venerdì 30 ottobre 2009

Morale

Riporto dal sito di Malvino sul caso Marrazzo:

“A me piacciono i trans – avrebbe dovuto dire – e ogni tanto, quando mi va, vado a letto con uno di loro”. Pagandolo? “Non sono contro la prostituzione – avrebbe dovuto dire – e penso che ciascuno sia libero di vendere il proprio corpo, se è maggiorenne e non vi è costretto”.
Ma andare a letto con un trans… “Non consento ad alcuno di giudicare i miei gusti sessuali – avrebbe dovuto dire – e tanto meno di criminalizzarli, perché vado a letto con individui maggiorenni e consenzienti. Fatti miei, è il mio privato”.
E allora perché venircelo a raccontare? “Perché non mi ritengo ricattabile – avrebbe dovuto dire – e oggi mi hanno chiesto del denaro in cambio del silenzio su quanto ho qui rivelato”.
Piero Marrazzo non l’ha fatto: si è ritenuto ricattabile e ha pagato i suoi ricattatori.


Mi domando se in Italia qualcuno avrebbe davvero il coraggio di fare un tale outing.
Certo, se sei sull'orlo di un precipizio e sai che in un modo o nell'altro ti troverai nella, cosiddetta, merda, è forse il caso di capire in che modo sia il caso di affondarvici.
Le dichiarazioni fantasiosamente proposte da Malvino sarebbero quelle di un uomo di grande coraggio capace di assumersi le proprie responsabilità e di rivendicare il diritto di fare scelte opinabili, ma personali e quindi che non hanno a che fare con l'esercizio della sua professione.
Certo, la morale cristiana su cui siamo sintonizzati ci avrebbe, alla meglio, fatto storcere il naso ed alla peggio disgustati, ma almeno si sarebbe dimostrato che ancora in Italia, i politici non sono ricattabili per i loro (molteplici) vizietti.
La vita privata degli uomini pubblici è faccenda spinosa, ma chi decide di porsi sotto i riflettori dovrebbe avere l'intelligenza di capire che la sua persona sarà comunque soggetta al giudizio della gente e che la sua condotta dovrà risultare QUANTO MENO decorosa.
Perchè invece è così difficile capirlo?
Capire che non ci si può permettere di fare sempre i proprio porci comodi se si decide di rappresentare altre persone o un intero Paese?
E qui non si tratta della morale cattolica, che pure ha impedito, a mio avviso, a Marrazzo di fare le dichiarazioni sopra auspicate, ma di un senso del decoro e dell'impegno civile che non esiste più.
Qui faccio sì di tutta l'erba un fascio perchè, che si parli di destra o sinistra, gli scheletri negli armadi saltano fuori ovunque. Mi fa rabbia vedere come però siano diverse le reazioni. Come, appunto, Marrazzo venga giustamente messo alla gogna per la faccenda del ricatto, e si senta in dovere di ritirarsi e ne esca distrutto, e come invece Berlusconi sia ancora lì, bello sorridente, nonostante processi, scandali e figuracce planetarie.
Non chiedo super uomini senza debolezze, ma almeno persone capaci di ricoprire il loro ruolo pubblico e politico con decoro e credibilità, con passione e convinzione e non per tornaconto personale o per brama di potere.

giovedì 29 ottobre 2009

contrattacco

Questa settimana è stranamente dedicata alla vita mondana a casa LaEly-Freghino.
Martedì siamo usciti entrambi coi rispettivi amici, stasera siamo a cena da suo padre e domani con una coppia di miei amici. Il week end invece io me ne andrò nel parmense con la family e lui a strafogarsi di taragna&Co. su nelle valli bergamasche.
Wow. Per dire che poi il mese prossimo ce ne staremo schisci a casa probabilmente.
Comunque.
Stasera a casa dei parenti ci sarà ovviamente anche la mia micro cognata di 4 anni che ha già sviluppato innegabili abilità da wrestler consumata ed ogni volta è in grado di ridurmi in briciole tirandomi capelli, saltandomi sulla pancia (rigorosamente dopo mangiato) e via discorrendo.
Ma stasera ho intenzione di partire subito all'attacco e non appena si mostreranno segni di ostilità giocosa nei miei riguardi sfodererò i fogli da colorare con Pimpi, il suo personaggio preferito!
Devo dire che lo psichedelico maiale (che poi a me non pare proprio un porcellino!) non è certo fra i miei preferiti. Il mio personaggio prediletto infatti è Hi-Ho, lo sfigatissimo e spesso depresso asinello cui devono attaccare la coda.
Mi ha sempre fatto grande tenerezza.
E allora diciamo che, più o meno, nelle mie intenzioni, la serata dovrebbe concludersi metaforicamente così:
Speriamo!!! ^_^

mercoledì 28 ottobre 2009

Oggi sono stanca e senza forze causa nottata insonne con zanzare rompiballe e levataccia dell'uomo alle 5 di mattina che mi ha dato il colpo di grazia impedendomi di riaddormentarmi.
Se son stata fortunata insomma ho dormito, male, 4 orette.
Per cui zero voglia di far andare il cervello.
Avrei voluto parlarvi di molte cose, citarvi articoli, testi e canzoni, ma niente, oggi non va.
Per esempio: ho ascoltato 4 volte E non finisce mica il cielo di Mia Martini stamattina. Ripetutamente.
E' che mi sono resa conto che sto perdendo un po' del mio innato romanticismo patetico che alimentavo in vario modo, ma, credo, soprattutto leggendo molti romanzi.
Leggere romanzi, anzichè saggi, mi rendeva più "narrativa", mi faceva osservare la realtà raccontandomela nella mia testa.
Salivo sul tram e facevo caso ai profumi delle persone, al modo in cui erano vestiti. Mi immaginavo storie di grandi amori, di tragedie, o di vita semplice.
Oggi leggo più che altro quotidiani e saggi e mi rendo conto che divento solo più incazzata.

Meglio chiudere con una buona notizia.
Io sono, da sempre, amante della fotografia. Non posso definirmi appassionata perchè non ho mai coltivato la cosa, ma mi diverte moltissimo scattare foto, tanto che in vacanza me ne rimango in memoria almeno un 300 o 400. Per una settimana di ferie.
In particolare, comunque, impazzivo per la polaroid.
Mi piace ancora guardare le vecchie foto della mia famiglia, adoravo sventolare le foto appena scattate e osservare la magia dell'immagine che appare, sempre più nitida.
Una piccola "emozione da camera oscura" insomma.
Pare che l'anno prossimo rientreranno in commercio le pellicole e potremo tornare a giocare con le vecchie macchine.
Non vedo l'ora!!
intanto mi son divertita a "polaroidizzare" un po' delle mie foto digitali..giusto per riprenderci gusto...

2007
Spagna 2008
Bellagio, una meravigliosa giornata di Novembre del 2006
Sestri Levante, 2005
Corsica 2009, verso Bonifacio, in moto
Corsica, Porto, 2009
Forlanini, 2008
Prima tirata in moto a Lucerna nel 2007
Corsica, Cargèse, 2009

Che meraviglioso effetto vintage!! ^_^

martedì 27 ottobre 2009

UP

Come promesso eccomi a parlare dell'ultima fatica Pixar/Disney: UP.
Appena visto il trailer, mesi fa, avevo entusiasticamente espresso il mio desiderio di andarlo a vedere e così sabato, muniti dei nostri occhialini 3D, siamo andati.
Devo dire che non amo molto questa tecnologia, la trovo superflua, ma in tutta Milano non ho trovato un solo cinema che non proiettasse nelle 3 dimensioni e mi sono arresa. Pagare 9 euro però mi pare decisamente troppo.
Le danze si aprono con l'ennesimo geniale, tenerissimo, corto: "Parzialmente nuvoloso".
L'onomatopeica storia di una nuvola "crea cuccioli" e della sua cicogna, costretta al trasporto di bestie varie non propriamente amichevoli.
Ammetto che l'avevo già visto e rivisto su youtube, ma anche al cinema mi ha commossa e divertita.
Questi corti valgono sempre più, da soli, l'ingresso al cinema!
Veniamo ad UP.
Le sequenze iniziali sono la parte migliore a mio avviso. Si narra l'incontro fra Carl, il protagonista, ed Ellie, la bambina che diventerà sua moglie.
Legati dall'amore per l'avventura trascorreranno una serena e felice vita insieme.
Seguiamo la loro storia, raccontata solo con immagini e musica, senza patetismi, ma in un lungo flashback di gioie e dolori che li vedrà invecchiare insieme sino all'inevitabile e triste epilogo dell'esistenza umana.
Ellie muore e Carl, vecchio e solo, rimane coi suoi ricordi ed i suoi sogni irrealizzati nella loro amata casa, assediato da un imponente cantiere che minaccia la sua abitazione.
Costretto ad inventarsi un modo per sfuggire decide, letteralmente, di volare via.
Le sequenze del volo liberatorio che spezza le catene ed i legami sono sicuramente fra le migliori ed è impossibile non sentirsi partecipi o non ricordarsi quando, da piccoli, si sognava ugualmente di volare via attaccati a dei palloncini colorati.
Da questo momento in poi però il film diventa la classica avventura fracassona che ricorda i viaggi di Jules Verne ed i suoi mondi perduti, ma che non racconta nulla di nuovo e non riesce ad evitare scivoloni didascalici.
Il giocattolone diverte, certo, ma non raccontatemi la favola del cartone per adulti.
I personaggi sono simpatici, in primis Carl, il vecchietto simil Spencer Tracy, e il cane imbranato Dug dotato di parola. Russel, il bimbo volenteroso e iper agitato (ma è di origini nipponiche, tra l'altro? Gli occhi vagamente a mandorla darebbero da pensare ad un tentativo di politically correct sulla scia della nuova principessa disneyana in arrivo a natale) è forse il personaggio meno riuscito e più legato a vecchi cliché.
Russel, Dug e Carl
Spencer Tracy
In tutto ciò qualcuno ha azzardato l'impossibile paragone col Maestro Miyazaki per la poesia e per il fatto che UP sarebbe un prodotto più adatto ai grandi.
Anche Miyazaki, si sa, per esempio ama moltissimo il volo ed in quasi tutti i suoi film esiste almeno una scena aerea.
Eppure la poesia del genio nipponico è qualcosa di più elaborato che pervade ogni singola scena e che si fa filosofia. C'è poesia nei suoi disegni...
E c'è l'immensa forza immaginifica dei suoi mondi dove tutto è possibile, dove non esiste giusto o sbagliato e dove le vecchiette fanno fatica a fare le scale e non saltano a destra e a manca su dirigibili o case volanti.

