mercoledì 9 settembre 2009

16, 17 e 18 Agosto - Cargèse/Moneglia

E siamo al gran finale!
Accorpo gli ultimi 3 giorni perchè in realtà sono stati di totale relax.
Domenica mattina la passiamo in spiaggia dove sfoggio il mio nuovo costumino e tiro scemo Luca chiedendogli di trovarmi una bella conchiglia. Ovviamente il freghino prende il tutto come una sfida e sguazza sott'acqua per mezz'ora buona non trovandone mezza.




Freghino alla ricerca della conchiglia perduta

A pranzo un panino frugale mi spinge a prendere anche il dolce. Scelgo 2 palline di gelato con la crema chantilly.
Non l'avessi mai fatto! Trattasi di un tripudio di gelato con panna montata e cioccolato fuso che mi blocca la digestione tutto il pomeriggio e ci costringe a restare a Cargèse. Ne approfitto per girare nei vari negozietti in cerca di souvenirs, senza però comprare nulla.
Ovviamente a cena basso profilo e a nanna presto.

Lunedì 17 è il nostro ultimo giorno e ce lo passiamo quasi tutto in spiaggia. Solo nel pomeriggio decido di comprare qualcosa almeno per nonne e fratello e rinuncio al cappellino di stoffa a tesa larga che mi stava tanto bene, ma che come al solito abbandono perchè "l'estate è finita, a cosa vuoi che mi serva?". Sono una donna dallo shopping raro e difficoltoso insomma!
A cena voglio portare il mio omino che ama il pesce al porto. La guida mi segnala un posticino che dovrebbe averlo fresco di giornata e così ci dirigiamo lì.
Luca opta per una pasta all'aragosta, una botta di vita dopo 18 anni dal suo ultimo incontro col crostaceo.
La cameriera mi dice qualcosa in francese che non afferro subito, ma poi guardo luca e gli traduco "se vuoi l'aragosta devi andare a scegliertela!".
E difatti il freghino è dovuto andare a fissare negli occhi la sua cena. Devo ammettere che io non ci sarei riuscita e anche lui ha avuto un fugace momento di tristezza presto passato all'apparire di questo piat..meglio..vassoio:


qualcosa come 300 grammi di pasta, l'aragosta e i gamberoni. Forse c'erano anche dei calamari o qualcos'altro che, non essendo amante del pesce, non ho riconosciuto.
Inutile dire che non ha nemmeno atteso che portassero la mia portata!!
La cena, accompagnata da un ottimo rosée ha prodotto poi un freghino in versione ballerina sulle note di Somebody to love: impagabile.
Così è finito i l nostro soggiorno a Cargèse. Il mattino dopo partiamo alle sei, con Luca che ancora combatte con l'aragosta. E' buio, ma presto inizia a diventare più chiaro. Le stelle sono ancora visibili, il mare è calmo e riflette la luce appena accennata dell'alba. Fa freddo, ma le strade che abbiamo percorso sotto il sole e nel traffico dei bagnanti sono silenziose e tranquille. C'è un incredibile senso di pace e di serenità tutto intorno. In paese non c'è un'anima, tranne due ragazzi che amoreggiano appoggiati ad una macchina, un'immagine piuttosto sensuale che mi rimane impressa, nel sonno della piccola Cargèse.
In poche ore siamo di nuovo a Corte, in tempo per la colazione che ovviamente non avevamo potuto fare in hotel.
Al bar dove ci fermiamo siedono i vecchi del paese. Arrivano alla spicciolata, si salutano e prendono a sfogliare il giornale e a chiacchierare in dialetto còrso. E' una lingua così strana, fra il genovese e il francese, ma con la cadenza sarda!In largo anticipo raggiungiamo Bastia. Ci prendiamo qualcosa da bere allo stesso bar dell'andata, poi ci spostiamo in un altro per il pranzo. Voglio mangiare qualcosa presto, in modo che no mi venga fame e non debba mangiare in nave, col rischio di stare male.
Mentre aspettiamo l'ordinazione trovo il tempo per uno shopping last minute in un negozio troppo carino pieno zeppo di roba motociclistica. Una magliettina per me ed una per luca e siamo a posto!L'attesa all'imbarco stavolta è un po' lunga e sotto il sole delle due: siamo un po' cotti!


Tia stracarica in attesa dell'imbarco

Il mio amore mi consola durante l'attesa
Comunque appena giunta la nave siamo subito a bordo con anche molta meno gente che all'andata. Stavolta non dormiamo ed io evito la Xamamina senza grossi problemi.
Ma siamo un po' stanchini, eh...

Viaggiamo tranquilli e per le otto siamo a Genova.
Sono costretta ad infilarmi gli utlimi acquisti nel giubbino, assicurati dalla fascia della tartaruga!
Il tempo di chiamare mia nonna per avvisarla che siamo in dirittura d'arrivo e meno di un'ora dopo siamo a casa sua.
La vacanza è finita.

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