venerdì 25 settembre 2009

parole

Bisogna stare attenti alle parole. Nella società dell'apparenza, del video e dell'immagine, notate come si faccia sempre grande attenzione all'utilizzo dei termini.
Famoso il cavillo di Ghedini: «Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile».

Se appena appena osi fare un ragionamento e puntualizzare, ad esempio, che i parà morti in Afghanistan non erano "eroi morti in missione", ma "militari impegnati in una occupazione che facevano il loro mestiere", esattamente come tutti gli operai che muoiono ogni anno sul suolo italiano, ecco che vieni tacciato di atteggiamento anti italiano.
Siamo tutti bravi a sentirci patriottici quando muore Mike Bongiorno e ricordiamo, con gli occhi colmi di lacrime, la nostra infanzia televisiva comune, poi capita che una donna come Teresa Strada, moglie di Gino, co-fondatrice di Emergency, si spenga in silenzio, lontano dai riflettori, forse come avrebbe voluto, di certo come non meritava.
E allora ricordiamo anche che il silenzio non deve essere censura, ma rispetto.

Ieri sera alla fine Travaglio ha fatto il suo monologo ad Anno Zero. Si apre così:
Secondo voi questa frase è gossip?
“Il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica amministrazione perché ho pensato che le ragazze e la coca fossero una chiave di accesso per il successo nella società”. E’ la conclusione del verbale di Giampaolo Tarantini,il 29 luglio scorso, davanti alla Guardia di Finanza di Bari, dov’è indagato per favoreggiamento della prostituzione e cessione di droga a proposito di forniture di ragazze per le feste di Berlusconi(...)"

Concita De Gregorio, direttrice de L'Unità, ospite in studio, pone l'accento sulla mercificazione del corpo della donna, su come coca+donne sia un binomio venduto a peso che dà accesso al potere, che apre porte ed opportunità.
L'intervista alla D'Addario mostra una donna figlia della nostra società, una donna consapevole del suo ruolo, della sua partecipazione al gioco delle parti del potere, al circolo vizioso che ci vuole, noi donne, valorizzate solo in base alla nostra disponibilità, al nostro aspetto fisico e poco altro.
Io credo che tutta questa faccenda sia una grande SCHIFEZZA, un pantano da cui è impossibile tirar fuori dal cilindro magico innocienti e colpevoli in vario grado.
Non c'è assoluzione perchè nessuna la invoca, perchè è solo una ricerca affannosa di un alibi, nulla più.
"Utilizzatori finali", magnaccia d'alto bordo, prostitute chiamate, pudicamente (?), "escort"... notate come si scelga sempre il termine/alibi che smussi gli angoli e si cerchi sempre di non dire troppo, di non offendere, di non prendere posizioni?

Io sono italiana, il mio senso patriottico è sempre lo stesso: non si esalta se vince la nostra nazionale, nè se muore un nostro soldato.
Sono italiana perchè abito in questo Paese bellissimo, ricco di gente appassionata, di persone generose, di ricercatori che, anche se all'estero, tengono alto il nome della Nazione.
Io sono un'italiana, e lo ammetto, che guarda con sospetto lo straniero, ma che non lo vuole scacciare: lo vuole integrare in modo da non temerlo più..perchè è la nostra paura che alimenta la loro ghettizzazione e la visione distorta che ne abbiamo.
Io non mi sento anti italiana anche se a volte detesto l'idea che regaliamo al mondo, frutto di un Governo che non mi rappresenta, alimentato da un'opposizione che non esiste.
Io sto attenta alle parole, le misuro, ma ne sono avida, le analizzo, le ascolto.
E cerco di capire.

1 commento:

Veggie ha detto...

Penso che l'essere, il sentirsi italiane abbia ben poco a che vedere con una manciata di bischeri che siedono su certe poltrone... Il senso di appartenenza ad un Paese deriva da quello che di buono il Paese è in grado di costruire, a prescindere da chi lo guida... Perchè un paese è fatto di persone, di tante persone, non di unità singolari di rappresentanza...

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