Siamo su mondi totalmente differenti, me ne rendo conto, ma UP è ancora un prodotto costruito a tavolino, pensato per incontrare il gusto di grandi e piccini comunque in un'ottica di incassi che non trovo nella sensibilità di Miyazaki.
Anche il rapporto con la vecchiaia in realtà in UP non esiste perchè sfido chiunque a dire che Carl è un normale vecchietto acciaccato mentre trascina la sua casa volante o regge il peso dei suoi amici sospesi nel vuoto.
Insomma, mi aspettavo qualcosa di più che un normalissimo cartone "carino" e continuo a rimanere una fan sfegatata invece del mio amatissimo Miyazaki (s'era capito, eh?!).

lunedì 26 ottobre 2009

F. Bacon - Autoritratto

Non posso non rispondere al lungo ed arguto commento di Veggie al mio precedente post.
L'autoritratto di Bacon, uno die mie artisti preferiti, mi pareva calzante nel rappresentare le ombre e le luci di una personalità sfuggente, ma dai colori decisi.
Sono 2 le questioni che vorrei analizzare:

- "c’è poi così tanta differenza tra l’andare a sciorinare balle in giro e il costruirsi una vita sul web?"
Lo scarto fra essenza ed apparenza, presentazione e rappresentazione, finzione, verosimiglianza e realtà sono temi troppo ampi che in questa sede sarebbe impossibile affrontare.
C'è di vero che le maschere pirandelliane credo le conosciamo ed applichiamo tutti e comunque è assai difficile essere sempre del tutto sinceri e trasparenti; il vivere sociale, del resto, sarebbe un vero inferno altrimenti, sia per noi che per chi ci circonda.
Il web però è qualcosa di più poichè manca la materia, ossia la gestualità, l'espressione, il tono della voce. E allora possiamo essere chiunque e, anzi, qualsiasi cosa.
Perchè sul web non esistiamo finchè non lo decidiamo noi. Poi, ciò che può essere della nostra identità in tale mondo, è un altro discorso, certo, ma l'idea di plasmarci, di edulcorare i nostri difetti, è troppo allettante per non tentare.
Il problema è che, come dice Veggie, prima o poi la realtà esige il conto e spesso siamo noi a non sostenere l'altro noi stessi che abbiamo creato. E c'è chi ha vere crisi d'identità, chi scoppia, chi scompare.
Perchè alla fine, come scrivevo nel lontano 2005, "(...) Siamo sempre restituiti a noi stessi, un'immagine, un riflesso spietato e crudele che non trasfigura il nostro dolore".
Inventarsi altre identità è un gioco di lontana memoria, ma che chiede sempre il conto.
E allora fra vita reale mascherata e vita virtuale costruita forse non c'è alcuna differenza, salvo il contatto con l'altro..che spesso può salvare.

- "(...) Una pistola, come FB, come un blog… sono solo oggetti. Un qualcosa d’intransitivo. Un qualcosa che di per sé è privo di connotazione positiva/negativa. Siamo noi che decidiamo che uso farne."
Il libero arbitrio è forse la più grande follia di Dio. Quando penso all'amore del Dio cristiano, alla sua portata immensa, penso a questo: solo chi ci ha amati di un amore cieco e folle, totale, poteva accordare all'Uomo un tale dono.
Direi che su questo comunque siamo tutti d'accordo: usare l'intelligenza è sempre la scelta migliore. Promuovere, ad esempio, tolleranza anzichè razzismo ed odio la trovo la scelta più giusta.
E non essere strumentalizzati da ciò che usiamo o, addirittura, da ciò che creiamo, è una lezione da imparare. E, a ben guardare, doveva pensarci anche il Dio di cui sopra.... ;-)


PS: domani vi parlo di UP, promesso!

venerdì 23 ottobre 2009

Facebook è un oggetto strano.
E' realtà (virtuale) dei nostri tempi, è indispensabile per alcune persone che conosco, è un passatempo per altri ed una opportunità, anche lavorativa, per altri ancora.
Io credo fermamente che internet sia una risorsa ed un mezzo e come tale vada utilizzato. Questo significa semplicemente che bisogna avere criterio quando ci si approccia alla Rete, che non si deve mai confondere col Reale e bisogna imparare ad usarla e non ad esserne schiavi.
Trovo faccialibro divertente e comodo. Mi piace essere aggiornata quasi in tempo reale sulle vite dei miei amici, anche e soprattutto di quelli lontani (ne ho in Spagna, Inghilterra, Australia e USA). Mi piace condividere le mie foto (con le dovute restrizioni) e vedere quelle degli altri, scoprire cose nuove su di loro e così via.
Sono anche iscritta ad alcuni gruppi, alcuni seri, altri più faceti.
Tra i miei preferiti, per esempio, al momento c'è quello "io amo i miei addominali, infatti li proteggo con la panza", con annessa foto di maialino pancia in sù dall'aria soddisfatta.
Ovviamente essendo internet uno spazio "libero" capita che sorgano ogni giorno migliaia di gruppi spontanei più o meno condivisibili ed accettabili.
Il gurppo "uccidiamo Berlusconi" è ovviamente uno di quelli inaccettabili. Almeno così dovrebbe a livello teorico.
Intendiamoci: augurare la morte o, peggio ancora, incitare all'omicidio di qualcuno non è ammissibile, soprattutto perchè lo squilibrato di turno è sempre dietro l'angolo, appure capisco anche il "diritto alla cazzata" rivendicato dall'amministratore del gruppo incriminato.
Di aggregazioni simili su facebook se ne contano a centinaia però.
Esempi?

SCUNNIAMO TRAVAGLIO!!!
gambizziamo quel bugiardo impostore comunista di merda??????


Gruppo Anti Travaglio

Andrei in galera!!!! Si sarei FELICE di andare in galera pur di averlo tra le mie mani per un'ora!!!!!!!!!!!


sopprimiamo Franceschini!!!!


E questi sono solo alcuni che ho trovato in una prima, sommaria, ricerca. Inutile dire che anche numerose star o starlette cinematografiche sono prese di mira.
Eppure pochi prendono realmente sul serio questo fenomeno.
E' un po' come quando si auguravano morti atroci a certi professori o si scherzava sul fatto di, almeno, tagliar loro le gomme dell'auto.
Erano, appunto, cazzate sparate da dei ragazzini.
Quello che cambia è il contesto ed il bacino d'utenza, me ne rendo conto.
Però, a questo punto bisognerebbe eliminare davvero tutti i gruppi schierati in opposizione a qualcosa e lasciare solo gruppi "pro" insomma.
Chissà, magari ci farebbe anche bene!
La verità è che non so nemmeno io che dire.
Di svitati in giro ce ne sono parecchi e FORSE questo genere di cose può realmente costituire un problema, ma allora bisogna andare a monte: non si tratta di condannare Facebook, quanto la cultura carente dei fruitori del servizio.
A me, se devo dirla tutta, spaventano di più gruppi di questo tipo: "ONORE E GLORIA A TE MIO AMATISSIMO DUCE!"
Ma del resto, una persona iscritta al terroristico gruppo "NON VORRESTI COLPIRE IL GATTINO VIRGOLA CON UNA MAZZA DA GOLF?" forse deve solo stare zitta!! ;-)

