venerdì 23 ottobre 2009

Facebook è un oggetto strano.
E' realtà (virtuale) dei nostri tempi, è indispensabile per alcune persone che conosco, è un passatempo per altri ed una opportunità, anche lavorativa, per altri ancora.
Io credo fermamente che internet sia una risorsa ed un mezzo e come tale vada utilizzato. Questo significa semplicemente che bisogna avere criterio quando ci si approccia alla Rete, che non si deve mai confondere col Reale e bisogna imparare ad usarla e non ad esserne schiavi.
Trovo faccialibro divertente e comodo. Mi piace essere aggiornata quasi in tempo reale sulle vite dei miei amici, anche e soprattutto di quelli lontani (ne ho in Spagna, Inghilterra, Australia e USA). Mi piace condividere le mie foto (con le dovute restrizioni) e vedere quelle degli altri, scoprire cose nuove su di loro e così via.
Sono anche iscritta ad alcuni gruppi, alcuni seri, altri più faceti.
Tra i miei preferiti, per esempio, al momento c'è quello "io amo i miei addominali, infatti li proteggo con la panza", con annessa foto di maialino pancia in sù dall'aria soddisfatta.
Ovviamente essendo internet uno spazio "libero" capita che sorgano ogni giorno migliaia di gruppi spontanei più o meno condivisibili ed accettabili.
Il gurppo "uccidiamo Berlusconi" è ovviamente uno di quelli inaccettabili. Almeno così dovrebbe a livello teorico.
Intendiamoci: augurare la morte o, peggio ancora, incitare all'omicidio di qualcuno non è ammissibile, soprattutto perchè lo squilibrato di turno è sempre dietro l'angolo, appure capisco anche il "diritto alla cazzata" rivendicato dall'amministratore del gruppo incriminato.
Di aggregazioni simili su facebook se ne contano a centinaia però.
Esempi?

SCUNNIAMO TRAVAGLIO!!!
gambizziamo quel bugiardo impostore comunista di merda??????


Gruppo Anti Travaglio

Andrei in galera!!!! Si sarei FELICE di andare in galera pur di averlo tra le mie mani per un'ora!!!!!!!!!!!


sopprimiamo Franceschini!!!!


E questi sono solo alcuni che ho trovato in una prima, sommaria, ricerca. Inutile dire che anche numerose star o starlette cinematografiche sono prese di mira.
Eppure pochi prendono realmente sul serio questo fenomeno.
E' un po' come quando si auguravano morti atroci a certi professori o si scherzava sul fatto di, almeno, tagliar loro le gomme dell'auto.
Erano, appunto, cazzate sparate da dei ragazzini.
Quello che cambia è il contesto ed il bacino d'utenza, me ne rendo conto.
Però, a questo punto bisognerebbe eliminare davvero tutti i gruppi schierati in opposizione a qualcosa e lasciare solo gruppi "pro" insomma.
Chissà, magari ci farebbe anche bene!
La verità è che non so nemmeno io che dire.
Di svitati in giro ce ne sono parecchi e FORSE questo genere di cose può realmente costituire un problema, ma allora bisogna andare a monte: non si tratta di condannare Facebook, quanto la cultura carente dei fruitori del servizio.
A me, se devo dirla tutta, spaventano di più gruppi di questo tipo: "ONORE E GLORIA A TE MIO AMATISSIMO DUCE!"
Ma del resto, una persona iscritta al terroristico gruppo "NON VORRESTI COLPIRE IL GATTINO VIRGOLA CON UNA MAZZA DA GOLF?" forse deve solo stare zitta!! ;-)

1 commento:

Veggie ha detto...

