venerdì 31 luglio 2009

E finalmente siamo all'ultimo giorno di ufficio (e di internet).
Sono in debito di un po' di foto che mi erano rimaste in archivio ed eccole qui:

Collana semplicissima per l'estate in violetto
La mucchina in wire che mi è costata molto sudore...
L'idea non è originale, ma non trovo più il blog da cui l'ho tratta.
Ad ogni modo non reggerei il confronto e vi lascio beare della mia sola creazione..
Collana con 2 diverse catene, molto semplice, ma d'effetto
Anello wire fatto con sangue e sudore pure questo..
E per finire vi parlo della bellissima sorpresa che mi ha fatto Giulia. Mi è arrivato in ufficio qualche giorno fa questo bel pacchettino accompagnato da qualche riga di Giulia, che ho molto molto apprezzato, e soprattutto contenente lo splendido anello che completa la parure che vi avevo mostrato tempo fa:
Grazie mille dunque a Giulia che ancora una volta si è rivelata persona di straordinaria sensibilità e gentilezza.
Bene. Siamo quindi ai saluti estivi.
Nei prossimi 2 giorni sarò in girotrottola per gli ultimi acquisti (in farmacia soprattutto), per il versamento sulla lista nozze degli amici che si sposano a settembre e per visitare i parenti vari prima della partenza per il mare.
Mi aspetta una settimana con mio fratello e gli amici di una vita e poi, finalmente, il 10, la partenza per la Corsica con Luca e la nostra Tia.
Cercherò di fare milioni di foto e di appuntarmi più particolari possibili in modo da regalarvi un bel resoconto al rientro, come l'anno scorso.
Saluto i miei 3 lettori, in particolare Veggie che ormai seguo giornalmente ed un po' mi mancherà!
Auguro a tutti di passare una meravigliosa estate e a rileggerci a Settembre!
LaEli

mercoledì 29 luglio 2009

Oggi ho poca voglia di scrivere, lo ammetto.
Ieri sera sono uscita con due amici che presto si sposeranno e siamo rientrati, per i miei canoni, un po' tardi. Inoltre il freghino mi ha rubato le coperte tutta notte ed ho dormito un po' male.
La serata è stata alietata anche dalla comparsa di 3 ulteriori amici della compagnia che non vedevo davvero da anni e sono stata proprio contenta.
Non sono una persona molto portata alla socializzazione, ma ammetto che il sabato sera fuori a sparar cazzate a volte mi manca un po'.
Anna ed Andrea, i nubendi, sono persone eccezionali cui sono molto affezioanta, anche se ci si vede di rado e, soprattutto, sono i primi amici che convolano. Li conosco entrambi dalle medie ed Andrea in particolare mi ha aiutata davvero tanto ad uscire da un circolo vizioso di pensieri tristi, dandomi nuova linfa vitale.
L'idea che si sposino mi elettrizza, lo ammetto e sono felicissima per loro!

Si avvicinano anche le agognate ferie, ma ancora non mi sento in spirito vacanziero.
Lunedì parto col Riccio alla volta della Liguria e il 10 salperemo da Genova con Luca verso la Corsica. Spero solo che non giri il boccino a qualche altro pompiere e gli incendi non ci rovinino la vacanza.
Sta faccenda dei piromani mi ha sempre molto colpita.
Ricordo ancora il bagliore arancione al di là della montagna che di notte avvolgeva incessantemente l'orizzonte, vicino a casa dei miei nonni, in Liguria. La notte era veramente inquietante.
Ciò che più mi fa rabbia e mi sgomenta è pensare a come un gesto tanto sconsiderato e piccolo possa distruggere interi ettari di foreste, mettere in pericolo case e persone ed uccidere decine di animali in un soffio. E' un omicidio ed un danno ambientale insieme.
Vedere scheletri d'albero rinsecchiti su un mare di cenere poi è qualcosa che ti stringe il cuore.
...ammetto di avergliene sempre tirate molte dietro ai piromani...
Beh, comunque mi tocca iniziare a pensare all'organizzazione delle "valige". devo capire cosa portarmi la prima settimana al mare e cosa lasciare a Luca nelle borse laterali, da sistemare sulla moto.
Devo capire se ho comprato tutto ciò che mi serviva (no, già lo so...Decathlon e la farmacia son lì che mi aspettano) e come sistemarlo negli angusti spazi che mi concede la motocicletta.
Insomma: un lavoraccio!
E poi sto iniziando a realizzare che dovrò andar per mare... Affrontare 5h di navigazione, anzi 10, se consideriamo l'andata ed il ritorno!!
No, meglio non pensarci sennò mi sparo.
Mi auguro FORTEMENTE che il 10 ed il 18 Agosto il mare sia liscio come l'olio!!
Ancora 3 giorni anche per scrivere il blog e poi vi saluterò.
Ma lasciamo i convenevoli a venerdì.

martedì 28 luglio 2009

lettera ai cercatori di Dio

Oggi affronto un tema ostico, che lascia volutamente molte domande in sospeso e, se avessi più lettori, potrebbe aprire un dibattito magari ;-) .
Tempo fa padre Mario, francescano che seguiva il nostro oratorio quando ero piccola, ha pubblicato sul suo blog la “Lettera ai cercatori di Dio”.
Frutto di un lavoro collegiale che ha coinvolto vescovi, teologi, pastoralisti, catecheti ed esperti nella comunicazione, la Lettera si rivolge ai “cercatori di Dio”, a tutti coloro, cioè, che sono alla ricerca del volto del Dio vivente
L’ho letta subito, nonostante le quasi 60 pagg. poiché rientro nella categoria di chi “non crede, ma…”. Come diceva insomma Erri de Luca, una non credente e non certo un’atea.
La fastidiosa sensazione di trovarmi davanti alla solita lezioncina di catechismo non mi abbandona, ma ci sono alcuni punti che ritengo interessanti per chi, come me, cerca un confronto ed è alla continua ricerca.

Di Pasoliniana memoria è questo passo ad esempio:
“(…) La cultura moderna, non sapendo dare una risposta a queste sfide, cerca di nasconderle con l’ebbrezza del consumismo, del piacere, del divertimento, del non pensarci. In tal modo, però, si nega il significato profondo della debolezza e della vulnerabilità umane e se ne ignora sia il peso di sofferenza, sia il valore e la dignità: e questo rende interiormente aridi e induce a vivere in modo superficiale.
(…) L’esperienza della fragilità, del limite, della malattia e della morte può insegnarci alcune cose fondamentali. La prima è che non siamo eterni: non siamo in questo mondo per rimanerci per sempre; siamo pellegrini, di passaggio. La seconda è che non siamo onnipotenti: nonostante i progressi della scienza e della tecnica, la nostra vita non dipende solo da noi, la nostra fragilità è segno evidente del limite umano. Infine, l’esperienza della fragilità ci insegna che i beni più importanti sono la vita e l’amore: la malattia, ad esempio, ci costringe a mettere nel giusto ordine le cose che contano davvero
.”
L’idea della fragilità umana come limite e definizione della giusta visuale del mondo e della vita, mi pare più che condivisibile, ed in qualche modo anche “sana”.
Aggiungerei, a postilla e completamento, una citazione di Pasolini, appunto:
“(…) L’edonismo del potere della società consumistica ha disabituato di colpo, in neanche un decennio, gli italiani alla rassegnazione, all’idea del sacrificio ecc.: gli italiani non sono più disposti – radicalmente – ad abbandonare quel tanto di comodità e di benessere (sia pur miserabile) che hanno in qualche modo raggiunto.”
(28 Marzo 1974 sul “Mondo”)

Quanto sopra fotografa, quanto meno, la tendenza odierna di una società allo sbando, portata all’eccesso e al soffermarsi sull’effimero.
Più interessante, in ambito di ricerca di fede, quanto detto più avanti nella Lettera:
“(…) C’è chi si è dichiarato “ateo” per amore di Dio, per giustificare la sua assenza e il suo silenzio davanti al dolore innocente. “
Questo concetto particolare dell’ateismo è ripreso anche più avanti:
“(…)In questa lotta con l’invisibile il credente vive la sua più alta prossimità all’inquieto cercatore di Dio: si potrebbe perfino dire che il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di cominciare a credere.”
Trovo molto bella questa comunanza di ateismo e fede.

Si prosegue:
“(…) Tutti abbiamo bisogno di un orizzonte di senso, per dire qualcosa di vero sul nostro futuro”.
Qui mi casca il solito asino: è vero, ma questo bisogno non giustifica l’esistenza di Dio.
Dio, in questo senso, rimane una risposta arbitraria di comodo insomma.

Più sensato ricordare che “(…) Oggi abbiamo più che mai bisogno della testimonianza di profeti disarmati
Il valore del testimoniare attraverso la propria vita ed azioni il proprio credo sia indiscutibile, ma richiede anche una coerenza rara.

Il punto focale della questione rimane, ovviamente la fede.
“(…) Nel profondo della domanda di senso e di speranza, qualcosa ci orienta verso il mistero (...).”
Questo orientamento lo comprendo, ma si approda inevitabilmente al “mistero” e lì, per forza, ci vuole FEDE. Ma la fede si può “imparare”?
Non è una GRAZIA che si ha o meno?

