Non posso non rispondere al lungo ed arguto commento di Veggie al mio precedente post.
L'autoritratto di Bacon, uno die mie artisti preferiti, mi pareva calzante nel rappresentare le ombre e le luci di una personalità sfuggente, ma dai colori decisi.
Sono 2 le questioni che vorrei analizzare:
- "c’è poi così tanta differenza tra l’andare a sciorinare balle in giro e il costruirsi una vita sul web?"
Lo scarto fra essenza ed apparenza, presentazione e rappresentazione, finzione, verosimiglianza e realtà sono temi troppo ampi che in questa sede sarebbe impossibile affrontare.
C'è di vero che le maschere pirandelliane credo le conosciamo ed applichiamo tutti e comunque è assai difficile essere sempre del tutto sinceri e trasparenti; il vivere sociale, del resto, sarebbe un vero inferno altrimenti, sia per noi che per chi ci circonda.
Il web però è qualcosa di più poichè manca la materia, ossia la gestualità, l'espressione, il tono della voce. E allora possiamo essere chiunque e, anzi, qualsiasi cosa.
Perchè sul web non esistiamo finchè non lo decidiamo noi. Poi, ciò che può essere della nostra identità in tale mondo, è un altro discorso, certo, ma l'idea di plasmarci, di edulcorare i nostri difetti, è troppo allettante per non tentare.
Il problema è che, come dice Veggie, prima o poi la realtà esige il conto e spesso siamo noi a non sostenere l'altro noi stessi che abbiamo creato. E c'è chi ha vere crisi d'identità, chi scoppia, chi scompare.
Perchè alla fine, come scrivevo nel lontano 2005, "(...) Siamo sempre restituiti a noi stessi, un'immagine, un riflesso spietato e crudele che non trasfigura il nostro dolore".
Inventarsi altre identità è un gioco di lontana memoria, ma che chiede sempre il conto.
E allora fra vita reale mascherata e vita virtuale costruita forse non c'è alcuna differenza, salvo il contatto con l'altro..che spesso può salvare.
- "(...) Una pistola, come FB, come un blog… sono solo oggetti. Un qualcosa d’intransitivo. Un qualcosa che di per sé è privo di connotazione positiva/negativa. Siamo noi che decidiamo che uso farne."
Il libero arbitrio è forse la più grande follia di Dio. Quando penso all'amore del Dio cristiano, alla sua portata immensa, penso a questo: solo chi ci ha amati di un amore cieco e folle, totale, poteva accordare all'Uomo un tale dono.
Direi che su questo comunque siamo tutti d'accordo: usare l'intelligenza è sempre la scelta migliore. Promuovere, ad esempio, tolleranza anzichè razzismo ed odio la trovo la scelta più giusta.
E non essere strumentalizzati da ciò che usiamo o, addirittura, da ciò che creiamo, è una lezione da imparare. E, a ben guardare, doveva pensarci anche il Dio di cui sopra.... ;-)
PS: domani vi parlo di UP, promesso!
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