mercoledì 30 giugno 2010

1 luglio x i milanesi

Io ci metterò la faccia, io ci sarò. Perchè è NECESSARIO.

martedì 29 giugno 2010











Se ne parlava giusto ieri: gli effetti della dieta. Purtroppo la foto più recente non è identica alle prima due, ma va bene lo stesso, l'importante è apprezzare gli effetti dei miei titanici sforzi!
Direi che ormai somiglio molto più alla me stessa del 2005 che alla Eli di due anni fa e questo mi fa veramente gonfiare le piume del petto.
Ormai la dieta non mi pesa come all'inizio e ogni tanto ci scappa anche qualche piccolo peccatuccio di gola senza rimpianti.
Non dico che sarò perfetta in costume, ma di sicuro mi sentirò molto meglio con me stessa!

E' intanto giunta la sentenza per il processo a dell'Utri: condanna a 7 anni di reclusione (contro gli 11 richiesti dall'accusa).
Interessante come dà la notizia Libero, soffermandosi sulle dichiarazioni del pentito Spatuzza che non sono state prese in considerazione e non sui fatti che sono stati provati ed hanno portato alla condanna.
La chiusa poi, che riporta le parole dell'avvocato difensore, è geniale: "(..) I giudici - ha aggiunto il legale - non hanno creduto alla linea della Procura Ciancimino-Spatuzza e hanno invece riconosciuto sussistenti i reati eventualmente legati a fenomeni estorsivi e alle intermediazioni per proteggere le aziende di Berlusconi".
Ma allora aveva ragione Silvio: dell'Utri s'è immolato per lui sull'altare dell'illegalità, per proteggerlo!
Ma per cos'è stato realmente condannatoMarcello dell'Utri, Senatore del PDL?
Nell'autunno 1974 compare ad Arcore lo "stalliere" Mangano che Wikipedia descrive come "criminale pluriomicida legato a Cosa Nostra" e che invece per il caro Marcello era addirittura un "eroe": sarebbe stato sancito da un incontro fra Dell'Utri, Berlusconi e i capimafia palermitani Stefano Bontade e Mimmo Teresi, nella sede della Edilnord l'accordo per ottenere la famosa protezione per Berlusconi e la sua famiglia grazie alla presenza di Mangano nella villa di Arcore.
"La corte d'appello ritiene provato che Dell'Utri intrattenne stretti rapporti con la vecchia mafia di Stefano Bontade e poi, dopo il 1980, con gli uomini di Totò Riina e Bernardo Provenzano, almeno fino alla stagione delle stragi di Falcone e Borsellino, nel 1992." (da Repubblica)
E' importante però quel "almeno fino al 1992" perchè con la sentenza che assolve Dell'Utri per le condotte contestate in epoca successiva al ’92 "è stata messa una pietra tombale sulla trattativa Stato-mafia", secondo l'avvocato difensore Mormino.
Le dichiarazioni del pentito Spatuzza sono infatti state ignorate e la corte ha assolto il Senatore per le condotte contestate in epoca successiva al 1992, escludendo cioè qualunque «patto» tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi. 
Sentenza controversa, che forse scontenta un po' tutti e su cui vale la pena riflettere.

lunedì 28 giugno 2010

Ok, non sarà esattamente così perchè ci sposeremo a fianco del municipio e non davanti, però è ufficiale: io e Luca, il mio amore, ci sposeremo QUI.
Sabato mattina siamo partiti alla volta di Fortunago e, più sicuri rispetto alla nostra prima visita, in un'oretta e un quarto siamo giunti a destinazione senza intoppi. Il borgo ci accoglie col suo silenzio, interrotto solo dal canto degli uccellini.
Ci prendiamo un caffè e ci incamminiamo verso il comune.
Adoro le casette in pietra, gli scorci che si aprono inaspettati sotto i porticati: Fortunago è un paesino delizioso e mi ricorda anche un po' il posto dove sono convolati i miei, nel paesino di mia madre..
Se mai avessi pensato di sposarmi in chiesa penso che avrei fatto di tutto per farlo qui, con pochi invitati e nonostante gli interni facciano davvero pena! Però la adoro la chiesetta di San Giorgio, andarci è sempre un'emozione per me.
In ogni caso arrivati al comune abbiamo atteso che si liberassero gli impiegati, due persone gentilissime, roba che a Milano te li sogni addetti comunali così attenti e partecipi.
Il signor Walter ci ha fatto fare il giro del municipio e ci ha mostrato la sala consiliare. Io avevo grossi dubbi sul fare la cerimonia qui perchè temevo che, in caso di pioggia, i nostri 120 e passa invitati non ci sarebbero stati nella saletta al primo piano. Devo dire che quest'ultima è in effetti piccola, ma abbastanza larga e con un'altra stanza prospiciente che potrebbe comunque ospitare un po' di quelle persone che non riescono ad entrare. Insomma: se po' fà! ^_^
Ci ha raggiunti la signora Loredana che, molto disponibile, ci ha confermato la possibilità di sposarci nel prato adiacente, per intenderci, qui:
Potremo inoltre personalizzare la cerimonia con qualche lettura e mettere un cd o addirittura chiamare qualcuno a suonare dal vivo: tutto esattamente come lo volevamo noi.
E così la data è stata fissata definitivamente ed è ormai ufficiale...o quasi: manca da scoprire se la cascina dove vorremmo fare il ricevimento è libera. Ma manca ancora più di un anno ed è un venerdì, per cui spero che la data sia ancora disponibile.
In ogni caso, sulla strada del ritorno, queste erano le nostre espressioni:














PS: ma avete notato che mi è sparito il doppio mento quando sorrido???!!! ;-)

venerdì 25 giugno 2010

Un po' di verde

Finalmente venerdì!
Ormai il mio bisogno di ferie è diventato patologico. Ma mancano ancora ben 28 giorni di lavoro: un'eternità!
Consoliamoci un po' con qualche ideuzza per la casa.
Come avrete intuito nella nostra coppia i ruoli sono un po' invertiti per cui quello fissato con fiori e piante è il mio amore e non certo io che, solo fissandola, posso far appassire una rosa in 3 secondi.
Comunque, per la nuova casa, siamo pieni di idee:
Vasi "Family Pot": vasi in ceramica sospesi su cavo d'accaio. Mi piacciono perchè particolari, ma abbastanza discreti, penso di facile collocazione.
"Off the wall pots": questi li ho trovati solo on line su siti anglossassoni, ma starebbero d'incanto con la nostra lampada Edge. Il problema è che dove abbiamo intenzione di mettere la lampada in questione non batte mai il sole e non so se le piantine grasse sono indicate..mi illuminerà Luca, penso, a riguardo!
Questi sono i preferiti di Luca e dovrebbero venderli sia qui a Milano che a Monza. A me le piantine a testa in giù mi paiono un po' fuori posto, ma pare non soffrano più di tanto ed i vasi sono fatti in modo da mantenere una riserva d'acqua in modo da non doverli sempre bagnare. Très chic!
Variante su cavo d'acciaio, ma più ingombrante..forse troppo ingombrante...
Questi sono la soluzione ideale per le case piccole credo. Non mi fanno impazzire, però non potevo non metterli nella carrellata!

Quali sceglieremo alla fine? Chissà! Spero di poter postare qualche foto, prima o poi, dei vasi contestualizzati nella mia home sweet home. ^_^

giovedì 24 giugno 2010

Andando dalla dietologa, martedì, mi sono imbattuta in uno strano personaggio.
E' salita sul tram una ragazza dai lunghi capelli rossi che parlava al cellulare. All'inizio non ci ho fatto molto caso perchè viaggio sempre con la musica nelle orecchie, ma poi ho notato che continuava a spostarsi da un sedile all'altro attaccando bottone con chiunque.
Ho iniziato a seguirla con la coda dell'occhio mentre faceva alzare una ragazza per sedersi nei posti davanti, con la giustificazione di soffrire il tram. Appena seduta ha iniziato a tempestare di domande l'uomo sedutole accanto e, una volta scoperto che si chiamava Mustafà, ha chiamato il suo omonimo fidanzato per passarglielo al telefono.
Insomma, uno strano folletto.
Sceso Mustafà, ha spostato la sua attenzione su un gruppo di bimbi egiziani e la loro mamma, offrendo loro dei dolcetti e lusingando la signora con mille complimenti, aggiungendo poi di essere a sua votla fidanzata con un ragazzo egiziano. I bimbi l'hanno ringraziata a lungo e poco prima di scendere con me dal tram, si è girata dicendo loro "perchè non me lo dite in egiziano?Grazie... Shukran!"
Il volto dei bambini si è illuminato ed hanno risposto entusiasti shukran anche loro.
E' stato bello.
Poco prima, sotto il mio ufficio, ero stata presa di mira da un gruppetto di teppistelli che, dal balcone di casa, mi hanno sparato addosso con un fucile ad aria compressa, fortunatamente senza colpirmi.
Il sorriso genuino nel sentir pronunciata una parola nella loro lingua da una persona inaspettata, lo strambo comportamento, così aperto, della ragazza sul tram invece mi hanno colpita nel profondo, riempiendomi il cuore di serenità.

Ah, com'è andata dalla dietologa? 10 chili persi, ormai sono ferma sui 61/62! ^_^

mercoledì 23 giugno 2010

Ieri mi sono decisa a passare dalla mia parrucchiera per prendere informazioni sui costi per l'acconciatura da sposa.
Non ho grandi idee in merito, ma di sicuro farò un raccolto o semi raccolto perchè sennò schiatto dal caldo.
Mi piacciono molto anche i cerchietti, di questo tipo:
Ecco, senza l'effetto cotonato della prima e l'occhio allucinato della seconda. Però rendono l'idea.
In ogni caso entro e fisso, prima di tutto, l'appuntamento per farmi l'acconciatura per il matrimonio di un'amica a luglio. Ho deciso di fare questa piccola follia, io che vado dal parrucchiere 2 volte l'anno, proprio per vedere come lavorano. Acconciatura e taglio mi costeranno sugli 80 euro, ma ci può anche stare, poi dipende da come mi conceranno ovviamente.
Veniamo invece ai costi per la sposa: in salone si parte da 300 euro più 150 per il trucco, a casa la base invece è 500 euro.
Ecco, più o meno devo aver fatto questa faccia. Mi ricompongo e domando fiduciosa: "E le prove sono incluse?"
"No, costano circa 40, 50 euro...ma ne puoi fare quante ne vuoi!"
E grazie, te le pago!!!!!!
Insomma, un disastro. O sono io che mi aspettavo prezzi più contenuti, o sono loro che sono davvero fuori.
Morale: se non trovo un altro parrucchiere (cosa difficilissima per una come me) l'anno prossimo mi toccherà fare la faccia di bronzo, direi che l'acconciatura è per un matrimonio, ma evitare accuratamente di specificare che la sposa sono io!!

lunedì 21 giugno 2010

Ho imparato in questo mestiere che chi comanda  non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione.(da Saggio sulla lucidità)

Trovarsi d'accordo non sempre significa condividere una ragione, la cosa più abituale è che un gruppo di persone si riuniscano all'ombra di un'opinione come se fosse un parapioggia. (da L'uomo duplicato)

Tutto nel mondo sta dando risposte, quel che tarda è il tempo delle domande.

Di Josè Saramago ho letto solo un libro, millenni fa, quando divoravo qualsiasi cosa, qualsivoglia genere, e semplicemente volevo aprire la mia mente, farla lavorare.
Uno dei più grandi romanzieri ed intellettuali contemporanei, legatissimo, con un amore amaro negli ultimi tempi, all'Italia ed alla sua cultura. Protagonista, qualche mese fa, di una diatriba col nostro Premier che da sempre lo pubblicava e non ha voluto invece dare alla stampa l'ultimo lavoro, una raccolta cartacea del suo blog, spesso velenoso nei suoi riguardi.
Malato da anni di leucemia, se n'è andato venerdì, e già la Chiesa, sua grande oppositrice e detrattrice, lo sta ricordando come "ideologo antireligioso", ateo rabbioso contro un Dio in cui non credeva, anche se, come scrive Attilio Doni, "è sin troppo ovvio che le sue critiche erano in realtà rivolte a coloro che credono nel Dio cristiano" e non certo al Creatore stesso.
Piccolo omaggio personale ad un grande pensatore controverso, a volte esagerato, ma che di sicuro ci mancherà.

giovedì 17 giugno 2010

libertà di parola (?)