La lettera prosegue con una bella intuizione, a mio avviso:
“(…) Vivere con consapevolezza e responsabilità richiede già un grande atto di fede.
Aumentare questa fede, spingerla oltre se stessa vuol dire aprirsi a Colui che ci chiama dal profondo di ciò che siamo e che ha fatto risuonare la sua voce nel tempo per ognuno di noi.
(…) nasce parimenti il sì a una fede interrogante, a una ricerca onesta (…)
Se c’è una differenza da marcare, allora, non sarà forse tanto quella tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti


Come dicevo ieri l'interrogazione costante, la ricerca incessante, lo studio, sono tutti fattori determinanti nella crescita e formazione dell'individuo e del pensiero critico personale.
Questo riguarda la fede, come la vita di tutti i giorni.
Perchè è proprio vero che la vera differenza sta fra pensanti e non pensanti, fra automi e cellule impazzite. Ma a me i pazzi, son sempre piaciuti.

lunedì 27 luglio 2009

Trasmissioni passive e Comunicazioni attive

Ieri Oliviero Beha, sul suo "I nuovi mostri" mi ha offerto un buono spunto di riflessione.
Stamattina invece ho trovato un'altra bella intervista del 1998 a Giovanni Cesareo.
Si parla, ovviamente, sempre di comunicazione.
Quello che è interessante in realtà è il fatto che, anzichè relegare lo spettatore ad un ruolo passivo, si ammettono anche le colpe di chi si accontenta di recepire un messaggio senza però prendersi la briga (non che sia scontato e semplice, per carità) di DECODIFICARLO.
Manca quindi, come sottolinea Beha, la capacità di porre in relazione i fatti, le informazioni, per giungere ad un quadro più omogeneo ed ampio.
Eppure non dovrebbe essere così complicato, nell' Era del link, muovere il pensiero in modo meno rigido in una visuale a 360 gradi del mondo.

Scriveva Jean Starobinski:
"Non vorrei accusare la televisione più di altri media o di altri veicoli di suggestione del mondo contemporaneo, ma ho l’impressione che con la massa di informazioni contraddittorie che circolano incessantemente, con gli stimoli che investono il singolo individuo che raggiungono l’anima attraverso lo sguardo, attraverso i messaggi uditivi, in modo caotico sovrapposti gli uni agli altri e contraffatti, alla fine il brusio, il rumore diventa assordante. Non è più un messaggio che viene comunicato, un messaggio comprensibile, ma qualcosa di frastornato come una randellata, e questo proprio a causa dell’accavallarsi di messaggi contraddittori di segno opposto, messaggi che l’individuo non è più capace di decifrare, di separare gli uni dagli altri, di giudicare l’uno in rapporto agli altri. Tutto viene come assorbito confusamente e la somma è uguale a zero, un vuoto schiacciante."

Il ruolo del ricevente è quindi assai più arduo e da qui si potrebbe anche arrivare alle considerazioni di Danilo Dolci:
" La comunicazione di massa non esiste", perché in effetti la cosiddetta comunicazione che abbiamo conosciuto è solo trasmissione a una via, cioè è unidirezionale."

Ed ancora, forse un po' provocatoriamente, il filosofo Edgar Morin:
"Se io fossi un istitutore, se io fossi un insegnante direi tutte le mattine ai bambini: avete visto la televisione? Parliamo di quello che avete visto. Tenterei di dare ai ragazzi non più uno sguardo immediato ma riflessivo sulla televisione."
Idea tutt'altro che stupida ed assolutamente coerente con l'Epoca in cui viviamo.
Imparare a capire i meccanismi che regolano la comunicazione odierna, imparare ad andare oltre ad una fruizione passiva, è un'abilità che andrebbe sviluppata sui banchi di scuola.
"Umberto Eco distingueva tra paleo televisione e neo televisione. La paleo televisione registra i fatti, è testimone, è l’occhio del telespettatore portato dove lui non potrebbe arrivare, la neo televisione invece è una televisione che diventa essa stessa il mondo, il luogo dove le notizie si creano e si producono."
Questo mondo però è ovviamente filtrato, è manipolato attraverso un linguaggio complesso, che può però essere letto ed applicato.
Quante volte, guardando un servizio in televisione, avete fatto caso alle immagini mostrate? Quante volte vi siete accorti che tali immagini erano di repertorio? Immagini fatte per riempire un vuoto. E perchè c'era quel vuoto?
Questo è solo un esempio delle domande che uno spettatore, legittimamente, può e deve porsi.
E porsi delle domande è l'inizio di un percorso necessario a mio avviso, oltre che, ovviamente, salutare.
Ne "Il mondo di Sofia", uno dei libri chiave della mia adolescenza, Gaarder suggerisce che in ognuno di noi esiste un filosofo, perchè ognuno di noi è in grado di interrogarsi, di mettere in discussione ciò che crede di sapere in una continua ricerca del sapere e del vero.
Questo è il mio stesso invito, nonchè ciò che cerco di fare qui, in qualche modo, ogni giorno.

venerdì 24 luglio 2009

Giorni pesanti. Non sto troppo bene e la mente non gira come al solito.
Stamani mi sono imbattuta in un video che non conoscevo.
E pensare che all'epoca in cui fece il giro del mondo avevo 10 anni, più o meno l'età di Severn Suzuki, "la bambina che per sei minuti zittì il mondo".
A 10 anni la mia battaglia più sentita è stata mandare una lettera di protesta per la qualità del cibo nella mia scuola elementare. Un po' limitata la mia visione, me ne rendo conto, ma ancora ricordo il panico quando le cuoche erano venute a cercarmi brandendo minacciosamente i loro mestoli in cerca di spiegazioni.
I bambini vengono ascoltati dagli adulti, ma raramente presi sul serio da chi non condivide con loro un rapporto di parentela.
Ecco, Severn aveva 12 anni nel 1992, era figlia di un attivista e, a soli 9 anni aveva fondato la ECO, l'Organizzazione Ambientale dei Bambini (Environmental Children's Organization). Insieme ad altri coetanei si prodigavano per insegnare ai bambini i comportamenti corretti per il rispetto dell'ambiente.
Nel 1992 a Rio de Janeiro si svolse il primo Summit della Terra e Severn prese la parola in quest'occasione:
"Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental ChildrenOrganization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg ed io. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire. Venendo a parlare qui non ho un'agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un'elezione o alcuni punti sul mercato azionario. Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future. Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perchè non hanno più alcun posto dove andare.
Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono de buchi nell'ozono, ho paura di respirare l'aria perchè non so quali sostanze chimiche contiene. Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre.
Nella mia vita mia ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici egiungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo. Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chedo se siete coscienti del fatto che non leavete neppure voi.
Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c'è un deserto. Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo. Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d'affari,amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli.
Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà.
Sono solo una bambina ma so e dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo che ha un solo scopo.
La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento.
Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po' della nostra ricchezza. In Canada, viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d'acqua, cibo, case abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni. La lista potrebbe andare avanti per due giorni. Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati, mentre trascorrevamo un po di tempo con i bambini di strada. Questo è ciò che ci ha detto un bambino di strada: "Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore ed affetto". Se un bimbo di strada che non ha nulla è disponibile a condividere, perchè noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi? Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che potrei essere un bambino in una favela di Rio, o un bambino che muore di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India. Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali,terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa terra! A scuola, persino all'asilo, ci insegnate come ci si comporta almondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare?Non dimenticate il motivo di queste conferenze, perché le state facendo? Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere. I genitori dovrebbero poter consolare i loro figli dicendo:"Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio". Ma non credo che voi possiate dirci più queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità?
Mio padre dice sempre siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo.
Ciò che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole.
Grazie"

Se avete un po' di tempo guardate il video, perchè ascoltare queste parole dalla voce di Severn significa scolpirle nella memoria.
La rabbia di un bambino che ci chiede di rendere conto delle nostre azioni, una rabbia che va al di là della cultura e della società in cui nasce, è un urlo che non può lasciare indifferenti.
Severn si rivolgeva ai potenti del mondo, ma ognuno di noi è chiamato in causa in realtà.
Quando andai alla Fiera "Fà la cosa giusta", la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, ricordo che ciò che più mi complì fu proprio l'entusiasmo dei bambini, il loro coinvolgimento. Ognuno nel suo piccolo può sempre fare qualcosa, ognuno ha sempre una scelta davanti, una responsabilità.
Anche in questo campo il menefreghismo però la fa da padrone.

Buon week end a tutti.

PS: nota personale.. Oggi son 24 anni del mio fratellino:
AUGURONI RICCIO!!!! ^_^

mercoledì 22 luglio 2009

Crisi dei valori

Stamattina mi sono imbattuta in una bellissima intervista di più di 12 anni fa al Prof. Salvatore Natoli che partiva dal problema della crisi dei valori.
Dato che mi pare che, dal 1997, tale crisi non abbia fatto altro che aggravarsi, trovo interessante riproporvi stralci di tale intervista.

