giovedì 8 settembre 2011

Happily ever after starts here

Giovedì 28 mi ha regalato tante emozioni, quasi quante il fatidico 29 Luglio 2011.
A mezzodì la casa dei miei genitori accoglie, oltre a me e mio fratello/testimone, anche la mia super nonna materna. Dopo pranzo faccio qualche prova con papà sulle note di Book Of Days, la canzone di Enya che ho scelto per il nostro ingresso e, a seguire faccio loro sentire la canzone per gli anelli portati da mia cognata, Over The Rainbow nella versione di Israel Kamakawiwo'ole, e, soprattutto, Then he kissed me delle Crystals. Su quest'ultima canzone, tanto amata dalla mia famiglia perchè ci ricorda un film che abbiamo visto miliardi di volte, iniziamo a ballare tutti e con "tutti" intendo anche mia nonna! E' stato un momento divertentissimo culminato in un abbraccio finale che mi ha scaldato il cuore.
Adoro la mia famiglia: è proprio sull'esempio dei miei genitori che ho deciso di sposarmi e di provare a creare qualcosa che possa somigliarvi.
Nel pomeriggio ci rechiamo con mio fratello alla cascina dove faremo il ricevimento e dove passerò la mia ultima notte da signorina. Faccio il viaggio sul sedile posteriore, col mio abito allungato a fianco che occupa la macchina in tutta la lunghezza.
E' una giornata ancora metereologicamente incerta, ma mi sento abbastanza rilassata. Arrivati sul posto scarichiamo l'auto e spiego alla bravissima Sara, la coordinatrice degli eventi, come sistemare tutti i dettagli vari: cake topper, tableau, menù, guestbook...tutto!
Il nostro cake topper
I segnaposto
La cartoline sul tableau...

Il resto del pomeriggio lo passiamo a provare la mia nuova macchinetta digitale e ad osservare i nuvoloni neri che ci passano sopra la testa accompagnati da lampi ben poco rassicuranti.
Io e il Riccio, soprannome di mio fratello, ultimamente ci vediamo poco e mi manca sempre moltissimo perchè siamo sempre stati molto legati...

La cena in cascina è un vero tripudio e ci facciamo fuori anche una bella bottiglia di vino; siamo un pochetto allegri quando ci sediamo fuori dal portico a rimirare le nuvole che viaggiano veloci.
A questo punto ho il secondo momento-emozione della giornata: complice la bottiglia di vinello mio fratello non si trattiene più e mi sgancia la bomba...a marzo diventerà padre!!
Rimango senza parole per un po' e, addirittura, dopo 3 anni e mezzo senza toccare una sigaretta, gli chiedo di farmi fare un tiro! Parliamo fitto fitto per ore e viste le grandi rivelazioni e la voglia di parlare, anzichè dormire ciascuno nella propria stanza, finiamo nella mia suite a chiacchierare sino a notte fonda e ci addormentiamo insieme, come da piccoli nel lettone dei nonni.

