lunedì 26 ottobre 2009

F. Bacon - Autoritratto

Non posso non rispondere al lungo ed arguto commento di Veggie al mio precedente post.
L'autoritratto di Bacon, uno die mie artisti preferiti, mi pareva calzante nel rappresentare le ombre e le luci di una personalità sfuggente, ma dai colori decisi.
Sono 2 le questioni che vorrei analizzare:

- "c’è poi così tanta differenza tra l’andare a sciorinare balle in giro e il costruirsi una vita sul web?"
Lo scarto fra essenza ed apparenza, presentazione e rappresentazione, finzione, verosimiglianza e realtà sono temi troppo ampi che in questa sede sarebbe impossibile affrontare.
C'è di vero che le maschere pirandelliane credo le conosciamo ed applichiamo tutti e comunque è assai difficile essere sempre del tutto sinceri e trasparenti; il vivere sociale, del resto, sarebbe un vero inferno altrimenti, sia per noi che per chi ci circonda.
Il web però è qualcosa di più poichè manca la materia, ossia la gestualità, l'espressione, il tono della voce. E allora possiamo essere chiunque e, anzi, qualsiasi cosa.
Perchè sul web non esistiamo finchè non lo decidiamo noi. Poi, ciò che può essere della nostra identità in tale mondo, è un altro discorso, certo, ma l'idea di plasmarci, di edulcorare i nostri difetti, è troppo allettante per non tentare.
Il problema è che, come dice Veggie, prima o poi la realtà esige il conto e spesso siamo noi a non sostenere l'altro noi stessi che abbiamo creato. E c'è chi ha vere crisi d'identità, chi scoppia, chi scompare.
Perchè alla fine, come scrivevo nel lontano 2005, "(...) Siamo sempre restituiti a noi stessi, un'immagine, un riflesso spietato e crudele che non trasfigura il nostro dolore".
Inventarsi altre identità è un gioco di lontana memoria, ma che chiede sempre il conto.
E allora fra vita reale mascherata e vita virtuale costruita forse non c'è alcuna differenza, salvo il contatto con l'altro..che spesso può salvare.

- "(...) Una pistola, come FB, come un blog… sono solo oggetti. Un qualcosa d’intransitivo. Un qualcosa che di per sé è privo di connotazione positiva/negativa. Siamo noi che decidiamo che uso farne."
Il libero arbitrio è forse la più grande follia di Dio. Quando penso all'amore del Dio cristiano, alla sua portata immensa, penso a questo: solo chi ci ha amati di un amore cieco e folle, totale, poteva accordare all'Uomo un tale dono.
Direi che su questo comunque siamo tutti d'accordo: usare l'intelligenza è sempre la scelta migliore. Promuovere, ad esempio, tolleranza anzichè razzismo ed odio la trovo la scelta più giusta.
E non essere strumentalizzati da ciò che usiamo o, addirittura, da ciò che creiamo, è una lezione da imparare. E, a ben guardare, doveva pensarci anche il Dio di cui sopra.... ;-)


PS: domani vi parlo di UP, promesso!

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