"(...) In tempi antichi, nella cultura medievale, nella società cristiana, i termini erano ben altri, erano: bene e male. C’era l’oggettività del bene che si presentava evidente, assoluta, indiscutibile, non valutabile. Infatti era una società dell’obbedienza. Tommaso diceva: Bonus est facendum (ossia: "il bene è da farsi") e Malum est vitandum: (il male è da evitarsi). Ma non c’era confusione tra bene e male. Perché il bene si sottraeva alla valutazione, era il principio dell’azione, e perciò si sottraeva alla valutazione stessa. Per cui ci sono stati mondi storici in cui la nozione di valore non esisteva affatto.""(...) Molto meno chiaro è, invece, il concetto di valore. Perché, tutto sommato, "valore" è una parola di derivazione abbastanza tarda, e su questo si riflette poco. "Valore" è una parola che proviene dall’Economia Politica. E` un qualcosa che si può scambiare, (per esempio, in economia, si parla di "scambio tra valori"): e quindi e` un termine che implica concetti come valenza, valutazione, e con ciò la "dimensione del valore" è così poco assoluta nella sua stessa provenienza etimologica che è paradossale anche poter parlare di crisi, perché il valore è relativo nella sua stessa origine."

"(...) Io direi che il concetto odierno è un qualcosa che rimette in gioco la soggettivazione del giudizio. Il buono, in fondo, è un qualcosa di deciso - dal -soggetto, il quale non si sente più vincolato a un bene oggettivo. E’ chiaro che questo passaggio nella storia è stato lento, tormentato o, per molti versi, anche fecondo, Quando io compio questo tipo di ragionamento non intendo dire, automaticamente, che l’elemento della soggettivazione abbia costituito di per sé un fatto negativo. Esso ha potenziato anche la libertà umana rispetto a una dimensione fissa del bene che era un qualcosa di pesante come un macigno. Però, accanto alle dimensioni di emancipazione, esistono pure delle tendenze alla perdita dell’identità del bene."

Trovo assai interessante questa divagazione storica sulla contrapposizione dei concetti di valore, bene e male e di come la soggettivazione del giudizio nel definire cosa sia bene e cosa sia male abbia avuto il suo ruolo nella deriva dei valori odierna.
Come dice Natoli tale emancipazione non è, in senso lato, negativa, ma forse, e mi spingo oltre, è necessaria e inevitabile.
La corruzione però che ne deriva è figlia di un concetto di libertà in qualche modo travisato.
Continua infatti Natoli:
"(...) Da una libertà che sceglie il vincolo, e che quindi si vincola (perché sa che senza il vincolo c’è solo delirio), a una dimensione in cui la libertà non vuole vivere solo di se stessa. (...) In questo caso c’è l’anomia, c’è l’attimo, c’è la perdita del tempo. (...) Infatti nella nostra società questa istanza di libertà ha annullato il tempo. Si vive nell’attimo. Si pensi alle stragi del sabato sera….
(...) Allora il codice "al di là del bene e del male" non vuol dire, non può voler dire che noi possiamo vivere senza la distinzione tra il bene e il male, ma vuol dire che: non esiste un qualcosa di dogmaticamente dato come bene o male. Ma dobbiamo di volta in volta costruirlo, vale a dire: di volta in volta dobbiamo autolimitarci. Perché? Perché siamo finiti. Non accettare la misura del limite vuol dire sostanzialmente cadere nell’assurdo, nella invivibilità, nel proseguimento della stessa vita, nell’equivalenza incondizionata, e quindi proprio nella cecità. Perché la perdita della valutazione è una forma di accecamento
."

L'antropologo Alberto Cirese, a sua volta coinvolto nell'intervista, precisa:
"(...) pur condividendo l’importanza storica della soggettivazione, per usare il termine impiegato dal professor Natoli, e la conseguente relativizzazione dei valori, resto dell’idea che una base stabile, anche se non assoluta, su cui effettuare questa valutazione dell’agire, deve poter pur rimanere a portata di mano. La libertà è, e resta, un valore irrinunciabile ma fermo restante, come vincolo di base, il contenuto del famoso detto: "la mia libertà finisce dove comincia la tua."

Questo è, più o meno, il mio medesimo pensiero ovviamente, per quanto comune e scontato magari, eppure ben poco osservato nella Società odierna.
Le persone agiscono in determinati modi perchè possono farlo, ne hanno facoltà e potere e quindi si arrogano diritti che spesso non hanno e vanno a ledere altre persone o, quanto meno, i diritti di altre persone.
Manca quindi un punto fermo, soggettvo magari in senso storico e culturale, ma comunque fermo e irrinunciabile che ponga dei limiti alla libertà.
I valori qui rientrano quindi in gioco.
Un ascoltatore infatti (l'intervista era radiofonica) rimanda a questo punto ad un concetto importante:
"(...) Si spera che questa etica della responsabilità personale possa almeno, diffondersi gradualmente con l’educazione, l’istruzione e la cultura."
Cadiamo quindi sempre nello stesso problema: è una questione di educazione, istruzione e cultura... e direi che attualmente non siamo messi benissimo su questi fronti.

martedì 21 luglio 2009

Freedom

La sera mi sforzo di guardare i telegiornali.
Tollero Tg3 e Tg2, mi "diverte" Studio Aperto, l'unico telegiornale dove non compare, nemmeno nella denominazione, la parole "Tg".
Uno la fotocopia dell'altro. Vaghe sfumature, toni ovviamente più accesi (fiammate di gossip condite da nere pennellate di cronaca) su Italia1, ma in sostanza le notizie son sempre le stesse.
La solita agenda setting di cui ho già parlato insomma, ma che è diventata una sorta di mostro che fagocita il buon senso, oltre alla professionalità dei giornalisti.
In estate la fa da padrone, si sa, il meteo. Caldo record nei prossimi giorni. Ma dai? Siamo a fine Luglio! Se non fa caldo d'estate quando deve farlo? E giù i soliti buoni consigli per non stramazzare sotto il solleone, di quelli che anche un infante potrebbe arrivarci.
Seguono i servizi dalla riviera che servono solo per fare il sangue amaro a chi, causa crisi, le vacanze le fa solo nei week end, se va bene, a costo di parecchi sacrifici.
C'è poi la notiziona del momento: la temibile influenza suina.
Ora: basta informarsi un pochino e si scopre ben presto che si tratta di una influenza come tante altre, che si cura col normalissimo Tachiflu e che, al momento, non si corrono particoalri rischi.
Qualche telegiornale lo dice pure, ma la costante presenza di tale notizia, il riportare ossessivamente i nuovi casi (che tipicamente, almeno in Europa, si risolvono in pochi giorni), aumenta il senso di ansia e di preoccupazione inutilmente.
Casi di cronaca e poco altro.
Come mai nessuno mi ha riportato questa notizia, ad esempio:
"(...) Dopo le osservazioni del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e le critiche di Onu e Consiglio d'Europa, il pacchetto sicurezza entra nel mirino della Commissione Ue, unico organismo internazionale in grado di imporre modifiche qualora la norma violasse le regole comunitarie. Le critiche di Bruxelles saranno contenute in una lettera al governo italiano che dovrebbe partire con ogni probabilità già questa settimana.
(...) Secondo quanto riferiscono fonti Ue, tra i dubbi di Bruxelles c'è anche il reato di immigrazione clandestina: l'Italia è in grado di garantire che la nuova fattispecie toccherà solo gli extracomunitari? La seconda norma che non convince la Ue riguarda l'iscrizione all'anagrafe dei figli dei clandestini, che secondo i contestatori della legge sarà impossibile e secondo il governo è invece consentita. In terzo luogo i sospetti di Bruxelles sono rivolti all'aggravio dei costi per il permesso di soggiorno. Infine i riflettori della Ue si accenderanno sulle nuove regole per il trasferimento del denaro da parte degli immigrati, i cosiddetti money transfer. La legge prevede che i dati sui versamenti verso il paese d'origine vengano raccolti e immagazzinati dalle autorità, con il timore da parte di Bruxelles di una violazione delle regole sulla tutela dei dati personali."
(La Repubblica, 20/07/09)
Date un occhio al colorino malsano, giallo limone/partly free, che viene assegnato al nosro Bel Paese da Freedom House:



Non so se mi spiego.

lunedì 20 luglio 2009

Week end

Come annunciato, è stato un week end intenso.
Sabato ho finalmente dato una bella spuntata ai capelli producendomi in una serie di figure e figuracce con parrucchiera e shampista che, dopo una serie di domande del tipo "ma che shampo specifico usi? Ma hai la pelle secca di solito?" si son dovuti arrendere alla mia totale ignoranza in materia di "cura del proprio corpo" e si sono limitati a lavare e tagliare la mia chioma senza indagare oltre e lasciandomi nella mia beata ignoranza.


