martedì 16 dicembre 2008

Siamo un Paese strano.
La Freccia Rossa, atavico simbolo di progresso: una locomotiva non più a vapore, lanciata a tutta velocità verso il futuro, che lascia a piedi migliaia di pendolari.
Orgoglio nazionale? nessuno l'ha ancora capito.
Fa bella mostra di sè nella nuova Stazione Centrale che di nuovo ha solo i tapis rulants infiniti, un ritocchino di facciata abbastanza inutile e pure dissonante col resto dell'architettura che compone la stazione.
I manager-pendolari prenderanno il nuovo treno chini sui loro pc, mentre i pendolari-impiegati, che ogni giorno ci mettono un'ora da Varese a Milano (cito a caso), sono costretti a viaggiare su carri bestiame perennemente in ritardo.
Il progresso del resto non è mica roba per tutti.
E poi, come scrive Dr3na, col nuovo super treno si perde tutta la poesia del viaggio. Si perde l'incontro, lo sbirciare un paesaggio inedito, inaccessibile a tratti.

Siamo un Paese dall'indulgenza malata ed indifferente dove tutto è concesso finchè non lede il nostro microcosmo. L'indignazione è sparita e "si tira a campà". Forse ci meritiamo il medesimo trattamento da chi sta al potere..del resto è costume comune ormai, mi pare.
L'anestesia totale dell'Italia un giorno o l'altro porterà al collasso - ci siamo vicini - e staremo a vedere se saremo fenice o Storia passata.

"...E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano,
che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro
distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite
(...)
Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione:
un treno di lusso, lontana destinazione.
Vedeva gente riverita,
pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava a un treno pieno di signori.
(...)
E un giorno come gli altri,
ma forse con più rabbia in corpo,
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto:
salì sul mostro che dormiva,
cercò di mandar via la sua paura,
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura.
(...)
E corre, corre, corre, corre la locomotiva,
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva,
e sembra dire ai contadini curvi,
il grosso fischio che si spande in aria:
"Fratello non temere,
che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!..."

(La Locomotiva, versione dei Modena City Ramblers)

1 commento:

Veggie ha detto...

Quoto ogni tua parola... e parlo da pendolare-studentessa con i treni perennemente in ritardo... Che grazie alla Freccia Rossa lo saranno anche di più visto che saranno costretti a deviare tutti per la linea vecchia...

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