L'Expo è una faccenda spinosa, dietro la quale girano interessi spaventosi e sicure speculazioni.
Chi, come me, ha sostenuto il nuovo sindaco si aspettava una presa di posizione diversa, pur consapevoli che i tempi sono strettissimi se non fantascientifici per una buona riuscita del progetto.
E così è con rammarico che apprendo che non è cambiato nulla e il piano Moratti-Formigoni va avanti.
"(...) Un vertice pieno di sorrisi e strette di mano, quello tra il governatore e il sindaco, pienamente d’accordo sull'andare a Parigi a dire che le aree tra Milano e Rho dove realizzare l’esposizione universale del 2015 (due terzi della Fondazione Fiera, un terzo del gruppo Cabassi) saranno acquistate da una nuova società (newco) formata da Comune e Regione. (...) Boeri, chiamato come consulente da Letizia Moratti, ha escogitato, insieme a Carlin Petrini di Slowfood e a un gruppo internazionale di colleghi archistar, il master plan dell’orto planetario, delle biodiversità, delle filiere agroalimentari, dove mostrare come le diversità agronomiche della Terra si sposano con l’intelligenza degli uomini per trasformarsi in cibo. Su quest’idea ci ha giocato la faccia e poi costruito la campagna elettorale. Dicendo che l’alternativa era l’Expo di Moratti-Formigoni, l’Expo del cemento. E ora? Si trova davanti un asse Pisapia-Formigoni che procede all’acquisto delle aree, come deciso prima della vittoria di Pisapia.
Boeri non parla. Non vuole e non può rompere con il sindaco. Ma se le aree (oggi ancora agricole) saranno comprate dalla newco, con un esborso di circa 120 milioni di euro (80 alla Fondazione Fiera, 40 a Cabassi), è chiaro che poi la newco, dopo il 2016, quando tornerà in possesso delle aree, dovrà rientrare dell’investimento. Come? Costruendo. Almeno 600 mila metri quadri, secondo la convenzione firmata già nel 2007, concentrati sul 54 per cento di un’area di circa 1 milione di metri quadri.
L’EXPO delle biodiversità si trasforma così in un’operazione immobiliare. Con il Comune che ci investe 38 milioni, (per avere il 51 per cento della newco), la Regione che ce ne mette 9,5 (per il suo 12,7) e la Fondazione Fiera (controllata dalla Regione di Formigoni) che paga il suo 34,9 per cento conferendo le sue aree (Provincia di Milano e Comune di Rho hanno poi due piccole quote dello 0,7 per cento)."
(Gianni Barbacetto)
Insomma, il vento non è tanto cambiato e quello che si paventava è successo.
Pisapia è sotto l'esame spietato ed attento di tutti noi milanesi e non ha affatto compito facile, ma questo, francamente, è un primo passo falso.
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