lunedì 25 ottobre 2010

Finalmente ho avuto la mia prova abiti da principessa!!!
Sabato sono andata in un altro atelier e questa volta gli abiti erano pronti da indossare, non dovevo immaginarmeli diversi o cose simili.
Il primo provato mi stava abbastanza bene, soprattutto lo scollo all'americana, ma non mi piaceva granchè.
Poi mi hanno portato abiti che da sola non avrei mai scelto e, incredibilmente, le cose hanno inizato ad ingranare!
Il secondo provato non era decisamente il mio genere in fatto di ricami etc etc, ma la linea mi scivolava perfettamente lungo il corpo. Ero decisamente carina! Coi capelli raccolti e un'espressione felice poi facevo una discreta figura.
Il terzo provato manco me lo ricordo, ma il top è arrivato al quarto tentativo. Questo nemmeno volevo provarmelo, mi pareva fasciasse troppo. Invece appena indossato: WOW!
Una favola insomma.
Certo..mmmm..una favola anche i prezzi! Decisamente quest'ultimo parecchio fuori budget purtroppo.
Devo dire però che mi sento assai rinfrancata e fiduciosa ora: anche io posso vedermi bella vestita da sposa!!

giovedì 21 ottobre 2010

Il segreto dei suoi occhi

Io amo il noir. Non lo cerco, ma quando lo incontro mi piace smodatamente.
Adoro "L.A. Confidential" (film), ho molto amato "Dalia Nera" (libro) e ho apprezzato "Minority Report" (di nuovo film) non per gli effetti speciali, ma per la sua trama più pura: noir.
Tempo fa, dopo aver letto il romanzo di Ellroy di cui sopra, avevo tentato anche "I miei luoghi oscuri", ma non ce l'avevo fatta: l'autore parlava dell'omicidio della madre con un distacco agghiacciante. Catartico per lui, ma troppo crudele per me come lettrice.
La trama del film che abbiamo visto ieri sera non è tanto diversa e rientra nel filone del noir, mescolando, ovviamente, un po' di melodramma e un pizzico di denuncia sociale.
"Il segreto dei suoi occhi" è un film argentino che, guarda caso, ha vinto anche l'Oscar. Non che questo dica granchè in merito all'opera: si sa che gli Academy Awards sono più premi "di facciata" che altro.
Ma questo è un BEL film.
Parla di molte cose, amore, ossessione, giustizia, e ne parla BENE, con una scrittura solida, una regia classica che talvolta vira ad un virtuosismo appena accenanto (la scena iniziale), assolutamente non compiuciuto o compiacente.

Un omicidio con un colpevole reo confesso rimesso in libertà.
Un marito in cerca di Giustizia. E no, non si parla di un relitto umano distrutto dal dolore ed armato di tutto punto che fa strage di cattivi a destra e a manca. Si parla di un uomo che cerca un equilibrio attraverso l'applicazione della giustizia, ma una giustizia umana, "giusta", appunto.
Non la pena di morte, ma il pagare il prezzo delle proprie colpe.
Questa la ricerca del marito cui hanno stuprato ed ucciso la moglie.
Poi c'è la ricerca del protagonista, un funzionario del tribunale che insegue lo stesso assassino, ne è ossessionato, ma non sino a dimenticare sè stesso come nel romanzo di Ellroy.
Perchè la ricerca di SENSO che intraprende passa attraverso questo omicidio solo per utilizzarlo come MEZZO per ammettere altri tormenti: un amore inespresso ad esempio, una vita, suo malgrado, in esilio.
E allora si passa anche qui attraverso la scrittura, attraverso la stesura di un romanzo.
Ma narrare non basta: dopo 25 anni bisogna mettere la parola Fine alla vicenda.

Un film insolito nel senso che non ci sorprende con colpi di scena, ma racconta delle vite, ce le mostra, muovendosi fra flashback continui, e ci accompagna sino al finale, aperto e risolituvo insieme.
E con la fine arriva l'inizio.
Attori credibili e di grande spessore, intensi ed umanissimi e scene di semplice, insostenibile, tensione. Come la rabbia repressa che non può esplodere, ma cova tizzoni ardenti sotto la superficie.
Un film che consiglio, insomma, di recuperare in videoteca!