Ieri gita a Montevecchia, uno dei luoghi cui sono più legata, dove non tornavo da 6 anni e che come sempre mi ha regalato splendidi momenti.
I vigneti, dal lato brianzolo pianeggiante
Freghino in contemplazione del lato più montuoso, verso Lecco
Nel pomeriggio abbiamo invece partecipato alla manifestazione in memoria di Paolo Borsellino. Siamo arrivati un po' in ritardo, ma in tempo per il minuto di silenzio.
Eravamo in pochi, purtroppo, e, proprio durante la commemorazione silenziosa, mentre alzavamo le nostre "agende rosse" (simbolo di una verità negata, come l' agenda sottratta subito dopo la strage dalla borsa del magistrato), due signore passando ci hanno anche schernito: "dopo 20 anni cosa sperate di ottenere? sì, sì, bravi, alzate pure le vostre agendine! Pensano di trovar la verità oggi..!!"
Ecco: questo mi ha fatto male.
La verità però è qualcosa che nessuno può intaccare, che nessuno può cancellare. La puoi nascondere, ma non la puoi distruggere. E prima o poi viene a galla. Di ciò sono fermamente convinta.
Certo, probabilmente ci vorranno anni, ma nessuno dovrebbe smettere di cercarla, di pretenderla a gran voce, nessuno dovrebbe pensare di non avere il diritto di ottenerla.
La rassegnazione, il menefreghismo, ci stanno rovinando.
Su Libero Donna leggo in un'agghiacciante intervista a Debora Ferretti, autrice del "Manuale delle Giovani Mignotte" (!!!):
"(...) Mi preme dire che questo libro è estremamente contestualizzato. Nel 2009, in Italia, è un dato di fatto che il tessuto morale si sia molto allentato. Le tanto criticate Veline e Noemi varie fanno parte di un circuito. Che poi è lo stesso a cui apparteniamo noi. I costumi vanno certamente rivisti ed elevati ma non bisogna aspettarsi che questo rinnovamento parta da loro.
(...)
Viviamo in un'epoca in cui i costumi sono molto licenziosi. È vero che "mignotta" è ancora un termine molto forte ma l'accoglienza è stata buonissima. Anche al Festival del libro di Torino."
Ecco: sarebbero questi i valori del 2009???! Già trovo disgustoso quanto appare quotidianamente su giornali e TG, ma addirittura scrivere un libro simile..!!!
Sarà che per me il libro è qualcosa di sacro, qualcosa che può anche trattare di argomenti futili, ma con una certa autorevolezza, con un rispetto costante per ciò che è CULTURA.
E questa non è "cultura popolare", ma è ciarpame.
Vorrei riportare, per concludere e riallacciarmi al problema di Cosa Nostra, delle stragi e della corruzione dilagante (in questo caso non solo morale), uno stralcio di un'intervista a Amy Gutmann in tema, appunto, di politica e corruzione e dei mezzi per contrastarla:
"(...) L'elemento più comune che porta un politico alla corruzione è la convinzione che riuscirà a farla franca, non solo nel senso che non verrà scoperto, ma anche in quello di pensare che i cittadini comuni non riusciranno mai a capire veramente cosa sia la politica.
L'educazione democratica è il miglior antidoto che abbiamo contro questa forma di corruzione, che si nutre di due elementi.
Il primo è la visione dall'alto, dalla posizione dei leader politici, da cui il cittadino comune non appare abbastanza intelligente, o interessato alla propria società democratica, da riuscire a esercitare un controllo sui suoi rappresentanti.
Il secondo è ciò che io chiamo l'apatia dei cittadini, cioè la sensazione provata da questi ultimi che gli uomini politici siano in ogni caso incontrollabili, che non ci sia nulla che i cittadini possano dire, o fare, per impedire ai politici di fare ciò che vogliono.
È proprio questa la ricetta per la corruzione: l'arroganza da una parte e l'apatia dall'altra.
(...) Il migliore, l'unico antidoto sia all'apatia e all'arroganza, quindi, è la comprensione, la conoscenza, lo studio."
Buon lunedì!

domenica 19 luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

Venerdì 17... A quanti di questi giorni siamo sopravvisuti? ;-)
Bene, mi si prospetta un week end intenso.
Domani, dopo più di 7 mesi, vado dal parrucchiere! Appuntamente sempre temuto e rimandato da quando ho perso, qualche anno fa, la mia parrucchiera del cuore, l'unica che mi faceva sempre, esattamente l'acconciatura che desideravo, che mi immaginavo.
Prima delle ferie però una spuntatina rinforzante è d'obbligo!
Poi Domenica manifestazione in ricordo della strage di Via D'Amelio. Speriamo solo non piova!
Se il tempo dovesse reggere Sabato sera si potrebbe anche andare in piazza a vedere "Quarto Potere" di Wells..
Vedremo!

Ieri avrei dovuto/voluto scrivere qualcosa in merito alla lettera di Napolitano che accompagna la sua firma alla legge sicurezza.
Ma ero piuttosto indignata ed incazzata.
Scrivere 5 pagine di dubbi ed incertezze in merito ad un decreto che poi, però, si firma mi pare davvero il massimo dell'incoerenza.
Sempre per restare in tema, vi lascio questo commento tratto dal sito Censurati.it:
Il 2 luglio è diventato legge dello Stato Italiano il decreto "che porterà molta sofferenza". Al culmine di un ciclo di degrado e barbarie, che dura ormai da oltre un decennio, si è definitivamente stabilito che lo Stato Italiano considera parte dell'umanità schiavi da sfruttare e violentare. Una decisione che dovrebbe soffocare, chiudere con un pugno lo stomaco, ogni coscienza civile, democratica, pacifista, amica della nonviolenza e dell'umanità. Ma il quadro sociale e civile nel quale è accaduto, rende tutto ancora più grave. Esattamente come nel primo ventennio si è radicato un razzismo "in doppio petto" perbenista e ipocrita.
Poche ore prima della definitiva approvazione del decreto sofferenza, un migrante è stato selvaggiamente picchiato a Roma. La squadraccia colpiva urlando "noi facciamo solo la volontà del governo".
Il giorno successivo, alla periferia di Roma, è avvenuto l'ennesimo stupro. Rapide indagini degli inquirenti hanno portato a dimostrare che il criminale è autore di almeno altri 2 stupri e diversi altri sono attribuibili a lui. Dopo una settimana di indagini viene arrestato un ragioniere di Roma, apparente tranquillo borghese di provincia.
Nessun rom, nessun rumeno, nessun marocchino o senegalese da additare al pubblico disprezzo e ai tribunali mass mediatici.
E, infatti, si è squarciato ancora una volta il velo dell'ipocrisia della macchina del consenso mediatico.
Ricordate lo stupro di San Valentino? Ricordate i fotografi e i giornalisti che, già al momento dell'arresto, erano pronti a sbattere i mostri in prima pagina? Poche settimane dopo abbiamo scoperto che i due accusati erano totalmente estranei ai fatti. Ma, intanto, per settimane i loro volti sono apparsi sui giornali e sulle tv, corredati dalle peggiori infamie.
Dopo l'arresto dello stupratore seriale nulla. Nessun Calderoli ha agitato la bandiera della castrazione chimica, nessun giornalista si è fatto trovare all'arrivo dell'arrestato pronto a sbattere il mostro nella prima pagina del giorno dopo o del telegiornale serale, nessun politico ha proposto decreti anti-stupri.
Quest'Italia, che ha mandato i suoi figli in tutti i continenti, che per decenni è stata base di partenza dell'emigrazione, è in realtà un Paese profondamente razzista, nell'animo e nel cuore. Le violenze contro i migranti, la reclusione in lager come i CIE, la violazione sistematica di ogni elementare diritto umano, non colpiscono l'emotività della 'brava gente'. E non si venga a dire che è colpa della televisione! Perché, davanti ad un caso come quello appena descritto, la televisione la si spegne. E, nessuno, diciamo le cose come stanno, crede veramente e totalmente alla televisione e ai giornali. Ci si crede quando conviene, quando fa comodo.
Il decreto del 2 giugno, quest'offesa al diritto e alla coscienza umana, arriva in quest'Italia. Molte sono le reazioni della società civile e delle associazioni impegnate a fianco dei migranti, in difesa dei loro diritti e alla conquista della società multietnica tanto disprezzata da Berlusconi.
Pax Christi , che nell'omertà e nei distinguo del Vaticano e delle sue gerarche, si è fatta profetica voce dell'indignazione cattolica, ha definito il decreto un'offesa e una bestemmia contraria al Vangelo.
Il Centro di ricerca per la Pace di Viterbo , del sempre straordinariamente generoso Peppe Sini, propone di scrivere al Presidente della Repubblica, per chiedergli di non approvare un atto palesemente incostituzionale e contrario al diritto.
Moltissimi (a partire dall'ARCI e dalla stessa Pax Christi, così come molti medici già stanno facendo) propongono la disobbedienza civile contro le norme del decreto.
Ma non basta trasgredire alcune norme. La disobbedienza civile dev'essere molto più forte e generalizzata. Non possiamo accettare di resistere ad una sola norma. Perché sono anni che, in realtà, stanno introducendo nella legge italiana norme discriminatorie, violente e razziste. E il razzismo, come scrivevamo prima, sta penetrando nell'animo degli Italiani.
Dobbiamo avere il coraggio di boicottare qualsiasi veicolo del razzismo, di essere disposti nelle piazze, nei locali pubblici, nelle case, nelle nostre famiglie, parrocchie, partiti e associazioni a dire no a qualsiasi parola, pensiero, comportamento che possa, anche solo lontanamente, lasciare spazio al razzismo. Quanti bravi cristiani, quanti militanti del PD, quanti tranquilli borghesi in doppiopetto in realtà pensano che i CIE siano necessari.
Dobbiamo avere il coraggio di gridare NO, di non lasciare spazio.
In nessun ambito della vita sociale.

