« In quel selvaggio abisso,
Grembo della natura e, forse, tomba,
Che non è mare né sponda, aria né fuoco,
Ma lor cause pregnanti in sé commmiste
Confusamente, in una lotta eterna,
Se il Fattore Possente non costringe
Queste oscure materie a farsi mondi,
Nell'abisso selvaggio, cauto, Satana
Sostava, all'orlo dell'inferno, e vide,
E ponderò il viaggio... »
E' da questo passo de Il paradiso Perduto di Milton che prende spunto Philip Pullman per la sua trilogia, "His Dark Materials".
Ieri sera, un po' titubante, sono andata a vedere la trasposizione cinematografica del primo libro della saga, La Bussola d'Oro. Fan sfegatata della saga, mi aveva un po' disturbata il fatto che si parlasse di parziale censura della fondamentale critica alla Chiesa mossa dall'autore: per fortuna la tematica centrale dei suoi libri è rimasta.
Film piacevole anche se, come ogni trasposizione, ben inferiore alla sua versione cartacea.
Devo poi dire che, visivamente, la resa era perfetta e rasentava quasi le stesse immagini che mi ero figurata e che conservavo nella memoria dei luoghi e dei personaggi della storia.
Ciò che più mi aveva colpita quando lessi i libri erano i diversi piani di lettura che Pullman regalava: un fantasy impregnato di filosofia che diventava un j'accuse per nulla velato all'ingerenza ecclesiastica nella gestione del potere.
Il film è abbastanza fedele al libro, seppur precipitoso in molti passaggi com'è logico che sia.
Consigliato ai giovani, mentre la trilogia è un gioiellino godibilissimo anche per gli adulti che credono nell'importanza del libero arbitrio e pensiero.
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1 commento:
non ho molto tempo - data l'ora è anche concepibile - ma non potevo non farti i miei AUGURi!!
passa un meraviglioso natale col tuo meraviglioso uomo...scommetto che il 25/12/2007 sarà il miglior 25/12 degli ultimi -tot- anni, indovinato? ;o)
1bacione
My'
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