giovedì 28 gennaio 2010

Fantasticando

Ok, l'avrete capito: sono una romantifantasticona che già pensa a come sarà il giorno del sì nonostante non abbia uno straccio di proposta ufficiale e men che meno una data.
Forse esagero, ma non penso di far del male a qualcuno a sognare e cercare spunti ed idee per il mio Giorno del Sì.
Da un po' spulcio siti dedicati all'evento sia italiani che stranieri ed ho capito che io sarei perfetta come sposa estera.
Sì perchè in Ammmeriga o in Inghilterra, la gente si sposa così

Matrimoni in riva all'Oceano, cerimonie in mezzo alla natura, fra gli alberi, sotto il sole....
Si possono fare scatti di questo tipo, camminando leggeri in un campo di grano:

E poi festeggiare così, con lunghe tavolate immerse nel verde, semplici, magari un po' rustiche, ma che io trovo adorabili!

Che dire poi dei classici dolcetti "stile USA"? O queste candeline coi lamponi, a mò di centrotavola??

Infine ho trovato anche lo stile che mi piacerebbe dare agli scatti ufficiali: intimo e vagamente retrò. Una cosa simile insomma:

Tutti questi spunti li ho presi dal OnceWed, un bellissimo sito pieno zeppo di idee e fotografie, oltre che qualche tutorial per piccoli addobbi fai da te.
Non so cosa verrà fuori in effetti da questo guazzabuglio di informazioni che sto coscienziosamente accumulando, ma spero davvero che i miei sogni possano realizzarsi anche solo in parte.
In fondo, comunque, sarà sempre bello averli sognati. ^_^

mercoledì 27 gennaio 2010

Memoria

"Per dare un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con il più rudimentale ma altrettanto efficace machete e con terribili bastoni chiodati, fatti importare per l'occasione dalla Cina"
Fonte: Wikipedia

Si parla di un particolare massacro, a Gikongoro, in Ruanda, durante il terribile genocidio dei Tutsi dei primi anni 90.
Oggi è il Giorno della Memoria e si ricorda la Shoa.
Giusto ricordare, certo, eppure in questi giorni, in cui televisioni e radio, giornali e dibattiti, si concentrano sul ricordo della follia dell'Olocausto io non posso non ricordare OGNI genocidio che la storia riporti.
Non riesco a non pensare a tutte le guerre in atto nel mondo.
Dicono che la Storia la scrivano i vincitori, ci sono persone che stanno a questionare sui numeri effettivi dei morti per questo o quest'altro signore della guerra o pazzo scriteriato.
La memoria, ricordare che "questo è stato", è fondamentale, ma lo è nella misura in cui ci si ricordi di qualsiasi essere umano.
Leggete quanto scritto sopra: 5 vite al minuto. Vi rendete conto? E non in una camera a gas, ma con "armi bianche", tanto da lasciare segni evidenti sui teschi dei cadaveri, a mani nude.
Questo è stato ed è.
Non c'è un senso, non esiste follia più incomprensibile di un'altra, nè una morte meno significativa di un'altra.
E non è una polemica la mia, nè un blando tentativo negazionista (c'è chi l'ha vista anche così), solo una mia personale visione di questo giorno.

Riporto, per amor di completezza e perchè lo condivido, uno stralcio di un interessante articolo che trovate QUI per intero:
"(...) UNA TRAGEDIA UNICA - La storia dell’umanità, anche quella contemporanea, è costellata di innumerevoli stermini e genocidi, di portata forse anche maggiore (in termini quantitativi) rispetto a quello ebraico. Gran parte di queste tragedie si sono consumate nel silenzio della storia e in pochi le ricordano. La tragedia ebraica, però, presenta una serie di caratteristiche che la rendono unica. I carnefici, tanto per cominciare, non furono “violenti selvaggi”: erano invece esponenti di una nazione moderna, ricca in termini economici e culturali, industrializzata, di fede cristiana. Lo sterminio non fu un massacro a colpi di machete o una sequenza di fucilazioni di massa: esso si svolse in modo silenzioso, metodico, ordinato e coordinato, fu attuato da un gran numero di cittadini nella sostanziale indifferenza o accondiscendenza degli altri cittadini.Le vittime non presero le armi, non tentarono di ribellarsi e spesso nemmeno di sfuggire, quasi sempre non conoscevano nemmeno la sorte che li attendeva: si lasciarono deportare e sopprimere in silenzio. Non esistono precedenti nella storia. Mai è successo che centinaia di migliaia di persone fossero deportate in campi nei quali si procedeva al loro sistematico sterminio, attuato con cinica scientificità. Gli ebrei non erano un’etnia rivale, non erano combattenti nemici, non erano sobillatori o avversari religiosi e ideologici. I nazisti procedettero alla loro eliminazione come se non fossero altro che animali infetti da sopprimere in un mattatoio. Come fu possibile che un’intera nazione moderna si lasciò trascinare in questo lucido atto di follia sterminatrice? L’inquietudine e il disagio che proviamo quando pensiamo a quella tragedia e scorriamo le immagini dei campi di sterminio e delle camere a gas, sta proprio in questo. Noi ci sentiamo milioni di miglia lontani rispetto ai massacri consumati in Africa o nel Sud-Est asiatico… ma quella Germania con la sua cultura e le sue capacità industriali ed economiche ci è terribilmente vicina. Il senso più profondo di ricordare e commemorare l’Olocausto non è tanto quello di rendere omaggio alle sue innumerevoli vittime, quanto di mantenere alto il livello di guardia contro il rischio di finire nello stesso baratro di indifferente folli."

