martedì 8 settembre 2009

15/08/09 - Porto, Piana e "E calanche"

Per questo giorno avevo un programma in testa.
Sono una di quelle persone che hanno un po' la smania del controllo e della programmazione e l'idea iniziale era appunto quella di arrivare a Calvi, che non è poi questo granchè, e giungere comodamente all'Ile Rousse col TGV.
Quest'ultimo non è, ovviamente, il celebre "Treno Gran Velocità" francese, ma il più simpatico "Treno Grandi Vibrazioni" còrso!
Comunque, per attuare il mio piano avremmo dovuto svegliarci molto presto ed avremmo dovuto anche passare svariate ore in viaggio. Essendoci alzati al solito orario (8.30) e non avendo io la benchè minima voglia di soffrire più di tanto, ho subito deciso che le calanche e Porto bastavano ed avanzavano!Ci mettiamo quindi in sella in direzione di Piana. La strada è brulla e fa già caldo. I paesaggi somigliano sempre più al Far West, le case scompaiono e ringrazio Dio di essermi ricordata di suggerire a Luca di fare benzina prima di partire.
Passata Piana, un piccolo centro lontano dal mare, ci spingiamo verso una strada sempre più stretta finche non ci troviamo, di colpo, immersi nelle famose Calanche.


Scorcio sino al mare

In realtà il fenomeno di erosione che sta alla base di queste formazioni rocciose lo conosco bene, dato che le Terre di Canossa, che è poi dove ha origine parte della mia famiglia, regalano suggestioni simili.
I calanchi di Canossa
Comunque lo spettacolo è impressionante, soprattutto grazie al contrasto fra il blu del mare all'orizzonte, ed il rosso terra bruciata delle montagne che degradano sino all'acqua.
Sembra di stare in una specie di piccolo canyon, mentre la strada si fa sempre più stretta e trafficata.
La strada che corre in mezzo alle Calanche
Direzione: Porto
Proseguiamo senza fermarci, arditamente in precario equilibrio giro solo un piccolo video, ma presto ci immergiamo di nuovo nel verde dei pini, la strada di allarga e scendiamo piano sino a Porto, in riva al mare.
Non c'è molto da vedere qui, a parte la Torre Genovese e l'acquario. Ammetto che sono un po' stanca ed accaldata, così ci facciamo un giretto fra le vasche di murene e scorfani e poi saliamo l'immancabile scala sotto il sole delle due sino in cima alla Torre.
La vista è splendida però. Mi colpisce moltissimo il colore rosso vivo delle rocce che paiono dita insanguinate sprofondate nel blu.
Le murene
La Torre Genovese di Porto
Le rocce davanti a Porto
La solita, tremenda, scalinata sotto il sole delle 2..
LaEli mentre sale alla Torre...
Vista dalla Torre di Porto
Luca vorrebbe proseguire sino a Calvi, ma mi impunto e così decidiamo semplicemente di andare a pranzare proprio in mezzo alle calanche, nell'unico bar presente, con una vista veramente da mozzare il fiato.
Il cameriere che ci serve è del tipo che potrebbe metterti il pollice nella zuppa mentre te la serve e che tu non ti azzarderesti mai a redarguire, ma il cibo, sebbene semplice, è buono e mi azzardo a prendere anche il dolce.
Alla fine siamo pieni come due uova e dopo 10 minuti di "decompressione" ci spostiamo sotto la pineta a digerire in pace. Il caldo però non ci permette di pisolare più di tanto e presto il freghino sente il bisogno di inventarsene una delle sue.
Io mi auguro vivamente che la nostra futura, eventuale, prole non prenda l'amore per il rischio del padre!!
Ad ogni modo decide che deve arrampicarsi sul tronco di un albero abbattuto, posto dietro di noi.Dopo vari approcci fallimentari il mio intrepido amore, impietosamente ripreso dalla sottoscritta in un video stile SuperQuark, riesci finalmente nell'impresa facendosi fotografare soddisfatto e vittorioso.
Missione freghino: 38 anni vissuti pericolosamente ^_^

Dopo un paio d'ore di riposo ci facciamo l'ultimo giro attraverso le calanche, scatto un po' di foto e ci dirigiamo verso Cargèse.

Una tappa un po' "strana", lo ammetto, soprattutto per colpa mia. Le calanche sono qualcosa che non si può spiegare, nè rendere attraverso una foto e che sicuramente ci avrebbero offerto uno spettacolo ancora più suggestivo al tramonto.
Avremmo forse potuto osare di più, seguire il programma che avevo stabilito a priori, ma in realtà sono contenta così: non mi sono stancata ed ho visto ciò che mi premeva vedere.La prossima volta ci spingeremo oltre..

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