giovedì 19 febbraio 2009

R(IP)

Non c'è pace per Anna. Non c'è stata in vita, non c'è nella tomba.
Non c'era giustizia allora e non ci sarà oggi. Domani? Chissà.
C'è chi non ha pagato per l'Olocausto, figuriamoci cosa può valere la vita di una giornalista russa.


"Nessuna condanna al processo per l'omicidio della giornalista russa d'opposizione Anna Stepanovna Politovskaya, uccisa nell'ottobre 2006. A Mosca la giuria ha infatti ritenuto non provate le responsabilità dei 4 imputati: l'ex dirigente della polizia presunto organizzatore del delitto e i tre fratelli ceceni che avrebbero pedinato la donna, uno dei quali è tutt'ora ricercato all'estero"


Forse è giusto così: gli imputati, si sa, erano solo capri espiatori, i veri colpevoli non andranno mai sotto giudizio.
Il processo è finito, la luce si spegne ancora una volta.

Avrei voluto scrivere due righe sull'ennesima gaffe del nostro caro Signor B, ma mi è caduto l'occhio su questa notizia e non ho potuto fare a meno di indignarmi.
Cosa che mi capita sovente, devo dire.

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