A lunedì..Buon week end!

giovedì 16 luglio 2009

Ancora su eroi ed eroine

Come altre personalità di coraggio, Natalia Estemirova osava scrivere ciò che il Cremlino non vuole sentire circa le continue violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito di Mosca nei teatri di guerra del Caucaso. Di recente stava lavorando sulla raccolta di materiali e prove circa un’”esecuzione arbitraria che ha irritato le autorità filorusse” (come riportato dal Corriere della Sera). Insomma, un “caso estremamente sensibile” circa la violazione dei diritti umani in Cecenia da parte dei russi. Roba scottante, per cui all’ombra del Cremlino si paga con la vita.
Come Anna Politkovskaja e molti altri.

Come Anna, Natalia ieri è stata uccisa.

mercoledì 15 luglio 2009

Memorandum

Nell'interrogatorio quotidiano, che mi pongo quando la mattina cerco notizie nella rete, sulla mia responsabilità civile, sul mio contributo alla lotta contro ciò che avvelena il Mondo (e sono moltissime cose), mi trovo spesso ad imbattermi in personaggi forti che hanno segnato la storia, ma che non vengono mai studiati a scuola.
C'è un buco nero, dopo la seconda guerra mondiale, nella memoria di moltissimi ragazzi.La Storia noiosa, la Storia sconosciuta del secondo Novecento, quella dietro l'angolo che il poco tempo dedicato alla materia, nasconde sotto una polvere spessa.
Un avvocato civilista, esperto in liquidazioni coatte amministrative, scriveva in una lettera alla moglie:

"(...) Ricordi i giorni dell'Umi (Unione Monarchica Italiana (n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito."

Fare politica non in nome di un partito, ma per lo Stato, per la Popolazione. Fare politica attraverso il proprio lavoro ed il proprio impegno.
L'avvocato in questione era Giorgio Ambrosoli. E' stato ucciso da un killer venuto apposta dall'America che, prima di sparargli, si è scusato."Mi scusi, signor Ambrosoli".
"(...) Ambrosoli (...) era stato nominato commissario liquidatore della Banca Privata, controllata da Michele Sindona, della quale nel 1974 era stata dichiarata l'insolvenza, e cioè il fallimento.
Sindona, fino ad allora, era il più potente banchiere privato italiano e il massimo esponente della così detta “finanza cattolica”.
Ambrosoli, giovane professionista (era nato a Milano il 17 ottobre 1933), di convinzione monarchica e liberale, impegnato a fare cultura più che politica, aveva il compito di ricostruire i motivi del fallimento e di recuperare il denaro distratto da Sindona.
Nella lettera testamento del 25 febbraio 1975 indirizzata alla moglie Annalori, che la troverà dopo la morte del marito fra le sue carte, Ambrosoli scrive di essersi trovato così, di colpo, a “fare politica per conto dello Stato e non di un partito”; ad impedire che ricadessero sui cittadini le passività delle banche di Sindona.
Quando il suo lavoro cominciò a dare frutti, e venne acquisita alla liquidazione la holding estera che controllava l’impero societario di Sindona, iniziarono le intimidazioni, che divennero continue; le voci anonime che telefonicamente minacciavano Ambrosoli parlavano di dettagli conosciuti soltanto da chi aveva con lui stretti rapporti proprio riguardo alla liquidazione della banca.
Procedevano intanto anche le manovre politiche a protezione di Sindona; per indurre la giustizia americana a non estradare il banchiere personaggi di rilievo, tra cui il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma, sottoscrissero “affidavit” a sostegno dell’imputato, affermando che era vittima di una persecuzione politica pilotata dalla sinistra.
Amborosoli però non si piegò. Sulla paura prevalse il rispetto della propria libertà, libertà di essere coerente con se stesso, di non farsi condizionare da altri, di assolvere nell’interesse di tutti il proprio mandato.
Poichè Sindona era fallito anche in America, e i magistrati di New York si trasferirono in Italia per saperne di più sui suoi metodi, sulle sue malefatte italiane. Assunsero, per giorni la lunga testimonianza di Ambrosoli, che metteva a nudo le responsabilità di Sindona.
Ambrosoli venne ucciso la notte precedente alla sottoscrizione formale delle sue dichiarazioni.

(...) Come mai esiste una convinzione così diffusa e radicata secondo la quale c'è sì la regola. ma la vita è comunque un'altra cosa rispetto alla regola?"
(Da Archivio900, Gherardo Colombo, 24/02/2006)
Soprattutto l'ultima, amara, considerazione di Colombo colpisce.
A pochi giorni dal ricordo di un altro eroe, pensavo fosse importante ricordare anche l'Avv. Ambrosoli, perchè di modelli simili bisogenerebbe parlare molto di più. Sicuramente più di Michael Jackson e della sua morte, più degli ex "Gieffini", più dell'ultimo calciatore acquistato e dei suoi amori estivi.
Vi ricordo anche che, in occasione di questo anniversario, il fratello di Paolo, Salvatore Borsellino, ha organizzato la manifestazione "Agenda Rossa":
"(...) Palermo, il 18 e il 19 luglio, sarà letteralmente invasa da persone pacifiche armate di pericolosissime agende rosse.
Rosse come il sangue che ancora macchia quei palazzi, rosse come il cuore grande delle famiglie della scorta di Paolo, rosse come non diventarono mai le guance di chi quell'agenda l'asportò illegittimamente, ripulì la borsa e poi la rimise a posto. Rosse come l'agenda rossa. Pagine che potevano far crollare la prima, la seconda e la terza repubblica. E che ora giacciono in qualche caveau come arma di ricatto puntata alla testa di chissà chi. Salvatore Borsellino ha chiesto all'Italia di stargli accanto quando presidierà Via D'Amelio per ricordare Paolo assieme ai suoi giovani, ai tanti siciliani e non che sono cresciuti ispirandosi al giudice buono. (...)"
Per chi volesse, sono previste manifestazioni anche qui a Milano, sempre Domenica 19 luglio 2009 dalle 16 alle 19 in via Dante, e a Venezia con una manifestazione/corteo organizzata dall'associazione GrilliVenezia in collaborazione con i meetup del Veneto.
Un presidio anche a Lecco, dalle ore 16.00, in Piazza XX Settembre.

martedì 14 luglio 2009

lunedì 13 luglio 2009

Libertà di parola

Domani, come molti altri blogger, sul mio blog si farà silenzio.
Il primo sciopero dei bloggers italiani infatti è previsto per domani, per protestare contro "l’estensione dell’obbligo di rettifica contenuto nella vecchia legge sulla stampa (art. 8 della legge n.47 dell’8 febbraio 1948) entro 48 ore per tutti i gestori di «siti informatici» di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato in Rete."
"(...) Non dar corso alla richiesta di rettifica per tempo potrebbe costare caro - una sanzione da 7,5 a 12,5 mila euro - a chiunque possa rientrare nella generica definizione di gestore di «sito informatico». «Ve l’immaginate se il sistema giudiziario italiano fosse impegnato a dar retta a milioni di querele per i milioni di conversazioni che si svolgono 24 ore su 24 su tutti i siti Internet, trattandoli alla stessa stregua delle testate giornalistiche registrate con tanto di direttore responsabile? Tanto vale pubblicare un cartello online con la scritta: “Internet chiusa per rettifica”» è il commento che si rincorre nella blogosfera italiana."
(La Stampa)

A corollario di questa protesta, trovo utile riproporre un articolo di Umberto Eco apparso sull' Espresso, in merito alla libertà di stampa di questi tempi:
"Sarà il pessimismo della tarda età, sarà la lucidità che l'età porta con sé, ma provo una certa esitazione, frammista a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della libertà di stampa. Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo 'robuste' non c'è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.
Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l'interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?
Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell'impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale - e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest'uomo aveva detto: "Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l'Italia, forse quest'Uomo troverà il modo di rimettere un po' d'ordine". Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l'energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l'indulgenza e la rilassatezza di quell'onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).
E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio - la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.
Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de 'L'espresso' se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?
Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all'epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell'antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l'onore dell'Università e in definitiva l'onore del Paese.
Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.
Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto."

(Umberto Eco, L' Espresso, 09-07-2009)

venerdì 10 luglio 2009

Sviluppo (?)

