martedì 30 novembre 2010

Parole coerenti


Nel 2006 a Viva radio 2 disse "solo gli stronzi muoiono".
E lui non è morto infatti, lui HA SCELTO di andarsene, s'è fatto prender vivo da una morte che lo stava prosciugando.
La dignità di Monicelli è la dignità di chi se ne va per sua scelta, consapevolmente, assumendosi le proprie responsabilità.
Lucidissimo, indomito, GRANDE.
La notizia del suo suicidio non mi sorprende. Gettarsi dal 5° piano a 95 anni non è cosa da tutti. Non voglio certo dire che togliersi la vita sia un atto grandioso - soprattutto oggi, che son 5 anni che Alessandro se n'è andato - ma solo che questa scelta è coerente col modo di vivere di Mario Monicelli. E questa coerenza, questa forza trovata nell'ultimo gesto, mi commuove.

Ieri sera pensavo a come poco scriva ultimamente sul blog. A come mi sia allontanata dalla riflessione per pigrizia e per il poco tempo da dedicarvi. In realtà i viaggi in tram mattina e sera mi portano ad un vortice di pensieri che però non si traducono più in parola scritta.
E mentre ieri sera guardavo l'ultima puntata di Vieni via con me, ho capito quanto questo sia, a suo modo, riprovevole e criminale.
In una televisione fatta di vuoti, di urla isteriche a riempire un silenzio di senso ormai imperante, la trasmissione di Fazio, coi suoi elenchi lenti, ipnotici, asciutti e diretti, dava invece peso ad ogni singola parola. Finalmente tutto era importante, ogni pausa, come ogni intervento.
Volti noti e gente comune sullo stesso piano, umilmente esponendo idee senza protagonismo. E allora vengono fuori le storie, le persone, i fatti.
E io nel mio piccolo dovrei fare altrettanto, mi dico. Dovrei trovare il tempo di mettermi davanti alla tastiera per formare pensieri coerenti, per dar voce alle idee. Che non siano quelle matrimoniose. ;-)
Ci proverò, mi impegnerò di più.
Perché a questo mondo a volte penso ci voglia in realtà solo un po' d'attenzione in più, un po' di gentilezza e di ascolto vero. E subito le cose migliorerebbero.

mercoledì 24 novembre 2010

Buoni propositi natalizi

Questi sono i miei piedi il 9 Marzo di quest'anno. La prossima settimana - pare - saranno di nuovo in questa situazione. No, dico, va bene che siamo ormai quasi a Dicembre, ma pensare alla neve che incombe è sempre un bello shock.
Intanto Milano inizia ad illuminarsi a festa. Compaiono le prime lucine, i negozi si riempiono di alberi di Natale, renne, pinguini e pupazzi di neve in ogni forma.
Questo mi piace ovviamente, in barba al pensiero che inizino ad agghindarsi così solo per fomentare la nostra foga per gli acquisti. Del resto hanno ragione: se non si parte in tempo ci si trova stritolati al 24 Dicembre in quelche centro commerciale serviti da commessi ormai esauriti che avrebbero tanto voluto passare la vigilia a casa.
Un incubo insomma.
Ad ogni modo a me il Natale piace da impazzire ovviamente e non vedo l'ora di tirar fuori l'albero, le luci e tutto il resto.
Visto il raddoppiarsi dello spazio casalingo penso che cercherò anche qualcos'altro da aggiungere a quanto preso gli anni scorsi. Anzittutto comparirà un presepe o sotto l'albero o sul mobile dell'ingresso, ancora non ho deciso. Però il presepe l'ho comprato: è cicciottosso e paciarotto..trooooppo bello!
E poi ci vorrà qualcosa da attaccare alla porta e magari il nostro balconcino piccino piccò potrebbe ospitare qualche lucina..anche se non so bene come nè DOVE attaccarle alla corrente...
In Piazza del Duomo è già apparso il mega abete di Tiffany.
Ora: la base dell'albero fa veramente pena.
Ma l'effetto Duomo+albero di Natale è semrpe magico.. ^_^
Di regali invece ancora non ne ho comprati, a parte quelli per l'uomo che come al solito acquisto con un certo anticipo. La family invece è ancora un enorme punto di domanda. Ma mi sento ancora tranquilla, in fondo mancano ancora un mese e un giorno.

