Week end lungo compreso un venerdì piegata in 2 dal mal di pancia.
Voglia di lavorare: zero assoluto o giù di lì.
Ultimo sabato con l'uomo, dal prossimo le ore insieme si ridurranno a quelle serali, ma almeno avrò un perfetto anglofono in cambio! ;-)
Sabato sera siamo andati a vedere "Il Gabbiano" di Checov al Carcano. Devo dire che la rappresentazione ha faticato un po' a prendermi all'inizio, ma poi mi ha totalmente catturata..forse anche troppo.
Testo immortale nei contenuti, capace ancora oggi di parlare a tutti gli spettatori in modo diverso. Molteplici tematiche sul conflitto familiare, ma ancora di più, sull'espressione artistica e sul successo. Prima coinvolta in quanto "scrittrice" in panne, poi scossa dalle analogie del protagonista con un amico venuto a mancare 3 anni fa, mi sono ritrovata a vagare un po' spaesata all'uscita, incapace di riflettere sulle emozioni che avevano preso il sopravvento.
Inceppata in un loop di tristezze, non riuscivo più a muovere il pensiero, ad elaborare quanto visto.
Sono rimasta in questo strano stato d'animo tutto il week end, distante dalla realtà circostante.
Strano come un testo così classico mi abbia scosso a livello così intimo più dei vari spettacoli alternativi, e a volte brutali, visti ultimamente.
Oggi sto meglio, nonostante sia lunedì, ma sul mio calendario, a fine mese, c'è ancora quel cerchiolino rosso "Ale, 3 anni" e sento sempre una fitta al cuore.
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