Quando l'ho sentito dire che non c'è libertà di parola in Italia mi sono venute le coliche.
Volevo scriverne io, ma mi pare che questi due articoli rendino perfettamente l'idea e siano, almeno da me, condivisibili al 100%, per cui...

Da L'Unità di oggi:
"A Berlusconi sta proprio a cuore il bene del Paese. Il premier è molto sensibile al problema della privacy dei suoi cittadini, così non perde occasione per ribadirlo. Parlando all'assemblea di Confcommercio rivela che in Italia «siamo tutti spiati, ci sono 150mila telefoni sotto controllo» e questo è «intollerabile». Poi snocciola i suoi calcoli: «Ciascuno di noi parla nel tempo con 50-100 persone. Basta moltiplicare 150 per 50 persone, significa che ci sono 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate». Così giunge al cuore della questione: «Soltanto io sono stato ascoltato da una piccola pretura come quella di Trani 18 volte e puntualmente sono finite sui giornali. Ci rendiamo conto che così non siamo in un paese civile, non è una vera democrazia. Non viene tutelata la libertà di parola, non possiamo tollerarlo più».

«I numeri sulle intercettazioni smentiscono le affermazioni del presidente del Consiglio». Così il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, ha replicato a Berlusconi.
*

E perfino Umberto Bossi da Torino rintuzza: «Se qualcuno fa qualche emendamento non si butta nel cestino, si discute». E a chi gli chiede delle frizioni all'interno della maggioranza, tra il Premier Berlusconi e il presidente della Camera Fini su questo tema, il ministro risponde: «Fin quando tiene la Lega, tiene il Governo».

«Questa non è vera democrazia, non c'è la tutela della libertà di parola», arriva però a dire Berlusconi.
Se fosse per lui questa sarebbe la priorità, le intercettazioni. E verrebbero prima di tutto, anche della manovra economica richiesta dall'Ue o di una qualunque misura per far sentire meno la crisi ai cittadini. Ma le regole della politica sono altre e anche il premier deve sottostare alla volontà del presidente della Camera. Così, pur lamentandosi delle lungaggini parlamentari per il via libera al testo, il premier ammette sconsolato che «ora alla Camera si parla di mettere il ddl in calendario per settembre».

Ma non è tutto. Ci sono altre priorità, per il bene del Paese e dei suoi cittadini. Secondo Berlusconi bisogna riformare «le istituzioni del Paese e la Costituzione per renderla adatta alle esigenze di un Paese moderno, che vive in una globalizzazione totale e deve avere gli strumenti per intervenire con tempestività ed efficacia». Al premier non piace la Carta e vorrebbe più poteri.
Così arriva a dire: «L'architettura istituzionale scritta dai nostri padri risentiva del timore che ritornasse la dittatura. E quindi hanno spartito i poteri tra i diversi organi: Parlamento, capo dello Stato, Corte Costituzionale, e tolto ogni potere al Consiglio dei ministri e al presidente del Cdm». Dunque, «bisogna riformare la Costituzione».

Pensando ai pochi poteri che ha come presidente del Consiglio, Berlusconi viene preso da un momento di scoramento. Così ammette: «Quando un imprenditore come me pensa alle cose da fare, poi si scoraggia, perché per arrivare a un risultato concreto bisogna passare le forche caudine di tante difficoltà che a volte uno pensa "chi me lo fa fare, torno a fare quello che facevo prima o me ne vado in pensione"». Ma poi si ricorda dei suoi cittadini e del loro bene e così ritorna l'ottimismo: «La gente apprezza il Governo ed è questo consenso che ci induce a perseverare e a non darci per vinti».
"

* E sui numeri sparati dal premier, sempre da l'Unità di oggi:
"«I numeri sulle intercettazioni smentiscono le affermazioni del presidente del Consiglio». Così il presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, ha replicato, a Silvio Berlusconi che ha detto che non c'è vera democrazia perché sette milioni e mezzo di persone possono essere ascoltate.

«Il numero dei soggetti intercettati è sensibilmente inferiore» a quello indicato dal premier, ha evidenziato Palamara. In particolare, nel 2009 sono state 119.553 le utenze telefoniche intercettate, 11.119 gli ambienti sottoposti ad ascolti e in tutto i «bersagli» intercettati sono stati 132.384. Il tutto per un costo di 272.665.168 di euro.

Sono «spese che vengono anticipate dallo Stato e che poi vengono recuperate a carico dei condannati», ha spiegato il vice presidente dell'Anm, Gioacchino Natoli, evidenziando che «se chi lo deve fare non ottempera a questo dovere, non è certo colpa della magistratura». Oltretutto Natoli ha fatto presente che i canoni che lo Stato paga alle compagnie telefoniche per questo servizio non esistono in altri paesi
."

Berlusconi continua a battere sul chiodo della "tutela della privacy" che, quanto meno, sarebbe (condizionale d'obbligo), un problema minore dell'Italia odierna, ma non si sofferma mai sulle conseguenze del ddl in materia di seri danni alle indagini, impossibilità per le forze dell'ordine e per i magistrati, di lavorare serenamente.
Oggi la polizia può fare riprese video (senza audio) in luoghi pubblici senza permesso del giudice (nelle indagini per spaccio ad esempio). Non sarà più possibile, neppure per mafia o terrorismo.
Oggi si possono intercettare le utenze della vittima del reato e dei suoi familiari (è utile nei sequestri o in ambiti
mafiosi.) Con il ddl non si potrà, neanche per mafia o terrorismo.
Oggi si possono intercettare i telefoni pubblici e gli internet point (così furono scoperti gli assassini di D’Antona). Con il ddl non si potrà.
Gente: sveglia!

mercoledì 16 giugno 2010

Fratelli d'Italia

Jong Tae-Se, numero nove della nazionale della Corea del Nord, durante l'inno scoppia in lacrime. Lui, sudcoreano, nato e cresciuto in Giappone, ma con un profondo amore per la Corea de Nord, dopo molti anni e una dura lotta, è riuscito ad ottenere il passaporto nordcoreano e a giocare con la maglia della Nazione in cui si riconosce profondamente.

