Su uno di essi leggo "Tulip Guerrilla". Di cosa si tratta? Stamattina mi documento e scopro il "Guerrilla Gardening, un gruppo aperto a tutti, un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che noi chiamiamo "attacchi" verdi. Guerrilla Gardening si oppone attivamente al degrado urbano agendo contro l'incuria delle aree verdi. L'attività principale del gruppo è quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dimesse o dimenticate della città. Il movimento è nato in Italia nel 2006 grazie ad un gruppo di giovani milanesi, fondatori di GuerrillaGardening.it, che ancora oggi segue e consiglia i gruppi indipendenti sparsi in tutta Italia."
Non sono in tanti i milanesi-naso-all'insù ed è un peccato perché, come ripeto spesso, la mia città è una signora ritrosa che ama nascondersi e va sbirciata con garbo e curiosità infilando lo sguardo nei cortili oltre cancelli di ferro battuto, o buttandolo in aria, verso soffitti a travi a vista nelle casette di un quartiere, Brera appunto, che somiglia ad un villaggio.
In questi giorni ho la nostalgia preventiva, quel senso di fine di un'epoca che mi prende perché so che sto per lasciare qualcosa che amo. Sono approdata qui nell'ottobre del 2004, a lavorare per l'azienda che entro fine mese si trasferirà in periferia. Questa parte di Milano, un po' fighetta, ma anche tanto graziosa, mi ha conquistata: dal verde del Parco Sempione, alla calma raccolta dei chiostri di San Simpliciano.
Si trovano atti di guerriglia verde, poesie strappate sui muri del MEP, il Movimento Emancipazione della Poesia; c'è il Teatro, lo Strehler sul cui sagrato mi son seduta in gioventù a sorseggiare una birretta solitaria, fra una proiezione e l'altra del Milano Film Festival... Ci sono tanti, tantissimi ricordi che nessuno mi porterà via e forse si faranno ancora più vividi e saldi, chissà.
Scoprirò una parte di Milano che non mi attira per nulla, ma, magari mi sorprenderà...Intanto prendo il buono che c'è e che c'è stato e me lo porto nel cuore, come i semi di una guerriglia fiorita di ricordi.
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