lunedì 25 gennaio 2010

Il week end della Eli


Sabato sera sono andata a vedere "La Passione secondo Luca e Paolo".
Lo spettacolo l'avevo scelto un po' perchè cercavo qualcosa di tranquillo e rilassato, un po' perchè volevo trovare una pièce cui portare anche mia "cognata" ed infine, lo ammetto, perchè nutro una segreta ed inspiegabile (forse) passione per Luca Bizzarri.
Devo dire che non mi aspettavo nulla di che e che tale aspettativa non è stata disattesa. Un testo frammentario e disordinato a mio avviso, simpatico e senza grandi pretese. Loro due sono bravi ed il momento migliore è stato quando, fuori copione, si sono un po' lasciati andare anche loro.
Per il resto serata piacevole, pienamente soddisfatta.

Ieri invece io e l'uomo ce ne siamo andati a Milano Sposi, la fiera per i nubendi ad Assago.
Questa volte mi sentivo rilassata: se l'anno scorso ero stata quasi cacciata dagli stand appena dicevo che mi sarei sposata nel 2011, questa volta venivo finalmente presa in considerazione. 
Ovviamente sono riuscita a fare una piccola figuraccia anche qui.
Davanti all'esposizione di abiti da sposa che trovavo orripilanti, sono stata assediata da una delle standiste che, con sorriso smagliante ed agendina alla mano, voleva il mio indirizzo per poterci in futuro accordare per una prova abiti.
Io, in evidente imbarazzo, fissavo, temo con espressione vagamente perplessa se non disgustata, i vestiti e non sapevo cosa dire finchè, all'ennesima, incalzante, richiesta di 'sto benedetto indirizzo, sono esplosa in un bel "no grazie!" e me ne sono andata lasciandola lì su de piedi.
Mi sono sentita parecchio stupida devo dire, non mi costava nulla darle la mia mail (o darne una fittizia), ma non ce l'ho fatta!
Vabbeh, almeno son stata coerente diciamo.
A parte questo la fiera mi è piaciuta: c'era poca gente ed in un'ora e un quarto ce la siamo vista tutta. Non avendo fretta non ci siamo soffermati troppo, ma abbiamo trovato una nuova location alternativa per le nozze.
Tanto la strada è lunga ed ancora incerta, ma sognare è bellissimo.

giovedì 21 gennaio 2010

temi della settimana


Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge che prevede il cosiddetto processo breve.
"Il Comitato intermagistrature - che riunisce la magistratura ordinaria, amministrativa e contabile e l'Avvocatura dello Stato - ribadisce le forti preoccupazioni per gli effetti del 'processo breve'(...).
Il ddl sul 'processo breve', avverte il Comitato intermagistrature, "cancellerà ogni speranza di giustizia per le vittime di reati di particolare gravità, trasformando il processo penale in una tragica farsa". Inoltre "Si renderà, di fatto, impossibile l'accertamento di delitti come gli omicidi colposi realizzati nell'ambito dell'attività medica, le lesioni personali, le truffe, gli abusi d'ufficio, la corruzione semplice e in atti giudiziari, le frodi comunitarie, le frodi fiscali, i falsi in bilancio, la bancarotta preferenziale, le intercettazioni illecite, i reati informatici, la ricettazione, il traffico di rifiuti, lo sfruttamento della prostituzione, la violenza privata, la falsificazione di documenti pubblici, la calunnia, la falsa testimonianza, l'incendio, l'aborto clandestino".
(fonte: APCOM)

"Processi a rischio: a Milano, i diritti tv di Mediaset e Mills, in cui è indagato anche Silvio Berlusconi, la scalata ad Antonveneta; a Roma, il crac della Cirio; a Parma quello della Parmalat di Calisto Tanzi; a Torino la strage della Thyssen."
(fonte: blitz

Non credo di dover aggiungere altro. Assistiamo impotenti al completo sfacelo della giustizia italiana.
Che non funziona, è vero, che va rivista e corretta, ma NON COSì.

