sabato 19 gennaio 2013

Parigi - Giorno 4


Si parte di buon mattino perché il Louvre è una meta ambita e non vogliamo invecchiare in coda.
Nonostante la Museum Card sappiamo infatti che ci saranno comunque da affrontare i controlli di sicurezza.
E' una bella mattina e siamo stanchi, ma eccitati: siamo già stati al museo, ma è sempre un'emozione trovarsi faccia a faccia con certi dipinti.
Decido di accedere al Louvre dal Carrousel dato che ho letto che la fila è minore. In effetti, nonostante la notevole quantità di persone davanti a noi, la coda si muove veloce e dopo una ventina di minuti siamo nel museo.
Grazie alla Card possiamo accedere subito alle collezioni e partiamo con la famosa Ala Denon dove trovano posto le opere italiane e francesi più famose.
Partendo dalle sale dedicate alle sculture ci muoviamo verso la grande scalinata dove troneggia la superba Nike di Samotracia.


Dopo la prima parte dedicata ad artisti come Giotto e Paolo Uccello, che ammiro, ma non mi fanno impazzire, il primo dipinto davvero emozionante è la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci.


I colori scuri, l'atmosfera cupa, mi hanno sempre affascinata molto, quasi quanto le ardite congetture che si trovano nel Codice da Vinci.
Le serie delle grandi tele non lascia indifferenti: la Storia e la Religione si fondono in un formato che lascia senza fiato.
Davanti alla Zattera della Medusa non possono non farmi scattare una foto: il quadro che fece scandalo poichè rappresentava una scena contemporanea nel grande formato dedicato solo alla Storia, è come un pugno nello stomaco.
Violento ed opulento, anche La Morte di Sardanapalo mi impressiona come la prima volta che lo vidi.

Tra i quadri che invece non ricordavo e mi colpiscono particolarmente ci sono il Pandemonio di John Martin e la sepoltura di Atala. Molto pateticamente romantici, lo so...

A questo punto, finito il nostro giro, decidiamo di darci al masochismo vero e andare a vedere anche l'ala Richelieu dedicata ai fiamminghi.
Dovete sapere che sia nel '99 che l'anno successivo, non ero riuscita a vedere quest'ala, che pure mi incuriosiva, poichè perennemente chiusa.
Mappa del museo alla mano, scendiamo di un piano, convinti di poter accedere all'ala delle biglietterie sul fondo delle sale dedicate all' Arte dell'Africa, Oceania ed Americhe.
Grosso errore.
Passiamo attraverso sale praticamente vuote e pure interessanti, ma poi ci troviamo davanti ad un muro.


E come dice Aldo..non possiamo nè scendere nè salire!
Ci tocca tornare indietro e tutto sommato guadagniamo almeno la visione di una scultura che, ahimè, ci era sfuggita, la delicatissima Amore e Psiche.


Mooolto romantica! Il punto è che la stanchezza comincia a farsi sentire e ancora non siamo arrivati all'agognata ala Richelieu. Guadagnata l'uscita dalla Denon, entriamo nel regno dei fiamminghi.
Questa parte del museo è per me totalmente nuova e mi colpiscono subito gli spazi.


Ecco, i fiamminghi invece...come dire? Che delusione!!!

Speravo in qualcosa di ben più maestoso e drammatico e mi trovo a girare stanchissima ed annoiata alla vana ricerca almeno di un divanetto su cui riposarmi. Peccato che quest'ala, praticamente snobbata dai più, preveda pochissime panchette: sono ko!
Verso le due, dopo qualcosa come 4 o 5 ore passate nel museo, usciamo dal Louvre e mi concedo una sosta da Mariage Frère, il tempio del the.

Passo svariati minuti ad annusare qualsiasi barattolo e me ne esco trionfante con un the nero al cioccolato e caramello ed uno verde agli agrumi.
Finalmente ci possiamo rifocillare in uno degli affollatissimi locali all'interno del Carrousel: non senza fatica ci accaparriamo un posto a sedere e a turno andiamo a procacciarci il cibo, mentre le stanche membra si riposano.
La giornata è tutt'altro che terminata: gambe in spalla e, rigorosamente a piedi, ci avviamo verso la Conciergerie. Non so perchè, m'ero convinta di dover per forza di cose passare da qui per entrare nella Sainte-Chapelle: errore!
Dopo una fila interminabile entriamo in quella che fu l'ultima dimora di nomi illustri come Maria Antonietta e vi troviamo all'interno una mostra sui castelli. Francamente non me ne può fregare di meno, quindi attraverso la Salle des Gens d'Armes - che se non fosse ingombra dell'allestimento della succitata mostra sarebbe pure molto bella - e cerco di capire dove sia l'accesso alla cappella.
Nella nostra vana ricerca, passiamo anche nella ricostruzione delle varie celle, ed in particolare in quella dedicata alla regina. Pensare che questi luoghi non erano altro che l'anticamera della ghigliottina fa rabbrividire.

Sono stanchissima e voglio solo trovare la Sainte-Chapelle, anche perchè Luca non l'ha mai vista.
Per fortuna, in fondo alla Sala trovo anche qualcosa di curioso che apprezzo molto: il mondo Harry Potter costruito col Lego!

Bellissimo!!!
Usciti dalla Conciergerie scorgiamo un'altra coda: questa volta è quella giusta!
Sono davvero "oltre" e decido di andare in cima alla fila per capire se possiamo passare avanti con la nostra carta: sìììììììì!!!
Saltiamo entrambe le code ed eccoci all'interno di questo capolavoro.


La cappella bassa è già di per se magnifica, ma ciò che toglie davvero il fiato è la cappella alta.



Sarà perchè così vicine a terra, sarà perchè sono dei gioielli, queste vetrate non lasciano scampo alla vista e ti fanno sentire per un attimo in Paradiso.
Sono contenta che anche Luca abbia potuto vederla finalmente, ma ormai voglio fare solo una cosa: sdraiarmi sul divano e spegnermi lentamente!
Marito prova a convincermi a metterci in coda per entrare a Notre-Dame, ma entrambi l'abbiamo già vista in precedenza e non ci aveva entusiasmato, per cui me la da vinta e torniamo in appartamento da dove non ci schiodiamo più per tutta la sera. E buona notte...


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