martedì 1 marzo 2011

Dignità e rispetto

Ho voluto mettere un titolo altisonante per una riflessione povera di argomentazioni, forse, e frutto di mere speculazioni personali, ma che comunque ritengo utili proporre.
Sto leggendo un bel libro, a tratti spaventoso, della Mastrocola, scrittrice e insegnante d'italiano in primis, in cui descrive lo stato, non tanto della scuola italiana, ma piuttosto degli STUDENTI italiani.
Il quadro che descrive è quanto meno preoccupante: ragazzi di prima liceo incapaci di scrivere, di formare un pensiero ed articolarlo, di evitare errori di grammatica da prima elementare.
L'analisi è spietata e, a mio avviso, giunge a palesi conclusioni: gli studenti non studiano. Sai che novità! la scuola, salvo casi eccezionali, è da sempre e per tutti una gran rottura di scatole. Il problema è che da qualche anno si giustifica ad oltranza la deriva dellos tudente medio, il suo rifiuto per la letteratura classica, la sua beata ignoranza della lingua italiana in nome di un' Era veloce e digitalizzata in cui il pensiero dev'essere altrettanto lesto e superficiale e l'espressione passare più per intuizioni visive, lampi, piuttosto che ragionamenti ponderati e, magari, un po' noiosi.
Arrivano dunque a scuole ragazzi non abituati all'esercizio, incapaci di faticare, di metterci del loro. Una massa informe ed ebete.
La Mastrocola parla apposta di "massa" poichè il problema è che per venire incontro a questo magma indefinito di assoluta indifferenza allo studio, la scuola s'è adeguata abbassando il proprio livello.
L'individuo della società moderna non ha più modelli alti cui ispirarsi, ma il tamarro della porta accanto, la ragazzina scosciata che fa la sua sfilata in piazza Duomo il sabato pomeriggio.
Le aspirazioni viaggiano raso terra insieme al linguaggio ed al pensiero in un'omologazione che livella ogni mente, che corre inesorabilmente sempre e solo verso il basso.
Ma non il basso pasoliniano, puro e altissimo quanto crudo (e crudele) nella sua realtà quotidina, ma un basso insulso e cattivo, creato ad hoc da immagini televisive e programma stracolmi di opinionisti.
Viene a mancare la dignità della nostra lingua, la sua bellezza, la sua costruzione e la sua poesia che ci aiutavano ad imparare ad esprimere pensieri, ad articolare le nostre tesi, a formulare le nostre certezze e le nostre conclusioni.
Non c'è più il rispetto per chi sa più di noi, per chi ha studiato e parla, dunque, con cognizione di causa. Oggi tutti possono esprimere un'opinione ed essere ascoltati a bocca aperta senza avere alcuna autorità nella materia trattata. Il trionfo delle opinioni dell'uomo comune. Allo stesso modo i ragazzini si sentono in diritto di dire che, ad esempio, Kafka fa schifo e non è importante studiarlo. Possono dirlo, si sentono autorizzati non solo a dirlo e pensarlo, ma ad agire di conseguenza ignorando(lo).

Ne I cento passi c'è un bel dialogo fra Peppino ed il suo amico:

  • Peppino Impastato: Sai cosa penso? Che quest'aeroporto in fondo non è brutto, anzi...
    Salvo Vitale: Ma che cosa esce?
    Peppino Impastato: No ma... Visto così dall'alto, uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo e invece non è così! In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno 'ste case schifose con le finestre in alluminio e i muri di mattoni finti... Mi stai seguendo?...
    Salvo Vitale: Eeh, ti sto seguendo!
    Peppino Impastato: ...I balconcini, 'a gente ci va a abitare e ci mette... le tendine, i gerani, la televisione e dopo un po' tutto fa parte del paesaggio, c'è, esiste, nessuno si ricorda più di com'era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza.
    Salvo Vitale: Ah bè ho capito, ma allora?
    Peppino Impastato: E allora... E allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni necessarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscela, a difenderla.
    Salvo Vitale La bellezza?
    Peppino Impastato: La bellezza, è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto.
Ho sempre amato questo scambio di battute. Perchè è vero che non sappiamo più riconoscere il Bello e l'Arte, di conseguenza. Non sappiamo più averne rispetto, accostarci con una certa deferenza, un certo timore, insieme però al desiderio di capire, di scoprire. Così perdiamo la nostra bellissima lingua, le sue sfumature, e la sostituiamo con le emoticon, con la contrazione ad oltranza.
Così pensiamo che qualsiasi cosa difficile sia da evitare come la peste e non ci accorgiamo che stiamo perdendo noi stessi.

1 commento:

Veggie ha detto...

Credo che, oggi come oggi, vada di moda avere "opinioni"... poco importa se non si sa niente di quello di cui si sta parlando... Basta dire "oh, ma è una mia opinione, eh!", che sembrano essere le parole magiche che aggiustano e giustificano ogni qualsiasi boiata che viene sparata...
Del resto, considerando quelli che sono gli "ideali" che ad oggi vengono proposti, considerato quello che "insegna" la TV che viene considerata più maestra della scuola, c'è veramente da stupirsi se le nuove generazioni di ragazzi escono un filino differenti dalle precedenti??!...

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