mercoledì 20 ottobre 2010

Post di autocommiserazione

Eccomi qui.
Vorrei dirvi che mi sbagliavo, ma tutto è andato come mi aspettavo.
Certo, probabilmente sono partita anch'io prevenuta, lo ammetto, però speravo in un'illuminazione nel momento fatidico.
Devo dire che l'atelier era minuscolo e c'erano tutto sommato pochi modelli, ma personalizzabili al massimo. Certo, indossare un abito e cercare di immaginarselo totalmente diverso non era semplicissimo!
Alla fine ho individuato un paio di modelli che mi stavano meno peggio, ma nessuno mi ha fatto esclamare "wow! ma allora sono carina!".
No: ero sudata, rossa come un peperone e tremendamente a disagio.
In quei vestiti facevo fatica quasi ad entrare e mi sentivo rigida e fuori luogo.
E alla fine risultano essere anche troppo costosi, per cui ho già cassato l'idea di farlo lì.
Sinceramente speravo di vedermi diversa, invece ero orrenda. I miei accompagnatori mi dicevano il contrario, ma niente, io guardavo quell'immagine riflessa nello specchio e mi rendevo conto che quel tipo d'abito e la mia faccia facevano a cazzotti.
E non era il solito pensiero "mamma mia quanto sono grassa!" che spesso mi impedisce di fare shopping, era un pensiero d'insieme, di rigetto per la mia intera figura!
Un disastro insomma.
Sabato ho un'altra prova, stavolta con la family: mamma, fratello e zia.
Mi auguro ardentemente che vada meglio sennò inizio a scoraggiarmi di brutto e, conoscendomi, sarebbe l'inizio della fine...

martedì 19 ottobre 2010

La Sposa


Bene, oggi prima visita in un atelier.

Vorrei potervi dire che mi sento elettrizzata o emozionata, ma non è così.
Oggi spero solamente di cambiare idea, di sentirmi come mi hanno detto si sentono tutte le future sposine: bellissime, principesche, favolose.
Mi rendo conto che sto vivendo (e percependo) questo matrimonio non come la "protagonista", ma come l'organizzatrice, ossia, in fin dei conti, quella che sta dietro le quinte. Forse perchè è lì che mi sento a mio agio e non certo in prima linea.
Che poi, guardate cos'ho scritto anche ora: "...questo matrimonio", non "il mio matrimonio"!
No, non ci siamo. Non saprei però nemmeno come invertire questa tendenza.
Un po' è il fatto di voler fare tante cose da soli e quindi percepire solo l'ansia organizzativa, un po' è la mia predisposizione naturale. Sta di fatto che la prima volta che ho, fugacemente, realizzato che la sposa sono IO è stato solo sabato sera.
La cascina dove faremo il ricevimento ha organizzato un wedding cocktail e, al culmine della serata, hanno simulato il taglio della torta con due finti sposi.
Ecco, solo allora, in quel posto, ho capito che ci sarò io, lì, a tagliare la torta, che la sposa, mannaggia la miseria è LaEli!
Poi il momento è passato e stamattina siamo punto e a capo.
Probabilmente mi sentirò davvero La Sposa, solo il 29 luglio 2011. Sino ad allora, sarò l'organizzatrice folle, la wedding planner di me stessa.
Però la sensazione non mi piace e mi dispiace non sentirmi l'euforica sposina che mi immaginavo di diventare.
Saranno anche i problemi di salute che non passano, chi lo sa...
Oppure è solo una fase. Ma temo possa solo peggiorare con l'esaurirsi del tempo a  disposizione...
Comunque domani vi racconterò tutto nei particolari ^_^

giovedì 14 ottobre 2010

I'm feeling blue

Oggi è una giornata un po' difficile.
Non sto benissimo e, per vari motivi, è da ieri mattina che non vedo Luca. Anche solo parlarsi via mail pare impossibile e così ci accontentiamo di un sms di poche parole. Non bastano.
Mi auguro solo che stasera riesca a rientrare ad un orario decente e che, almeno a cena, si riescano a scambiare due parole.
Ma mi sento un po' tanto stanca..
Però..però, dai non posso lamentarmi del tutto!
Intanto ieri sera finalmente è arrivato il mio primo numero di Casa Facile! Lo attendevo da giovedì scorso e trovarlo nella cassetta della posta mi ha un po' risollevato la giornata. Sì, mi basta poco.
A casa di mia madre, dov'ero ospite ieri sera in assenza del freghino, ho fregato l'attrezzo per bucare le cinture ed ho scoperto che è perfetto per bucare i sottobicchieri del guestbook! Temevo di dover comprare il Crop-a-dile apposta, ma per fortuna ho risolto: una spesa in meno.
Ho persino risolto un dubbio che mi attanagliava riguardo il fotografo scelto.
Ma, soprattutto, ho fatto l'ordine per le partecipazioni, o meglio, per le pocket folder:
In meno di due ore l'ordine era stato preso in carico, processato e..spedito!!! Inoltre mi hanno speditovia email dei tamplate gratuiti per stampare gli inviti interni. Quasi da non crederci.
Insomma, mi sento bella produttiva quanto meno.
Senza contare che ho fissato il primo incontro in atelier per martedì prossimo. L'abito che vorrò assolutamente provare è questo:
Lo so: non è un "vero" abito da sposa, ma mi piace da morire!!! E poi è perfettamente coordinato con le partecipazioni..no?! ^_^