giovedì 22 ottobre 2009

Foto da Flickr
Ieri sera ho chiamato mia nonna. Ha 80 e passa anni, fa avanti ed indietro dall'Emilia dove c'è la casa di famiglia, gli orti e i campi e torna in città il mercoledì. Perchè giovedì va a ginnastica.
Dice sempre che se si dovesse fermare sarebbe la fine, quindi VA, sempre, in un moto perpetuo che forse io ho conosciuto solo da bambina.
E' un carroarmato mia nonna, una di quelle donne che hanno sofferto, che hanno cresciuto i figli da sole, col marito lontano per lavoro prima, e per vocazione campagnola poi.
E' lei che ci ha cresciuti, forse più che i miei genitori stessi.
Ancora, quando mi abbraccia ci mette una forza straordinaria e riesce a mozzarmi il respiro.
E' una donna che legge tanto, soprattutto romanzi storici. Non si ricorda sempre tutto e si arrabbia quando la memoria fa cilecca, ma è vispa, intelligente e curiosa.
Le piacciono il cinema ed il teatro e vorrebbe tanto prendere l'aereo almeno una volta in vita sua.
Dovremmo pensarci noi nipoti., è vero..ha sicuramente meno paura lei di volare che la sottoscritta!
Ne ho due di nonne, in verità, e voglio bene ad entrambe, ma nonna Gianna è il mio modello, è la persona che più stimo al mondo credo.
Ieri sera l'ho chiamata per disdire la cena di domani. Era appena tornata dal lungo viaggio in corriera e treno che affronta praticamente ogni settimana e si sentiva che era stanca.
Ho dovuto posticipare la cena perchè, purtroppo, la nonna del mio Luca è venuta a mancare, e mentre le dicevo che non potevamo vederci proprio per quel motivo, mi sentivo quasi in colpa perchè pensavo a quant'è fragile la vita ed inaspettata, e a quanto avrei invece voluto essere con lei domani, stare insieme a lei.
I miei nonni se ne sono andati anni fa dopo lunghe malattie che li hanno consumati. Le mie nonne sono le rocce, sono l'essenza della donna che voglio essere.
E spero lo sappiano, nel profondo del cuore.
Questo post è per tutti i nonni quindi, per quelli che ci hanno cresciuto e viziato, che ci hanno trasmesso la loro esperienza, le loro conoscenze ed il loro infinito amore.
Questo post è anche una preghiera per chi non c'è più ed un abbraccio silenzioso per chi soffre.
A tutti i nonni e le nonne del mondo io dico GRAZIE.

In memoria.

mercoledì 21 ottobre 2009

A cosa serve Facebook

Cambiare posto al cuore con il cervello. Impara a pensare con il cuore e ad amare con la testa. Pensare con il cuore ti costringe ad agire con amore. E ogni cosa da amare facendolo con la testa, ti... costringe ad amare nel modo giusto. Amare con la testa non vuol dire essere razionali, ma vuol dire coltivare un'educazione al sentimento che non satà mai distruttivo.
Fabio Volo

Fra le tante opzioni inutili di Faccialibro c'è "Parla con...", ossia una raccolta di ipse dixit che ti vengono elargiti random ogni volta che vuoi usufruire dell'applicazione.
Puoi consultare Fabio Volo, Luciana Littizzetto..un genio del mio ex liceo ha creato l'applicazione per parlare persino con la nostra storica prof. di latino!
La frase qui sopra me l'ha suggerita stamattina "Parla con..Fabio Volo", ma ammetto che le migliori sono quelle della Maionchi: possono davvero risolverti la giornata!

martedì 20 ottobre 2009

Vitamina C

Di nuovo in ufficio. Ieri mi sono riempita, come mi ripete sempre mia nonna, di vitamina C sotto forma di 8 arance opportunamente spremute e mela verde perchè una-mela-al-giorno-toglie-il-medico-di-torno. Aggiungeteci TachifluDec come se piovesse e suffumigi all'eucalipto ed eccomi di nuovo nel (quasi) pieno delle forze!
Ne ho approfittato per perlinare un po' ed ecco la mia collana "Eye of the tiger":
Adoro questa pietra, anche se è un po' scura...
Devo dire che sono soddisfatta! Ho anche tentato di dormire un po', ma ogni due per tre i miei rumurosissimi vicini tenevano un comizio sul pianerottolo e son riuscita a riposare solo un'oretta.
In ogni caso mi sento molto meglio e spero di riprendermi del tutto a breve.
Appena riprendo possesso anche delle mie facoltà mentali magari faccio uno dei miei post non eli-centrici, lo giuro!

lunedì 19 ottobre 2009

Cosazza inutile

Ebbe sì, oggi sono proprio conciata come una cosazza inutile.
Tosse, raffreddore e gli occhi che lacrimano: uno spettacolo penoso. I colleghi mi evitano manco avessi la peste ed uno, gentilmente, mi ha invitata ad andare a casa per non appestare nessuno!
In effetti il week end mi ha un po' provata.
Sabato mattina siamo andati a vedere un nuovo appartamento, molto vicino ai miei, e moooolto conciato. Per quel prezzo non lo venderanno mai mi sa.
Comunque la ricerca continua.
Poi di corsa a cercare la carta ed il bigliettino per il regalo di mia cognata e per mia mamma.
Tra una cosa e l'altra mi son seduta sul divano a tirare il fiato all'una.
Pomeriggio dedicato ai festeggiamenti della sorella di Luca, appunto, ed i suoi 18 anni.
I commenti dei non più giovani invitati erano sempre gli stessi..."ah, cosa non darei per tornare indietro: beata te!". Lo sguardo torvo della festeggiata ci ricordava che l'adolescenza è un casino immane e potevamo anche stare zitti.
I miei 18 anni li ho festeggiati come sempre in famiglia, senza clamori, un compleanno come un altro insomma e devo dire che in effetti, a parte la patente, non è che fosse cambiato qualcosa nella mia vita. Sempre a mezzanotte dovevo rincasare e la regola "se esci sabato la domenica te ne stai in casa" non era certo passata di moda con la maggiore età!
L'unica cosa positiva, lo ammetto, era il potermi firmare le giustificazioni!! ;-)
Tra i festeggiamenti e la visita agli amici di Luca, siamo rincasati alle 23, piuttosto cotti.
Domenica mattina, con sprezzo del pericolo (e del freddo), sono andata all'Hobby Show, ma devo dire che son rimasta un po' delusa. Sono riuscita a comprare i materiali per il regalo a mia mamma (una collane stupenda a cui, mannaggia, non ho fatto la foto) e poco altro.
Tornata a casa ho creato la collana di cui sopra e sono crollata sul divano in evidente stato febbricitante e con un mal di testa da gara.
Dopo pranzo aspirina e stato vegetativo sino alle cinque e mezza.
La sera siamo andati a recuperare i miei in stazione. Dovevamo portarli in una trattoria piacentina a mangiare il gnocco fritto, ma la stordita di turno (la sottoscritta) ha pensato bene di prenotare nel ristorante sbagliato e così abbiamo trovato chiuso!
Non sono totalmente rinco eh, capiamoci: è una catena con due ristoranti a Milano ed io ho chiamato quello dall'altra parte della città...
Così solita pizza nel solito posto, ma i genitori hanno comunque apprezzato.
E che invidia sentire loro raccontare della trasferta romana e mio fratello dei suoi 10 giorni in Andalusia!! Io non mi muovo da Milano da un mese ormai...
Ed eccomi qui, lunedì mattina in ufficio con una voce baritonale, il raffreddore e gli occhi che mi bruciano a manetta.
Mi sa che a mezzodì me ne torno a casa davvero...

venerdì 16 ottobre 2009



Ecco, stamattina avrei tanto, ma tanto voluto rimanere a letto, sotto il mio bel cuscino, al calduccio.
A ronfare....



Anche perchè, non so da voi, ma qui ormai vado al lavoro coi pinguini dal freddo che fa!!



Insomma, come avrete intuito..zero voglia di fare alcunchè. E meno male che è venerdì!
Programmi per il week end?
Intanto domani si va a vedere una nuova casa nel verde del mio amatissimo vecchio quartiere.
Poi domani sera festeggio la mia neodiciottenne cognata e domenica la mia mammina che torna da Roma e portiamo fuori a cena!
Insomma, sarò un po' in girotrottola, ma spero di riuscire anche a riposarmi un po' perchè ne ho bisogno.


Auguro a tutti un buon week end quindi!