Lunedì 14 giugno, dagli studi di Radio Padania, al goal del Paraguay si alza un urlo di giubilo: "Abbiamo fatto goal! Grazie a Cannavaro che si è fatto sovrastare dal paraguyano".

Ok, i leghisti per me sono, al 70%, una manica di dementi - tacciatemi pure di razzismo, non cambio opinione, ma sarò sempre ben felice d'essere smentita - per cui il loro exploit è solo da passare sotto silenzio, ma mi pare che questi due episodi, a confronto, fotografino bene l'amore per la patria che contraddistingue l'italica stirpe e si manifesta, blandamente, solo durante i mondiali di calcio.
A volte nemmeno allora....

martedì 15 giugno 2010

DIY Bride

In queste giornate un po' difficili causa magagne di salute, mi sono fatta una bella lista delle cose che dovrò preparare con le mie manine e tanta santa pazienza per il mio matrimonio:
- menù: non ho foto purtroppo, ma saranno stampati su cartoncino, montati tipo parallelepipedi e sulle 4 facce ci saranno, oltre al menù, il numero del tavolo, i nomi degli invitati e l'invito ad un semplice giochino/prova per ottenere il bacio degli sposi (come ad esempio" Se vuoi vedere un bel bacio degli sposi il vostro tavolo dovrà intonare una canzone che contenga la parola "amore" e cose così);
- guestbook: preparerò le pagine con lo scrapbooking digitale e poi li manderò in stampa on line.
- cartoncini "Qual'è..." per gli invitati: 3 tipi di cartoncini, uno rosa per la sposa, uno azzurro per lo sposo, e uno nacora non so, con scritto "qual'è il primo ricordo che ho con/degli gli sposi?" e "qual'è il ricordo più imbarazzante legato alla/o sposa/o?". Li raccogliamo in un vasetto ad ogni tavolo e poi verranno letti a voce alta dagli ospiti che dovranno indovinare chi li ha scritti. Spero di coinvolgere un po' gli ospiti così!
- partecipazioni: dovrebbero venire su per giù simili a queste:
Reperire la carta, tagliarla e assemblarle sarà una vera impresa, ma ci sto già lavorando..
- bomboniere: dovrebbero essere fatte da noi coi confetti ed un piccolo maialino in fimo tipo queste:
Ovviamente nè io nè Luca abbiamo mai maneggiato il fimo o il cernit....ma questo non ci fermerà!
- Tableau: mi piacerebbe stampare le foto che ci scattiamo da sempre nei vari luoghi dove siamo stati, ai nostri piedoni, con sotto la località incriminata che dà il nome al tavolo
Barcellona, per esempio....
- Save the date: qui non ho le idee chiarissime: calamitine per il frigo con la nostra data? Segnalibri?? Mah!
- Album da colorare / gioco "la piccola spia" per i bambini: per l'album devo solo raccogliere un po' di disegni da colorare ed assemblarli, per il gioco invece mi servirà anche qualche macchinetta fotografica usa e getta e dei cartoncini su cui scrivere un elenco di cose che devono fotografare (tipo "un grande abbraccio, un fiore strano, un vestito bianco, delle scarpe strane...") per ottenere un piccolo premio (ovviamente da dare a tutti indistintamente)
- gazzetta degli sposi: un libricino con la nostra storia e qualche anedotto simpatico più altre cosucce da far trovare agli invitati alla location mentre noi facciamo le foto per passare un po' il tempo e magari farci conoscere meglio dai parenti più lontani delle rispettive famiglie.

Ok: penso che impazzirò!

lunedì 14 giugno 2010

Home sweet home

Reduce da un week end ASSAI impegnativo nel quale l'unica cosa che avevo programmato da settimane di fare, non l'ho fatta, ma sono ugualmente soddisfatta.
Sabato mattina sono andata a fare un veloce soprallugo nella nostra nuova casetta, per controllare che tutto fosse in ordine e annotarmi per bene il numero di prese varie in sala. Sarei anche dovuta passare al Brico con mio padre per cercare un qualche solvente per staccare la carta da parati, ma non siamo riusciti ad organizzarci ed alla fine ho mandato lui e mia madre a Leroy Merlin con un pezzo della carta incriminata mentre io ho atteso l'orario di recupero Luca, che era al lavoro, per poter poi insieme andare ad una svendita di lampade Artemide.
Nella nuova sala purtroppo abbiamo la possibilità di mettere solo lampade da terra e non lampadari..e le lampade in questione tipicamente fanno davvero pena: lunghi e tristi steli neri o abat-jour troppo cresciute che non fanno luce.
Sperando in un miracolo e, visto che Artemide fa cose davvero belle, siamo andati in quel di Pregnana Milanese.
Il viaggio è stato un'impresa per me, tanto che dalla tensione mi è venuto un crampo al piede e ci siamo dovuti fermare per farmi camminare. Un disastro, ma almeno siamo arrivati tutti interi.
C'erano davvero un sacco di bellissimi lampadari, ma alla fine siamo tornati a casa con l'applique per l'ingresso e il lampadario della camera da letto. La sala è ancora condannata alle tenebre.
In compenso i nostri acquisti sono favolosi:
Lampada "Edge" per l'ingresso
Lampadario "Melissa" per la camera da letto
Le avevamo già notate sul catalogo Artemide e quindi siamo veramente soddisfatti!
Tornare a casa è stato più complicato, fra strade sbagliate e un pezzo in contromano che mi ha gettata nel panico totale. Stanca, stressata e un po' spaventata dal traffico, quando Luca, con una calma oltremodo irritante per me, mi ha detto "certo che guidi in modo strano", sono scoppiata: urla isteriche, pianto e tachicardia. Vabbeh, almeno l'uomo ha capito che se non guido non è per pigrizia, ma per puro ed autentico terrore.
Tornati a casa ho deciso che per l'uscita serale avrei preso i mezzi e così a casa di mio cugino per cena ci siamo andati in tram..ero veramente a pezzi!
Domenica mattina siamo riusciti a dormire sino alle 9, un vero record, soprattutto per Luca e poi siamo andati ad affrontare la carta da parati. L'idea era di scrostarla noi con calma e pazienza, magari mettendoci un po' di tempo, ma comunque tentando di risparmiare i costi della manodopera. Illusi.
Nonostante reiterati tentativi da parte anche dei miei ci siamo dovuti arrendere all'evidenza: due strati di carta da parati non ne vogliono proprio sapere di staccarsi.
Ci toccherà rivolgerci a qualcuno di esperto ora sperando di non spendere un capitale.
Nel pomeriggio Luca ha suggerito di fare un salto all'Ikea per cercare la famosa lampada da terra.
Io, dopo aver un po' smoccolato dentro di me perchè avrei dovuto prendere di nuovo la macchina e pure in tangenziale, mi son fatta coraggio e mi sono messa alla guida.
Per fortuna è andato tutto liscio e con estrema calma siamo giunti a destinazione senza problemi.
La lampada ovviamente non l'abbiamo recuperata, in compenso FORSE abbiamo trovato l'armadio per la camera:
 
