lunedì 7 marzo 2011

Ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
(Edoardo Sanguineti)

Sabato siamo andati a teatro a sentire Sergio Rubini recitare una selezione di poeti del '900.
In realtà c'è posto anche per l'intramontabile Leopardi e Shakespeare, passando per Puskin, in un'altalena di registri, forme e suoni diversi.
Il teatro è pieno di ragazzi.
Io stentavo quasi a crederci.
Mi piace andare a teatro, ma quasi sempre mi trovo ad essere una delle più giovani in sala. Stavolta no, ci sono tantissimi ragazzi e pure qualche bambino; e mi stupisco ancora di più data la natura dello spettacolo: un recital di poesie. Non c'è il tutto esaurito, è vero, ma in ogni caso, la poesia, oggettivamente materia ostica e un po' snobbata, ha un suo seguito evidentemente.
Rubini è bravissimo: non perde tempo, si getta a capofitto nei versi di Neruda, seguiti da Edoardo e via via, con piccole oasi in prosa per raccontarci la vita di Puskin, o le sua ammirazione per Sanguineti.
E' accompagnato da un trio swing che dà il meglio di sè nelle digressioni che si concede, mentre come sottofondo a volte diventa un po' didascalico ed ingenuamente onomatopeico (nella riproduzione del grido dei gabbiani o di un canto lontano).
Non c'è un solo momento di noia e riesco anche a versare qualche lacrima mentre Rubini declama la Ballata delle donne che ho riportato qui sopra.
Solo Prevèrt, con la sua splendida Déjeuner du matin, mi delude un po': in francese è tutta un'altra storia..

Il a mis le café
Dans la tasse
Il a mis le lait
Dans la tasse de café
Il a mis le sucre
Dans le café au lait
Avec le petit cuiller
Il a tourné
Il a bu le café au lait
Et il a reposé la tasse
Sans me parler
Il a allumé
Une sigarette
Il a fait des ronds
Avec la fumée
Il a mis les cendres
Dans le cendrier
Sans me parler
Sans me regarder
Il s'est levé
Il a mis
Son chapeau sur sa tête
Il a mis
Son manteau de pluie
Parce qu'il pleuvait
Et il est parti
Sous la pluie
Sans une parole
Sans me regarder
Et mois j'ai pris
Ma tête dans ma main
Et j'ai pleuré.

(QUI la traduzione)

Sono uscita da teatro felice, serena, in pace col mondo. Come dicevo nel mio ultimo post, sono convinta che la bellezza sia importantissima, com'è importante, a volte, lasciarsi travolgere da ciò che non è istantaneamente fruibile, ciò che non è semplice, ma si presenta sotto forma di versi, magari, che ci innalzano, ci fanno ragionare, riflettere, oppure, semplicemente, lasciamo vagare nei pensieri.
Più semplicemente: che ci migliorano.

1 commento:

Veggie ha detto...

E dato che è festa delle donne, aggiungo a quella che hai pubblicato in questo post un'altra poesia che parla di noi donne, della nostra festa, e che mi piace tantissimo...


Il regno delle donne

Cè un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d'oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l'amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male

(A. Merini)

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