PS: sì, il dilagare di immagini vuole riempire il vuoto pneumatico di idee e parole di questo post inutile.
...e sì, amo molto il maialino della prima GIF

giovedì 15 ottobre 2009

sul diverso

Bombardati da notizie il cui filo conduttore è sempre l'emergenza, per una volta vorrei proporre i risultati di una ricerca della Caritas pubblicata su Peacereporter:

"Secondo una ricerca condotta da Caritas-Migrantes e dall'Agenzia Redattore sociale, l'affermazioni se secondo cui gli immigrati sarebbero portatori di maggiore criminalità è falsa. I dati parlano chiaro: il loro tasso di criminalità è solo leggermente superiore a quello degli italiani (1,3 per cento contro 0.75 per cento) ed è addirittura inferiore se si considerano solo le persone con più di 40 anni.
Dal rapporto si evince inoltre che la condizione di irregolarità è quella che porta a commettere crimini: il 70-80 per cento dei denunciati è infatti irregolare. Ancora si noti che il reato più commesso in assoluto tra gli immigrati (87,2 per cento) è proprio il reato di clandestinità!
Questo va a confermare quanto i dati forniti all'opinione pubblica debbano essere analizzati a un livello più profondo e che le cifre che spesso vengono brandite come prova nei salotti televisivi, in realtà non sono altro che illusioni statistiche. I numeri vanno interpretati!
Oltre al tipo di crimine, bisogna guardare anche la composizione del mondo eterogeneo che si vuole semplificare con la parola "immigrati". E' pacifico che la criminalità aumenta nelle fasce più povere della società, quindi non si dovrebbe confrontare gli immigrati col totale della popolazione italiana, ma con quella fascia di italiani che per condizioni economico-sociali- educative si trovano in situazioni simili. E' la povertà e l' irregolarità a portare al degrado, non la provenienza. Questo, a sua volta dà maggior visibilità agli immigrati e li fa percepire come una minaccia, da qui la paura della gente, che a sua volta provoca maggior emarginazione. Un circolo vizioso che in nessuna fase si basa su dati concreti."

Qualsiasi persona di buon senso può arrivare a dire che l'immigrazione incontrollata ed irregolare fomenta situazioni di degrado e criminalità, ma l'odio indiscriminato, la paura per il diverso, il razzismo, non possono nè devono essere la risposta di un Paese civile.

mercoledì 14 ottobre 2009

Comunista

Oggi voglio rubare le parole a MissKappa perchè le sottoscrivo una ad una e perchè voglio cercare una definizione in cui ritrovarmi:

"Dichiararsi comunista oggi
Il comunismo odierno nulla ha a che fare con lo stalinismo, o con il togliattismo, o, come dite voi piccoli borghesi benpensanti, o, peggio ancora, individui non pensanti, con l' essere contro il Paese e volerlo distruggere a tutti i costi, solo perchè non riusciamo ad essere uguali a Berlusconi. (...) Essere comunisti oggi è una questione universale, è volare alto, è mettere al centro di tutto la dignità dell' essere umano. Di tutti gli esseri umani, anche di chi non ha lavoro, di chi ha avuto la casa distrutta, di chi fugge dalle guerre, di chi ha gusti sessuali non convenzionali, di chi, ancora bambino, è costretto a lavori usuranti in tutto il mondo, di chi per problemi fisici non potrà mai lavorare. E così via, sino ad arrivare all' ultimo degli ultimi. Questo è essere comunisti oggi: guardare in faccia la realtà, non credere alle bugie di chi ci governa, avere il coraggio di combattere in prima persona, anche se si è soli di fronte a ciò che sembra insormontabile.
Un vero comunista, convinto di ciò, non ha mai amato la Russia di Stalin come, allo stesso modo, non ha mai amato il Cile di Pinochet."

martedì 13 ottobre 2009

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che .

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual'e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri de Luca
Da Opera sull'acqua e altre poesie, Einaudi, 2002

Sul City di oggi la domanda rivolta ai lettori mi lascia perplessa:
"Dopo la storia di Saana, ora un italiano tenta di sgozzare la figlia perché la ragazza ha una storia con un albanese. Ma allora il problema sono i padri o l’Islam?"
Ovviamente spero ardentemente in un intento provocatorio e nulla più, perchè mi pare palese che sia un problema di ignoranza.
Perchè queste cose sono possibili in contesti dove nulla ha valore, dove le persone sono considerate alla stregua di oggetti, dove manca la capacità di dialogo ed ascolto. E tutto ciò è figlio dell'ignoranza, e non ha un volto, e non ha una connotazione religiosa o etnica.
Bisognerebbe reimparare il valore delle cose, come scrive De Luca, bisognerebbe combattere il razzismo in ogni forma, soprattutto in quelle quotidiane, subdole e socialmente tollerate.

lunedì 12 ottobre 2009

2011

Beh, alla fine di tutto quello che volevamo fare..non abbiamo fatto nulla.
Sabato mattina intanto siamo andati e vedere la nostra prima casa! Troppo bello!! Oddìo, la casa in sè un po' buietta, eh, ma comunque bello iniziare a cercare, ad immaginare e sognare un futuro insieme sempre più concreto. ^_^
Nel pomeriggio in compenso parevo affetta la narcolessia: mi addormentavo ovunque! Dopo la partitella a tennis mi sono un po' ripresa, ma abbiamo comunque preferito restarcene tranquilli a casa e alle dieci stavo già dormendo della grossa.
Domenica mattina niente cinema: il freghino deve lavorare ed io sono fermamente decisa a stare un po' con lui a costo di mettermi a stirare mentre lui scrive sul pc.
Il pomeriggio invece avevo pensato di andare a Bergamo, ad una fiera per hobbisti, ma Luca, a sorpresa, mi propone Sposidea e decido di assecondarlo anche perchè mi fa piacere sentirlo propositivo.
E così eccoci, con un anticipo mostruoso contando anche che non abbiamo una data se non un fumoso 2011, alla nostra prima fiera per sposi.
Inutile dire che come mio solito mi dimostro un mezzo disastro in queste faccende e, anzichè fermarmi ogni 5 secondi a guardare o a chiedere informazioni, passo come un razzo da uno stand all'altro riempiendomi di depliants e snobbando vestiti principeschi e composizioni da giungla amazzonica. A dirla tutta ho trovato un solo vestito degno di nota e mi sono un po' più soffermata sui vari fotografi e sulle splendide macchine d'epoca, ma più per un mio amore per fotografia ed auto che per reale interesse ai servizi proposti.
Luca ad un certo punto se n'è anche uscito con un "è il sogno di ogni uomo venire a questo tipo di fiere con un altro uomo", tanto per sottolineare la mia lacunosa femminilità!
Vabbeh, raga, ecce eli!
Tanto c'è tempo ancora ed era inutile stancarci troppo; che poi, ridendo e scherzando, per girarla tutta ci abbiamo messo comunque un'ora.
In ogni caso mi sono divertita e qualche idea in più l'ho scovata e messa da parte.
Da brava romantica infatti sogno il giorno perfetto e da maniaca dell'organizzazione partire con tanto anticipo mi dà un caloroso senso di sicurezza.
Ci siamo poi diretti a Bergamo per una visitina e la cena a base di casoncelli e polenta taragna..mmmmmmmmm...!!!!
Pieni come zampogne ce ne siamo tornati a casa e siamo crollati quasi subito stanchi, ma felici.

venerdì 9 ottobre 2009

Beh, intanto confermo che la decisione di non andare in montagna è stata saggia, dato che questa è la situazione di stamattina a Sils:
La cosa dovrebbe risollevarmi il morale, ma a dirla tutta sto ancora accusando un po' il colpo da mancata trasferta.
Ieri sera almeno mi son rimessa a perlinare un po'.
Avevo da parte da un po' dei belissimi bottoni di madreperla viola e ho partorito questi orecchini:
I primi non sono niente di che, ma i secondi mi piacciono da morire!!! ^_^
Il week end si prevede uggioso, ma almeno vado alla mia seconda lezione di tennis e poi, chissà, magari trascino Luca a Creattiva, a Bergamo, per cercare qualche nuova perlina o ispirazioni diverse. Abbiamo in ballo anche la mostra sulla Scapigliatura..insomma: di alternative alle scarpinate montane ne abbiamo!
Spero solo che questo venerdì passi presto e senza stress..
Buon week end a tutti!

giovedì 8 ottobre 2009

Ieri sera un istintivo e liberatorio moto di gioia non me l'ha tolto nessuno.
Non si è stappato lo champagne, ma la ola che abbiamo fatto a casa coi miei è bastata.
Perchè la cosa triste è che quasi non ci credevamo: come se ci volessero davvero 48h di consulta per capire che se l'articolo della nostra Costituzione dice che la legge è uguale per tutti il Lodo Alfano era incostituzionale.
Cosa cambia? Nulla ovviamente. Le accuse a carico di Berlusconi nel processo Mills cadranno in prescrizione, forse potrà essere invece processato regolarmente per il Lodo Mondadori. Si spera.
Però un po' di ottimismo è tornato, quella sensazione che non siamo circondati da gente pronta solo a chinar la testa.
Sconcertano le dichiarazioni di PDL&Co. che blaterano contro i soliti giudici di sinistra politicizzati, i comici cattivi che sbeffeggiano sua Emittenza, addirittura Napolitano che "si sa da che parte sta", ma che quel Lodo l'aveva ben firmato e il solito Bossi che ha paura che gli levino l'osso e tuona che se si ferma il federalismo farà la guerra (mi sa che fare la comparsa in Barbarossa l'ha un po' messo su di giri).
No comment và.

mercoledì 7 ottobre 2009

Ucronìa

La Camera di Consiglio dei giudici costituzionali è ancora in seduta.
Il Lodo Alfano sotto giudizio, il fiato di chi, come me, si aspetta una dignitosa giustizia resta sospeso.
Orwell ci gravita intorno.
I fantasiosi avvocati di Berlusconi se ne escono con una dichiarazione gioiello: "la legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione".
Manipolazione pura, ardito gioco di parole quasi sublime se decontestualizzato.
Fosse letteratura la cosa non sarebbe spaventosa insomma.
Riprendo dal sito omonimo la definizione di "bispensiero":

George Orwell adoperò la parola “bispensiero” nel suo romanzo intitolato “1984”, dando questa definizione di tale neologismo:
Bispensiero sta a significare la capacità di condividere simultaneamente due opinioni palesemente contraddittorie e di accettarle entrambe: ad esempio, ‘credere che la democrazia è impossibile e che il Partito è il custode della democrazia. (…) mediante l’esercizio del bispensiero [un individuo] riesce nel contempo a persuadere sè stesso che la realtà non è violata. (…) Spacciare deliberate menzogne e credervi con purità di cuore”.

