giovedì 27 maggio 2010

ricordando

 Lei prendeva la verde ogni mattina. Abitava fuori Milano e ci metteva meno tempo di me, cittadina, ad arrivare in Università. In metropolitana distribuivano dei libricini, stampati su carta riciclata, racconti inediti di giovani esordienti, e lei ne prendeva due copie di ognuno, una copia anche per me.
Durante le ore buche, anzichè studiare, leggevamo avidamente i libricini, in una sorta di gara a chi faceva prima, per poi parlarne, per poi capire subito, con una sola occhiata, il parere reciproco.
Lasciavamo i racconti in giro per l'Ateneo, in una sorta di bookcrossing personale.
Condividevamo anche questo piccolo piacere.
Stamattina ho raccolto uno per uno i soliti libricini del juke-box letterario. Nell'era di internet si possono leggere anche sul sito di Subway, ma io preferisco ancora il cartaceo, preferisco ricordare i nostri momenti insieme, le nostre scoperte, i nostri libri prestati, discussi, vissuti.
Ci sono persone che non posso dimenticare, ma solo lei riesce a farmi ancora male: non un ragazzo, non una storia finita male, ma un'amicizia troncata senza una spiegazione.

Vi lascio una delle poesie trovate in questi piccoli scrigni...

Lungo il Naviglio
Stefano Pini

L’essenziale è senza voce
eppure chiede come ogni luogo
di te, la vita arresa che avanza:
attrae, si ritrae, grazia non data
si nasconde per pigrizia.
Il saluto e noi
già e ancora non più.

1 commento:

Paper Leaf ha detto...

Ci sono persone che ti rimangono dentro anche se ti hanno fatto male, quelle che rimangono anche se si sono allontanate, altre ancora con cui hai condiviso un periodo di totale simbiosi che sembra impossibile che non siano più accanto a te. Eppure è così. Per me il distacco è sempre stato a causa dei fidanzati/fidanzate delle amiche/amici. Vabbè.

Elisond

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