martedì 16 febbraio 2010

"(...) Tiro fuori la carta d'identità ancora immacolata. Il poliziotto la apre e non mi vede. "Lei non è nella foto", mi dice. "E sono poco anche nella vita" rispondo con un sorriso che mi fa l'alito amaro."
 Antonio Rezza da "Credo in un solo oblio"

Venerdì siamo andati a teatro.
Per puro caso aggiungerei, o meglio ancora, per merito di facebook.
C'è un mio compagno delle superiori che posta la locandina di uno spettacolo. La sbircio, vado sul sito; per cortesia e con entusiasmo, scrivo nella pagina del mio amico che mi pare molto carino e che andrò, forse a vederlo.
Subito il ragazzo in questione, che non vedo da quasi 10 anni - ommiodiocomesonvecchia!! -, mi chiede se voglio unirmi al gruppo che sta cercando di tirar su per avere lo sconto comitiva la sera seguente.
Accetto.
Antonio Rezza ha un volto noto, ma non lo riesco a collegare a nulla di preciso.
Scopro poi che ha fatto la sua comparsa anche a "L'ottavo nano" che sporadicamente guardavo, ma non lo ricordo proprio.
Anche quel poco che trovo su youtube non mi convince molto.
Eppure sono incuriosita.
E' vagamente surreale anche la situazione: incontro Daniele, il mio amico, lo saluto, ma non parliamo quasi. Facebook non ha il potere di ridare vita ad un rapporto già all'epoca abbastanza superficiale. In più ho appena discusso con Luca e sono agitata.
Ci sediamo al nostro posto, il teatro è piccolo, ma si vede benissimo il palco.
Lo spettacolo inizia ed io mi sento tutta rigida.
Prima mi trovo un po' spaesata, con la mascella ancora contratta.
Piano piano mi sciolgo ed inizio a ridere.
E ridere.
E ridere. Non smetto più.
Non esiste una struttura narrativa per cui all'inizio si fa un po' fatica ad entrare nel gioco teatrale di Rezza.
Monologhi surreali ed acutissimi, provocatori ed infantili al tempo stesso.
C'è anche una bestemmia, ma diventa specchio del nostro Tempo: ha il suo peso, dà fastidio (a me per lo meno), ma invita a riflettere poichè significativamente gratuita.
Non posso raccontarvi 7 14 21 28, il suo spettacolo insomma.
La definizione migliore che ho trovato è questa: "paradossi fisici e verbali per non raccontare".
Se capita nella vostra città consiglio vivamente di andarlo a vedere: è un'Esperienza e non ve ne pentirete di sicuro.

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