mercoledì 20 aprile 2011

ridimensionando

Quando avevo 23 anni ho passato un periodo difficile, ho perso quasi 10 chili, ho affrontato un po' di prove per me importanti, perdendo amicizie che credevo solide lungo la strada ritrovandomi sola.
Ho capito come funzionano certi meccanismi, ho imparato a consigliare chi, nel dolore, decide di crogiolarsi.
Insomma: il dolore mi ha insegnato un paio di cosette in più su me stessa, sul mio modo di rapporti col mondo ed i miei simili.

Quando avevo 16 anni sono stata male per quasi un anno. I miei mi hanno portata da vari specialisti, ho perso molti giorni di scuola, mi sono fatta un ricovero di una settimana in ospedale mentre venivo studiata ed esaminata da vari medici.
Qualche mese dopo, ormai praticamente guarita, col coro siamo andati a cantare in un istituto neurologico. I miei genitori mi avevano permesso di curarmi in una clinica privata, ma quella sera, coi miei compagni dell'oratorio, mi sono trovata a cantare in una struttura di quelle coi muri dalle mattonelle verdine, l'odore d'ospedale pungente in ogni respiro e i malati in vestaglia bianca. Ho cantato con le lacrime agli occhi ed un nodo alla gola perchè in quel momento capivo quanto fossi fortunata, quanto la salute riacquistata fosse importante.
Ricordo che sul mio diario scrissi che non dovevo mai dimenticare quanto fosse importante la salute.
Quando sei giovane non ci pensi a queste cose, sono discorsi da vecchi, eppure era per me lampante: avevo la salute, avevo tutto.

Oggi sono capitata sul blog di una donna di 37 anni, madre di due bimbe, malata di cancro e ne ho letto alcune pagine. Un senso di vertigine cresceva ad ogni post che leggevo e così mi sono fermata un attimo, ho ripensato a ieri ed al mio sfogo ed ho capito quanto tutto ciò che ho pensato sia inutile ed insensato.
Intendiamoci: credo che ognuno di noi abbia i propri parametri poiché viviamo il mondo solo attraverso noi stessi, solo nella nostra testa, ed è normale che ci siano cose che ci toccano, e a volte sconvolgano addirittura, più di altre. Esistono particolari gocce che nessun'altro nota e che invece fanno traboccare il nostro personalissimo vaso. Questo è umano, ma bisogna anche imparare, una volta passato l'impeto, a guardarsi indietro e valutare, a mente lucida, ciò che è successo nella corretta prospettiva.
E così mi sono ricordata della Eli 16enne che se ne stava in ospedale e non sapeva cos'aveva, mi sono ricordata di quando stavo così male da sentire il bisogno di prendere un ago e incidere la pelle.
Ed ho pensato a questa donna, incontrata nella Rete, che mi ha raccontato un po' di s'è, un po' del suo ordinario, eccezionale, coraggio.
Spozilla s'è placata, laEli ha capito e oggi si sente più forte.
Penso che la mia salute, seppure traballante, ce l'ho e che mi sto per sposare con l'uomo che amo e che ho scelto.
Penso che mi sposo perchè lui è una persona speciale, perchè mi ama e perchè insieme a lui riesco ad immaginare la nostra famiglia.
Che importa del contorno, dei particolari di una giornata di fine Luglio?
Ringrazio per il mio Oggi, mi scuso per il mio Ieri e attendo il mio Domani.

1 commento:

Veggie ha detto...

Come ho scritto anche in uno degli ultimi post che ho scritto, secondo me non si possono fare paragoni tra forme di dolore differente, per il semplice fatto che il dolore, nel momento in cui lo si vive, quale che ne sia la causa, ha un valore assoluto.
Anche a me è capitato spesso, in passato, di provare a mettere a confronto la mia anoressia e il mio autolesionismo con le malattie di altre persone, o con le catastrofi naturali che accadevano altrove nel mondo. Ora che ho superato la fase più scritica dell'anoressia, mi è venuto da pensare che anche a me potrebbe capitare d'incappare in una malattia fisica molto invalidante, e da una parte penso che non riuscirei ad avere la forza per affrontarla, eppure ce ne vuole di forza per combattere contro l'anoressia. Ed è vero, a volte mi sono posta la domanda se sia giusto "soffrire" per l'anoressia o per l'autolesionismo, quando ci sono cose molto agghiaccianti e distruttive nel mondo e le persone riescono ad essere forti.
Ho riflettuto e sono arrivata alla conclusione che io non mi sentirò mai in colpa perchè ho problemi di anoressia/autolesionismo, che può sembrare un male minore rispetto ad un tumore. E sai perchè? Una volta lessi un articolo dove diceva che gli adulti non devono mai sminuire i problemi dei bambini, perchè per loro in quel momento e a quell'età, sembrano cose invalicabili. E' la stessa cosa, se io ho problemi di anoressia/autolesionismo è stato comunque perchè la vita mi ha portato a questo e - senza assolutamente voler sminuire nè far paragoni con la sofferenza altrui - rispetto la MIA sofferenza.

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