mercoledì 13 ottobre 2010

Ecco dove siamo arrivati... E la gente non ci pensa, alcuni sono anche rassegnati "tanto io la pensione non la vedrò mai". Così non ci si incazza, non si fa nulla.
Perchè i veri problemi sono case a Montecarlo o giudici di sinistra...

"l presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".
I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché L'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.
L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.
Non si può non notare come anche la politica taccia su questo scandalo, ma non ci si potrebbe attendere altrimenti, perché a determinare questo scandalo hanno contribuito tutti i partiti attualmente rappresentati in parlamento, nessuno escluso.
I precari, tenuti all'oscuro o troppo occupati a sopravvivere, difficilmente noteranno la dichiarazione di Mastropasqua al Corriere della Sera e i media sembrano proprio intenzionati a non rovinare loro la sorpresa. Proprio una bella sorpresa."

martedì 12 ottobre 2010

Fotografo confermato. Ebbene sì, ho scelto razionalmente più che col cuore. Ora non voglio più pensarci!
In questi giorni ho un sacco di lavoro e poco tempo per pensare ad altro, ma almeno ho prenotato la prima visita in atelier.
Non ho idea di cosa aspettarmi, non ho la benchè minima idea di cosa dire/chiedere nel momento fatidico e non ho nemmeno idea di chi mi accompagnerà.
Insomma, come si suol dire "poche idee, ma confuse"!
L'entusiasmo però è alle stelle. Più o meno.
Ho paura di vivere male la scelta dell'abito avendo io un'avversione naturale nei confronti dello shopping in genere e dei vestiti femminili nello specifico. Mi sento sempre fuori luogo, non a mio agio..ed è una brutta sensazione.
Speriamo non mi succeda anche in questo caso, ma il mio sano egocentrismo abbia il sopravvento.
Perdonate la latitanza, ma faccio davvero fatica ad organizzare la mia vita ultimamente...

mercoledì 6 ottobre 2010

Il Dilemma rappresenta l'equilibrio delle forze in campo

Non so cosa scegliere.
Ebbene sì, primo dilemma matrimoniale (primo? Ehm ehm..): il fotografo.
Sono indecisa fra due bravissimi professionisti e non ne vengo a capo da un mese, solo che adesso uno dei due mi ha dato un ultimatum e si tratta di decidere.
C'è chi fa belle foto, ha gusto estetico e calibra bene l'inquadratura, oltre a fare un'ottima post produzione...
 

E chi sa cogliere certi attimi, magari più defilati, sa "leggere" meglio le persone e raccontare una storia..

E quindi sono qui, confusa più che mai. La ragione mi spingerebbe verso uno, il cuore, verso l'altro.
Però una decisione va presa, e anche in fretta.
Più ci penso più non trovo soluzione, per cui, alla fine, penso arriverò ad una conclusione solo all'ultimo secondo..sperando sia quella giusta.

lunedì 4 ottobre 2010

Quando è troppo è troppo

Riporto da QUI, ma la notizia gira un po' ovunque..