IL BIG DAY
Mi sveglio presto e dopo un'oretta in cui mi rigiro nel letto, butto mio fratello fuori dalla camera perché è ora di iniziare a prepararsi. Dopo un'abbondantissima colazione, prendiamo la macchina e ci dirigiamo a Voghera, dove avevo appuntamento per manicure e trucco&parrucco.
Devo confessare che essendo dotata di ben scarsa femminilità, le fasi di restauro sia antecedenti, che la mattina del matrimonio, per me sono state una vera tortura, ma almeno ho fatto il minimo sindacale: 10 lettini che non son serviti quasi a nulla visto che la mia melatonina dev'essere non pervenuta, una sfoltita alle sopracciglia con la solerte Olga (che quando sono entrata mi ha guardata come a dire "ti spiezzo in due" e con accento russo vagamente minaccioso, mi ha avvisata che "lei le sopracciglia non me le poteva toccare più di tanto a 3 giorni del matrimonio" mentre mi strappava con dolorosi e sapienti movimenti di pinzetta quei quattro peli che riteneva opportuni) e una base di manicure per la french. Stop. Questo è il massimo sforzo fatto per il mio matrimonio e penso per il resto della vita!
Così mi fiondo a finire la french e poi ci facciamo un giretto sul mercato dove mi compro un paio di sandaletti piani con l'intento di sostituire l'odiatissimo tacco dopo la cerimonia.
Sono calma e serena anche mentre mi strafogo di la pastasciutta al ragù davanti a mio fratello e due amiche che ci hanno raggiunti e si faranno sistemare dalla mia stessa parrucchiera.
Solo sotto le mani di Emanuela, mentre mi inizia a pettinare, comincio a sentire una vaga agitazione.
In effetti sì, sono proprio la sposa quel giorno, non si scappa. Non sto facendo una semplice prova: è ora di andare in scena!
Torniamo in cascina verso le 16.00, in perfetto orario nonostante avessimo sbagliato strada rientrando (mi sono sposata davvero in un posto sperduto): il matrimonio è alle 17.30 ed ho tutto il tempo per prepararmi dato che il municipio è a 15 minuti d'auto.
Nel frattempo sono arrivati anche i fotografi, la mia famiglia e mia cognata nonché autista in un favoloso gessato, il primo dei suoi due cambi d'abito.
Peccato che il dj latiti, ma soprattutto, che lo sposo sia ancora ben lungi dall'arrivare. Inoltre il telefonino non prende in cascina e non ho modo di contattare nessuno. Ok, ora l'ansia si fa palpabile.
Fortuna che posso parlare un po' di fotografia coi mie fotografi e che cognata e mamma mi stiano accanto.
Alle 16.45 circa lo sposo arriva con la carovana di famiglia annessa. 
Io ormai ho un diavolo per capello: mi ero tanto raccomandata ed ecco che i miei suoceri devono ancora farsi la doccia e cambiarsi! Per fortuna almeno lo sposo e il suo testimone sono rapidi, ma devono comunque aspettare i parenti.

Alle 17 circa, esasperata, mi infilo nell'abito, mi sistemo il mini-hat in testa, scelto al posto del  velo e cerco di specchiarmi nel minuscolo specchio del bagno, dato che non ce n'è uno intero nella mia camera. Sono penso una delle poche spose che non si è praticamente potuta vedere tutta agghindata prima della cerimonia…Finalmente mi danno il via libera: sono partiti tutti. E grazie: sono già le 17.30!!! Dovrei già essere là!!! Sono una maniaca della puntualità, trovo sia una grandissima forma di maleducazione il ritardo quindi soffro tantissimo per questo contrattempo.
Tra l'altro, mentre lo sposo arriva "puntuale" in Comune (17.25, quando sarebbe dovuto arrivare alle 16.46/17 come da mia tabella di marcia!!) e si gode l'attesa, la sottoscritta sarà da quasi tutti considerata la vera responsabile del ritardo!!
Comunque ci siamo: io, mio papà che è davvero un incanto, e mia cognata, dolcissima.
Saliamo sul New Beetle e partiamo. Cognata guida pianissimo e attenta perché i fiori sistemati sul cofano sono troppo alti e con l'aria tendono a salire davanti al vetro oscurando la visuale.
Primo "mannaggia alla fiorista"! Arrivati in prossimità del paesino, fermi ad uno stop, ci cade tutto il vaso di fiori con la ventosa!!! Secondo "mannaggia alla fiorista"!!!!
Papà e cognata riescono a riattaccarlo, ma ormai i fiori hanno preso il sopravvento sul cofano e si fatica a vedere la strada: fortuna che è poca!
Giunti in piazza, mentre cognata leva la capote, chiamo mio fratello dicendogli di fare accomodare gli ospiti: è ora.

Ok, qui lo stomaco finalmente si ingarbuglia, la sensazione da montagna russa si fa più intensa. Mi guardo attorno: non c'è nessuno, proprio come volevo. Il paesino è talmente piccolo che nessun curioso è presente, solo un paio di vecchiette mi osservano senza grande interesse.
Sono ormai le sei, la luce calda del tramonto abbraccia il prato dove una distesa di sedie bianche, più o meno occupate dagli invitati, si posiziona a fianco del bellissimo municipio. E' tutto perfetto!
Ho fatto preparare anche le sedie per le nonne con libretto, ventaglio e ombrellino parasole!