In questi ultimi giorni non s'è fatto altro che parlare della famosa via intitolata a Bettino Craxi, un uomo politico che, nonostante quanto si possa dire, se n'è scappato in Tunisia, vivendo da LATITANTE in un altro Paese, rinnagando, di fatto, l'Italia.

latitante [la-ti-tàn-te] agg., s.
• agg.
1) Che nasconde e sfugge alle forze dell'ordine, sottraendosi a un arresto o a un obbligo di dimora:
2) fig. Che non si assume le proprie responsabilità, che non è all'altezza del compito che gli spetta
SINONIMI: assente, inefficiente: una classe politica latitante

Chiaro? Mi domando se ci sia ancora da discutere, tutto sommato. Eppure non si parlava d'altro, come se l'Italia avesse come unico, grande problema l'intitolazione di una strada ad un personaggio simile!!


Come ho già detto per una ragione specifica, detta comunemente nausea o voltastomaco, ultimamente non ce la faccio a parlare di politica e simili, ma quanno ce vole ce vò!

PS: come procede la dieta? Bene nel senso che non ho ancora sgarrato, ma l'umore è pessimo ed ucciderei per un dolcetto! :-(

venerdì 15 gennaio 2010

Sconforto

Sapete come si dice, no? Questo è il primo giorno della mia nuova vita.
Già, perchè ieri ho appreso che d'ora in poi sarà il caso che la sottoscritta eviti alimenti come il lievito, il latte ed i suoi derivati e qualsiasi forma di dolce.
Ora, se ci aggiungete che, oltre a tali restrizioni, già di mio, non assumo quasi verdura, pesce e uova e che mangio solo 2 tipi di carne (maiale e pollo), capirete che non ho la più pallida idea di come nutrirmi nei prossimi mesi.
Urge insomma visita da un dietologo.
La faccenda della dieta non mi è nuova ovviamente: essendo persona tendente all'accumulo lipidico da tempo immemorabile lotto col pensiero di una qualche forma di egime alimentare controllato ed equilibrato.
Praticamente impossibile per chi odia la verdura ed ama pizza e cotoletta.
Ma con la salute non si scherza e quindi mò me tocca!
Non nascondo che sono molto preoccupata perchè adoro mangiare cose buone e quindi il solo pensiero di privarmi degli alimenti che amo e mi infondono buonumore, mi induce una certa depressione.
Ma, diamine!, ho smesso di fumare, ho abbandonato il consumo di grissini con la pasta...riuscirò anche in questa impresa!!

....spero che questo misero tentativo di autoconvincimento dia qualche risultato più avanti perchè al momento ammetto un certo sconforto...

giovedì 14 gennaio 2010

Post leggero

Ha telefonato al 113 chiedendo di poter consegnare i suoi “ciucci” alla polizia perché aveva compiuto 4 anni ed era ormai diventato “grande”. Il desiderio, manifestato da un bimbo di Taranto, è stato esaudito dai poliziotti di quartiere.

Ecco, ci sono certe mattine che leggere determinate, piccole, notizie mi mette di buon umore!

mercoledì 13 gennaio 2010

Come eravamo

Qualche giorno fa mi sono capitate fra le mani vecchie foto di un viaggio fatto un po' di anni fa nella mia Genova.
Sono 27 anni che passo le mie vacanze in Liguria ed ho amici di quelle parti per cui mi sento sempre un po' a casa fra i caruggi stretti e l'odore di mare.
Quell'anno ero scesa nel capoluogo ligure per un incontro con gli autori, poeti e scrittori, di un forum di scrittura che frequentavo.
Erano state scelte due mie poesie e dovevo partecipare al reading di gruppo.
Non ho mai viaggiato molto da sola, ero giusto andata a Roma a conoscere un altro amico di forum qualche tempo prima, ma Zena è un'altra faccenda.
Alloggiavo in un alberghetto fatiscente al secondo piano di un condominio, insieme ad altri amici del forum. Nella mia stanza il televisore era piazzato sopra l'armadio altissimo, in una posizione che quasi ne impediva la visione; il bagno era separato dal letto da una parete montata lì provvisoriamente in un secondo momento e per entrare nella doccia (cosa che ho evitato) bisognava scavalcare il water e letteralmente arrampicarsi sull piatto doccia.
Il letto era scomodo e c'erano macchie di umidità alle pareti.