Molto semplice, ma davvero d'effetto con l'ombra appena accenanta dei fiori di cigliegio. Ora dobbiamo solo prendere un po' di misure, fare 2 conti (DOH!) e continuare la ricerca della lampada da terra.
Comunque mi ritengo veramente soddisfatta: sono certa che la nostra casa verrà benissimo!
La domenica sera? Spaparanzati sul divano a guardare "Piovono polpette" e buona notte a tutti!

venerdì 11 giugno 2010

Cosa ci aspetta

Quello che non avremmo mai saputo:

Erika e Omar: I due baby killer scoperti grazie a un’intercettazione ambientale in caserma, la notte dopo l’omicidio della madre e del fratellino di lei;
La strage di Erba: Olindo e Rosa vengono ascoltati grazie a cimici in casa loro. Il loro silenzio sulla strage e la frase (“Ora finalmente c’è silenzio”) fanno allarmare chi indaga;
Crack Parmalat: Ne saremmo venuti a conoscenza un anno e mezzo dopo, quando il patron Calisto Tanzi fu
rinviato a giudizio;
La casa di Scajola: E tutto il giro della “cricca” di Anemone per gli appalti del G8. Compresa la telefonata
in cui due imprenditori ridono dopo il terremoto dell’Aquila;
Clinica Santa Rita di Milano: Le intercettazioni fanno scoprire che molti pazienti sono operati inutilmente solo per gonfiare i rimborsi
Calciopoli: Del sistema Moggi avremmo saputo solo dopo 2,5 anni, durata delle indagini;
Stupro della Caffarella: A Roma furono arrestati due romeni innocenti. Solo intercettando il cellulare rubato alla vittima (non si potrà più fare) si trovarono i veri autori della violenza;
Lirio Abbate: Il giornalista siciliano avrebbe potuto subire un attentato: le intercettazioni svelano che la mafia lo vuole uccidere;
Violenze al G8: A Genova nel 2001. Solo intercettando l’ex capo della polizia De Gennaro si viene a sapere che la polizia voleva coprire quanto fatto alla scuola Diaz.
(Fonte: City)

Tutte le nuove norme previste dal ddl le trovate riportate QUI.
Di seguito uno stralcio dall'articolo di Bruno Tinti pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano:
"1) Si può intercettare solo per 75 giorni; poi si smette. Però magari gli intercettati parlano di questa o quella operazione, di questa o quella banca dove far arrivare i soldi, di questo o quell’appalto su cui ci si deve  mettere d’accordo: discorsi promettenti ma ancora vaghi. Allora si può continuare; ma solo per tre giorni, previa autorizzazione di tre giudici del Tribunale del capoluogo di Provincia a cui bisogna mandare tutto il fascicolo e la richiesta di prorogare l’intercettazione. Mettiamo che i giudici autorizzino e l’intercettazione continui; dopo tre giorni ci risiamo, i soldi sono arrivati ma se ne debbono mandare un po’anche a un altro amico, l’appalto s’è bloccato, si deve sentire cosa ne pensa l’assessore, quello che tu sai... Che si fa? Niente paura, l’intercettazione continua; per altri tre giorni; previo, si capisce, invio del fascicolo ai tre giudici del Tribunale capoluogo di Provincia (che magari non sono più quelli di prima e debbono ristudiarsi tutto daccapo).
E via così magari per un anno o due. Non c’è che dire, una cosa agile ed efficiente.

2) Non si può intercettare se il motivo per intercettare è costituito solo dal contenuto di un’altra intercettazione. Cioè esattamente quello che capita nel 99 per cento dei casi. I nostri intercettati chiacchierano e fanno riferimento a “lui”, a quello che deve dare il via. Ne fanno anche il nome e il cognome. In un paese normale si corre a intercettare “lui”; e, poco dopo, li si arresta tutti perché “lui” ha chiacchierato per bene al telefono. Ma il nostro non è un paese normale, è il paese di B&C; qui serve garantirsi l’impunità. E così il telefono di “lui” non si intercetta. “Lui” spiegherà ai suoi servi, sgherri, sicari, associati (fate voi) quello che vuole che facciano, dalla corruzione al falso in bilancio, passando per la frode fiscale e il contrabbando; loro eseguiranno e i magistrati non ne sapranno mai nulla.

3) Nel caso di reati commessi da ignoti non si può intercettare senza consenso della parte offesa. Che non c’è mai in tutti i casi di estorsione perché gli estorti hanno paura. Per anni i sequestri di persona non sono stati  denunciati dai parenti che avevano paura che i sequestratori facessero del male all’ostaggio; e per anni i riscatti sono stati pagati all’insaputa di forze dell’ordine e magistratura, nella speranza di veder tornare il loro caro. Che invece restava in prigionia finanziata proprio con questi soldi. Nelle regioni a controllo mafioso del territorio (lo sanno B&C che sono almeno quattro?) l’economia sarà progressivamente strangolata da un’estorsione sempre più organizzata e aggressiva. Ma non è vero!, dicono indignati (per finta) questi ipocriti: per mafia e terrorismo si intercetta senza dire niente a nessuno, senza limiti di tempo e senza autorizzazioni della parte offesa! E già, perché lo sanno tutti che un omicidio, un incendio, un pestaggio sono sempre e solo reati di mafia: hanno l’etichetta appiccicata sul colletto delle vittime: made in Mafia. Capisco che cultura giuridica ed esperienza giudiziaria in questa gente latitano. Ma un po’ di cinefilia? Qualcuno si ricorda Indagine
su un cittadino al di sopra di ogni sospetto? Tutti convinti che si tratta di mafia o politica; invece si tratta di assassinio passionale. Può capitare il contrario, anzi in genere è proprio così che vanno le cose: chi ci dice che il nostro morto ammazzato non lo hanno fatto fuori moglie e amante? Come si motiva al gip la asserita certezza che si tratta di assassinio di mafia e che servono le intercettazioni no limits?