Con 154 voti favorevoli, 1 solo contrario e 1 solo astenuto (Pd e Idv hanno abbandonato l’aula nel tentatvio vano ) il Ddl Sviluppo è divenuto legge.
Questa decisione, presa in spregio al referendum popolare del 1987, viene presa senza una consapevolezza adeguata dell’opinione pubblica circa la portata delle decisioni e delle sue conseguenze.
Alla fine degli anni 80, in pieno clima post Černobyl', il popolo italiano esprimeva la il suo parere con picchi dell'80% a favore dell'abbandono di questa tecnologia.
80%: quasi impensabile viste le ultime percentuali ai vari referendum.
Come si può, oggi, ignorare questa volontà così forte di allora? COME MINIMO mi aspettavo un nuovo referendum, o quanto meno un minimo di informazione alla popolazione, che vada al di là di slogan propagandistici!
(dal sito Oltre la coltre)
"(...) Come da abitudine le sedute di approvazioni di decreti e disegni di legge avviene in periodi che definire particolari si passa per ingenui. Durante l’estate, prima delle ferie natalizie, durante polveroni mediatici o notizie dal mondo che attraggono l’interesse pubblico. Questa volta è toccato al G8. Mentre i media di regime propagandano senza tregua sul vertice dei “grandi”, il Senato in gran silenzio, a banchi semi-vuoti tramuta in legge il Ddl sulla sviluppo, passato alle cronache nell’autunno scorso come il ddl Nucleare."
"Sono innumerevoli i punti qualificanti del ddl Scajola: il ritorno del nucleare, l’arrivo della Class Action, la liberarizzazione delle Ferrovie e degli Aereoporti etc. (...) Firmatari dello scempio oltre al sopracitato Claudio Scajola abbiamo: Tremonti, Alfano, Sacconi, Brunetta e Calderoli. Un impasto di politichese che non porterà a nulla di buono."
"Il punto più dolente è rappresentato certamente dalla voglia di nucleare manifestata del Governo Berlusconi che in questo ddl si palesa in toto. Il governo potrà pilotare l’Italia nel ritorno al nucleare. Avrà sei mesi di tempo per localizzare i siti degli impianti, potrà definire i criteri per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, dovrà individuare le misure compensative per le popolazioni che saranno interessate dalle nuove strutture. Per la costruzione di centrali, è noto, saranno necessari anni, ma l’iter sarà velocizzato. Viene poi creata una agenzia per la sicurezza del nucleare."
Secondo la nuova legge "il Governo, potrà scegliere dei siti dove costruire impianti nucleari e siti di stoccaggio rifiuti tossici, dove più desidera, in barba alla popolazione che sarà piegata a questo volere anche tramite le forze dell’ordine e/o l’esercito. Ed in barba anche al referendum dell’87 in cui la netta maggioranza degli italiani si era espressa contraria all’uso dell’energia nucleare sul nostro territorio."
"(...) E’ previsto inoltre in base all’articolo 29 (”Agenzia per la sicurezza nucleare“) la sostituzione dell’ENEA, ovvero l’ente per le nuove ricerche, l’energia e l’ambiente, con l’ENEs, agenzia nazionale per le nuove tecnologia, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Capo dell’ambaradan sarà il ministro dello sviluppo economico Scajola (noto per la sua ampia conoscenza sull’atomo, sic!). Secondo il governo oligarchico il nucleare è da compararsi ad un forma di sviluppo sostenibile. Siamo messi bene. Vorrei ricordare che lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo che non mette a repentaglio il futuro delle generazioni prossime, con politiche inquinanti e contro natura. E Dio ci perdoni, visto il piano smaltimento rifiuti del nostro governo che, prevede discarche e termovalorizzatori a macchia di leopardo su tutto il territorio, non osa pensare che futuro avranno i nostri posteri, circondanti da rifiuti tossici e scorie radioattive.
Il fatto grave, ancora una volta, è che il governo continua a legiferare per maggioranza, senza tastare umori e malumori della popolazione. Chi protesta è considerato un nemico, dopo aver messo a tacere la flebile opposizione politica sono pronti a fare lo stesso con il già interporito gregge italiota. La militarizzazione della provincia de L’Aquila è stato il banco di prova per la prossima militarizzazione del paese. In questi giorni si è parlato tanto del colpo di Stato militare in Honduras e non riusciamo a vedere che nel nostro giardino sfilano uomini in mimetica pronti a bastonarci a ogni belato fuori coro."

Ed in merito alle scorie:
"Eppure le scorie (anche quelle vecchie) sono tuttora un problema irrisolto, nel mondo.
Eppure l’Agenzia che dovrebbe garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente è inadeguata alle esigenze. Se l’Agenzia italiana delineate nel ddl viene paragonata alla consorella francese, che pure lavora all’interno di una logica nuclearista, c’è da mettersi le mani nei capelli.
Eppure le Regioni dovrebbero avere voce in capitolo (art. 117 della Costituzione) e tante hanno già detto no.
Eppure le popolazioni e gli Enti locali dovrebbero poter dire la loro opinione, farla valere, mentre il ddl del Governo militarizza tutto e taglia le procedure con la scusa della sicurezza. Perfino alla magistratura amministrativa vengono messi vincoli pesanti. Una sentenza sulle scorie radioattive come quella del TAR del Piemonte a favore delle popolazioni in futuro non sarà più possibile.
Almeno ci fosse convenienza economica. Non è così. Smentiscono la convenienza economica studi internazionali (ad es MIT), autorevoli scienziati che ricordano che l’uranio finirà più o meno come il petrolio, salvo fare prima formidabili balzi nei costi.

Il principio di precauzione dovrebbe consigliare a tutti prudenza e scegliere invece di investire nelle energie rinnovabili, basta ricordare che nel solare l’Italia ha una modesta percentuale della Germania, che ha meno sole di noi, e che altri paesi hanno in programma investimenti enormi nel settore delle rinnovabili, che portano innovazione e occupazione qualificata."

Dal sito di Arianna Editrice si legge ancora:
"L'energia nucleare origina nel suo ciclo produttivo rifiuti che generalmente vengono chiamati scorie. La creazione dei rifiuti nucleari comincia nelle miniere d'uranio, prosegue nei centri di arricchimento e si conclude nelle centrali elettronucleari e negli impianti nucleari militari. Durante questo percorso vengono prodotti rifiuti nucleari che hanno la caratteristica di essere sempre altamente tossici: ci sono le scorie al plutonio, combustibili irradiati delle centrali nucleari estremamente pericolosi e destinati a restare attivi per migliaia di anni, e scorie "meno" pericolose che dimezzano la loro radioattività, e quindi il rischio, nel giro di pochi anni. Gli effetti di questi materiali sono noti: una irradiazione provocata da materiale contaminato può causare lo sviluppo di tumori o la nascita di bambini malformati. Com'è noto la malattia può svilupparsi anche parecchi anni dopo e colpisce a caso: nessuno può prevedere chi fra gli irraggiati verrà colpito né quando verrà colpito. Ma, a parte qualche caso sporadico, la scienza ammette l'estrema pericolosità delle scorie nucleari.
tre possibili soluzioni:
1) Confinamento a grandi profondità: è presentata come "la" soluzione al problema. In realtà il seppellimento solleva molteplici questioni: come sarà possibile garantire che i bidoni in cui verrebbero conservate le scorie resistano per così tanto tempo e non sversino all'esterno il loro terrificante contenuto? Come evitare i rischi d'intrusione umana? Chi può garantire la stabilità del sottosuolo per migliaia di anni?
2) Condizionamento e deposito di lunga durata in gallerie costruite in superficie dove le scorie dovrebbero rimanere, al massimo, per 300 anni. Si tratterebbe di depositi "temporanei": la soluzione del problema sarebbe rinviata ai nostri discendenti!
3) Separazione e trasmutazione: poiché è impossibile neutralizzare la radioattività si sta studiando la possibilità di "trasmutare" una parte degli elementi radioattivi in atomi stabili dalla vita più corta. Si tratterebbe di un procedimento complesso, proposto agli inizi degli anni '90 dall'americano Bowman e da Carlo Rubbia, che però rischia di creare, a sua volta, rifiuti pericolosi. Queste ricerche vengono considerate da molti scienziati come semplici ma costose curiosità di laboratorio!
È sconcertante constatare che a più di mezzo secolo dal lancio del nucleare civile nessuno sa come risolvere il problema della messa in sicurezza dei rifiuti nucleari. Se non ci fossero pressanti interessi economici e militari basterebbe solo questa considerazione per scartare l'ipotesi nucleare. E invece..."


