martedì 16 ottobre 2007

E' il treno. Sarà per il suo andamento, per il rumore che culla..
Sarà.
Diciamo che mi dà tempo per sentire che il mio corpo viaggia.
In piedi, tra un vagone e l'altro. Quanti viaggi così? Avrei potuto sedermi nello scompartimento tante volte eppure mi piace starmene in piedi, persino quando ci metto più di due ore per arrivare.
Intorno a me, intorno al mio corpo che si muove nel tempo e nello spazio, si srotolano paesaggi, vite diverse, sconosciute, infinite. Si muovono i miei pensieri e rimbalzano dalla collina al mare, attraversano regioni senza nome.
Capisco che viviamo dentro la nostra vita senza renderci conto che esistiamo NEL mondo.
L'uomo mi ha detto che sentiva che tutto ciò che c'era fuori dal finestrino era nostro.
E' così: ogni cosa che ci circonda ci appartiene, fa parte del nostro esistere in quanto abitanti del pianeta Terra. In questo istante.
Forse è questa la vera libertà: capire che possediamo tutto anche se non lo stringiamo spasmodicamente nelle nostre mani.

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