1984 è un romanzo che fa paura, che inquieta e sconvolge (mia madre non è mai riuscita a finirlo!), che parla di noi oltre ogni immaginazione.
Non so come finirà questa ennesima porcata (chiamiamola col suo nome), ma so che siamo già là, nella fantascienza ucronica di quella che credevamo solo una dimensione parallela.

martedì 6 ottobre 2009

Ecco, questa è la situazione, da webcam, del posto dove dovrei andare nel week end.
Inutile dire che ci stiamo un tantino ripensando...
L'entusiasmo da possibile settimana corta è già quindi scemato per lasciare il posto all'uggiosità milanese.
Spero almeno venga un po' di fresco per poter sfoggiare il mio nuovo cappottino!! ^_^

In questi giorni seguo meno l'attualità più che altro per il solito discorso di saturazione-da-schifo che mi prende a leggere certe notizie.
Su Il Fatto di sabato c'era un interessante articolo, che condivido appieno, su come in Italia ciò che fa presa sia quasi sempre la cosiddetta "notizia di colore", il gossip spinto, l'articolo pruriginoso.
Santoro non mi è mai piaciuto, mi dà persino fastidio quando parla, e lo trovo fazioso in un modo spesso aggressivo che non amo.
Eppure la sua trasmissione la sento necessaria; ma non quando, cavalcando l'onda della tendenza di cui parlavo poco sopra, si getta anche lui nelle questioni più sordide (e mi riferisco ai 2 interventi della D'Addario delle ultime puntate). Da un lato non posso dargli torto: fa audience e lo rende, almeno per ora, ancora inattaccabile. D'altro canto fa un po' il gioco di un'italietta ad immagine e somiglianza del Premier, che difatti ha risposto a tutti gli attacchi su un giornale di gossip di sua proprietà, riportando la faccenda alla sua reale natura: spazzatura.
QUESTO Santoro fa ascolti, fa parlare di sè, non quello che parla di Mills, del Lodo Alfano o del recente Lodo Mondadori. E' questo che vogliono i telespettatori?
Io non lo so sinceramente, mi pare la storia di Al Capone incastrato per evasione fiscale.
Almeno l'incastrassero davvero....

lunedì 5 ottobre 2009

Mi pare inutile iniziare il già faticoso lunedì inveendo contro una certa opposizione, un certo Giorgio "dove devo firmare" Napolitano, contro un'informazione che non nomina nemmeno il Trattato di Lisbona (ovviamente è passato) etc etc.
Meglio mostrarvi il cappottino che mi son concessa, o meglio, che il mio ammmore grande mi ha regalato! Sempre Desigual e non vedo l'ora di sfoggiarlo!
Questa settimana conta solo 4 giorni per me e spero volino! Poi 3 giorni in Engadina a rilassarci un po'...che bello!
A domani per eventuali sfoghi.

venerdì 2 ottobre 2009

Trattato di Lisbona

Silenzio stampa, o quasi.
Oggi l'Irlanda vota per approvare o meno il Trattato di Lisbona.
Qualcuno ne sa qualcosa?
Bene, ecco alcuni stralci di un articolo di Paolo Barnard che vi invito a considerare (è lungo, ma è imposrtante sapere!):

"E così, mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra accade il nostro destino, ma non c’è nessuno a osservare. Accade per esempio il Trattato di Lisbona, il quale, come tutte le cose che ridisegnano la Storia, che decidono della nostra esistenza, che consegnano a poteri immensi immense fette del nostro futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come nell’Antisistema.
Pensate: stiamo tutti per diventare cittadini di un enorme Paese che non è l’Italia, governati da gente non direttamente eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a noi sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non abbiamo scelto, e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e molto altro ancora.
(...)
LE PUNTATE PRECEDENTI
L’Italia è parte dell’Unione Europea (UE), che è la versione moderna di un vecchio accordo fra Stati europei iniziato nel 1957 col Trattato di Roma, il quale partorì la Comunità Economica Europea (CEE), divenuta nel 1967 la Comunità Europea (CE). Si trattava di una unione prettamente commerciale, non politica, ma presto lo divenne: nel 1979 eleggemmo infatti il primo Parlamento Europeo, e fu lì che prese piede l’idea che questa vecchia Europa poteva dopo tutto diventare qualcosa di simile agli Stati Uniti (sempre per fini soprattutto economici). Nel 1993 nacque l’Unione Europea col Trattato di Maastricht, che sancì una serie di riforme eclatanti, fra cui dal 1 gennaio 2002 quella dell’Euro come moneta comune ai suoi membri. Nel 1957 erano sei le nazioni disposte a legarsi fra loro, oggi siamo in 27 membri nella UE, tutti Stati sovrani che sempre più agiscono secondo regole e principi comuni. Infatti, l’Unione Europea si è dotata già da anni di una sorta di proprio governo sovranazionale (che sta sopra ai governi dei singoli Stati dell’unione), chiamato Commissione Europea e Consiglio dei Ministri, di un Parlamento come si è già detto, e di un organo giudiziario che risponde al nome di Corte di Giustizia Europea. La UE ha persino una presidenza, che viene assegnata a rotazione agli Stati membri, e che si chiama Consiglio Europeo. Quindi: questo agglomerato di nazioni che da secoli forma l’Europa, si è lentamente trasformato in una unione che ha già un suo presidente, un suo governo, un suo parlamento e un suo sistema giudiziario. Cioè, quasi uno Stato in tutta regola. Fin qui tutto fila, poiché comunque ogni singolo Paese come l’Italia o la Germania o l’Olanda ecc. ha finora mantenuto la piena sovranità, e i suoi cittadini sono rimasti italiani, tedeschi, olandesi, gente cioè del tutto propria ma che ha accettato sempre più una serie di regole comuni nel nome dell’essere europei uniti e moderni.
Ma a qualcuno non bastava. Nelle elite politiche del Vecchio Continente sobbolliva sempre quell’idea secondo cui questa Europa degli Stati sovrani poteva, anzi, doveva diventare gli Stati Uniti d’Europa, ovvero un blocco cementato di popoli sotto un’unica bandiera, leggi comuni, governo comune e soprattutto un’economia comune. Una potenza mondiale. Ma la litigiosità che ci ha sempre caratterizzato come singoli Paesi, l’individualismo nazionalista, e l’attaccamento ciascuno alle proprie regole e tradizioni, erano l’ostacolo fra gli ostacoli. Infatti l’evidenza dell’andamento dell’Unione suggeriva che pur essendoci adeguati a una ridda di leggi europee, regolamenti e sentenze, ancora ciascuna nazione era ben salda negli interessi di casa propria, e in quel modo gli Stati Uniti d’Europa erano impossibili da realizzare. Occorreva qualcosa di unificante, di potente, più potente degli Stati e dei loro capricci. Cosa? Una Costituzione europea in piena regola, con tutto il potere proprio di una Costituzione.
Ed ecco che quei signori importanti che fanno politica fra Strasburgo, Bruxelles e il Lussemburgo si riunirono nel 2001 nell’anonima cittadina belga di Laeken, e decisero: scriveremo una Costituzione per tutte le genti d’Europa. Fu fatto, sotto la supervisione dell’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing e con la figura in evidenza del nostro Giuliano Amato. Ma quei burocrati in doppiopetto fecero un ‘errore’: furono aperti e democratici, cioè permisero alle genti d’Europa di conoscere i contenuti della nuova Carta. Nel 2005, mentre noi italiani attivi giustamente perdevamo il sonno per le Tv del Cavaliere, i francesi e gli olandesi bocciarono la Costituzione in due referendum, accusando i burocrati europei di aver redatto un testo scandalosamente ignorante dei temi sociali e altrettanto parziale a favore dei grandi interessi economici. In altre parole: con quella Costituzione, gli Stati Uniti d’Europa sarebbero diventati il parco giochi dei falchi miliardari e terra dolente per le persone comuni, per me e per voi e per i vostri figli.
Fu uno shock per i doppiopetti blu, e soprattutto per i loro sponsor nelle corporate rooms d’Europa. Ricacciati nelle loro Mercedes blindate a suon di voti franco-olandesi, essi decisero la momentanea ritirata, ma non la resa. Infatti, la mattina del 13 dicembre 2007, mentre noi italiani attivi giustamente perdevamo il sonno per la scelta fra PD o Beppe Grillo, ventisette capi di governo europei si riunirono a Lisbona e decisero: ci si riprova, ma stavolta col cavolo che permetteremo ai cittadini di esprimere un parere. Nacque così il Trattato di Lisbona, scritto in segreto, firmato in segreto, segreto nei contenuti che sono praticamente impossibili da leggere, e segretamente persino peggiore della defunta Costituzione. Nel Trattato è sancito il nostro futuro con mutamenti così sconvolgenti da lasciare a bocca spalancata. La mia e la vostra vita, quella dei vostri figli, viene destinata lungo corsie d’acciaio che se definitivamente ratificate saranno quasi impossibili da mutare. Ma quelle corsie dove portano? Al nostro interesse di persone? Al nostro benessere? Alla nostra pacifica convivenza? Ce l’hanno chiesto? Abbiamo voce in capitolo? No, nessuno ce lo ha chiesto e voi non ne sapete nulla.