Dalla finestra si vedeva la stazione e la via sottostante. Non c'era nulla di affascinante.
Ma mi sentivo VIVA.
Ho sistemato la mia valigia in un angolo, mi sono sdraiata sul letto ed ho acceso una sigaretta spalancando la finestra assaporando uno di quei rari momenti in cui ti senti davvero presente e avverti distintamente i minuti che scorrono ed il tuo esserci, il tuo esistere, lì ed in quel momento preciso.

Avevo poi raggiunto gli altri, ci eravamo accordati sul reading e sulla cena della sera.
Ero la più giovane, avevo circa 22 anni, gli altri erano tutti intorno ai 40 se non di più, ma mi sentivo bene, fra persone che mi stimavano, che apprezzavano una parte molto importante e intima di me, quella che esprimevo e rivelavo attraverso le mie poesie.
Il pomeriggio invece l'avevo passato insieme agli amici di una vita: due amiche con cui girare per la città e bere una cioccolata calda, ed in seguito altri due amici, due pazzi scatenati con cui abbiamo preso l'aperitivo e che sono poi venuti a sentirmi recitare i miei componimenti.
Ricordo che mentre declamavo una delle due poesie scelte uno dei due ragazzi, tornando dal bagno di corsa, per non perdermi, era inciampato rumorosamente nella chitarra di uno dei miei compagni di forum, appoggiata sul fondo della stanza.
Un po' mi era scappato da ridere, ma per fortuna ho mantenuto la concentrazione.
Poi c'era stata la cena, gli elogi di chi mi aveva sempre e solo letta ed immaginata; ci sono state le parole di persone che stimavo tantissimo, da un punto di vista artistico, e che mi hanno ricoperta di complimenti, che quasi non credevano alla mia età anagrafica.
Sono sempre stata giudicata "troppo profonda" e un po' vecchia dentro dai coetanei per cui ricevere attenzioni di questo tipo mi riempiva d'orgoglio e gioia: mi sentivo capita.
Dopo la cena sono andata con le mie amiche in un locale ed infine mi sono trovata a camminare con loro per una città addormentata e bellissima, col mare nero pece sullo sfondo e mille stelle in cielo, lucidate dal vento.
La mattina seguente ho nuovamente aperto la finestra e mi sono concessa la sigaretta del mattino, cosa che a casa non ho mai fatto.
Ero felice.
Lontana dai problemi che avevo, lontana dalla mia famiglia che, all'epoca, era per me un rifugio dalle aspettative troppo alte, inconciliabili con ciò che ero diventata.
Ero Elisa, senza costrizioni, senza imposizioni, pura e semplice.
Tendo a dimenticare un po' chi sono ultimamente. E' la vita che ti prende nel suo circolo, che ti chiede di agire e non pensare troppo.
Ma mi mancano quei momenti di solitudine, quegli attimi in cui trovavo il coraggio di osservarmi da lontano, di vivermi ed esplorare i miei limiti e le mie fobie.
Credo sia normale comunque e non ne faccio una tragedia.
In ogni caso è bello, di tanto in tanto, rispolverare quei ricordi.

lunedì 11 gennaio 2010

Guerra

Il mio week end non è stato dei più leggeri.
Domenica, su pressione di Luca (e lo ringrazio per questo), siamo andati ad una mostra sui conflitti nel mondo, dalla guerra di Spagna del '36 sin quasi ai giorni nostri.
Ombre di guerra il titolo della raccolta di 84 fotografie fra le più emblematiche e famose, spesso icone di un'epoca, memoria indelebile poichè impressa su carta fotografica.
C'era di tutto e nonostante fossimo in ritardo per un altro appuntamento, una volta giunti lì, davanti alla Storia, non era possibile tornare indietro, accelerare il passo, saltare qualche immagine.
Nell'Era moderna dove tutto è iper-visivo, ma è anche in continuo movimento, la staticità dello scatto ti costringe a fermarti, a guardare attentamente, a soffermarti su ciò che ti viene mostrato e pensarci su.
Manca la fruizione immediata e viene richiesta attenzione e tempo.

