giovedì 23 agosto 2012

Emilia: quel che ho visto

Queste fotografie non le ho prese da un sito o da un giornale.
Sono foto che mi appartengono non solo in virtù del fatto che le ho scattate, ma perchè sono parte della mia famiglia.
Come ho già scritto, purtroppo alcuni miei parenti hanno perso la casa durante il terremoto: questa qui è la casa dei fratelli di mia nonna. Quel che è rimasto in piedi...e che presto andrà buttato giù.
























Una catena enorme corre da un lato all'altro della casa ferita, per tenerla in piedi, insieme.


I miei prozii sono fortunati: non si sono fatti male fisicamente, ma l'animo trema ancora ed è difficile rialzarsi.
Attorno, macerie ovunque.


 

La sorella di mia nonna è sulla sedia a rotelle. La sua casa è inagibile, ma dovrebbero riuscire a recuperarla. Quando? Non si sa. La burocrazia strangola i paesini di quest'Emilia martoriata.
Lei al momento si divide fra il container e questa tenda improvvisata, un'ex rimessa per le auto:


Entriamo: sotto un caldo infernale, mosche ovunque, perchè siamo in campagna, si sa.
Tutti sono arrabbiati, tutti mi sorridono nonostante tutto, sono felici di vederci.
E mi raccontano del farmacista del paese e del suo sismografo per il quale quella scossa tremenda non era da 5.9, bensì da 7.1. L'apparecchiatura è stata sequestrata. Da chi? Perché? Con quale pretesto?
Nessuno lo sa. Quel che si sa è che i risarcimenti dello Stato arrivano solo sopra un certo grado della Scala Mercalli e quel 7 infastidiva.

Con grande forza e determinazione i paesini si risollevano, i sindaci si rimboccano le maniche (chi più, chi meno), le iniziative partono.
L'Emilia è una terra dove si ha il gusto della vita e dello stare insieme e questo mi fa sperare che l'animo non soccomba, che da quest'entusiasmo genetico si possa partire per ricominciare.
Ma è veramente difficile.

Segnalo, per chi volesse, l'iniziativa di un maglificio di Moglia, Fed, per raccogliere fondi per rimettere in piedi le scuole del paesino che, come la maggior parte degli edifici scolastici della zona, sono inagibili.
Qui potete leggere anche un articolo a riguardo.

2 commenti:

Signor Ponza ha detto...

Immagini davvero terribili e toccanti allo stesso tempo. Non oso immaginare che cosa si possa provare in quei momenti e soprattutto nei mesi successivi.

Veggie ha detto...

Non ho mai vissuto l'esperienza del terremoto... ogni tanto qualche scossetta di rimbalzo, quando cera qualche terremoto molto forte con epicentro ben lontano dal posto dove abito... Credo che un terremoto devasti non soltanto i paesi, ma soprattutto le persone... segna una spaccatura... E ci vuole tutta la forza e il coraggio possibili per potersi rimettere in piedi e ricostruire... in ogni possibile senso.

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