venerdì 4 settembre 2009

13/08/09 - Bonifacio

Dovremmo alzarci presto, ma vista la nottata vagamente insonne ci mettiamo in sella intorno alle 9. Oggi andiamo a Bonifacio, punta all'estremo Sud dell'isola.
Devo dire che è anche la meta, insieme alle calanche, di maggior attrazione per me e non vedo l'ora di esser là.
Sono una cinquantina di chilometri e la strada presto si apre in scorci meravigliosi.
Ad ogni curva in pratica si mozza il respiro e pare quasi di indovinare il profilo dell'isola, le sue forme, che si estendono per chilometri e chilometri.


La strada verso Bonifacio
...e la tipica "visuale da zavorrina quando tenta d'alzare la testa"...
Anche per entrare a Bonifacio incontriamo molto traffico che, per fortuna, in moto si evita abbastanza agevolmente, ma impieghiamo ugualmente una quindicina di minuti per smaltire la coda. Con Tia posteggiamo proprio sotto la cittadella e ci gustiamo il panorama, che non ha nulla da invidiare alle Bianche Scogliere di Dover, devo dire!
Gironzoliamo per il centro: c'è molta gente, molto caldo e le vie sono piuttosto anguste. Il sapore di antico si perde un po' nella folla multilingue e multicolore (in estate gli abbinamenti improponibili la fanno da padroni) che anima le stradine.
Decidiamo di cercare subito un ristorante: sia io che Luca siamo in vena di concessioni e vogliamo regalarci un posticino romantico. Il top ci sembra il ristorante Les terrasses d'Aragon con vista sulla meravigliosa scogliera e a due passi dalla Scala del Re d'Aragona, ma a me pare un po' caro e, soprattutto, un po' troppo esposto al sole.
Giriamo ancora un po', studiamo i vari menù, ma alla fine torniamo sui nostri passi e ci accomodiamo nella terrazza chiusa e, per fortuna, climatizzata.
La vista è impareggiabile:

Dopo il lauto pranzo, in attesa di calarci per la Scala di cui sopra, ci sistemiamo in una viuzza secondaria a tentar di digerire (ormai Luca ha imparato che non bisogna muovere troppo laEli dopo i pasti) e boccheggiando alquanto per il caldo.
Viaggiando in moto mi son dovuta infilare i jeans e mi sto letteralmente sciogliendo!
Decidiamo di spostarci ancora e scoviamo la chiesa di Santa Maria Maggiore col suo splendido porticato in legno dove gli anziani del paese erano soliti riunirsi la sera e dove noi decidiamo di posare le stanche membra.
Dopo una quarantina di minuti il mio scalpitante freghino decide che possiamo muoverci: via verso la Scala.
Quest'ultima "secondo la leggenda, venne costruita in una sole notte dalle truppe del re d'Aragona Alfonso V il magnanimo quando tentarono di occupare Bonifacio nel 1420 per garantirsi l'approvvigionamento d'acqua. Molto più probabile invece, che fu costruita dai monaci francescani, sempre per la stessa motivazione." (Fonte: Wikipedia)
Trattasi di scalinata scavata nella roccia composta da 189 gradini, per un totale, fra andata e ritorno, di quasi 380 scalini.
Ovviamente ripidi.


Il freghino inizia la discesa

La scalinata vista dal basso

La base della scalinata scavata nella scogliera
Alla base della scalinata c'è un camminamento (assai poco frequentato alle due del pomeriggio..giustamente!) che porta sino ad una piccola grotta e da cui si possono ammirare meglio le rocce scavate dall'erosione e il mare limpido che lambisce la costa.
Un vero paradiso..
Il mare di Bonifacio
In lontananza si scorge Capo Pertusato

In equilibrio precario sull'acqua

La piccola grotta
Il camminamento
La risalita è altrettanto dura, ma me la gioco più di braccia che di gambe, issandomi faticosamente aggrappata al corrimano. Tornati in cima Luca ostenta come al solito fresca indifferenza allo sforzo fisico mentre io grondo sudore ed ho le gambe in poltiglia!
Decido che la passeggiata di più di un'ora sino a Capo Pertusato non fa per me e piano piano torniamo verso Sartène.
Tutto sommato, anche se lì per lì non lo ammetto, ha ragione Luca: sedersi in sella a Tia è un bel sollievo. Purtroppo non possiamo assistere al tramonto sulle scogliere, che dev'essere uno spettacolo incredibile, ma viaggiare col buio in moto non mi è mai piaciuto e preferisco tornare presto all'ovile.
E' l'ultima sera a Sartène e ci fiondiamo subito nel nostro ormai amato Ristorante del Corso dove arriviamo prestissimo per trovare posto e ci facciamo l'ennesima abbuffata. Stavolta provo anche il loro digestivo alle castagne ed è veramente super!
Andiamo a nanna un po' cotti, ma felici: anche oggi abbiamo riempito gli occhi di meraviglia.

4 commenti:

Giulia Boccafogli ha detto...

Portarci con te in questa bellissima vacanza è stata una grande idea: mentre leggo e guardo le tue bellissime immagini mi illudo di essere ancora con i piedini a mollo!
Grazie Eli!
UN bacione e bentornata...in ritardo, ma bentornata!
Giulia

Veggie ha detto...

Le foto che pubblichi sono così belle che mi fanno venire voglia di andarci anche a me... magari potessi...
Mi piace un sacco fare questo "viaggio insieme a te" in luoghi che non ho mai visto... c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, e grazie a te un nuovo pezzettino di meraviglie si attacca alla mia giornata...

P.S.= Grazie per il commento che hai lasciato stamattina sul mio blog... mi ha dato parecchio da pensare, e mi ci vorrà un po' per risponderti... La cosa buffa è il contrasto che esso fa col commento di Jonny, pubblicato poco dopo... Ma vi siete messe d'accordo per dire l'esatto contrario?! :-P

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

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