McCullin
Ho visto foto ben più crude e toccanti, ma questa mi ha colpita molto.
E' un soldato sotto choc dopo un bombardamento in Vietnam.
Difficile per chi vive sicuro nelle proprie case capire cosa accada in guerra, in qualsiasi conflitto che insanguini la Terra.
Difficile, per me, capire l'orrore, la follia, la crudeltà, l'efferatezza su larga scala, dove non sia devianza di un singolo, ma bandiera, fede, ossessione collettiva.
L'uomo, il singolo, scompare in un inferno.
Non capisco l'odio, non mi appartiene, non tollero la bestialità di certe scene, l'accanirsi sul corpo del nemico ad esempio, lo scempio di un cadavere.
Ma in questa foto di Don McCullin c'è, a mio avviso, quel che resta dell'Uomo: è l'attimo esatto in cui intravedi l'ultimo barlume d'umanità che fugge, che svuota il corpo, l'involucro, e forse salva l'anima dall'abbrutimento irreversibile.
Qui l'anima non c'è più, quest'uomo NON E' UN UOMO esattamente come le vittime del conflitto.
Ha varcato la sottile linea rossa su cui cammina, in bilico, chiunque partecipi ad un conflitto e che divide la sanità mentale dalla perdita del senno.
E con sanità mentale, intendo anche la perdita di coscienza e la deriva brutale che spesso, purtroppo, porta la lotta per la sopravvivenza.
Questo soldato, questo guscio vuoto, lontano, è ciò che rimane dell'Uomo.
Non tutti finiscono così.
Ho visto foto di uomini e donne devastati da un dolore che non lascia il sollievo della pazzia, la rasenta, ma non cede. Ed è lì che tutto è insostenibile, che lo sguardo fatica a restare fisso.
Siamo talmente abituati alle scene di violenza in televisione, sui giornali, su internet, anestetizzati dall'immagine, che portarla in un contesto diverso (una mostra), andare a vederla apposta, non subirla distrattamente mentre prepari da mangiare la sera, obbligandoti ad osservare e fare collegamenti, è qualcosa che credo necessario, e che mi ha profondamente turbata.

La sera, giusto per completare il quadro, abbiamo visto
L'ultimo re di Scozia, film romanzato sul dittatore Amin.
Per me l'Africa e le sue guerre civili rimangono legate al genocidio ruandese dei primi anni 90 che seguii grazie all'insegnante di Storia delle medie.
E' qualcosa che mi è rimasta nella memoria e non riesco a cancellare, un dolore che ho condiviso e non ho mai dimenticato.
Tutto era così brutale, così inumano: insostenibile ed inconcepibile, soprattutto per una ragazzina di 12 anni quale ero.
Il film in questione riporta la storia di uno dei tanti Signori della Guerra, salito al potere grazie ad un colpo di stato, animato dalla follia peculiare di queste figure.
Un bel film, ovviamente pesante e cupo, con un paio di scene agghiaccianti e che consiglio in ogni caso di vedere.
Eppure non mi ha colpita come la mostra.
Forse c'è bisogno di riscoprire anche i vecchi linguaggi...forse abbiamo davvero bisogno di tempo, anche per indignarci. Certamente per riflettere, attività un po' fuori moda ultimamante.

Avrei ancora molte altre riflessioni da fare credo, ma per oggi basta così: devo pu iniziare a lavorare!! ^_^