IL TRATTATO DI LISBONA IN SINTESI
E’ un impianto di regole europee raccolte in un Trattato che non è così come ce lo immagineremmo (un unico testo), ma è formato da migliaia di emendamenti a centinaia di regole già in essere per un totale di 2800 pagine. E’ stato fatto in quel modo con intento truffaldino e anti democratico, come spiego fra poco. Se ratificato da tutti gli Stati, esso diventerà di fatto una Costituzione che formerà la struttura per la nascita di un super Stato d’Europa, come gli Stati Uniti d’America, con una Presidenza, con un governo centrale, un Parlamento, un sistema giudiziario. Questo super Stato diventerà più forte e vincolante di qualsiasi odierna nazione europea. Tutti noi europei diverremo cittadini di quello Stato e soggetti più alle sue leggi che a quelle dei Parlamenti nazionali, pur mantenendo la cittadinanza presente (italiana, tedesca ecc.). Infatti le leggi fatte da questo super Stato d’Europa saranno vincolanti sulle nostre leggi nazionali, e saranno persino più forti della nostra Costituzione. Ma al contrario degli Stati Uniti, tali leggi verranno scritte da burocrati che noi non eleggiamo (es. Commissione Europea), mentre l’attuale Parlamento Europeo, dove risiedono i nostri veri rappresentanti da noi votati, non potrà proporre le leggi, né adottarle o bocciarle da solo. Potrà solo contestarle ma con procedure talmente complesse da renderlo di fatto secondario. Il Trattato di Lisbona infatti offrirà poteri enormi a istituzioni che nessun cittadino elegge direttamente (Consiglio Europeo che sarà la presidenza - Commissione Europea e Consiglio dei Ministri che sarà l’esecutivo - Corte di Giustizia Europea, che sarà il sistema giudiziario), le quali avranno persino la facoltà di far entrare in guerra l’Europa senza il voto dell’ONU. I poteri di cui si parla avranno principi ispiratori pericolosamente sbilanciati a favore del business, con poca attenzione per i bisogni sociali dei cittadini. Tutto il cosiddetto Capitolo Sociale del Trattato di Lisbona (lavoro, salute, scioperi, tutele, leggi sociali, impiego…) è miserrimo, con gravi limitazioni e omissioni, mentre sono sanciti con forza i principi del Libero Mercato pro mondo degli affari. Dovete ricordare mentre leggete queste righe, che stiamo parlando di un Trattato che potrebbe molto presto ribaltare la vostra vita come nulla da 60 anni a questa parte: nuovo Stato, nuova cittadinanza, nuove leggi, nuovi indirizzi di vita nella quotidianità anche più banale, sicuramente meno democrazia, e nessuno che ci abbia interpellati. (...) Anche nel Capitolo Giustizia il Trattato pone seri problemi. Ci sarà un organo superpotente, la Corte di Giustizia Europea, che emetterà sentenze vincolanti sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci regolano; la Corte sarà superiore in potere alla nostra Cassazione, al nostro Ministero di Giustizia, ma di nuovo sarà condotta da giudici nominati da burocrati che nessuno di noi ha scelto. Come interpreteranno i nostri diritti di uomini e di donne? Ci hanno interpellati?
Ed è qui il punto. Un Trattato col potere di ribaltare tutta la nostra vita di comunità di cittadini, viene scritto in modo da essere illeggibile ed è stato già ratificato (manca solo la firma dell’Irlanda, che terrà un referendum il 2 ottobre) dai nostri governi completamente di nascosto da noi, e volutamente di nascosto. Questo poiché una versione simile di questo Trattato (la Costituzione Europea) e con simili scopi fu bocciato da Francia e Olanda nel 2005, proprio perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby di potere europee e negligente verso i cittadini. Scottati da quell’umiliante esperienza, i pochi politici europei che contano (il 90% non ne sa nulla e firma senza capirci nulla) hanno architettato una riedizione di quelle Costituzione bocciata chiamandola Trattato di Lisbona, e la stanno facendo passare in segreto dietro le nostre spalle.
Il Trattato di Lisbona contiene anche clausole di valore, che come ogni altra sua regola sarebbero vincolanti su tutti gli Stati, dunque anche su questa arretrata e cialtrona Italia, e limitatamente a ciò per noi non sarebbe un male. Tuttavia, la mole dei cambiamenti cruciali che porterebbe è tale e di tale potenza per la nostra vita di tutti i giorni e per i nostri diritti vitali, da obbligare chi vi scrive a lanciare un allarme: il Trattato di Lisbona va divulgato alle persone d’Europa e da queste giudicato con i referendum. Pena la possibilità di un futuro molto, ma molto più gramo di quello che qualsiasi Cavaliere potrà mai regalarci.

L’APPROFONDIMENTO
Cosa è.
Il Trattato di Lisbona (di seguito chiamato il Trattato) non è una Costituzione europea, ma ne mantiene esattamente tutti i poteri. Esso non è neppure un trattato in sé, visto che nella realtà si tratta di una colossale mole di modifiche apportate ai due trattati fondamentali della UE, che sono: il Trattato dell’Unione Europea (TEU) e il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFEU). Ad essi viene aggiunto il Trattato di Nizza del 2003. Ogni singolo articolo del Trattato, inclusi gli annessi e i protocolli, assume una forza enorme, spessissimo sovranazionale, cioè più potente di qualsiasi legge nazionale degli Stati membri della UE.

L’astuzia e l’inganno.
L’intera opera è stata architettata in modo da essere incomprensibile e letteralmente illeggibile dagli esseri umani ordinari, inclusi i nostri politici. In totale si sta parlando di 329 pagine di diversi e disconnessi emendamenti apportati a 17 concordati e che vanno inseriti nel posto giusto all’interno di 2800 pagine di leggi europee.
(...)
lo stesso Valéry Giscard D’Estaing in una dichiarazione del 27 ottobre 2007, raccolta dalla stampa europea: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”. I capi di Stato erano concordi questa volta: no al parere degli elettori, no ai referendum.
In Italia, il Parlamento ha ratificato il Trattato l’8 agosto del 2008 (già la data la dice lunga), senza alcun pubblico dibattito, senza prime serate televisive, e senza che fosse letto dai parlamentari votanti. Nel resto d’Europa le cose non sono andate meglio, data la natura semi clandestina del Trattato e la specificata intenzione di nasconderlo agli elettori. Ma in Irlanda è successo qualcosa di particolare. Lo scomparso politico Raymond Crotty denunciò la procedura presso la Corte Suprema del Paese, ed ottenne modifiche tali da imporre all’odierno premier Brian Cowen un referendum popolare finale sul Trattato (uno già ci fu nel 2008), che si terrà il 2 ottobre di quest’anno. Si tenga presente che un no irlandese affonderebbe anche questa impresa.

Preciso, ma poi continuo.
Una precisazione è di dovere a questo punto. Ciò che è sotto accusa non è il processo di armonizzazione dei popoli europei, né la possibilità di fonderci in un grande Paese federale europeo alla stregua degli Stati Uniti, né il fatto di avere una Costituzione e leggi comuni in sé. Anzi, per una nazione di cittadini cialtroni e incivilizzabili come l’Italia, il ‘bastone e la carota’ dell’Unione potrebbero essere l’unica speranza di rimanere all’interno del circolo dei Paesi evoluti, e di non sprofondare del tutto nei Bantustan del mondo cui oggi apparteniamo (non per colpa di Berlusconi, ma nostra). Ciò che invece è gravissimo, è rappresentato dal fatto che un cambiamento di portata storica come sarebbe la nascita degli Stati Uniti d’Europa e la perdita del 90% della nostra autodeterminazione come popoli singoli, sta avvenendo secondo principi politici, economici e sociali che nessuno di noi conosce, che nessuno di noi ha discusso o votato. E un’analisi attenta del Trattato ci dice che quei principi sono pericolosamente contrari ai nostri interessi di persone comuni. Ci stanno riscrivendo la vita, nientemeno, e ci potremmo svegliare fra pochi mesi in un mondo che non abbiamo scelto e che ci potrebbe costare lacrime e sangue. Senza ritorno.