E a chi mi dice che siamo arretrati e che è da ipocriti comprare energia nucleare dalla Francia dico che in effetti io smantellerei proprio tutte le centrali, non solo le nostre. E investirei in altre forme di energia. Ripetono che non sono abbastanza, ma il sospetto che non sia abbastanza il tornaconto c'è sempre.
Come mai esistono, a livello sperimentale, così tante possibilità di soluzioni alternative, ecosostenibili, e si decide sistematicamente di non percorrere tale strada?
Perchè non veniamo informati? Perchè non veniamo interpellati??
La sensazione che tutto venga deciso alle nostre spalle, su temi così scottanti mi ricorda tanto i soliti film catastrofici dove la popolazione ignara, carne da macello, attende, senza nulla sospettare, d'essere annientata, mentre i grandi della Terra si parano il culo.

giovedì 9 luglio 2009

Zeitgeist

"...Faranno fatica a crederci...
Coloro che hanno preso l'autorità per la verità,
piuttosto che la verità per autorità."
La citazione si riferisce ad un commento al "web movie" (un film distribuito in rete) Zeitgeist.
Al di là dell'interesse o meno per quest'opera (che, per quanto controversa e contestata, potrebbe essere interessante vedere), mi ha colpita molto questa frase poichè la trovo assai attuale.
Come faccio spesso, per capire meglio certi concetti, sono andata a cercarmi le definizioni dei termini in questione. Tali spiegazioni gettano un' ulteriore, nuova, luce su quanto sopraccitato.
"Con il termine autorità (dal latino auctoritas, da augeo, accrescere) si intende quell'insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano in modo volontario per realizzare determinati scopi comuni.
Spesso è usato come sinonimo di potere, ma in realtà i due termini afferiscono ad accezioni diverse. Il "potere" si riferisce all'abilità nel raggiungere determinati scopi mentre il concetto di "autorità" comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare quel potere
."
(fonte: Wikipedia)
"(...) Nella storia della nostra civiltà, nella storia dell'Occidente, la verità ha avito il compito di essere un "rimedio". Platone diceva ai giovani che bisogna cominciare a fare filosofia intorno ai trent'anni. Perché? Perché i giovani devono ancora imparare a vivere e a soffrire. Il giovane è l'essere umano che soffre poco. Ci rendiamo quindi conto che il dolore è il dato in relazione al quale prendiamo ogni decisione.
Porre, come ha fatto l'Occidente, la verità in relazione al dolore, non è riduttivo. Che la verità abbia avuto il compito di salvare dal dolore non è affatto riduttivo! Però il senso che la verità può avere non si deve ridurre al senso che la verità ha avuto nella cultura occidentale
(...) Quindi, innanzi tutto, pensiamo all'evocazione compiuta dai Greci: la verità come l'assolutamente innegabile, ma innegabile in modo tale che né cambiamento di epoche, né mutazione di cultura, né uomini, né Dei la possono cambiare. Neanche un Dio onnipotente può cambiare il contenuto della verità(...)"
Non amo tirare conclusioni, ma credo siano ottimi spunti di riflessione... ^_^

mercoledì 8 luglio 2009

U2 (I love Bono Vox)

Ancora un po' assonnata, non più abituata a tirare l'una di notte, eccomi qui a raccontar del concerto di ieri.
Nonostante si paventasse pioggia, non è caduta mezza goccia ed è andato tutto per il meglio.
Siamo arrivati belli rilassati, in moto, poco prima che iniziassero a suonare gli Snow Patrol, i supporter degli U2. Devo dire che ho scoperto di conoscere almeno 2 o 3 loro canzoni e mi sono davvero piaciuti tanto che penso andrò a cercare qualche loro CD. Suono pulito, voce limpida: iniziamo bene! ^_^
Siamo parecchio in alto, terzo anello rosso significa davvero piccionaia, e all'inizio soffro un po' di vertigini con tanto di vago senso di nausea. Per fortuna mi abituo presto e mi godo il concerto.
Bono&Co fanno il loro ingresso, un po' sottotono devo dire, intorno alle 21.20.
Attaccano, già lo sapevo, coi brani del nuovo album che non conosco.
Purtroppo il non sapere i testi aggiunto al fatto che non abbiano spento le luci su di noi e che quasi nessuno si sia alzato in piedi, mi hanno tolto un po' di piacere ed adrenalina.
Non c'è niente da fare: i concerti a San Siro si devono seguire solo dal prato!
Almeno mi godo la strabiliante scenografia che è sicuramente la più spettacolare che abbia mai visto in un live e da sola vale metà biglietto (se lo avessi pagato..ahahaha!).
La scaletta prevede:
Breathe
No Line on the Horizon
Get on your boots
Magnificent
Beautiful day
I Still Haven’t Found what i’m looking for
Angel of Harlem/man in the mirror/don’t stop ’til you get enough
Party girl
In a little while
Unknown Caller
The Unforgettable Fire
City Of Blinding lights
Vertigo
I’ll Go Crazy If I don’t Go Crazy Tonight
Sunday Bloody Sunday
Pride (In the Name of love)
MLK
Walk On
------
discorso di Desmond Tutu
where the streets have no name
one
--------
Ultra violet (Light My Way)
With or without you
Moment of Surrender

I momenti migliori ci sono con I Still Haven't Found What I'm Looking For che sfuma in Stand By Me di Ben E. King e con il rif di "Where the streets have no name".
Dopo una amichevole girata al nostro presidente del Consiglio che sa più di lieve scappellotto che reale denuncia (ma forse è meglio così: i toni devono essere pacati in quest'atmosfera gioiosa), Bono dedica a Silvio "One".
Ecco: BONO DEDICA A SILVIO ONE.
Io ancora non l'ho digerita, lo confesso!
Il concerto termina in perfetto orario, date le solite polemiche del circondario su decibel e durata dei concerti e all'unca siamo a casa.
La mia personale stagione musicale estiva si chiude qui. Prossimo appuntamento a fine settembre, all'Arena di Verona, per il mio Liga.
Soddisfatta comunque d'esser stata fra i settantasettemila fan presenti ieri sera a San Siro, anche solo per poter dire di aver cantato all'unisono con quel bell'omino di Bono, "With or without you".
^_^

martedì 7 luglio 2009

Fantozzi

Forse non dovevo pavoneggiarmi troppo. Concertone degli U2 in programma stasera e mega nubifragio su Milano. Anzichè i canonici 20 minuti per raggiungere l'ufficio, ne ho impiegati 45, facendomela quasi tutta a piedi e bagnandomi sin sopra le ginocchia.
Mezzi paralizzati, tempi di attesa medi sui 20 minuti. Ovviamente abbiamo in programma di andare allo Stadio in moto..e siamo senza attrezzatura antipioggia.
Mi sento un tantino sfigata.
Certo, c'è chi sta peggio...tipo la mia collega che è là davanti già da ore...ma un po' lo skazzo si fa sentire anche per me.

Veniamo ai miei soliti spunti di riflessione.
Tempo fa avevo annunciato l'acquisto de "I nuovi mostri" di Beha ed avevo altresì promesso una recensione quanto prima.
Non ho ancora terminato la lettura, ma vorrei condividere ugualmente con voi alcuni passaggi interessanti.
Il libro di per sè è abbastanza fazioso ed il suo stile un po' provocatorio, a tratti incazzato.
Ora, questo è comprensibile, ma io amo più i toni pacati, lo ammetto. Comunque è una lettura interessante che consiglio vivamente.
In particolare mi hanno colpita queste due citazioni:
"(…) Un privilegio di cui nessuna persona vivente gode: la libertà di parola. Chi è in vita non ne è del tutto privo (..) ma dato che lo possiede solo come vuota formalità e sa di non poterne fare uso, non possiamo considerarlo un effettivo possesso. (…) la libertà di parola è formalmente permessa, ma di fatto proibita.”
Mark Twain
Più che mai attuale, anche alla luce delle nuove norme bavaglio che vengono approvate nell'indifferenza dei più.

Scriveva invece Hans-Georg Gadamer nel 1994 in un'intervista sull’Espresso:
“(...) Non siamo più lettori, ma spettatori universali (...)”
“(...) La mia paura più forte è che l’attuale processo di esplosione delle immagini porti alla tomba il nostro bene più grande: la democrazia. Temo che sia la democrazia la forma di civiltà destinata a soccombere. (…) Il pluralismo delle immagini controllato dalla nuova élite crea di fatto l’assoluta omogeneizzazione sociale e culturale: non ce ne siamo accorti, ma viviamo ormai in piena oligarchia.”
Beha è più preciso nell'individuare tali sistemi in “oligarchie mediatiche" contraddistinte da "uniformità sociale, schiavismo televisivo ed élite dei media.”
Nasce quindi anche una nuova forma di intellettuale: “L’Intellettuale di massa: è il sistema mediatico (…) a figurare ormai sulla scena come corpo solo, come un Intellettuale Collettivo, come un Portavoce complessivamente Unico ( o almeno Uniformato) di quella ragione in coma (…).”
E, a mio avviso, ci riallacciamo al bispensiero di Orwelliana memoria:
« [...] Raccontare deliberatamente menzogne ed allo stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall'oblio per tutto il tempo che serva, negare l'esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile. [...] »
Ditemi voi se 1984 non vi suona spaventosamente familiare...

lunedì 6 luglio 2009

Domenica

Famiglia contadina (Sacra Famiglia) Animali
Questi 2 splendidi quadri sono di Pavel Filonov. Ieri siamo stati alla mostra a Villa Olmo sulle avanguardie russe ed ho capito alcune cose.
Prima di tutto che Chagall, la cui forza cromatica era l'unico dettaglio che mi era rimasto impresso della mostra a Martigny di 2 anni fa, è ancor più incisivo nei disegni a china.
Kandinkij poi, che non annovero fra i miei preferiti, è capace di rigettare sè stesso nei quadri, con una forza vibrante nei colori che non può non colpire.
Ho ormai capito che i quadri "astratti", o comunque delle varie avanguardie, non possono essere visti solo attraverso le loro riproduzioni, ma necessariamente dal vivo per poter percepire la loro potenza espressiva.
Filonov è il più "sfigato" dei vari artisti in mostra, ma anche quello che più di tutti mi ha colpita.
I suoi quadri sono quasi organici, i suoi colori inaspettati.
Ne "il banchetto dei Re" i rossi vivi rimangono subito impressi, catturano l'occhio, spostano l'attenzione.
Avvicinandosi alle sue tele si scoprono interi mondi...
(Bestie)

Questo grandissimo artista è morto di fame, in solitudine, poichè incapace di scendere a compromessi, tanto da rifiutare ogni forma di aiuto e sostegno. Un duro e puro insomma, dall'immenso talento.