4) Come ho detto, furbastri sono. Così, finito con i paletti giuridici, siccome non si sa mai cosa ti combinano questi pm comunisti, hanno previsto gli ostacoli pratici. Vuoi intercettare? Allora prendi i tuoi 23 faldoni, caricali sulla macchina (che la Procura non ha oppure è rotta oppure non c’è la benzina) e portali al Tribunale del capoluogo del distretto (per dire, da Aosta a Torino). Lì, consegna tutto a un cancelliere (che non c’è perché il personale amministrativo è inferiore del 40% rispetto a quello che servirebbe) che deve annotare
su apposito registro la consegna. Poi aspetta che 3 giudici (che non ci sono perché sono tutti impegnati a fare
processi che si prescriveranno tra un anno e bisogna spicciarsi se no fanno la fine dei processi di B, “assolto” perchè colpevole prescritto) decidano che sì, si può intercettare; a questo punto corri a riprenderti i tuoi faldoni e attacca i telefoni. Per 15 giorni, attenzione, perché poi devi chiedere le proroghe (ogni 3 giorni!) e tutto il va e vieni dei faldoni ricomincia daccapo. Se manca la benzina, la macchina o il cancelliere, sei fregato. Dura lex sed lex."

E uno sguardo alla stampa estera QUI

giovedì 10 giugno 2010

analizzandomi

Sistemavo vecchi files ed ho trovato quello che segue: due mie poesie dei vent'anni con l'analisi che ne era stata fatta dallo staff di un sito "letterario".
Perchè tante volte mi sono chiesta cos'avrebbero pensato i grandi del passato leggendo la critica dei posteri, la minuziosa autopsia dei loro versi. Beh, a me è stata fatta da viva e trovo divertente rileggerla.
La prima poesia è stata pubblicata in un'antologia del sito, la seconda aveva vinto un concorso interno ed era ispirata al libro di McCourt, "Le ceneri di Angela".
Ciò che mi è sempre piaciuto della poesia è il suo essere impalpabile e vaga nei contenuti e spesso, come nel caso dei miei versi sciolti, nella forma, ed il suo adattarsi alla vita di ognuno, il suo parlare una lingua universale, ma personalissima. Ecco quel che ne uscì:

MADRE

Ho molto da nascondere,
madre,
ai tuoi occhi di fede,
fissi nel mio petto.
Ho un'identità girovaga
che mi visita
quando ti presenti alla mia porta
e ti omaggia
di sorrisi e bugie.

Madre,
ho un cuore nero vagabondo
che colora queste notti
e mi tiene compagnia
se tu mi cerchi.
Ho pensieri cacofonici
aggrappati ad espressioni
che non mi apppartengono
e silenzi forzati per non dire l'odio.

No,
non odio PER te,
odio vano
per rabbia atteggiata.

Madre,
ho molto da nascondere
e tutto si rivela
a te che guardi, giudichi e vivi
fissandomi occhi di fede
nel petto.
_______________________
Quattro strofe dolorose e tormentate per una poesia che è quasi un'invocazione, un'implorazione d'amore sofferto ad una madre chiamata quasi ad ogni strofa: Ho molto da nascondere/madre; Madre/ho un cuore nero vagabondo; Madre/ho molto da nascondere, sostantivo dolce/amaro a costituire sempre, da solo, un singolo verso.
E tra dolcezza e amarezza si snodano versi lucidi e coscienti, intensi come solo l'amore di una figlia sa essere a volte e disperati come sordo rancore custodito dentro il cuore nero vagabondo di un'identità girovaga che, tra sorrisi e bugie dispensati quando ti presenti alla mia porta, si stringe ad aggrappare pensieri dissonanti, cacofonici, costretti dentro silenzi coartati per non dire l'odio che è odio vano/per rabbia atteggiata, anch'essa vana. E dentro questi versi, quasi in chiusa, c'è tutto il dolore, la lucida sofferenza, l'amore disperante di un cuore che continua a nascondere, a nascondersi ad occhi di fede fissi nel petto, occhi a cui tutto si rivela (ho molto da nascondere/e tutto si rivela/a te che guardi, giudichi e vivi).
E ciò che alla fine rimane è un forte senso di amarezza e l'ingombro di due occhi di fede fissi nel petto che vale sul petto, ma anche, e assai più dolorosamente, dentro il petto.
_____________________________________

Senza titolo

A misurare i passi
che allontanano l'infanzia,
unità non ne vedo
a colmare distanze
fra pianti e pugni chiusi.

Ad ancorare le origini
nei giorni dolorosi
m'insegnasti, madre,
e l'incedere occhi al mondo,
senza vergogna.

Ora restano
sparpagliati resti d'esistenza
nelle righe del ricordo,
orgoglio di nazione fenice
dalle ceneri del tuo grembo.

