venerdì 9 novembre 2007

Contemporanei

Sarò una sentimentale, ma quando ho sentito "Oh bella ciao" ai funerali di Biagi, con quel direttore del coro barbuto, le seconde e terze voci..un po' mi sono commossa.
Mi sento indegna di un commento qualsiasi su un uomo che mi colpiva sempre per la pacata fermezza delle sue affermazioni, per l'oculata e sempre azzeccata scelta delle parole nella definizione di un'epoca.
Nella nostra "solita" Italia, "al subito sparir di tanto raggio" ecco che si invoca una sorta di beatificazione per il Biagi martire del Berlusca, il Biagi che non è stato difeso da nessuno.
Tutto vero: ci si domanda dove fossero i personaggi che oggi lo piangono a così calde lacrime.
Travaglio da Santoro ieri sera ha detto una cosa molto giusta secondo me: il nuovo governo anzichè rendere giustizia ad un uomo allontanato senza un motivo degno di tale nome dal suo lavoro, ha deciso vigliaccamente di continuare il lavoro sporco iniziato dal governo di destra.
E ora tutti a piangere, tutti a dire quant'è stato ingiusto l'editto bulgaro.
Come al solito fiumi di parole che presto si spegneranno, le polemiche verranno stancamente alimentate per un altro po', sbiadite fotocopie di un originale che doveva subito essere gridato a gran voce. Poi il nulla.
A me resta nella memoria una risposta fulminante data a Fabio Fazio che lo intervistò all'indomani della "liberazione" dall'ingerenza berlusconiana sulla televisione pubblica:
F.F.: "allora dottore, come si sente?"
E.B.:"Da suo contemporaneo"

Io rispetterò e ricorderò sempre, oltre alla sua figura pubblica di giornalista, la sua intelligenza ed il rispetto profondo che aveva per noi lettori/telespettatori.

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