(...)

Dunque, super leggi vincolanti. Ma chi le farà?
Sarebbe naturale pensare che nei nuovi Stati Uniti d’Europa, verso i quali il Trattato ci spinge, saranno i rappresentanti eletti dal popolo a fare le leggi, come ovvio. Invece no. Il potere legislativo del nuovo super Stato, come accade già oggi nella meno vincolante UE, sarà ad esclusivo appannaggio di 1) La Commissione Europea che proporrà le leggi, ma che non è direttamente eletta da noi, 2) Il Consiglio dei Ministri che voterà le leggi, neppure esso direttamente eletto dai cittadini. Tenete presente che il ruolo del Consiglio è quasi un proforma, poiché funge praticamente da timbro alle leggi proposte dalla Commissione, visto che solo il 15% di esse viene discusso dai Ministri, e questo non cambierà col Trattato. Insomma, la Commissione Europea non direttamente eletta diverrà potentissima. Tutto ciò è grave. Il Trattato, inoltre, darà alla Commissione un elevato potere di legiferare per decreto, e le sue decisioni saranno persino vincolanti sulle Costituzioni dei Paesi membri. E così le leggi che potrebbero condizionale tutta la nostra vita futura saranno pensate da circa 3000 gruppi di lavoro della Commissione composti da oscuri burocrati che, ribadisco, nessuno ha eletto. Inoltre, questa istituzione non avrà più un Commissario per ogni Stato membro, ma solo due terzi dei Paesi saranno rappresentati a ogni mandato, per cui potrà accadere che una legge sovranazionale e vincolante cancellerà di fatto una legge italiana senza che neppure un italiano l’abbia discussa o pensata.
E allora il Parlamento Europeo? Il Parlamento Europeo non ha e non avrà alcun potere di proporre le leggi né di adottarle o di bocciarle da solo, non potrà votare sul PIL dell’Unione né sulle tasse, e sarà escluso del tutto dal deliberare su 21 settori essenziali su un totale di 90, anche se la sua sfera di competenza è stata estesa ad un numero maggiore di aree. Ciò che ho appena affermato sembra una contraddizione, ma non lo è. Infatti, il Trattato da una parte taglia le gambe al Parlamento (i 21 settori da cui viene escluso), e dall’altra gli dà un contentino (ampliamento aree di competenza), che contentino è visto che nel secondo caso i parlamentari potranno solo decidere ‘assieme’ al Consiglio dei Ministri, dunque non da soli come accade in tutte le democrazie del mondo. Oltre tutto, se anche i nostri eletti rappresentanti in Europa si impuntassero per contestare le leggi della Commissione, avrebbero una vita durissima.
(...)
Cittadini… di che?
Siamo italiani, tedeschi, olandesi o spagnoli, ma col Trattato diventeremo “in aggiunta” cittadini del super Stato d’Europa (Art. 17b.1 TEC/TFU). Attenzione qui: finora, le regole della UE stabilivano che noi eravamo cittadini europei “come corredo” alla nostra cittadinanza nazionale. Il termine “aggiunta” è usato nel Trattato per esprimere una doppia nazionalità a tutti gli effetti, con però un gigantesco ma: dovete sapere che i diritti e i doveri di questa nostra nuova nazionalità saranno superiori a quelli stabiliti dalle nostre leggi nazionali in ogni caso dove vi sia un conflitto fra di essi, e questo per la sancita superiorità delle leggi dell’Unione rispetto a quelle nazionali e persino rispetto alle nostre Costituzioni. Al di là del merito, è inquietante sapere che potremmo essere obbligati a fare cose non previste dalle nostre leggi, senza aver avuto alcuna voce in capitolo, come al solito.

In campo internazionale.
Il Trattato creerà uno Stato superiore agli Stati membri esattamente come gli Stati Uniti sono superiori ai singoli Stati americani. Esso avrà il potere di firmare accordi internazionali con altri Paesi del mondo, e questi accordi saranno vincolanti su ogni Paese membro anche se i suoi parlamentari sono contrari, e avranno precedenza sulle sue leggi. Avrà il potere di entrare in guerra come Europa e senza l’autorizzazione dell’ONU, lasciando ai singoli Stati il solo potere di “astenersi costruttivamente” (che significa poi collaborazionismo), e imporrà inoltre agli Stati membri un aumento delle spese militari. Il Presidente della nuova Unione non sarà eletto dal popolo come negli USA, ma potrà rappresentarci nei rapporti con Paesi cruciali come l’America, la Russia o la Cina, che non dialogheranno più con i nostri attuali governi su una serie di importanti affari internazionali.

I padroni del vapore.
Uno dei motivi per cui i francesi e gli olandesi bocciarono la Costituzione europea nel 2005, fu che essa magnificava i diritti del business lasciando le briciole ai diritti dei cittadini. Quella Carta fu infatti definita “socialmente frigida”. Il Trattato di Lisbona non altera in alcun modo questo stato di cose, ed è grave. Il problema, gridarono allora i detrattori della Costituzione, era che essa sanciva con forza il principio economico della “libera concorrenza senza distorsioni”, un principi che all’orecchio del profano può anche suonare giusto, ma che nel gergo delle stanza dei bottoni di tutto il mondo significa: privatizzazioni piratesche (ovvero svendite a poche lire ai privati) di tutto ciò che fu edificato con le nostre tasse, speculazioni selvagge nel commercio, precarizzazione galoppante del lavoro e dei diritti di chi lavora, tagli elefantiaci alle nostre tutele sociali e poi… ipocrisia sfacciata, con la notoria regola del ‘capitalismo per i poveri e socialismo per i ricchi’. Cioè: meno salvagenti sociali alla popolazione, ma poi ampi salvataggi di Stato quando è il business a finire nei guai. Infine, la ‘libera concorrenza senza distorsioni’ applicata al commercio europeo significa nessuna tutela di Stato nei Paesi svantaggiati ma sovvenzioni statali miliardarie per le economie opulente dei Paesi ricchi.
Quindi, la ‘libera concorrenza senza distorsioni’ sarà di nuovo sancita nero su bianco dal Trattato, nonostante fosse stata bocciata nella Costituzione. La si trova infatti in una dichiarazione vincolante del Protocollo 6. Come dire: ciò che fu cacciato dalla porta di casa, rientra dalla finestra. Ma c’è molto altro.
Il Trattato, per esempio, dà priorità all’aumento della produzione agricola europea che già oggi è sovvenzionata dall’Unione a suon di 1 miliardo di euro al giorno, ma non spende una parola sulle condizioni di lavoro dei braccianti né sull’impatto ambientale dell’espansione di quel settore, che è fra i più inquinanti del mondo (idrocarburi, pesticidi, consumo acqua…). Ancor più grave è il capitolo del Trattato sul diritto di sciopero, dove si prevede un assoluto divieto se esso ostacola “il libero movimento dei servizi”, una clausola che sarà aperta a interpretazioni selvagge; scioperare sarà altrettanto vietato quando colpirà un’azienda straniera che paga salari da miseria in Paesi europei dove il salario medio per lo stesso lavoro è del doppio; si immagini a quali sfruttamenti si andrebbe incontro, col corredo di gravi instabilità e tensioni sociali. Infine, diventa illegale pretendere nei pubblici appalti il rispetto di alcune contrattazioni salariali già acquisite, altra voragine. In tema di salute, il Trattato ha in serbo un pericolo non minore: il capitolo sui diritti del paziente è inserito fra le regole del Mercato Interno, e non in quelle dedicate alla sanità. Innanzi tutto questo significa che per decidere sui diritti di noi ammalati (perché lo saremo tutti nella vita) sarà necessaria solo la maggioranza qualificata dei voti e non l’unanimità, ma soprattutto spaventa trovarsi da ammalati nell’ambito del Mercato, che con la salute non ha proprio nulla a che vedere, come già sappiamo drammaticamente dalla nostra vita quotidiana.
Verremo privati anche del diritto di favorire certi settori della nostra economia anche se chiaramente svantaggiati. Se uno Stato membro deciderà di offrire un trattamento di favore ai propri cittadini in certi aspetti del vivere comune, potrà essere sanzionato. Se deciderà di aumentare l’occupazione pubblica a spese dello Stato per superare una crisi occupazionale (alla New Deal di Roosevelt) sarà sanzionato. La Banca Centrale Europea (BCE) ha il potere di imporre a tutti la stabilità dei prezzi a scapito della piena occupazione. E la BCE sarà arbitro assoluto e incontrastabile delle politiche monetarie, che non di rado significano per noi cittadini indebitati lacrime e sangue (mutui, tassi ecc.). Il Trattato non prevede alcun meccanismo per ridistribuire la ricchezza fra i cittadini ricchi e quelli in difficoltà all’interno dell’Unione; non prevede una politica comune in tema fiscale, salariale e sociale. Non prevede infatti alcun metodo per finanziare il già misero Capitolo Sociale del nuovo super Stato europeo, poiché fra le migliaia di articoli pensati con oculatezza, guarda caso manca proprio quello che armonizzi le politiche fiscali/monetarie/economiche con quelle sociali. Guarda caso.
Scorrendo queste righe, risulta chiarissimo il perché i bravi francesi e olandesi hanno bocciato queste stesse regole quando furono presentate nella Costituzione europea. Qui di sociale c’è poco più del nome. E il sociale è la rete di sicurezza nella mia e nella tua vita di tutti i giorni.

