Primo vero giorno di relax spiaggifero.
Dopo una miserrima colazione per me assai deludente (the e una marmellatina..sigh!), faccio un salto al punto informativo di Sartène per farmi indicare le spiaggie più belle; avevo già idea di dirigermi a Tizzano, e difatti l'impiegata mi suggerisce proprio quella, a pochi chilometri dalla città.
Coi nostri costumini nuovi fiammanti saliamo dunque in sella a Tia e dopo una mezz'oretta siamo a destinazione. Il mare è di un azzurro/blu incredibile e fa già abbastanza caldo, ma per fortuna notiamo subito che esiste anche un bar/ristorante sulla spiaggia dove rifocillarci e ci sistemiamo quindi fiduciosi e placidi sulla sabbia.
La prima cosa che noto è che non siamo i soli italiani nei dintorni, anzi, siamo davvero in tanti.
Come riconoscerci? Viaggiamo quasi sempre in gruppi chiassosi e ci teniamo a far giungere la nostra voce anche all'ultimo ombrellone in fondo alla spiaggia.
Mi trovo così costretta ad ascoltare conversazioni di vari compatrioti, mediamente fastidiosamente "sboroni" (nel senso che, per un inspiegabile dono divino, pare che solo loro siano i depositari dei segreti dell'isola o che solo loro abbiano trovato il traghetto/hotel/ristorante al prezzo più conveniente). Ed ecco servito sul piatto d'argento il clichè dell'italiano furbo e casinista.
Ad ogni modo decidiamo di darci allo sport: partita a racchettoni.
Luca attendeva da 2 anni la rivincita contro la sonora batosta che gli avevo inferto in Toscana, durante la nostra prima vacanza insieme, e stavolta la lotta è più dura e ci mettiamo un po' di cattiveria. Ovviamente mi sfianco dopo poco. Il sole picchia e così ci buttiamo in acqua.
Tempo di asciugarci e ci dirigiamo al bar già piuttosto affollato e con molti tavoli prenotati. Riusciamo a ritagliarci un posticino abbastanza all'ombra e via con l'abbuffata. Arrivo sino al dolce, un tiramisù d'aspetto poco convincente, ma assolutamente delizioso.
LaEli e la bandana che le ha permesso di scottarsi agevolmente anche la fronte
Cerchiamo di tornare al ristorante della sera prima, ma purtroppo è pieno, così ci troviamo a vagare per Sartène con laEli sempre più affamata e ormai con un vago senso di malessere e mal di stomaco.Il primo ristorante in cui ci sediamo lo abbandoniamo dopo quasi mezz'ora di attesa ALMENO del menù da consultare, senza che qualcuno ci consideri minimamente. I nostri vicini sono anch'essi italiani ed anch'essi in attesa da prima di noi.
Desistiamo.
Alfine ci rifugiamo in un ristorante vicino all'ingresso della città dove provo uno dei piatti tipici còrsi, i cannelloni al brocciu che purtroppo per me vengono preparati con la menta, un'erba che associo ad un farmaco che ho dovuto assumere per anni ed ancora mi dà un vago senso di nausea. Dopo la cena difficoltosa ci rifugiamo in hotel e passiamo una notte altrettanto stancante allietata dal motore CREDO di un condizionatore, o qualcosa di simile, che ogni 5 minuti si metteva in funzione impedendoci di riposare.
A ripensarci forse questa è stata una delle giornate più stancanti anche se siamo sempre stati in spiaggia. Certo, nulla a confronto di Bonifiacio, la tappa del quarto giorno..
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