Intanto il principino William, saputo che persino laEli si sposa, ha deciso di convolare a giuste nozze con Kate tre mesi prima di noi. L'invidia è una brutta bestia ^_^

lunedì 22 novembre 2010

Un vestito per me

No, non ho i brividi lungo la schiena e non mi sto emozionando.
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio del camerino: sono bella. Ho la faccia stravolta di chi ha passato una settimana difficile, di chi dorme poco, ma in quella nuvola d'abito sono bella.
No, non mi sento principessa, non mi immagino un principe azzurro al galoppo che mi porterà all'altare. Che poi, ci sposiamo in comune per cui...
Ho indosso un abito da sposa che, come tutti gli appartenenti alla categoria, è, per definizione, splendido e principesco. Difficile vederci dentro laEli, un fagotto in jeans e maglioni più o meno vetusti e sformati.
Indubbiamente mi sta bene, ma non mi sta "parlando",  non mi dice "sono io, ecco! Sono il TUO abito da sposa!!".
Il punto è che ho capito che a me non capiterà mai questa cosa e in più sono stanca di cercare.
Mi muovo ancora un po', osservo le rifiniture del tessuto. Sono carina, mia mamma mi sorride, Chiara mi guarda felice.
Poi un piccolo trambusto appena fuori la porta del camerino ed ecco che entra la mia ex collega che doveva passare "ma-non-so-se-ce-la-faccio". Appena mi vede si illumina in un ampio sorriso. Non ha i lucciconi, ma poco ci manca. E' un misto di sorpresa, stupore e commozione.
E allora, sì, lì con lei, mi SENTO bella.
Quel giorno non avrò davanti uno specchio, ma gli occhi delle persone a me care e se questo è l'effetto: beh, l'abito è aggiudicato!
Così sono una promessa sposa col suo abito. O meglio, LUI ancora non esiste, me lo faranno su misura e lo potrò vedere a fine Aprile.

Ho capito che per me il matrimonio non corrisponde ad un sogno o ad un ideale. Nella mia testa non è partito nessun filmino, non ho ancora immaginato nulla.
So che quel giorno ciò che mi farà sentire sposa sarà il momento in cui Luca mi prenderà la mano sinistra e mi metterà la fede al dito. O forse poco prima, quando mio padre mi vedrà così vestita e (SPERO!!) si emozionerà un po'.
Quel vestito è solo ciò che la gente si aspetta da una sposa, ma io, Elisa, io quel giorno mi sarei potuta vestire in qualunque modo perchè per me il matrimonio non è la cerimonia in chiesa, non è l'abito bianco ed il lancio del bouquet. No, per me il matrimonio saranno gli occhi di Luca, le nostre mani strette, le nostre fedi gemelle all'anulare sinistro.
Saranno le parole che ci diremo, i nostri sorrisi ed i sorrisi dei nostri cari.
Ora mi rendo conto che tutto il contorno non mi importa.
Tutto sarà perfetto perchè io e lui saremo lì insieme. Il mio matrimonio sarà un sogno perchè ho scelto l'uomo che ho scelto. E' lui la mia emozione più grande, solo lui...e non certo un po' di stoffa bianca ben cucita e troppo cara.
Sarò bellissima quel giorno. Ora lo so.
E poi voglio preoccuparmi per i miei ospiti, non per me, non per ciò che avrò addosso o in testa, per i fiori che porterò in mano probabilmente senza nemmeno sapere quali siano.
Per cui il mio vestito è stato scelto. E' bello ed è costato..beh, il meno possibile! ;-)
Il 29 Luglio 2011 riconosceranno la sposa non solo per il vestito che indosserà, ma, spero, per la luce che emanerà, per la gioia che le si leggerà in volto.

lunedì 15 novembre 2010

Fine settimana

Che bel week end!
Sabato abbiamo trovato il fiorista! Un minuscolo negozietto fuori milano che senza il preziosissimo forum che ormai frequento quotidianamente non avrei mai scovato.
Sono veramente molto soddisfatta!!
Ieri poi abbiamo finalmente mostrato la casa alla mamma di Luca ed è stato un pranzo splendido, eravamo tutti felici e la famiglia dell'uomo ha apprezzato moltissimo la nostra scelta. ^_^
Infine alle primarie per cui non ho votato, ha vinto il candidato che preferivo.
Insomma, un week end davvero splendido.
E poi vedere la famiglia allargata, o meglio, quella che diverrà la mia famiglia, al di là di quella di nascita, in giro per casa, mi ha fatto venire una gran voglia di cenone di Natale-all-together-now, con tutti gli addobbi, le canzoncine natalizie di sottofondo etc etc...
Non so se ce la faremo quest'anno, però mi piacerebbe proprio iniziare a riunire i nostri mondi, le nostre radici, tutte insieme per una delle mie festività preferite, quella più magica.
Vedremo, è ancora presto.
Per intanto abbiamo prenotato il nostro capodanno: un giorno a Trieste e poi via, a Ljubljana!
Sarà una discreta vasca in auto e speriamo non nevichi (troppo).
oggi è lunedì ed il tempo fa schifo, ma mi sento ancora rigenerata e felice: è una gran bella sensazione!

