lunedì 24 gennaio 2011

Augias non riesco proprio a finirlo. Libro che procede a singhiozzo, fra storia dell'arte e Storia mentre con accuse più o meno velate, col consueto tono pacato, ma incisivo ed allusivo, il giornalista (che molto apprezzo) ripercorre le vicende meno chiare legate agli uomini della Chiesa Cattolica.
Se i fatti a noi più vicini rimangono interessanti, le molte ricostruzioni storiche, sovente accompagnate da piccoli trattati di storia dell'arte, naufragano un po' nella noia. Non tanto perchè privi di interesse in sè, ma perchè decontestualizzati ed isolati in modo da rendere la lettura frammentaria e spesso, quindi, annoiando.
Così ieri, in libera uscita alla Feltrinelli, mi son comprata Mattatoio n. 5 e Il sergente nella neve, due bei classici contemporanei a tema bellico e speriamo mi catturino di più (ne sono certa).
Prima del salto in libreria io, Luca e la congata in visita, abbiamo tentato anche un salto alla mostra di Dalì a Palazzo Reale.
Vista la coda, abbiamo ripiegato sulla visita al Museo del 900.
Vista l'attesa (dopo un'ora non si vedeva ancora l'ingresso), ci siamo infine infilati nella più defilata mostra sul pittore e musicista lituano Čiurlionis.

Per alcuni versi mi ricordava il Blake incisore anche se meno ossessivo e meno legato all'iconografia religiosa.
Čiurlionis  

Blake
Molto bello il ciclo sulla creazione del mondo, in cui risuona potente l'eco della sua produzione musicale, con una sequenza di quadri che mi hanno molto ricordato il primo episodio di Fantasia della Disney, sulle note di Bach, con colori e forme che seguono le note.
Senza contare suggestioni fiabesche di terre lontane..
Insomma, una bella sorpresa che ci ha molto colpiti e soddisfatti.
Ah, già, sabato c'è stato anche il Liga agli Arcimboldi, ma francamente, nonostante sia fan sfegatata, non è stato nulla di che. Sempre bravo, ha suonato per più di due ore riarrangiando anche alcuni pezzi, e anche la tecnica vocale - diciamocelo: pressochè assente - mi pare più consapevole e matura. Però non è un artista da ascoltare seduti in un teatro: niente virtuosismi vocali da ascoltare estasiati trattenendo il respiro, ma più che altro voglia di un po' del suo rock.
Così, una bella serata, ma senza troppa gloria. ;-)

1 commento:

Veggie ha detto...

Però, dai, un concerto del proprio cantante preferito, è pur sempre un suo concerto... Credo che se mi dicessero di andare a sentire le t.A.T.u. che cantano sotto un ponte, ci andrei a costo di sprofondare nel fango...

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