Bombardati da notizie il cui filo conduttore è sempre l'emergenza, per una volta vorrei proporre i risultati di una ricerca della Caritas pubblicata su Peacereporter:
"Secondo una ricerca condotta da Caritas-Migrantes e dall'Agenzia Redattore sociale, l'affermazioni se secondo cui gli immigrati sarebbero portatori di maggiore criminalità è falsa. I dati parlano chiaro: il loro tasso di criminalità è solo leggermente superiore a quello degli italiani (1,3 per cento contro 0.75 per cento) ed è addirittura inferiore se si considerano solo le persone con più di 40 anni.
Dal rapporto si evince inoltre che la condizione di irregolarità è quella che porta a commettere crimini: il 70-80 per cento dei denunciati è infatti irregolare. Ancora si noti che il reato più commesso in assoluto tra gli immigrati (87,2 per cento) è proprio il reato di clandestinità!
Questo va a confermare quanto i dati forniti all'opinione pubblica debbano essere analizzati a un livello più profondo e che le cifre che spesso vengono brandite come prova nei salotti televisivi, in realtà non sono altro che illusioni statistiche. I numeri vanno interpretati!
Oltre al tipo di crimine, bisogna guardare anche la composizione del mondo eterogeneo che si vuole semplificare con la parola "immigrati". E' pacifico che la criminalità aumenta nelle fasce più povere della società, quindi non si dovrebbe confrontare gli immigrati col totale della popolazione italiana, ma con quella fascia di italiani che per condizioni economico-sociali- educative si trovano in situazioni simili. E' la povertà e l' irregolarità a portare al degrado, non la provenienza. Questo, a sua volta dà maggior visibilità agli immigrati e li fa percepire come una minaccia, da qui la paura della gente, che a sua volta provoca maggior emarginazione. Un circolo vizioso che in nessuna fase si basa su dati concreti."
Qualsiasi persona di buon senso può arrivare a dire che l'immigrazione incontrollata ed irregolare fomenta situazioni di degrado e criminalità, ma l'odio indiscriminato, la paura per il diverso, il razzismo, non possono nè devono essere la risposta di un Paese civile.
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