette "firme" (com'erano Biagi, Montanelli e molti altri) portassero il peso della loro autorevolezza, creassero consensi, limassero la realtà.
Ma i fruitori erano più attenti, leggevano di più, non si limitavano ad assorbire passivamente poichè l'invadenza e la pervasività dei mezzi di comunicazione non era senza controllo come appare (e scarto volutamente il verbo essere) oggi.
Invito insomma ancora una volta all'atteggiamento critico ed alla comparazione delle fonti, anche di quelle faziose, dove però portino un richiamo alle fonti, dove non si limitino a formulare un'opinione, ma articolino una tesi supportata da prove e fatti.

lunedì 2 novembre 2009

Scrapbooking

Fra i miei vari interessi ultimamente sta prendendo piede lo scrapbooking digitale.
Ho iniziato per preparare le cover dei DVD del matrimonio e dell'addio al nubilato di Anna e poi ho continuato, ogni tanto, a pastrocchiare.
Mi diverte un mondo, lo ammetto, anche perchè su carta probabilmente avrei molti problemi, mentre col pc, a parte qualche rallentamento sporadico, sono un razzo!
Lo scarpbook letteralmente è l'album dei ricordi. Si prendono le foto, cartoncini, timbri, forbici, ritagli vari, stoffe e chi più ne ha più ne metta, e si incollano in album o singole pagine.
Lo scrapbooking digitale invece si fa col pc e photoshoppo (o altri programmi) scaricando i vari kit o elementi dalla rete.
Ha il vantaggio di una maggiore libertà e il poter sbagliare senza grossi problemi, anche se i mega album scrapposi "reali" danno probabilmente un'altra soddisfazione.
Ecco un paio di esempi presi dalla rete.

Ed ecco invece i miei esperimenti digitali. Contate ovviamente che non ho mai fatto un corso di photoshop per cui sono tutte cose moooolto artigianali e costruite passo dopo passo attraverso le risorse della Rete fra tutorial e download di kit vari.
per il mio amore
Per Laura
Per la mia nonnina
A dirla tutta mi piacerebbe un mondo attrezzarmi e iniziare a fare qualcosa di cartaceo, ma ci vuole spazio, tempo e soldi! Meglio che continui con le mie perline ogni tanto e mi limiti al digitale...almeno sino a che non compreremo una casa più grande! ;-)

Week end

Questo week end me ne sono andata in campagna.
Ho fatto il pieno di Parmigiano Reggiano ed altri prodotti tipici che mi sbaferò nei prossimi giorni, ho riempito gli occhi dei colori dell'autunno, ho stretto forte forte la mia nonnina.
Sabato me ne sono andata con lei e mia zia alla messa in onore dei defunti su, nella chiesetta sperduta nel bosco dove si sono sposati, 30 anni or sono, i miei genitori.
L'esterno è ancora un gioiellino. La torre delle campana l'hanno dovuto rimettere in sesto qualche anno fa dopo che era stata colpita da un fulmine. L'interno invece, purtroppo, è abbandonato a sè stesso: crepe nei muri, umidità e incuria la fanno da padroni.
La aprono ormai solo per i funerali o in queste ricorrenze, per il resto è sempre chiusa.
Il prete che dice messa è venuto in sostituzione del solito parroco che è dovuto andare in un paese limitrofo, un po' più grande e popoloso.
La funzione, che tipicamente dura mezz'ora tutto compreso, col nuovo officiante si protrae per un'ora e un quarto e manca un po' a tutti il vecchio Don da combattimento che in pochi minuti sapeva confezionarti una predica incisiva e breve e non induceva le vecchiette presenti, compresa mia nonna, a barcollare dal sonno.
Segue comunque processione da rally verso il cimitero che, stranamente, è un po' distante, con mia nonna col fiatone che continua a sbirciare attraverso i finistrini delle macchine che passano per capire se il prete è già passato.
La strada verso il cimitero
Il resto della giornata vola via. I colori dell'autunno sono stupendi ed il sole illumina ogni cosa con una luce calda e vivida: si sta benissimo!
la nostra vigna
dietro casa
i boschi davanti a casa nostra
Con la mia fida macchinetta mi intrufolo anche nell'ormai decadente stalla di Arturo, il nostro ex vicino.
I ricordi dell'infanzia rendono ancora più triste osservare come tutto sia abbandonato ormai, mentre mi sembra ancora di sentire il muggito delle mucche, l'odore del fieno, il ronzare delle mosche.
Ricordo com'era sempre emozionante entrare in quel mondo che ora è ormai morto.

Ne ho approfittato anche per fotografare la collana che ho regalato a mia mamma per il suo compleanno e che mi ero scordata di immortalare:
Devo dire che ne vado molto fiera e che a lei è piaciuta moltissimo.
Abbiamo chiuso il sabato con una mega mangiata nell'unico ristorante nel raggio di chilometri, il Traguardo, dove eravamo gli unici avventori e siamo stati serviti con cura e simpatia dai due giovanissimi proprietari. Lei, di Clusone, ci ha preparato un'ottima polenta con funghi e...saltinbocca alla romana! Tutto fantastico insomma.
Sono anche riuscita a comprarmi delle scarpe che finalmente non mi facciano male e due maglioni di lana davvero a buon mercato.
Insomma: uno splendido week end, nonostante mi sia mancato il mio freghino.
Eh sì: lui è rimasto a casa e si è "limitato" ad andare nelle sue valli a mangiare polenta ed altri manicaretti corroboranti e gustosi. Anche se in realtà ha mangiato solo il secondo saltando i primi..in pratica il contrario che faccio io di solito quando andiamo lassù!!

Chiudo con un doveroso ricordo per Alda Merini, una sua poesia tratta da "LA Terra Santa", con l'augurio che finalmente la sua anima sia libera:

Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?
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