Beh, primo giro in moto finalmente effettuato. Oggi a malapena riesco a stare seduta dal mal di schiena lancinante! Le mani poi sono gonfie e rosse, intoccabili quasi.
La simpatica farmacista cui ho chiesto se poteva darmi qualcosa per lenire il dolore mi ha così risposto: "posso darle un consiglio: cambi fidanzato!".
Così mi arrangio con antidolorifici e cerottoni all'arnica..
Comunque il Lago di Como è veramente una meraviglia. Il senso estetico ed il gusto che si respira in ogni villa e giardino, in ogni chiesetta di pietra, quasi commuovono. Ci credo che Clooney si sia innamorato!!

venerdì 3 luglio 2009

tirandosela..

E' venuto il momento di pavoneggiarmi.
Allora, vediamo un po' se vi dice qualcosa questo disegno:
Se brancolate nel buio vi darò un altro aiutino, giusto per contestualizzare il tutto:
Ebbene sì: sono fra i fortunati che assisteranno al concerto di Bono&Soci il prossimo martedì.
In realtà il vero motivo di pavoneggiamento è il costo del biglietto: AGGRATISSSS.
Una collega di papà gli ha gentilmente ceduto 2 biglietti e così, sarà anche un terzo anello/piccionaia, ma vedrò gli U2 live senza sborsare un centesimo.
Son soddisfazioni.
Tempo permettendo poi, domenica si va sul lago di Como, a villa Olmi, per la mostra su Chagall, Kandinsky, Malevic e Filonov: non vedo l'ora! Dovrebbe essere anche la prima sortita motociclistica della stagione. Pensare che l'anno scorso abbiamo preso la 2 ruote per la prima volta il 25 Aprile! Beh, speriamo di farcela..
E ho pure scoperto, con sommo gaudio e tripudio, che in autunno è prevista una mostra su uno dei miei pittori preferiti, Hopper! Non ho mai visto i suoi quadri dal vivo e sono veramente curiosa.
Direi ce questo è quanto. A tutti auguro un bupn week end!

giovedì 2 luglio 2009

Finelmente riesco a caricare le mie ultime creazioni! Dopo tanti post politicizzati/indignati/fitti fitti, ecco un post leggero ^_^
Non so se vi ricordate questa collana:
Ho pensato di farci gli orecchini abbinati...
li potete venedere anche nel mio post di qualche giorno fa sull'Isola Bella
Questi sono lavorati "wire", anche loro assai semplici
Idem questi violetti/argento fatti con maglie sfuseSegue un mio esperimento mooolto casuale di segnalibro.
Il davanti:
ed il retro..sull' "articolo delle lucciole" di Pasolini ;-)

E questo è quanto!

mercoledì 1 luglio 2009

Diritto all'oblìo

"Il generale Rafael Videla, capo della giunta militare che governò l’Argentina tra il 1976 e il 1981, amava ripetere che “la memoria è sovversiva”. Il senso della frase è che niente che possa nuocere al Potere va ricordato.
In un’ottica opposta, Roberto Scarpinato, magistrato antimafia della procura di Palermo, dice che “la memoria è come un indice puntato contro i crimini del Potere”.
Carolina Lussana, leghista, ha avanzato questa (pdf) proposta di legge:
“Onorevoli colleghi la presente proposta di legge è finalizzata a riconoscere ai cittadini, già sottoposti al processo penale, il cosiddetto diritto all’oblio, su Internet cioè la garanzia che decorso un certo lasso temporale le informazioni, immagini e i dati riguardanti i propri trascorsi giudiziari, non siano più direttamente attingibili da chiunque. Prima della nascita di Internet – qui si improvvisa storica – l’eco delle vicende giudiziarie di una persona imputata in un processo penale, finiva per esaurirsi in tempi accettabili - già, la gente si dimenticava, siamo il paese degli smemorati, siamo il paese dove i giornali invece di ricordare chi sono gli inquisiti che tornano etc., etc., stanno zitti, siamo il paese dove Dall'Urti viene intervistato come bibliofilo anziché come pregiudicato per false fatture, frode fiscale e condannato in primo grado per mafia, quindi quando non c’era Internet, era meraviglioso, bastava controllare la carta stampata o affidarsi alla smemoratezza della carta stampata, televisione sempre stata nelle mani dei partiti."
"(...) Il diritto all’oblio* non vale, secondo la Lussana, per i condannati all’ergastolo, per genocidio, per terrorismo internazionale, o per strage, per quelli possiamo ancora raccontarla… perché? Perché in Parlamento ancora gente che abbia commesso genocidi, atti di terrorismo internazionale o strage non ne abbiamo e quindi stanno tranquilli da quel punto… hanno escluso i pochi reati che non sono rappresentati in Parlamento in questo momento (...) è chi ha esercitato cariche pubbliche anche elettive, abbiamo diritto a sapere le condanne che hanno avuto, ma solo in caso di condanna per reati commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, allorché sussista un meritevole interesse pubblico alla conoscenza dei fatti, si mettono dei limiti persino quando il funzionario pubblico ha commesso reati nell’esercizio delle sue funzioni, anche lì bisogna vedere se c’è o non c’è l’interesse pubblico, si apre cioè alla discrezionalità(...).
(...) Berlusconi non viene processato, da anni ormai, quasi mai per reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni, anzi per quelli, tipo i voli di Stato, tipo il caso della Saintjust con l’accusa di avere mobbizzato l’ex marito dell’annunciatrice con cui lui aveva una relazione, tipo il caso Saccà dove lui era accusato di avere fatto mercimonio di posti e di ruoli a RAI fiction per sistemare le sue ragazze con l’allora direttore di RAI fiction, l’inchiesta sulla compravendita dei senatori, con l’accusa di avere tentato di corromperne alcuni perché passassero dal centro-sinistra al centro-destra, tutte queste indagini che configuravano un abuso dei suoi poteri nell’esercizio delle sue funzioni, sono state già archiviate e quindi i processi che rimangono, il processo Mills, il processo sui diritti Mediaset, sono tutti processi che riguardano Berlusconi come privato cittadino, come privato imprenditore, non come pubblico funzionario o incaricato di pubblico servizio. Sono i reati che sono coperti dal lodo Alfano, quelli estranei all’esercizio delle funzioni pubbliche, perché? Perché per l’esercizio delle funzioni di Premier il lodo Alfano non copre le 5 alte cariche dello Stato. Proprio per i reati che non sono commessi nell’esercizio delle funzioni pubbliche, c’è il diritto all’oblio e quindi i motori di ricerca, stando a quello che ci spiega la Lussana non potranno e neanche i siti, neanche i blog, più parlare dei processi e delle eventuali conclusioni delle indagini a carico di Berlusconi, dopo 3 anni dalla sentenza irrevocabile per la condanna per una contravvenzione, per un reato minore, dopo 5 anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per un delitto, se la pena inflitta è inferiore ai 5 anni di reclusione, quindi il 95% delle pene in Italia è inferiore a 5 anni. Quindi praticamente dopo 5 anni dall’irrogazione di una pena inferiore ai 5 anni noi non potremo più leggere nulla non solo sui giornali, ma neanche su Internet e poi si va avanti con delle altre scadenze assolutamente più lunghe ma che riguardano reati di una gravità tale che non sono quelli comunemente commessi dalle classi dirigenti, non perché non siano gravi, ma perché di solito le pene con cui sono puniti sono molto basse. "
Marco travaglio
*"Molto sinteticamente, il diritto all’oblìo, creato da quella giurisprudenza degli anni ’70, attentissima ai diritti della persona, che lo collocò tra i diritti inviolabili di cui all’art. 2 Cost., è il diritto di ognuno a non vedere riproposti al pubblico fatti propri che in passato furono oggetto di cronaca. (...) Una tutela sacrosanta. Ma che, per ovvi motivi, riguarda il “cittadino X”, il tossicodipendente che per procurarsi la dose rapinò la bottega, o l’anonimo funzionario che si fece corrompere per coprire un abuso edilizio. Non certo il politico di lungo corso, quello il cui rapporto con la collettività perdura nel tempo e che sarà sempre attenzionato dall’opinione pubblica, anche per ciò che riguarda il passato."
Non ho molto da aggiungere di mio. Sono sempre stata convinta che la Storia sia una materia purtroppo ben poco conosciuta (e mi metto anch'io nel mazzo) e che la memoria storica fosse un importantissimo anticorpo (seppur assolutamente non sufficiente) per evitare di ripetere i medesimi errori, o quanto meno, riconoscere in tempo un certo, inevitabile, andamento delle cose. E penso anche che chi fa della cosa pubblica il suo mestiere debba essere pronto ad assumersi determinate responsabilità e a render conto della sua condotta con gli elettori.
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