lunedì 25 febbraio 2013

il tempo dell'azione

Dopo una settimana di influenza eccomi di nuovo qui.
Qui ad aspettare i risultati di un'elezione che mi fa paura perché temo di specchiarmi in un'Italia che non mi rappresenta, anzi, peggio, che mi fa schifo.
Paura di ritrovare una persona inqualificabile, ingiustificabile, a guida del Paese.
Paura perché se non ho il coraggio di lasciarlo, questo Paese, non ho nemmeno la forza per impegnarmi a cambiarlo.
Perché anziché dire "se torna lui, io emigro!", la vera rivoluzione, la vera esclamazione dignitosa da fare, sarebbe "se torna lui, mi butto anch'io in politica! Dal basso, per provarci davvero a cambiare qualcosa, a fare la differenza!".
Ma, lo ammetto pubblicamente, non ho il pelo sullo stomaco, nè la vocazione.
Nella sola indignazione non credo: a lamentarci siamo tutti capaci.
Che sia il tempo dell'azione?
Una risposta non ce l'ho stasera. Di certo resterò col fiato sospeso sino a dati certi.
Poi vedremo cosa farne dell'indignazione.

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