lunedì 9 novembre 2009

Nemico Pubblico

Il week end è stato un po' faticoso, lo ammetto.
Un'ora di tennis dopo 2 settimane di fermo totale mi ha devastato i quadricipiti e così domenica ero praticamente inferma.
La degustazione di vini novelli che doveva durare un'oretta mi ha tenuta ferma in piedi per quasi 3 ore ed alla fine della fiera domenica pomeriggio ho dormito sin quasi alle cinque e tanti saluti alla mostra di Hopper!
In compenso aperitivo e cinema ce li siamo fatti senza problemi.
Nemico Pubblico non mi ha entusiasmata per alcune ragioni che andrò a spiegare e mi ha deliziata per un'unica ragione che ha un nome ed un cognome: Johnny Depp.
Sarete d'accordo nel dire che nel confronto fra il vero Dillinger e il nostro beneamato Johnny, il noto criminale non ha proprio speranze.
A parte l'isteria adolescenziale pro Depp, il film è abbastanza lineare e godibile.
La regia di Mann, però, è ormai legata al digitale e la cosa non mi esalta. I movimenti di macchina sono molto meno fluidi ed eleganti, la grana piatta, i colori falsati e a volte l'attenzione si perde un po' quando si notano questi particolari.
Insomma, avrei preferito, essendo un film comunque storico, la pellicola, sul genere "Era mio padre" perchè la trovo molto più adatta ed efficacie.
In film come Collateral, sempre di Mann, ho apprezzato la tecnica, ma qui stona proprio.
Nemico Pubblico in ogni modo è un gangstar movie con un sacco di sparatorie, la trama lineare si segue senza fatica e l'affezione per il Robin Hodd della Grande Depressione non è nemmeno così marcata.
La regia e la fotografia sono sempre di livello (si nota lo zampino del nostro Dante Spinotti che aveva già dato prova di muoversi bene nell'ambiente noir/poliziesco in "L.A. Confidential", uno dei mie film preferiti) ed i rimandi a colori, luci ed atmosfere del mio beneamato e sopraccitato Hopper rendono alcune inquadrature, come questa, veramente splendide:
Per il resto la ricostruzione storica pare accurata, i dialoghi sono asciutti e verosimili, seppur profumino dell'alone di mito che circonda Dillinger.
Depp potrebbe intrerpretare anche un'arancia matura spiaccicata sotto un albero e sarebbe credibile, Bale è all'altezza, anche se non posso proprio annoverarlo fra i miei attori preferiti, il personaggio della Cotillard mi pare acquisti dignità solo alla fine, spogliata del suo ruolo marginale con poco spessore, con quelle lacrime e l'espressione di sfida che si sgretola in un momeno davanti alle ultime parole del suo amato.
Eh, mi direte voi, ma allora ti è piaciuto!!
C'è una sottile differenza fra un compito ben svolto, ma freddo, ed un compito magari imperfetto, ma fatto con cuore e passione.
Questo film è un buon prodotto, ma non mi resterà nel cuore di sicuro.

P.S. : come ogni film tratto dalla realtà storica, anche in questo caso le note a margine sono risultate, per me, le più interessanti, ossia scoprire la sorte di "Billie" Frechette, la donna di Dillinger, e dell'agente Purvis, la sua nemesi.
Mann concede ai due una riga di chiusura che però si è rivelata un po' debole.
La prima infatti uscita dal carcere ha girato gli Stati Uniti con la famiglia di Dillinger prendendo parte ad uno show chiamato "il crimine non paga" dove raccontava della sua vita nel mondo dei gangster.
Il secondo, che il regista vuole morto suicida, in realtà è sì morto a causa di un colpo di pistola autonflitto, ma non è chiaro se si sia trattato di suicidio o di un incidente.
Come a dire: mai fermarsi ad una prima lettura e informarsi sempre, anche quando si tratta solo di un film. ;-)

1 commento:

Veggie ha detto...

Hmmm, devo fare un po' di cinema mi sa, è un po' che non ci torno... E questo post mi ha dato un sacco di buoni spunti...

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