venerdì 8 gennaio 2010

Dubito ergo sum

"(...) Ciò che siamo abituati a chiamare “democrazia” è infatti nient’altro che una peculiare modalità di gestione del potere che le élite hanno sviluppato nel momento in cui i mezzi di controllo di massa (giornali, radio, TV, tecniche di indottrinamento psicologico collettivo) hanno raggiunto un livello di raffinatezza e di sviluppo tali da consentire ai dominanti di sfruttare le piene potenzialità della nuova architettura politica, senza correre il rischio di perdere quello stretto controllo sui sudditi che sta alla base della loro permanenza al vertice. La democrazia garantisce alle élite il vantaggio di una pressoché totale deresponsabilizzazione. Qualsiasi azione o decisione dannosa per i sudditi, un tempo imputabile a incapacità e inadeguatezza delle élite, risulta ora addebitabile ai sudditi stessi, i quali – questo è ciò che essi devono credere – hanno conferito essi stessi alla classe dirigente la delega di rappresentanza. Se gli eletti si rivelano inadatti allo scopo, la colpa è degli elettori che hanno scelto male, o che non sono stati sufficientemente vigili, o che non si sono informati abbastanza. La democrazia trasforma magicamente la spada di Damocle di una pubblica insurrezione in una applicazione del “divide et impera” che risulta estremamente vantaggiosa per i dominanti. I sudditi, infatti, posti di fronte alla manifesta corruzione ed autoreferenzialità dei loro rappresentanti, non penseranno più di unire le proprie forze per spodestarli, come avveniva nei tempi felici della monarchia, in cui il sovrano assumeva sopra di sé i benefici, ma anche i rischi della sua carica; in democrazia, al contrario, i subordinati accuseranno solo se stessi, o più spesso l’opposta fazione politica, del cattivo andamento delle cose.
(...)
Per poter funzionare secondo gli schemi previsti, questo sistema necessita di cittadini che siano capaci di contare al massimo fino a due. I mezzi di comunicazione si occupano infatti di costruire intorno alle loro vittime una realtà binaria, in cui il pensiero e la percezione del mondo vengono indirizzati su una categorizzazione fatta di dualità antitetiche, in mezzo alle quali c’è il nulla. Ad esempio, un cittadino potrà essere “di destra” o “di sinistra”, “fascista” o “comunista”, “berlusconiano” o “antiberlusconiano”, “pacifista” o “guerrafondaio”; ma in mezzo a questi opposti non è consentita (perché non prevista dalla logica mediatica) nessun tipo di riflessione critica. Non è possibile rifiutare i concetti di “destra” e “sinistra”, di “fascismo” e “comunismo”, come categorie insulse e decedute ormai sessant’anni or sono, per ragionare su forme inedite di approccio ai problemi sociali."

Gianluca Freda
l'articolo esteso lo trovate QUI

Non so se è un mero esercizio semantico ormai o se siamo di fronte a qualcosa di più concreto.
So che in effetti il mondo come lo conosciamo richiede nuovi punti di vista, una neolingua paventata ma che ci aiuti a ridisegnare i confini di questa Realtà a volte indecifrabile.
Non mi piace il complottismo, ma nemmeno la serena accettazione di qualsiasi notizia e fatto.
Il punto è sempre il medesimo: COME informarsi oggi che la credibilità degli intellettuali vacilla? Oggi che non esiste più un vero riferimento, ma dobbiamo essere sempre portati a dubitare e a porci domande?
Il mondo complesso nel quale viviamo però non è pane per i denti di tutti.
Io faccio fatica, lo ammetto.
Ma le domande me le pongo sempre.
Per le risposte, spero, ci sarà tempo.

mercoledì 6 gennaio 2010

BUON ANNO!

Eccomi tornata!
Di nuovo al lavoro: 'na tristezza!!
Non mi ricordavo più esistessero ore del mattino senza la luce del sole...
Comunque le lunghiiiissime ferie sono andate bene!
Io ed il freghino abbiamo festeggiato il Natale in giro dai parenti con sonore mangiate dal 24 al 26.
Fra i vari regali il mio tesoro mi ha fatto la sorpresona di uno splendido impianto audio/Home Theatre! Purtroppo, vista la lillipuziana dimensione del nostro appartamento, abbiamo dovuto un po' arrangiarci, attaccando con lo scotch le casse dietro alla tv, tristemente voltate verso il muro e nascondendo il subwoofer per terra, dietro alla tele.
L'audio è ottimo, ma sono certa che nella prossima casa, più grande, si sentirà molto meglio!!!
A capodanno invece trasferta in Liguria. Il tempo non era dei migliori, ma almeno una giornata di sole ce la siamo goduta, il 2, con una fantastica mareggiata come non si vedeva da anni.
Il 31 a mezzanotte e mezza eravamo già tutti a letto, ma si sa, non siamo mai stati molto festaioli.
Il 2010 così l'ho salutato un po' in sordina, ma so già che sarà un anno impegnativo.
Anzittutto l'operazione di Luca al ginocchio nei prossimi mesi, poi bisognerà mettersi a cercar casa seriamente per poter mettere a suo agio il mio nuovo impianto stereo, in teoria dovrei anche mettermi un po' a dieta in modo serio ed infine ci sarà il trasloco dal mio amatissimo ufficio ad una nuova, al momento ancora ignota, destinazione.
Insomma, ci sarà da rimboccarsi le maniche!
Direi che per ora è tutto.
Spero abbiate passato delle ottime feste!
A presto...
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