“Allenati per la vita” è il suo nome. Addestramento paramilitare in età scolare è ciò che è. 
Il progetto, promosso dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Difesa, si pone come scopo principe quello di far vivere ai giovani delle Scuole superiori esperienze di sport e giochi di squadra, ma anche (leggendo il piano d’offerta formativa verrebbe da dire soprattutto) introdurre corsi specifici e prove tecnico/pratiche, per avvicinare la realtà scolastica alle Forze Armate, ai Corpi dello Stato, alla Protezione Civile e Gruppi Volontari di Soccorso.
Incontri Esercito-Scuola, così vengono definiti nella presentazione ufficiale della Regione Lombardia: il protocollo, firmato il 5 ottobre 2009 dal Dirigente Scolastico Regionale Lombardia, Giuseppe Colosio, e dal Comandante Militare Esercito Lombardia, il generale Camillo de Milano, coinvolge circa 800 studenti lombardi, 140 istruttori militari in congedo, 27 docenti e 38 scuole superiori.
Il progetto prevede un corso di formazione, costituito da sei incontri specifici, e da una competizione provinciale tra i più meritevoli. I sei incontri prevedono cultura militare, armi e tiro (con pistole e fucili ad aria compressa e tiro con l’arco), difesa nucleare, batteriologica e chimica, trasmissioni, sopravvivenza in ambienti ostili, insomma un vero e proprio addestramento paramilitare.
Alla fine del corso è prevista una competizione a livello provinciale, tra “pattuglie di cadetti” (ovvero le squadre composte da studenti). Paragonarlo ad altre attività, come ad esempio l’orienteering, è un errore: i ragazzi ricevono un vero e proprio addestramento militare da ex militari in congedo.
Secondo gli ideatori dell’iniziativa, tale “progetto formativo” risponde anche all’esigenza di combattere il fenomeno del bullismo, grazie al lavoro di squadra che aumenta l’autostima e il senso di appartenenza al gruppo (difatti negli ambienti militari il bullismo si chiama “nonnismo”).
Più che “una scelta che sa di antico”, come ha definito il progetto il settimanale Famiglia Cristiana, tale protocollo potrebbe essere interpretato come carenza del personale nell’Esercito (da qui la necessità di fare recruiting), ma anche e soprattutto come scarsità dell’offerta formativa che il Ministero dell’Istruzione dovrebbe garantire.
Fino a pochi anni fa i reduci (più e meno giovani) venivano accolti nelle scuole ed ascoltati con rispetto, soprattutto quando urlavano agli studenti di quanto la guerra faccia orrore, e di quanto questo orrore non si riesca facilmente a cancellare. Oggi accade che i militari piombino nelle scuole per reclutare cadetti da avviare alla carriera, esattamente come avviene negli Stati Uniti, dove i recruiters dell’US Force battono i marciapiedi davanti alle scuole dei quartieri più disagiati, vendendo la guerra come opportunità."

No, dico, ma stiamo scherzando?????!!!
Mi domando sempre più dove ci porterà questa accelerata verso la violenza che stiamo vivendo.
Ogni ambito del sociale è competizione - ovviamente scorretta perchè le scorciatoie e le prevaricazioni sono quasi d'obbligo - in una corsa ad ostacoli dove non importa molto chi tu sia o quanto tu valga, ma solo che, come un buldozzer, tu abbatta più nemici possibili.
Via allora con 'sti corsi militari che ricordano un certo ventennio: diamo gli strumenti, ma non contestualizziamoli. Come a dire, come scrive il buon Furio Colombo, che "impari i gesti ma non il senso, come insegnare a qualcuno ad usare il bisturi, col pretesto che non si sa mai, ma senza la scuola di Medicina."

Da un po' non mi occupavo di politica e società qui sul blog, ma anche perchè, come sempre, mi ritrovo spesso senza parole. come il nostro solito Silvio che sbraita contro i giudici, la Costituzione e, dai, diciamocelo, contro la cultura della legalità in generale. E la gente in estasi a gridare "Silvio Silvio", mentre sciorina i suoi successi come la scomparsa della spazzatura da Napoli (ma quando mai? Vedere anche l'articolo del Times, notissima testata comunista,  QUI) o l'efficienza del termovalorizzatore di Acerra (su tre linee ne funziona una sola, neanche benissimo) e così via.
Ma possibile che l'Italia non riesca a svegliarsi?!

Sabato sera ero a cena con amici, fra cui una ragazza dell'Ecuador. Le ho chiesto se sapeva qualcosa delle sommosse degli ultimi giorni e mi ha spiegato che da loro la polizia è sempre stata una sicurezza, come i nostri poliziotti di quartiere per dire. Il tasso di criminalità è infatti molto alto e per uscire in discreta tranquillità la sera era indispensabile ci fossero queste pattuglie. Il presidente Correa ha tentato di dare maggiori poteri all'esercito togliendo fondi alla polizia che quindi è insorta, con l'appoggio della popolazione.
Mi ha fatto riflettere la semplicità con cui questa ragazza raccontava del suo Paese, della forza con cui si reagiva, con la risposta violenta vista come una via naturale: "quando è troppo è troppo!".
E il popolo alza la testa.
Io non dico ASSOLUTAMENTE che la violenza sia la risposta giusta, nè la auguro, ci mancherebbe.
Ma un rigurgito di dignità, di interesse vivo e presente, nel popolo italiano  mi piacerebbe.
Andare al di là dell'accettazione di ogni cosa, finchè non ci punge sul vivo, ovviamente.
Related Posts with Thumbnails