venerdì 12 novembre 2010

Ieri sera su alcuni taxi vedo comparire degli stracci neri che sventolano attaccati alle antenne della radio.
Non ho ancora letto nulla, ma capisco. Luca, il tassista picchiato selvaggiamente più di un mese fa, non ce l'ha fatta.
Nelle immagini alla televisione scorrono il composto, immenso e straziato dolore dei familiari. Il padre, con voce svuotata sentenzia "non conosco quelle persone, non mi interessa cosa gli daranno: ergastolo o nulla. Noi abbiamo comunque perso un figlio".
Una morte assurda, come altre avvenute ultimamente, come l'infermiera Maricica cui un pugno in pieno volto ha spezzato la vita poco tempo fa.
Sono corpi che si scontrano, che non hanno nulla a che vedere con l'idea cartoonistica del "cazzotto" che tutti noi abbiamo, fomentata dai troppi film che assuefano alla violenza senza spiegarla, rendendola metaforica quasi.
Così un uomo viene trascinato per terra e massacrato a calci, pugni e ginocchiate.
Un uomo che involontariamente aveva investito un cane e si era fermato per soccorrerlo.
Si era fermato per soccorrerlo.

Cos'è questa società in cui viviamo? Quest'umanità che ci circonda e ci spaventa a volte?
Le notizie che colpiscono sono sempre le stesse: ai piani alti un puttanaio tutt'altro che metaforico, ai piani bassi fango, alluvioni, violenza insensata.
Homo homini lupus*
Siamo al vecchio concetto dello stato di natura, quindi: "(...)uno stato in cui non esista alcuna legge, infatti, ciascun individuo, mosso dal suo più intimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno vede nel prossimo un nemico. Da ciò deriva che un tale stato si trovi in una perenne conflittualità interna, in un continuo bellum omnium contra omnes (letteralmente "guerra di tutti contro tutti"), nel quale non esiste torto o ragione (che solo la legge può distinguere), ma solo il diritto di ciascuno su ogni cosa (anche sulla vita altrui)." (Wikipedia)
Questa condizione, diciamo, naturale, è scongiurata dalla legge e dell'ordine che impone una Società organizzata e sana.
Stanno venendo a mancare i cardini di queste condizioni: la morale, l'etica e l'altruismo.
E la cultura, ovviamente. Qualcosa che non sia pop-olare giubilo davanti alla televisione, ma presa di coscienza, sete di sapere e condividere.
Quello cui stiamo assistendo in Italia è ben più grave delle beghe "politiche" che ammorbano i telegiornali.
Se chi guida questo Paese riuscisse a farlo veramente solo per amore della Res Publica, o quanto meno facesse uno sforzo in tal senso partendo dal basso però, dallo scompenso culturale, ideologico delle persone, forse riusciremmo a risalire questa china. Che è, ovviamente, fatta di problemi materiali, ma che non possono essere sanati senza che si lavori anche ad un livello più ampio e meno concreto.
La forza di un uomo si vede da come reagisce alle avversità, non da come calpesta un suo simile.

* "l'uomo è un lupo per l'uomo"

giovedì 11 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

Aggiornamenti

Finalmente un po' di cosucce in sospeso iniziano a prender forma.
Sabato mattina ho fermato la parrucchiera! Una ragazza di Voghera con cui mi sono subito trovata in sintonia..speriamo di averci visto giusto!
Poi ho un paio di contatti con dei Dj che dovrò incontrare, ma devo dire che fissare appuntamenti diventa sempre più difficile: il tempo è veramente tiranno.
Purtroppo invece la faccenda abito non si smuove.
Ne ho provato uno l'altro ieri, l'unico decente nell'atelier che ho visitato, ma il prezzo era un'assoluta follia:
2.900 euro!!!!!!!