Analisi
Sembra mancare l'unità che definisca la quantità di tempo misurabile che porti dall'infanzia ad una consapevolezza adulta, dolorosa e rabbiosa delle proprie radici; sembra che la distanza sia indefinibile: come se non esistesse linea di demarcazione precisa tra l'"essere ora" e "l'essere stati", come se le due parti di uno stesso sé fossero ad un tempo lontanissime e sovrapponibili o come se il passaggio da una fase all'altra della propria esistenza, comportasse una distruzione dolorosa e consapevole, la scomposizione reiterata di un mosaico incerto di sensazioni: un fantomatico muro di Berlino personale da abbattere come condizione necessaria per un proseguio a testa alta e le cui radici siano comunque base, trampolino per un percorso futuro ed àncora per non perdere le tracce del proprio passato.
"Mi insegnasti, madre" dice l'autrice: e questo insegnamento diventa imperativo categorico, sottintende un "grazie" ed un rifiuto latente, rappresenta un percorso in qualche modo segnato, (subito?) un'eredità non del tutto accettata ma non discutibile. E la necessaria rinascita dalle ceneri materne e dalle proprie, fa sì che in qualche modo il ricordo sia falsato, scomposto (addomesticato?) sacrificato all'"orgoglio di nazione fenice" da mostrare mentre si attua "l'incedere occhi al mondo": come se la violenza delle proprie sensazioni dovesse essere costretta (negata?), arresa ad un concetto di dignità innato e/o indotto più importante di ogni altra cosa.
Lirica amara, in cui le emozioni (fortissime) vengono incanalate in un linguaggio volutamente misurato: rabbia, impotenza e consapevolezza, sfuggono di tanto in tanto alla penna abile dell'autrice, balzando dalle righe agli occhi di legge. Tre strofe quinarie in versi sciolti, descritte con lessico essenziale e ritmo serrato che si placa nella diagnosi finale dell'ultima strofa ("ora restano") , di incredibile intensità.

mercoledì 9 giugno 2010

fobie

Ognuno ha le sue paure.
Io ad esempio sono terrorizzata dall'aeroplano e potrei scappare a gambe levate davanti al dentista se non mi sentissi troppo cresciuta per darmi alla pavida fuga.
Berlusconi ha due fobie: legalità ed informazione.
Pare un po' un paradosso eh? Sì perchè che il Presidente del Consiglio abbia sempre da sbraitare contro giudici e magistrati e che il possessore di radio, televisioni e giornali tenti di imbavagliare l'informazione, sono cose che a fatica si spiegano.
Eppure il povero Silvio è ossessionato da queste paure, probabilmente non ci dorme la notte.
Le dichiarazione fatte ieri dal Premier sono al limite del grottesco.

La Protezione Civile non deve più andare a L'Aquila perchè "rischia che qualcuno che magari ha avuto dei familiari morti sotto le macerie e con una mente fragile, gli spari in testa". Come a dire che i soliti magistrati politicizzati/toghe rosse eccetera eccetera, hanno puntato un invisibile pistola alla tempia degli uomini della Protezione Civile con gli avvisi di garanzia emessi nei confronti delle persone, tra cui i vertici della Protezione Civile, che hanno partecipato alla riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 a soli cinque giorni dalla tragica scossa. E io, che leggevo ed ero in contatto con blogger e forumine abruzzesi so bene che la gente viveva da mesi nella paura, come ho già scritto anche QUI.

"Lobby di magistrati e giornalisti hanno finora impedito che si arrivasse ad un testo che difende al 100 per cento la nostra privacy, che in una democrazia è uno dei primi contenuti del nostro diritto alla libertà"
Ma stiamo davvero parlando di privacy?? Cioè, cos'ho IO da nascondere a chiunque volesse ascoltare le mie conversazioni? Qui si tratta di nascondere, di poter fare qualsiasi cosa senza la paura o il sospetto di essere osservati. Mediaset è il tripudio della mancanza di privacy con programmi più o meno legati al voyerismo spinto e nessuno si fa alcun problema. La società schiava di internet e youtube, a livello di protezione dei dati personali e della privacy, è allo sfascio e lo è in modo compiacente e deliberato.
L'unico che si fa dei problemi, e ripeto, non certo per diritto alla privacy, è Silvio. Perchè la domanda sorge spontanea: cos'ha da nascondere?

"La sovranità non è più nelle mani del popolo, ma nelle mani di alcuni pm che attraverso la Corte Costituzionale si fanno abrogare le leggi"
Anche in questo caso che il Premier veda un complotto alle sue spalle ordito da magistratura e corte Costituzionalein un diabolico patto per limitare il "potere del popolo" (leggi "il potere del Presidente del Consiglio") mi pare al limite della fantascienza.
Una vecchia battuta di Guzzanti nelle vesti di Rutelli diceva:
"il Paese non è de destra nè de sinistra, il Paese è de Berlusoniii!!"

martedì 8 giugno 2010

Ieri

La mattina andiamo a stipulare il mutuo e a rogitare. Mi sento coì piccola e sprovveduta! Il notaio snocciola il contratto manco fosse un rosario e io cerco di non farmi sfuggire nulla mentre osservo Luca concentrato allo stesso modo.
Nello stanzino improvvisato in cui ci troviamo sono la più giovane e cerco di darmi un tono, uno qualsiasi, annuendo ad ogni occhiata del notaio al di sopra dei fogli che sta leggendo.
Alla fine facciamo una sacco di firme, vediamo volare via due assegni di importi per me impensabili ed ecco: da ieri sono proprietaria, insieme a Luca (e alla banca), della mia prima casetta.
La coppia che ce l'ha venduta ci porge un mazzo di chiavi enorme e per tutto il giorno non faccio che pensare alla casa che ci aspetta, là, nel mio quartiere.
La sera ho fatto la spesa e con tutta la family siamo entrati. L'emozione era palpabile. I miei genitori erano molto preoccupati per questo acquisto, un po' perchè non l'avevano potuta vedere in modo da consigliare la loro "piccolina", un po' perchè comunque è un passo importante e temevano potessimo prendere fregature. Appena entrati si sono profusi in mille complimenti invece e mia madre scodinzolava da una camera ll'altra entusiasta: bellissimo!

