venerdì 24 ottobre 2008

Amarcord

Entrare su Scrivi è come ritrovarmi a casa. Avevo 21 anni e mordevo una vita incerta, ingenua e meravigliosa.
Soffrivo per amore, per amicizia, per egocentrismo. Soffrivo e scrivevo, piangevo, urlavo.
Mettevo in fila le parole del mio malessere e cercavo confronto.
Pubblicai la prima poesia per sentirmi più vicina al mio ragazzo d'allora che già postava sul medesimo sito. Piano piano si creò un piccolo seguito di affezionati lettori che spendevano parole per me, che mi coccolavano, mi sorreggevano.
Ne ho già parlato più volte, eppure ogni volta che rileggo i vecchi commenti, soprattutto di chi non c'è più, ritrovo il medesimo affetto che un po' mi commuove.
Ricordo come aspettavo i commenti profondi e dolci di Nicole e Laura, come mi stupiva la precisione nel comprendermi di Marino. Ricordo i giudizi severi eppure positivi di Alessandro che ammiravo tanto e quelli più scanzonati, che ho ritrovato anche più tardi, di Massimo.
Ricordo che scrivevo di fretta, senza pensare troppo, parole che mi sembravano colare dall'anima direttamente nell'inchiostro digitale.
Ricordo la smania che mi prendeva, il bisogno di dare forma al pensiero, di imprigionarlo, di dargli vita nuova.
Avevo 21 anni e non facevo altro che scrivere.
Spesso pubblicavo dalla scuola dove frequentavo il corso post diploma. Il laboratorio era buio, le lezioni interessanti e spesso fonte d'ispirazione. Il cervello deviava l'attenzione da quanto appena pronunciato dal prof. e si concentrava su quel magma nascente che premeva nel petto, quelle parole che iniziavano a ribollire in cerca della loro voce.
Mi pareva di non essere più lì e scrivevo, semplicemente.

Ho 26 anni e non scrivo più. Ho pagato il mio prezzo per la sopravvivenza. A volte penso d'aver rinnegato parte di ciò che sono, altre volte penso d'essermi in qualche modo solamente evoluta per non soccombere a me stessa, per spirito d'autoconservazione.
Resta il fatto che cerco ogni giorno di ritrovare quel che ho perso - chiamatela pure adolescenza o ispirazione - e giro a vuoto in un'Elisa col silenziatore, inceppata e sospesa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Ely,
piccola dolce Ely...
Anch'io non scrivo più.
Uso le tue parole. Non ti dispiace, vero? Le "Sento" Troppo.
Credo di aver pagato anch'io un prezzo per la sopravvivenza. Poi
il tempo mette ordine. E di tempo ne è passato.
Per me e per Te...
Non ti dimentico Ely.
E sono felice della Tua nuova vita.
Ci sono sempre...ricordalo.
Un bacio
Nicole

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