giovedì 17 luglio 2008

Cine

Ero molto stanca ieri sera e le zanzare che pasteggiavano allegramente con le mie gambe non mi hanno aiutata a rilassarmi.Il cinema all'aperto l'ho sperimentato solo un paio di volte, ma spesso sogno l'american dream del Drive In con la tua bella automobile coi sedili imbottiti ed i vetri barriera contro i malefici insetti..
Ad ogni modo, uno schermo piazzato in un parco ha sempre il suo fascino e non ci lamentiamo troppo.
"Il Divo" di Sorrentino è un film strano. Vagamente pop, discontinuo, volutamente superficiale nell'azione.
Ci sono bellissime inquadrature sornione, grottesche (termine chiave forse abusato nel descrivere il film, ma in effetti spesso calzante); c'è Toni Servillo che si fa maschera pesante ma efficace; c'è la musica, azzeccatissima, chiave di lettura che riveste di nuovo senso una scena altrimenti scontata.Andreotti c'è e non c'è in questo film. Lo riconosciamo, agisce COME lui, eppure non è lui. La rappresentazione di un personaggio potrebbe, logicamente, portarci ancora più lontani dalla persona reale, oppure potrebbe essere la giusta chiave di lettura per infrangere il mito."Il Divo" ha, a mio avviso, parecchi pregi formali e parecchi limiti di autocompiacimento ed è difficile rimanere coinvolti, trovare la giusta empatia col personaggio. Questo perchè in realtà Andreotti non FA nulla, è, come scrive Manuel Billi, "un “primo motore immobile”" che agisce poco e fa accadere molto, ma questo non basta per dare consistenza al volto del potere.
Plauso come sempre a Servillo che, nella "confessione" alla moglie mi ha ricordato molto carmelo Bene, e che rimane uno dei mie attori preferiti.
Sorrentino mi era piaciuto di più ne "Le conseguenze dell'amore" e conferma il suo amore per i personaggi, a discapito della storia. Non che sia un male, anzi, ma gli manca sempre qualcosa.

Stasera finalmente RIPOSO e dopodomani primo giorno in spiaggia: non vedo l'ora!!!!

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