Bisogna essere pazzi per pagare tanto un abito che indossi un solo giorno della tua vita.
Così sono ancora in altissimo mare. Speravo fosse un po' più semplice la faccenda. Quasi tutte le spose che conosco hanno trovato quasi subito l'abito...
Mah, ce la faremo.. Ho ancora un solo altro appuntamento: devo muovermi a fissarne altri!
Oggi è anche il primo giorno senza la collega che ha cambiato lavoro. In pratica nel giro di una settimana ha fatto il colloquio e se n'è andata. Mi spiace sempre tantissimo perdere i colleghi, anche perchè ho la fortuna di lavorare in un bell'ambiente, senza troppe tensioni.
Beh, speriamo sia felice nel nuovo ufficio!! E soprattutto, spero che riesca ancora darmi una mano per stamapre le mie partecipazioni visto che mi ero rivolta a lei per avere un aiuto!! ^_^
Tra 15 minuti mi tocca andare dal dentista per la pulizia..che palle!!
Intanto buon lunedì a tutti!

mercoledì 3 novembre 2010

Un uomo è steso a terra, sotto un camion, spuntano fuori i suoi capelli grigi, ricci.
Sta bloccando un camion pieno di rifiuti e con voce sul punto di rompersi scandisce: "meglio morire così, rendendomene conto, che morire a poco a poco, senza saperlo...".
Non sta per essere schiacciato ovviamente, ma sarebbe anche pronto a farla finita in questo modo, per i suoi figli, per i suoi cari che si ammalano in una terra intrisa di veleno.
Ogni mattina, mentre aspetto il tram nella corsia centrale della via, circondata a destra e a sinistra da mezzi pubblici, auto e moto, respiro con la consapevolezza di inalare morte, nè più nè meno.
Siamo nel 2010 e ci sono città in emergenza sanitaria per i rifiuti che invadono le strade.
Eppure riusciamo a parlare solo di certi puttanai dei piani alti.
Questo Paese è davvero conciato per le feste...

martedì 2 novembre 2010

Lei

Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere. 
(da Saggi sulla politica e sulla società)

35 anni sono trascorsi e non sono qui a dire, ancora una volta, quanto questa voce ci manchi.
Manchi a me in quanto lettrice pensante e manchi a questo Paese.
Pasolini è stato ucciso nella notte fra l'1 ed il 2 novembre, fra i Santi ed i Morti, ironia della sorte.
Il corpo, terra ancora non colonizzata dal potere.
Parlava del corpo dell'operaio, certo, di un'umanità ben precisa e fisica, ma oggi possiamo vedere quanto il corpo in generale, questo confine che ci definisce e ci appartiene, sia ormai totalmente corrotto dal potere.
Parlo della faccenda di Ruby, ma è solo la punta dell'iceberg, ovviamente.
Perchè questa ragazzina, da poco maggiorenne, dalle foto che ho visto aveva piena coscienza del potere del suo corpo e lo utilizzava, anche in modo meccanico a volte, a mio avviso, per ottenere ciò che voleva.
Qui però non si tratta solo di esercitare potere offrendosi - una forma effimera e fragile di potere -  ma di subirlo sulla propria pelle, di lasciarsi, appunto, colonizzare da esso.
Le ragazzine di oggi percepiscono quindi il corpo come mezzo per ottenere ciò che vogliono. Lo esibiscono senza remore, si espongono agli sguardi, eppure sono a loro volta vittime del gioco che attuano.
Nemmeno si rendono conto di ciò che perdono e forse è questa la vera tragedia (umana).
Restano involucri vuoti, bellissimi, osceni e provocanti. E quel potere che bramano e dominano, essendone sottomesse.
Il gioco non vale la candela, ma poco importa quando ciò che conta è l'attimo, è il presente e la soddisfazione personale, fugace, materiale.
I giovani non hanno più futuro, non lo inseguono, non gli interessa. Gli hanno detto che non esiste per loro. Non esiste il lavoro, non esiste la pensione, non esiste, o meglio, non ha quasi più ragione d'esistere, la famiglia in quanto istituzione.
E allora ecco questi piccoli mostri, queste bamboline furbe ed ingenue al contempo, usate da uomini altrettanto vuoti.
Corpo e potere, potere e corpo: una dialettica antica, ma abusata.

Sì, vorrei dire quanto questa faccenda mi faccia schifo a livello politico, ma forse quel che più sconvolge è proprio lei, questa "lei" generica ed attuale con cui magari tanti genitori si confrontano e non riconoscono.
Una lei dei giorni nostri, figlia di questi tempi.
Una lei che mi fa paura, quasi più del vecchio satiro.
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