La Giustizia. I Diritti.
In questo settore, il Trattato adotta appieno la Carta dei Diritti Fondamentali, che diventa vincolante per tutti i cittadini del nuovo super Stato d’Europa (Art.6 TEU). Chi deciderà interpretando di volta in volta questi diritti con potere unico sarà la Corte di Giustizia Europea con sede nel Lussemburgo. Infatti, secondo le regole già spiegate in precedenza, anche qui le decisioni della Corte avranno potere sovranazionale e dunque saranno più forti di qualsiasi legge degli Stati membri. Esse poi avranno potere di condizionare ogni singola legge esistente nella UE. Ma chi impedirà alla Corte di interpretare un diritto odierno di un singolo Stato membro in senso più restrittivo? Vi do un esempio: in Svezia, una legge permette ai burocrati di Stato di fare ‘soffiate’ ai giornalisti, per cui il governo non può pretendere che il reporter sveli poi le fonti di uno scandalo pubblicato. Se la Corte decidesse che ciò è illegale, addio avanzatissima legge svedese. E vi ricordo che quando il collega tedesco Hans-Martin Tillack fu arrestato per aver denunciato lo scandalo Eurostat (fondi neri dell’agenzia di statistica della UE), la Corte di Giustizia Europea approvò l’arresto.
Ma chi nomina quei giudici? Nessuno dei cittadini europei, è la risposta. Li eleggono i governi, e questo li rende di fatto a loro soggetti. In altre parole, le sentenze sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci governano saranno nelle mani di magistrati del tutto fuori dal nostro controllo e secondo leggi, non lo si dimentichi, fatte da burocrati non eletti. Questo prevede il Trattato di Lisbona, all’apice di almeno duemila anni di giurisprudenza ‘moderna’. Inoltre, ciò che viene deliberato in seno alla Corte di Giustizia Europea avrà precedenza su quanto deliberato dalle nostre Corti Supreme, Cassazione, e da altre Alte Corti europee. Essa ha il potere persino di influenzare la tassazione indiretta (IVA, catasto, bolli ecc.).
Tutto questo è improprio, irrispettoso del diritto dei cittadini di decidere del proprio vivere, visto che siamo e ancora rimaniamo in teoria gli arbitri finali delle democrazie. Qui siamo completamente messi da parte, ingannati e manipolati, con rischi futuri colossali a dir poco. Ma il realismo di cittadino italiano mi impone di aggiungere un altro distinguo. In un Paese come il nostro dove la nostra inciviltà ha portato in Parlamento dei bifolchi subculturati e violenti come i seguaci di Bossi e altri, il fatto che in futuro gli articoli della Carta dei Diritti Fondamentali e del Trattato di Nizza (diritti di prima, seconda, terza e quarta generazione; dignità umana; minoranze; diritti umani; no pena di morte; diritti processuali ecc.) saranno vincolanti in Italia potrebbe essere la salvezza, nonostante i pericoli che ho delineato. E queste considerazioni mi portano a dire che la critica al Trattato di Lisbona fatta dalla prospettiva italiana è un affare ambiguo, poiché se è vero che quel Trattato potrà da una parte travolgere in negativo le nostre vite e drammaticamente il futuro dei nostri figli, è anche vero che certa barbarie e mediocrità a tutto campo degli italiani rendono impossibile capire dove sia la padella e dove la brace, ovvero se ci farà più male entrare nell’Europa di Lisbona o rimanere l’Italia sovrana di oggi. La risposta sarebbe né l’una né l’altra, certo, ma il rischio per noi italiani di combattere e vincere la battaglia contro l’inganno del Trattato, è poi di ritrovarci qui a soffocare nella melma italica senza neppure l’Europa a mitigarla. Questo va detto per onestà.

Conclusione.

Se ripercorrete i capitoli principali che vi ho esposto, non potrete non rendervi conto che come sempre i grandi giochi che regoleranno ogni futuro atto della vostra vita di cittadini si decidono altrove e in segreto, mentre nessuno nell’Italia che protesta contro il secondario berlusconismo vi aiuta a capire cosa e chi veramente aggredisce la democrazia, e chi veramente tira le fila della vostra esistenza. E’ scandaloso che si sia pensato agli Stati Uniti d’Europa come a un colosso di potere in mano a oscuri burocrati non eletti e massicciamente sbilanciati verso il business, con le briciole lasciate a quel fastidioso ‘intralcio’ che si chiama popolo. E il tutto di nascosto. Questa macchina va fermata e la parola va restituita a noi, i cittadini, attraverso i referendum, come accade in Irlanda. Il Trattato di Lisbona pone 500 milioni di esseri umani in bilico fra due possibilità: un dubbio progresso, o la probabile caduta in un abisso di dominio degli interessi di pochi privilegiati su un oceano di cittadini con sempre meno diritti essenziali. Sto parlando di te, di me, di noi persone.
Ma noi italiani attivi siamo giustamente impegnati a discutere di Tarantini, di Papi, di “farabutti” e di "psiconani". Giustamente.
Paolo Barnard
Fonte:www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139
25.09.2009

giovedì 1 ottobre 2009

E' da un po' che mi astengo dal fare commenti di attualità.
La verità è che ho sempre un po' il sangue amaro e finisco per non avere più voglia di informarmi, di sapere sino a che punto siamo arrivati.
Questa foto l'avete vista penso un po' tutti.
L'espressione di Berlusconi è , a mio avviso, disgustosa.
Michelle Obama ha il braccio teso, tiene le distanze, il marito controlla il nostro premier.
Diciamocelo: il contegno del nostro presidente è quello da "papi", o da quindicenne arrapato alle prese con le prime tempeste ormonali.
Questa foto mi ha molto colpita. Perchè anche stamattina leggevo sul City gli sms di risposta al solito quesito del giorno e molti mi hanno lasciata, quanto meno perplessa:

Domanda: "Ormai all’estero si scommette sulla prossima gaffe del nostro premier Silvio Berlusconi. Una vergogna?"
Risposte:
"nessuna vergogna ! Il presidente e' spiritoso e non come i falsi pronti a criticare e che ostentano atteggiamenti di circostanza solo per apparire seri."
"Il Premier rappresenta la sana giovialita' italiana, all'estero devono solo invidiarcelo! "
"Assolutamente no non era una gaffe era una semplice e simpatica battuta a tutti gli invidiosi rosicate gente rosicate"
"No, guardiamo ai fatti agli atti concreti. E' che l'opposizione ha molti..."amici" all'estero."

Ora, qui bisogna chiarire forse un po' di cosucce. Intanto che il contegno che si richiede ad un presidente del consiglio che rappresenta un'intera nazione agli occhi del mondo non è un semplice "atteggiamento di circostanza solo per apparire seri", ma un decoro ed una professionalità che Berlusconi mai ha avuto.
La semplice e simpatica battuta, siamo tutti d'accordo, è stata detta alla sua festa, davanti alla folla adorante degli adepti e, di per sè, fosse stata detta ad una cena fra amici ci poteva anche stare, non siam mica così bacchettoni, il punto è che, come sempre, ciò che dice ha una valenza pubblica ed un peso specifico preciso nell'immagine dell'Italia che diamo.
E' talmente abituato ad esser circondato da folle osannanti (previa selezione all'ingresso, vedi QUESTA interessante lettera scritta da un ragazzo a Piero Ricca), applausi pre registrati e, che so, Bondi, che non capisce più che la misura è colma, che non è il caso di esagerare.
E gli "amici" all'estero???! La teoria della grande congiura rossa quindi ha davvero trovato terreno fertile?
A volte vengo accusata di essere antiberlusconiana per principio, ma, abbiate pazienza, non sono ancora mai stata smentita da quest'uomo.
Come diceva Anderaotti "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".

lascio per ultima la seguente risposta al quesito di cui sopra:
"Silvio rappresenta l'Italiano di oggi: ignorante, provinciale, presuntuoso, egocentrico, puerile. Di noi stessi ci dobbiamo vergognare"
Ecco.
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