Scendo dall'auto ed è proprio vero che non si capisce granché. Ricordo di aver visto un'amica di mio marito, ma forse mi sono accorta di lei solo perché era l'unica ragazza di colore presente! ^_^
Papà mi stringe forte il braccio, mi dà tanta sicurezza anche se so che è tremendamente felice ed emozionato. Ma..la musica ??! Restiamo qualche minuto impalati davanti alla passerella rossa coi petali di rosa delicatamente appoggiati sopra, poi, finalmente, sento le prime note di Book of Days. Sento papà che sussurra "piede destro" e, al mio via, partiamo.
Appena intravedo il mio adorato Luca sotto il meraviglioso albero di fianco al tavolo del sindaco, inizio a sorridere in modo quasi innaturale, un sorriso a 55 denti, da slogatura mascellare.
Lui è pallido e teso, emozionantissimo. Nell'ultimo anno il lavoro me l'ha mangiato vivo, con ritmi da 7ggsu7, dalle 5 del mattino alle 21 di sera e, nonostante le promesse, scoprirò poi che ha lavorato anche la mattina del matrimonio, per questo ha il viso un po' stanco, ma è indubbiamente bellissimo!
Do un bacio a papà e mi sistemo accanto a Luca e, mentre la musica finisce, ringhio a mia mamma di procurarci due libretti che un altro cognato (sì, ne ho ben 5..) si era scordato di sistemarci sulle sedie. La wedding planner riprende, per poco, il sopravvento!
La delegata comunale inizia il discorso di benvenuto che un po' mi infastidisce perché suona del tipo "il rito civile è meglio di quello religioso perché solo lui ha valore legale pappappero…": vabbeh, si poteva anche evitare. Poi per fortuna prende in mano il mio libretto e legge la prima poesia del mio amato Erri de Luca. Seguono altre letture, la preghiera di Sant'Agostino riadattata e una poesia di Michel Quoist che il mio migliore amico legge guardandomi spesso negli occhi e facendomi emozionare non poco. Questa lettura la amo particolarmente per un passaggio:
"L'amore non è già fatto. Si fa.
(…) Non è un 'Sì' trionfale,
enorme punto fermo che si segna fra le musiche,
i sorrisi e gli applausi, 
ma è una moltitudine di Sì che punteggiano la Vita, 
fra una moltitudine di 'no' che si cancellano strada facendo.(…)"


Dopo le letture è il momento del nostro Sì che pronunciamo sicuri e sorridenti e infine, allo scambio degli anelli, le nostre promesse.
Altra cosa che ho amato molto del rito civile è proprio il nostro poter scegliere le parole che più sentivamo nostre, le nostre personalissime promesse reciproche.
Luca inizia a leggere, ma la voce si incrina, le parole inciampano e scoppia a piangere.
E' un momento delicato, lo so, lo percepisco. Gli carezzo la guancia piano, gli chiedo di guardarmi negli occhi, suo fratello gli porge un fazzoletto, il signor Walter, il poliziotto presente, tatticissimo, fa ripertire la musica che aveva accompagnato le fedi, e piano piano, il mio tesoro si riprende, mi sorride, e finisce d'un fiato di leggere, nell'applauso generale.

Io leggo molto decisa, cercando di guardarlo negli occhi, perché capisca quanto forte sia il mio desiderio di sposarlo e di amarlo.
Finalmente la delegata ci dichiara marito e moglie e su un'altra delle mia canzoni più amate, Then he kissed me, bacio mio marito! 
Firmiamo i registri e ci avviamo verso i nostri invitati che ci sommergono di riso, coriandoli a forma di maialino (era il tema del nostro matrimonio il panzuto animale) da me fustellati uno ad uno, ed una pioggia di altri coriandoli sparati dai tubi sparacoriandoli: un delirio!!
I coriandoli maialosi sulla fronte di uno dei miei fantastici amici di Genova!

