mercoledì 4 luglio 2012

World Press Photo of The Year 2012

Sono stati assegnati i premi del World Press Photo of The Year, uno dei premi più ambiti del fotogiornalismo, se non il più importante.
Come per ogni concorso esistono diverse categorie e vi invito davvero a visionare le foto prescelte, una più intensa dell'altra.
Ma vorrei proporvene alcune in particolare, che mi hanno colpita.
Anzitutto la foto che ha vinto:
Samuel Aranda

Fatima al-Qaws culla suo figlio Zayed (18), che soffre per gli effetti di gas lacrimogeni dopo aver partecipato ad una manifestazione in strada, a Sanaa, Yemen, il 15 ottobre.
Toni freddi, quasi lividi, la figura nera della madre che cinge la pelle nuda del figlio sofferente. Subito l'immaginario va ad una sorta di Pietà moderna, ma tutto è intriso di una sofferenza viva e straziante e da una rabbia senza volto.

“Tsunami” di Toshiyuki Tsunenari

La città di Natori dopo il terribile tsunami dell'11 Marzo. Una donna che piange disperata in un paesaggio in cui nulla sembra poter tornare alla normalità. Anche la figura umana così sembra una maceria devastata.

Salil Bera

Siamo in India ed il leopardo in questione non era stato adeguatamente sedato. La guardia forestale è sopravvissuta, l'animale no. Ma questo scatto è stupefacente per la tempestività e l'agghiacciante sensazione dell'attimo congelato prima della tragedia.

“Campionati del mondo Ironman” di Donald Miralle, Jr.

“Tonni” di Francesco Zizola

Queste due sono foto piuttosto diverse ovviamente, ma entrambe esercitano su di me il fascino del mondo sottomarino così inquietante ed affascinante.
La prima, metafora non troppo sottile, fra l'umana prova sportiva e la vita submarina, la seconda, impressionante, di un connazionale, riprende dei tonni che stanno per infilarsi in una tonnara in Sardegna.

 “UTØYA” di Niclas Hammerström

L'atmosfera potrebbe bastare e lo ricordiamo tutti: il 22 luglio, Behring Anders Breivik uccise 69 persone sulla piccola isola di Utøya, 40 chilometri a nordovest di Oslo, in Norvegia.
Una foto giocata sulle linee orizzontali, con quegli elicotteri intenti a cercare il folle. Un'isola di follia imprigionata in un cromatismo gelido.

“Settimana della moda di Dakar” di Vincent Boisot

Questa foto a me piace forse perchè vivo a Milano, dove la Moda è roba un po' da fighetti o da fighetti finto alternativi.  Questa foto ci mostra un'altra Moda, la faccia di una medaglia multiforme e coloratissima.

Emiliano Larizza

Un altro italiano, ma in trasferta ad Haiti. Ogni anno dal 14 al 16 luglio, i pellegrini si radunano per battere tamburi, danzare, evocare gli spiriti, e lavarsi nelle acque purificandosi nelal cascata sacra Saut d'Eau
La trovo così poetica. Il bianco e nero contrastato eppure fatto di piccoli bagliori ed ombre che si stemperano nella luce. Una delle mie preferite.

Shaofeng Xu

Partiamo dalla composizione: linee verticali che non lasciano scampo, colori freddi, smorti anche in questo caso. Quell'elemento di disturbo che focalizza la nostra attenzione e risalta, all'interno di una trama inanimata eppure dinamica.
Si tratta di una protesta in Cina, di un uomo che non ha ricevuto nessun indennizzo dal Governo per la demolizione della sua casa. Non è un gesto isolato. In Cina molte persone hanno dovuto ricorrere a gesti simili o addirittura al suicidio.

Ed infine foto che non so come commentare, che tolgono il fiato, che arrivano dritte allo stomaco e fanno barcollare. Foto di un'umanità senza sogni e speranze, senza più forza per sorridere.
Foto livide e sospese, fuori dal tempo, che ci interrogano in silenzio.

Brent Stirton
Maria, prostituta ucraina e tossicodipendente.

Simona Ghizzoni
Jamila, ferita alle gambe a Gaza da un missile durante l'operazione "Piombo Fuso"

“Spose bambine” di Stephanie Sinclair
Tahani e Ghada, spose bambine nello Yemen coi loro mariti

Spero d'avermi incuriosito e che andrete di corsa a vedere le altre meraviglie.
Il fotoreportage è veramente un mondo straordinario...

1 commento:

Signor Ponza ha detto...

Quella di Shaofeng Xu mi ha conquistato subito. Bellissima, splendida composizione (ammesso che si dica così, visto che mi intendo di fotografia più o meno quanto mi intendo di fisica nucleare)

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