mercoledì 3 febbraio 2010

Stamattina

Stamattina sono andata a fare un ECG, che è la sigla alla E.R. per dire elettrocardiogramma.
Mi sentivo troppo una specie di Frankenstein con tutti quegli elettrodi collegati alla mia ciccetta ed infatti mi scappava un po' da ridere, se devo essere sincera.
Comunque sana come un pesce! Ora dovrei avere tutti gli strumenti per l'elaborazione della mia prossima dieta.
'Na voja! Devo dire che no scalpito molto all'idea, ma spero di far ragionare la mia dietologa; insomma, che capisca che le verdure che voglio ingerire sono essenzialmente 5: carote, pomodori, rucola, lattuga e finocchi.
Rigorosamente CRUDE.
Se riusciamo ad intenderci su queste mie restrizioni, posso anche fare dei sacrifici e rinunciare a qualcosa. Ma sulle verdure sarò, il più possibile, inamovibile!
Sperèm... Una dieta che non contempli le verdure del resto non può esser definita tale, purtroppo.
Pensate che persino alle elementari, nella recita in inglese, la maestra mi aveva dato la fatal battuta "I hate vegetables!!".
Si commenta da sè il fatto.

Mentre aspettavo il mio turno ho iniziato a leggere "Adesso Basta!" di cui vi avevo già parlato nel post precedente. Devo dire che poi, aprire la porta dell'ufficio, dopo tutti quei bei ragionamenti su come riprendersi il proprio tempo, liberi dalla schiavitù del consumismo e della smania da carriera, mi ha fatta sentire come se mi ammanettassi da sola...
Il libro comunque mi pare ben fatto: non una ricetta miracolosa per vivere meglio rinunciando comunque a molto, ma un'analisi sociologica personale e il perseguimento scrupoloso, con relativo studio, di un sogno rendendolo reale. Con tutte le conseguenze del caso.
Ricco di spunti di riflessione, al di là del tema trattato: sono a pagina 50, ma mi sento già di consigliarlo!

Infine ho preso il tram per un pezzo di strada che non facevo da molto.
Prima di andare a convivere, abitavo in una zona abbastanza lontana dal centro. Impiegavo circa un'ora, un'ora e un quarto per andare al lavoro, ma avevo modo di OSSERVARE la città, di pensare e fantasticare.
E questo mi manca, devo dire.
In metropolitana mi sento un automa: non so dove appoggiare lo sguardo e quando incontro quello dei miei simili vengo guardata con sospetto, come se mi domandassero "che diavolo hai da fissarmi??!".
Così spesso fisso un punto indefinito sul vetro della porta, cercando di sopravvivere alla calca.
In tram invece avevo modo di vedere un sacco di cose interessanti.
Ad esempio la nebbiolina leggera e la brina in un parchetto vicino alla tangenziale, colo sole che sorgeva all'orizzonte.
Oppure le persone che portavano a spasso i cani, ancora mezzo addormentate; e ancora i negozi chiusi, immersi nel silenzio dell'attesa.
Stamattina per esempio ho buttato l'occhio in un negozio di fiori.
Anzi, in un negozio di "flower engineering".
C'era questo ragazzo che avrà avuto sui 23 o 24 anni, magro, occhialini alla moda, gilet vinaccia. Si muoveva un po' impostato su un bancone color antracite, maneggiando un mazzo di tulipani.
La sua persona strideva totalmente con l'esplosione di colori che reggeva fra le mani!
Poi ha iniziato, con calma, sistematicamente, a tagliare i gambi dei fiori, uno ad uno, misurandoli attentamente, procedendo con fare sicuro e professionale.
Beh: era una scena splendida.
Questo mi manca, dei viaggi in tram... Probabilmente se tornassi, come pare dovrà essere a breve, a quella vita da pendolare cittadina, riprenderei a lamentarmi, ma tutto sommato il viaggio, in ogni sua forma, anche urbana, è sempre affascinante ai miei occhi.

1 commento:

Signor Ponza ha detto...

Anch'io le verdure le mangio solo praticamente crude. Però devo dire che col passare degli anni sto pian piano ampliando la varietà di verdure che tollero.

Related Posts with Thumbnails