mercoledì 17 giugno 2009

Stamattina mi è successa una cosa che mi ha un po' rincuorata.
Allora, premesse: mi son svegliata un po' tardi, ho perso tempo per stendere i panni ed ho quindi tardato, mi sono accorta che gli UNICI pantaloni leggeri che avevo sono bucati ed ho dovuto cambiarmi in fretta e furia indossando dei pinocchietti che ODIO, ho perso metro e tram al volo e devo andare dal dentista.
Per fortuna sul tram sono incappata in 3 ragazzi incazzati. O meglio, INDIGNATI. Scorrevano le notizie in prima pagina sulla free press e commentavano ogni articoletto, ogni accento posto o non posto sui fatti accaduti in questi giorni. La battuta migliore?
"Sono proprio tutti uguali...Ormai bisogna cercare sul web la controinformazione...o meglio, l'informazione!"
Ma allora non siamo soli!!!! ^_^
Fa sempre bene scoprire di non essere l'unica persona capace di provare sentimenti forti - disgusto, preoccupazione, indignazione - nei riguardi della nostra deriva italica.

Ma veniamo all'angolo cinema, và, visto che lo prometto da 2 giorni.
Sabato sera siamo andati a vedere I love Radio Rock, una commedia di poche pretese all'insegna del disimpegno. Luca si aspettava qualcosa di più, io , conoscendo il regista, sono rimasta soddisfatta direi.
Curtis in realtà è uno sceneggiatore dal tocco lieve e un po' british; fra i suoi film si annoverano Notting Hill e Quattro Matrimoni e un funerale. Come regista aveva girato e scritto Love Actually , un film corale con alcune buone battute, un po' di romanticismo e qualche estemporanea colata di melassa che, lo ammetto, ho visto almeno un paio di volte nei miei periodi neri. Detto ciò, non mi aspettavo certo il film dell'anno, ma l'idea è carina, gli attori fantastici (sono una fan sfegatata di Phillip Seymour Hoffman) e le musiche decisamente FAVOLOSE!
Non riuscivo a trattenermi su classici come A Whiter Shade of Pale dei Procol Harum o Father and Son dell'allora Cat Stevens e canticchiavo sommessamente anch'io.
La trama è sottile: vita, miracoli e morte di Radio Rock, una radio pirata di fine anni sessanta.
In realtà ho scoperto che non tutti sanno che negli anni '60 molte radio (quelle che oggi sono le radio private), trasmettevano eludendo esplicitamente la legge, in modo un po' temerario, semi-legale, fuori dai confini e dalle acque territoriali, secondo il concetto che le onde radio non conoscono i confini.
Io ne avevo memoria dai mie studi post universitari, Luca non ne sapeva nulla, ed in realtà, a mio avviso, il bello del film è proprio il fatto di ricordare quello spirito un po' folle che animava queste realtà, il senso di libertà e l'amore spassionato per la musica.
Un film quindi senza pretese, leggero e simpatico. Magari senza andare al cinema, recuperatelo poi in DVD per passare una bella serata disimpegnata. Ma soprattutto: comprate la strepitosa colonna sonora!

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