Premessa: non possiedo un account su Face Book. Il che penso che dia già un buon indizio su come la penso al riguardo. Ma aspetta pensare qualcosa, prima leggimi.
Non mi sono iscritta a FB poiché i commenti di persone che conosco e che si sono invece iscritte, mi hanno lasciata alquanto perplessa. La conclusione che ne ho tratto è che FB sia improntato soprattutto allo scambio di pettegolezzi e al rimorchiare.
La mia amica M.: “Oh, lo sai che su FB ho ritrovato una ragazza che non risentivo da 15 anni?!!”
(e, dico io, se erano 15 anni che non la risentivi ci sarà pure stato un motivo, no?!)
No, decisamente, una cosa che non mi attira…
A prescindere da questo… Parlando di divario tra “vita reale” e “vita virtuale”… Non credo che poi questo sia così profondo come a prima vista possa sembrare. Lo scarto tra noi e gli altri comincia sempre nel momento in cui siamo noi a decidere ciò che di noi stessi agli altri vogliamo mostrare. Che non necessariamente è una porzione più ampia nella vita reale che non sul web.
Ho passato anni ed anni a raccontare cazzate su di me per giustificare qualcosa che preferivo non si venisse a sapere. Mi sono cucita addosso un personaggio, e di fronte agli altri ho recitato la mia parte. Magari l’ho fatto così bene che gli altri vedendomi, hanno pure creduto che quella persona fossi io, ma non lo ero. Agli occhi degli altri io ero “la ragazza dal kimono d’oro”, quella celiaca e con problemi ti ipertiroidismo, quella che sta assente da scuola per via del lavoro, quella che ha 5 gatti che ogni tanto giocando con lei la graffiano, quella che ha l’allergia al tessuto dei pantaloni, quella che ha l’allenamento di karate tutte le sere, quella che va sempre tutto alla grande, quella che ha la media del 9 e tanto basta per giustificare tutto il resto. Questa è vita reale? Questa è stata per tutti vita reale. Per tutti quelli a cui l’ho raccontata. Vita reale per tutti tranne che per me. Perciò non posso fare a meno di chiedermi: c’è poi così tanta differenza tra l’andare a sciorinare balle in giro e il costruirsi una vita sul web?
Tengo un blog, lo sai, e lì sono mille volte più sincera di quanto non riesca ad esserlo nella vita quotidiana. Diciamo pure perché s’interpone uno schermo, diciamo pure perché non solo sola, diciamo pure perché non sono esposta… ma almeno lì sono me stessa. Con tutte le limitazioni del caso, ma sono me stessa. Molto più me stessa e molto più reale di quanto, giorno dopo giorno, vado a lavoro e magari dico che ho le occhiaie perché non ho dormito bene la notte quando in realtà so benissimo che quelle occhiaie vengono da tutt’altra parte. Perciò, non si vive solo nella realtà. Si vive solo nei momenti in cui siamo noi stessi. Sulla Terra come On-line.
È vero, l’importante non è il mezzo, ma l’uso che si decide di farne. Quanto si decide di dare di noi stessi. Quanto si decide di essere noi stessi. Ho visitato blog nati forse da persone migliori di me, ma sicuramente scopi molto peggiori dei miei. Ho cercato di ribaltare le carte in tavola, e di dare un senso a quello che stavo facendo. Sapendo che chi ha un “perché” per fare qualcosa sopporta qualsiasi “come”. Un mezzo è solo un mezzo. Sono le persone che ci stanno dietro che decidono tutto, che possono fare in modo che la stessa cosa sia “bianco” o “nero”, o, per usare una metafora a me più congeniale, “tutto” o “nulla”. Parafrasando una frase che una volta ho letto da qualche parte, “non sono le armi che uccidono. Sono le persone”. Una pistola, come FB, come un blog… sono solo oggetti. Un qualcosa d’intransitivo. Un qualcosa che di per sé è privo di connotazione positiva/negativa. Siamo noi che decidiamo che uso farne. Siamo noi che dobbiamo cercare di trarre il meglio possibile dai mezzi che abbiamo… per fare di ogni piccola cosa il nostro capolavoro.
(Scusa la prolissità… Non mi hai mica letta fin qui, vero??!)

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