Premo il naso contro il vetro: vorrei sporgermi fuori dal finestrino, ma non si può. Il treno passa sull'acqua tranquillo e mi ricorda il viaggio di Chihiro/Sen nel capolavoro di Miyazaki. La giornata è grigia ed anonima, ma sulla Laguna, in lontananza, si scorgono rari raggi di sole che tentano di avere la meglio sulle nuvole.Venezia mi appare come una città incantata sospesa su una favola, irreale e sempre più vicina. La sensazione di entrare in un altro mondo è potente.
La cosa che più mi colpisce la folla: non essendoci macchine il traffico è dato da un convulso ammassarsi di corpi che subito mi infastidisce. Il bagaglio è leggero e ci dirigiamo verso la Guest House dove alloggeremo. Il mio noto senso del disorientamento si fa sentire subito e trotterello placida dietro a Luca che invece procede sicuro. Dopo qualche attimo di straniamento troviamo il "Portico" sotto un caratteristico sottoportego veneziano. La proprietaria è americana e parla tantissimo e con entusiasmo. Ci riempie di informazioni sulla sua Guest House, sugli spazi comuni
(cucina, terrazzino e cortile per la colazione) e sui locali dove potremo pranzare o intrattenerci. Fra le altre cose ci fornisce anche una mappa della "sua" Venice con tutti i suoi locali preferiti e i riferimenti delle persone di cui chiedere per avere trattamenti agevolati. La stanza sta al 3° piano senza ascensore e ringrazio la giovane età ed il bagaglio minimo mentre salgo le scale cui non sono più abituata. Stacy ci sistema nella "Romantic Room" con un bel balconcino e con vista sui tetti circostanti: davvero carina!Luca ha un mal di testa sempre più forte e sosta sul letto qualche secondo più del solito..dovevo capirlo che non stava per niente bene.In ogni caso ci mettiamo quasi subito in marcia: primo obiettivo è Palazzo Grassi, dove vogliamo visitare la mostra Italics sull'arte contemporanea italiana.
Ovviamente il Palazzo sta dalla parte opposta della città e io non posso prendere qualsivoglia traghetto dato che soffro il mal di mare persino sul pedalò.
La città è meravigliosa e io mi guardo intorno sempre più incuriosita. Il suo fascino decadente e antico mi conquista immediatamente.
Arriviamo davanti a Palazzo Grassi dopo un'oretta e mezza di cammino o giù di lì. Luca è sui gomiti ed io ho lasciato le pastiglie in albergo. Per fortuna troviamo una farmacia e, dopo pranzo, può prendersi qualcosa. Purtroppo la situazione peggiora e gli viene anche mal di stomaco! Il mio rude bergamasco, che tipicamente soffre in silenzio stoicamente mi domanda se possiamo andarci a riposare un po': sta proprio male!!Passiamo un paio d'ore a dormire: in fondo ci siamo alzati alle 5:30..Verso le quattro e mezza ci riproviamo. Luca sta meglio anche se non è al suo top.
La mostra si rivela piuttosto deludente e la giriamo in fretta.
Ceniamo in un ristorante sulla via del ritorno piuttosto romantico e ci rintaniamo subito a nanna ad un orario vergognoso, visto anche il passaggio all'ora solare.La mattina seguente Luca ha una guancia simile a queste:
Ascesso fulminante, ma non troppo doloroso per fortuna. Dopo una colazione atipica dove dobbiamo prepararci tutto noi e lavarci pure le stoviglie, ma in un clima di gran convivialità ed amicizia con gli altri ospiti, tutti rigorosamente stranieri, molliamo le borse alla "reception" e ci dirigiamo verso Piazza San Marco che ancora non ho visto. Ormai Luca si muove senza bisogno della cartina e anch'io, grazie alle abbondanti segnalazioni, riesco a stargli dietro con cognizione di causa.
La Piazza è stupenda, peccato solo per i molteplici lavori di restauro in corso, fra i quali quelli al Ponte dei Sospiri coperto da pannelli enormi ed orrendi raffiguranti un cielo pieno di nuvole. C'è anche una maratona sul lungomare che crea qualche disagio alla circolazione pedonale, ma c'è il sole e sono felice!La prima cosa che dicidiamo di fare è salire sul Campanile per una bella veduta dall'alto della Serenissima. Dopo essermi assicurata che esista un ascensore, ci mettiamo in coda. La vista in effetti è a 360° ed abbraccia tutta la città e le sue isole. Soddisfatti, ma un po' infreddoliti scendiamo di nuovo verso la piazza.
Previa passeggiatina sotto i portici, ci mettiamo in coda per la visita a Palazzo Ducale che ci tiene in ostaggio per 2h e mezza, ma che annovero fra le meglio spese della mia vita. Le sale si susseguono in un crescendo di maestosità ed eleganza che lascia senza fiato e non so che darei per scattare una miriade di foto!Usciti dal Palazzo e dopo un lauto pranzo (gnocchi allo zola e torta selva nera per me...uhmm..che buoniiii!!), facciamo qualche minuto di coda per la Basilica. L'interno è un tripudio di mosaici dorati e si fa quasi fatica a mettere davvero a fuoco tutto.
Terminata anche questa visita Luca mi trascina verso Canal Grande: vuol vedere la Ca'
D'Oro. Camminiamo per un bel po' ed incappiamo in un altro museo d'arte moderna e arte
orientale per cui abbiamo l'ingresso gratuito compreso nel biglietto di Palazzo Ducale.
Prego che il freghino sia troppo stanco...vabbeh: quando mai??! Ci facciamo anche quest'ultimo museo (molto carino nel complesso) e finalmente ci dirigiamo verso la Guest House.
Luca, povero tato, è distrutto e inizia ad ammettere una certa stanchezza. Prendiamo un aperitivo tanto per far arrivare l'ora del treno e finalmente andiamo verso la stazione.
In viaggio, stranamente, sono io quella che se la ronfa beata, più che altro per scongiurare l'insorgere della nausea dato che mi trovo in senso contrario di marcia e, ovviamente, soffro anche il treno.
A Milano il tempo è uggioso e triste, ma mi ritrovo ad apprezzare lo sferragliare del tram sui binari e i miei piedi ringraziano i mezzi pubblici ritrovati.
In definitiva, come per mia madre a suo tempo, anche al mio uomo Venezia ha portato un po' sfiga. Per quanto mi riguarda sono felicissima di averla finalmente visitata, anche perchè mi ero ripromessa di andarci solo col grande amore della mia vita.. :-)
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