venerdì 12 settembre 2008

11° giorno

Ci svegliamo con un clima incerto. Il sole latita e non possiamo usare la moto: bisogna risparmiare la gomma per arrivare a Barcellona!
Luca il giorno prima ha fatto qualche tantativo per trovare un gommista, ma, ovviamente, siamo incappati nella settimana di festa di Huesca e sono tutti chiusi.
Dedichiamo la mattinata proprio alla cittadina che ci ospita: c'è poco da vedere in realtà, ma la chiesetta romanica e il Duomo sono molto belli, anzi, mi piacciono quasi più della Cattedrale di Burgos!
Il tempo intanto volge al brutto e iniziano a cade due gocce. Ci ripariamo in un bar dove mangiamo un panino mentre aspettiamo l'orario per il treno che ci porterà a Saragozza.
In realtà non ne ho NESSUNA voglia, ma Luca insiste: non possiamo perderci la città dell'Expo 2008! In treno mi addormento miseramente, sono davvero stanca.
A Saragozza c'è quasi il sole e fa decisamente più caldo.
Ci dirigiamo verso la Cattedrale e ci troviamo davanti a un edificio che ricorda molto i tetti assai più nordici incontrati a Vienna l'anno scorso. E' strano ritrovare le stesse tegole colorate in Spagna.
L'interno è maestoso, ricco, quasi opulento, ma tutto sommato ben equilibrato con gli spazi.
Troviamo anche uno splendido, seppur poco illuminato, affresco di Goya, artista che apprezzo molto.
Dopo una breve sosta per far riprendere la eli che si trascina stancamente e stoicamente dietro a luca, ci incamminiamo verso il Palazzo che ospita il Parlamento d'Aragona, il Castillo de la Aljafería. La strada non è proprio poca e abbiamo un breve ed intenso momento di scazzo, o meglio ancora, di sclero della sottoscritta.
Ricordo solo d'essermi sentita persino avvampare da quanto ero arrabbiata. Purtroppo la stanchezza mi porta a perdere le staffe per un niente. Luca come al solito incassa un po', si arrabbia docilmente e il tutto finisce lì.
Del resto ci vuole pazienza da entrambe le parti!
Il Castello è stupendo, soprattutto la parte araba.
Il giardino ospita alcuni alberi di arance e ci si perde nei disegni degli archi che lo incorniciano.
Alcune parti sono state ricostruite sulla base degli elementi rimasti intatti e si legano in modo quasi armonioso con questi ultimi.
Il Palazzo ha due anime: quella moresca e quella cristiana.
La seconda parte è ugualmente bella e riguarda le sale interne dove si incontrano soprattutto soffitti a cassettoni ricchi ed elaborati.
Decidiamo di avviarci verso la stazione a piedi dato che la strada da percorrere è inferiore a quella già percorsa (della serie: ce la posso fare) e ci imbattiamo in una serie di fontanelle e panchine dalle forme particolari, probabilmente poste in occasione dell'Expo che quest'anno ha per tema l'acqua. A dire la verità il tutto dà un po' l'impressione d'essere posto lì per caso e non in via definitiva, ma la zona è abbastanza isolata e, tutto sommato, queste piccole "cascatelle zen" la riqualificano non poco.
Sul treno del ritorno riesco a non dormire, ma la sera mi tocca cenare in hotel dato che non ho la forza di girare per cercare un posto dove si cucini qualcosa che mi vada a genio.
Alla fine della fiera mi devo accontentare di un (pessimo) melone e di un dolce chiamato "piramide di cioccolato" che..ma non fatemene parlare, potrei rimettermi a piangere!!!
La sera, come avrete capito, crollo subito a letto. Il mio pensiero positivo, con cui mi cullo prima di sprofondare nell'oblio (ossia dopo circa 4 secondi) è che domani sarò nella "mia" Barcellona, dopo 5 anni.
E non vedo l'or..ZZZZZZZZZZZZZZZZZZ...

- TO BE CONTINUED -


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