Quella di ieri è stata una serata intensa.
Uscita dall'ufficio ho rinunciato ad incontrare il mio amato Matteo Becucci (scopro che ha pure una pagina su Wikipedia..apperò!!) e mi son fiondata alle Colonne per la manifestazione di "protesta cosciente" organizzata da Piero Ricca.
Sono arrivata che Piero già parlava e ho notato che eravamo pochini. Poi, piano piano è arrivata altra gente: ragazzi, impiegati freschi d'ufficio, qualche signora over 50. Una folla eterogenea e, diciamolo, civilmente incazzata e stanca della situazione.
Le cose dette non sono nuove, ovviamente: siamo lì non tanto per raccontarcela, su, quanto per SENTIRCI, guardarci in faccia, ESSERCI.
Uscire dai blog, dalla Rete, scendere in piazza insomma.
Mi tornava in mente la vecchia canzone del Signor G.:
"Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare (...)"
Gaber - Da "Dialogo tra un impegnato e un non so"
Si mette l'accento sulla partecipazione individuale, sul bisogno urgente di farsi sentire, di sucotere chi ci sta accanto. Forse anch'io, nel mio piccolo, ho iniziato a farlo: mando mail ai genitori con cui non ho mai parlato di politica, mi infiammo con l'uomo in discussioni che mi appassionano, cerco (vanamente, lo ammetto) di smuovere i colleghi.
Non basta, certo, ma è già qualcosa.
Sento che il mio cammino è lungo, che la mia coscienza politica e sociale dev'essere ancora costruita. Ma c'è, cazzo! E questo mi piace, mi fa sentire viva.
Ieri sera ha preso la parola anche Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Quando quest'uomo dice che preferisce sapere che suo fratello è morto a causa del tritolo e non per una lenta, inesorabile cancellazione della sua figura istituzionale, del suo impegno, della sua credibilità, come è successo a De Magistris, per esempio..sono parole che scuotono, che non possono lasciare indifferenti. Perchè qui sta il punto: tutto scompare, fagocitato dal nulla, dall'anestesia che ci inoculano giornalmente, agitando sonaglietti colorati davanti agli occhi per distrarci dai VERI problemi.
Ieri sera eravamo pochi, un centinaio circa, e ciò che ci dicevamo non ci era nuovo, ma lo SDEGNO che ci accomuna va urlato. Io voglio urlarlo, non voglio stare zitta.
Non voglio pensare che non abbia importanza ciò che penso, che non possa cambiare qualcosa.
Non so cosa farò domani. Non so se questa mia presa di coscienza lenta, difficile, mi porterà a qualcosa "di più", ma è un cammino che vorrei seguire.
Ero ferma, da sola, in mezzo a quella folla e non mi sentivo sola. E lo dice una che immancabilmente, ad ogni aperitivo, ad ogni uscita del sabatos era con la compagnia, soffriva la solitudine in mezzo alla gente. Lì no. Ed è BELLO.
Vi rimando infine, per chi volesse, al volantino di Piero distribuito ieri (formato pdf).
Volevo spendere due parole anche sul film che siamo andati a vedere sempre ieri sera, "Respiro", ma mi sa che vi ho già sfrantegato i maroni ed è meglio che smetta di scrivere.
Stasera penultimo appuntamento dal dentista con riduzione del mio dentino e calco per la capsula. Spero sia cosa relativamente veloce e, salvo l'anestesia, indolore!
Buon week end a tutti!
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1 commento:
Si, bisogna usare la nostra voce e dire, ridire, continare ancora a dire tutto quello che c'è che non va. Forse ciascuno di noi nel singolo più fare poco... ma tutti noi messi insieme possiamo fare tanto. Più siamo a gridare, più la voce risuona forte. E forse non sarà oggi, non sarà domani, ma arriverà un giorno in cui le cose potranno cambiare... e non bisogna smettere di lottare alla ricerca di questo cambiamento... perchè noi possiamo esserne parte attiva...
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