Pasqua andata fra grandine, mare in tempesta, grandi abbuffate e attività indoor.
C'era la luna luminosa e le stelle dietro le nuvole, e c'era anche il freddo nel bar della stazione alle dieci di sera, ultimi avventori-non-avventori a tacchinare la barista straniera e affascinante.
Unica donna, nel mio cappuccio eschimese, cerco di tenere a bada il mal di testa, ma la notte è già vecchia per me, e mendico il riposo.
Poi ci son state le chiacchiere col riccio, mentre spalmo sulla nostra cena on the road la crema di lenticchie della nonna "doppio strato, sennò non mi piace!".
Ho visto anche il santuario finalmente ed ho passato un pomeriggio a ciacolare con donne che non sono le "mie" donne, ma che san sempre trovare argomenti e allora il tempo vola ed io parlo di poesia e vorrei che ci fossero più poeti a sto mondo un po' storto.
Ho fotografato tanti fiori ed ho cercato di assorbire i raggi del sole che inizia a scaldare, anche se il vento mi faceva meno spavalda del necessario.
4 giorni spezzettati in Liguria, nella bergamasca e nella mia Milano.
Ora di nuovo al lavoro, ma con un giorno in meno sulla punta delle dita della settimana.
Meno male.
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1 commento:
questa pasquetta è stata un tuffo al cuore. bellissima. stavolta sono ripartita proprio con le lacrime agli occhi a roma. ed è buffo, perchè in effetti è andato tutto storto, grandine, perdite, incomprensioni, ma ci siamo trovati noi quattro di sempre e qualcun altro, dentro una casa al centro di cagliari, normale nulla di che, ma è stata la grandinata più calda dell'anno. e ora sono la persona più sola e meno sola del mondo, o almeno così mi sento.
:)
ben tornata.
evviva i poeti, dannazione, d'accordissimo con te!
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