Iniziamo a salutare i nostri amici rendendoci finalmente conto di chi c'è e dopo un paio di foto vicino al Municipio, mentre tutti si dirigono alla cascina, io e Luca ci fermiamo in uno splendido campo di erba medica coi fotografi e ci facciamo scattare qualche foto al volo, mentre le cavallette mi si infilano fra gli strati del vestito e i tacchi sprofondano nella terra: ma non importa, sono davvero felice!
Mentre ripartiamo non ci accorgiamo che è nuovamente caduto il portafiori e ci passiamo sopra con la macchina che fa un rumore tremendo. Terzo, e per fortuna ultimo, "mannaggia alla fiorista"! .
Fortunatamente la macchina pare a posto e quindi possiamo tornare anche noi in cascina. Siamo stati via solo un quarto d'ora più degli ospiti e quando facciamo il nostro ingresso trionfale in cascina - io col mio secondo cerchietto, quello da ricevimento  - c'è ancora tutto il tempo di goderci l'aperitivo con loro.

La responsabile eventi è impeccabile e ci ha preparato un tavolo a parte dove ci portano direttamente i vari assaggi. Dietro di noi vedo il tavolo dei bambini coi miei libretti che stanno avendo grande successo: sono felicissima!
Inizio a salutare un po' di miei amici: durante l'aperitivo ci siamo fatti il giro separati, andando a ciacolare un po' coi rispettivi amici e conoscenti in modo molto rilassato.
Puntualissimi, alle 20.30 partiamo con la cena. Incredibile: mi si è chiuso lo stomaco! Proprio a me, la sposa che la sarta delll'atelier ha voluto rivedere per una prova straordinaria, preoccupata per il mio aumento di peso, è passato l'appetito!
Riesco comunque a gustarmi gli gnocchi alle mele e cannella che amo tanto, ma il resto della cena mi passa sotto il naso senza ch'io riesca a mangiare nulla.
Sul tavolo degli invitati avevo preparato, tra le altre cose, un'indicazione su come ottenere il bacio degli sposi: ciascun tavolo doveva intonare una canzone che contenesse una precisa parola (tipo mare, amore, vita…). E' un continuo susseguirsi di canzoni stonate, urlate, nell'ilarità generale. Direi che l'idea è piaciuta! Sul tavolo ho anche sistemato dei miniguestbook e il giorno dopo è stato splendido rileggere tutti i loro pensieri e commenti.
Al taglio della torta usciamo fuori: il nostro cake topper è, ovviamente, una adorabile coppia di maialini in fimo e fa la sua "porca" figura sulla torta alle fragole!

Subito dopo il taglio, a sorpresa, parte ancora Enya, "Only Time", e una serie di fuochi artificiali stupendi. Segue "My song" dalla colonna sonora di Moulin Rouge e per 10 minuti buoni restiamo tutti col naso all'insù: il regalo dei miei genitori! 

Seguono un sacco di balli, parole, emozioni.




Mi ritrovo a ballare a fianco della moglie del mio capo e le mie amiche mi consegnano un album iper commovente ricco di stickers, foto e pensieri sulla nostra amicizia: il regalo più bello.
Il lancio del bouquet è sempre un momento da guerriglia urbana e se lo aggiudica la mia collega prossima al matrimonio, litigandoselo però con le bimbe presenti (a sinistra nella foto)!
A mezzanotte faccio portare la tortina al cioccolato per la mia ex collega che compiva gli anni il 30 con tanto di candeline a forma di maialini e i piccoli pensieri che le avevo comprato: altro gesto molto apprezzato, sono contenta!
A mezzanotte e mezza mio marito si sta praticamente spogliando in pista con una birra in mano e la sigaretta (notare bene: lui NON fuma!!! Ha fatto smettere anche me!) in bocca e decido che forse è il caso di mandare tutti a casa!
Vedo che anche le nostre bomboniere sono andate a ruba: son soddisfatta! Tutti i miei sforzi son stati ampiamente ripagati.


All'una circa siamo nella nostra suite. Luca crolla subito, io ripenso ancora per qualche minuto alla splendida giornata trascorsa e, piano piano, mi addormento.
E il giorno dopo?? Beh, un bel taglio di capelli nuovo di pacca e pronta per affrontare il nostro mese intero on te road in America!!!
Ma questa è tutta un'altra storia...

1 commento:

Signor Ponza ha detto...

Oddio ma che stupenda location! Anch'io, se mai dovessi fare questo passo, voglio una cosa così. Vorrà dire che saprò a chi chiedere informazioni. :)

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