Abbiamo cenato con una bella insalatona e poi via col brindisi ed i pasticcini.
Nonostante abbiamo dentro solo la cucina ed un letto e manchi la luce praticamente ovunque, è stata una serata meravigliosa.
La vera sorpresa è stata però scoprire che dalle finestre delle camere della cucina lo sguardo spazia sino al Duomo: abituata da sempre ad avere davanti alle finestre un'altra casa, poter avere una tale vista è per me cosa unica e preziosa.
Ora ci sarà da rimboccarsi parecchio le maniche, ma ci siamo: è questione di un paio di mesi al massimo e si comincia un nuovo capitolo della nostra vita insieme.
Ogni passo fatto in avanti è fonte di una gioia incommensurabile e ringrazio sempre di avere a fianco il mio freghino meraviglioso.

venerdì 4 giugno 2010

progettualità

La settimana a singhiozzo, con il piccolo respiro prolungato di un mercoledì a casa, mi fa sentire più leggera del solito.
Questa sera avrò il piacere di cenara con mio fratello, come non mi capitava da tempo immemore, e poi, col mio ammmmor, ce ne andremo nella casina nuova a controllare che tutto sia stato lasciato come doveva essere lasciato e a fare le letture dei contatori.
Ormai pochissimi giorni ci separano dall'acquisto del nostro primo nido, la casetta in cui iniziare a costruire davvero la nostra famiglia e siamo entrambi piuttosto gioiosi ed eccitati.
Il bilocale dove abitiamo ora ci mancherà, ne sono sicura, ma finalmente avremo più spazio, finalmente potremo sentire "nostre" quei muri, quelle stanze..insomma, tutta un'altra storia!
E poi torno nel quartiere dove sono nata e cresciuta, dove mi sento davvero a casa. Torno a sentire le campane della chiesa, a salire sull'autobus che da 28 anni passa per quelle strade e mi collega con la città. Sì perchè ci spostiamo un po' in periferia, dove c'è più vrede, ma anche più strada per arrivare al lavoro, almeno per me, ma non importa: saremo a casa.
Ora bisogna solo capire come organizzare il trasloco, come togliere la carta da parati e ridipingere l'intero appartamento: insomma, bisogna rimboccarsi le maniche!
Non vedo l'ora di farlo... ^_^

martedì 1 giugno 2010

Io non ho parole....

A parte tutto oggi sto finalmente bene. Ieri mi sono arresa e sono tornata a casa a recuperare un po' di ore di sonno. E' incredibile come il nostro corpo, più che la mente stessa, abbia assoluto bisogno di dormire: le braccia non mi si alzavano, le gambe erano due appendici quasi inutilizzabili e gli occhi mi parevano di vetro, messi lì per pura bellezza.
Dopo 9 ore di sonno stanotte ed altre 4 ieri pomeriggio finalmente ho ripreso possesso del mio organismo stravolto.
Credo che il colpo di grazia me l'abbia dato lo spettacolo di sabato, una partecipazione dell'ultimo secondo all'ultima performance del mio vecchio coro nel teatro dell'oratorio che verrà presto chiuso per inagibilità.
Così, per l'ennesima volta ero su quel palco, sotto i riflettori, con le gambe che tremano, lo stomaco chiuso a riccio e quel senso di vuoto stile montagne russe che ogni volta mi porta a domandarmi se non cadrò a terra, lì, su due piedi, sopraffatta dall'emozione.
Poco prima di iniziare ci riuniamo sulle scale sul retro che danno sul cortile del convento. Il cielo, dopo un acquazzone intempestivo, è terso, l'aria fresca e pulita. Intorno a me i bambini più piccoli pigolano emozionatissimi e provano ancora ed anocra i gesti dei balletti. Le bimbe sono felicissime perchè sono state truccate e si sentono grandi e un po' civettuole. Io ho il cuore che batte a mille e non pensavo sarebbe stato così perchè alla fine è uno spettacolo "casalingo" che pochi ricorderanno, eppure l'emozione non riesco mai a vincerla. Sono lì, comunque, come sempre. Perchè il coro per me era questo: anzittutto una sfida contro la mia innata timidezza, una sfida contro quel tremito alle ginocchia, la salivazione azzerata ed il cuore che pare diventare un martello pneumatico. E poi era un servizio alla comunità, un modo per sentirmi utile, per dare il mio contributo. La direttrice del coro non è cambiata affatto e nemmeno i suoi rimproveri nel vano tentativo di riportare all'ordine i ragazzi: "guardate che ora vi dò una sberla..ma fisica, mica morale!!".
Quando sono entrata avevo 12 anni e insieme alle mie coetanee eravamo il "GruppoVacanzePiemonteAlpitour", come a dire "quelle che fanno solo un gran casino". Sabato ero l'unica della mia età e questo un po' mi è spiaciuto, ma dal coro spesso non si usciva col sorriso. Molte hanno abbandonato da adolescenti, in piena contestazione contro qualsiasi forma di autorità. Perchè accettare le regole, sacrificare sabati e domeniche per le prove e la messa non era sempre facile.
Io ho lasciato a 22 anni passati perchè ormai il lavoro non mi permetteva più di partecipare con costanza alle prove e in più ammetto che la Chiesa e l'Oratorio mi iniziavano a stare un po' stretti.
Non sono una contestatrice nata ed avevo profondo rispetto per ciò che il coro rappresentava, semplicemente non rappresentava me e la mia sensibilità, e l'ho abbandonato.
Sei anni più tardi eccomi di nuovo sul palcoscenico. Prima di entrare recitiamo il Padre Nostro tenendoci per mano e lo faccio con tutto il cuore: in quel momento sono anche io parte della comunità.
Canto due pezzettini da solista, dico una battuta. Riesco persino a cantare due canzoni dello spettacolo cui non ho preso parte, l'ultimo. Sono felice davvero, nonostante le 5 ore e più passate in piedi, ferma, e la stanchezza allucinante che mi prende e che ho scontato ieri.
Mentre cantiamo una vecchia canzone, di quando io avevo 12 anni, accanto a me c'è una bimba che ho letteralmente visto nascere e che ora è alta quanto me; è fuori posto perchè dovrà recuperare il microfono al termine e quando dovrebbe partire la seconda voce sul ritornello si guarda attorno un po' spaesata, fa un passo indietro per cercare le sue note mentre glia ltri soprano, dalla parte opposta cantano sicuri. La mia voce non è più così alta, ma 16 anni fa cantavo quella parte: faccio un passo indietro, la guardo e insieme intoniamo il controcanto trovando sicurezza l'una nell'altra.
Forse è stato il momento più bello per me.
Insomma: tante emozioni..e poi perdo il sonno!
Meno male che domani siamo a casa.. ^_^
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