venerdì 26 marzo 2010

segni di cambiamento

Ieri sera, mio malgrado, non ho potuto assistere in nessun modo alla trasmissione Raiperunanotte e, in ogni caso, l'avrei seguita più per curiosità che altro.
Non amo particolarmente Santoro, l'ho già detto, perchè temo faccia più male che bene a volte, perchè l'antiberlusconismo fazioso produce spesso un effetto contrario: arrocca i suoi sostenitori sulle loro posizioni,  dandogli modo, anzi, di addittare eventuali persecutori del loro amatissimo, e non dà nulla di nuovo al popolo di sinistra.
Non posso dunque esprimermi in merito alla suddetta trasmissione/manifestazione, ma la trovo assai interessante da un punto di vista sociale.
Anzitutto siamo arrivati ad un punto tale che si è avvertita l'esigenza - nessuno mi venga a raccontare che era un vezzo della mania di protagonismo del conduttore sennò non ci sarebbe stata tutta quella gente a sostenerlo - di creare un percorso informativo alternativo al mainstream, qualcosa di nuovo, che aggirasse gli assurdi paletti della par condicio e del silenzio pre elettorale (fra l'altro ampiamente vìolato dal Premier stesso).
La trasmissione è stata girata in un palazzetto dello sport, con gli spalti stracolmi, mentre in varie città della Penisola ci si è attrezzati con mega schermi per seguire la diretta.
Già questo dovrebbe dare da pensare.
Pensare che ad una certa parte della popolazione, e non poca, interessa informarsi, interessa confrontarsi. Pensare che personaggi come Benigni, Fo, Tabucchi, possano essere indicati come "la solita nota compagnia comica" sia quantomeno riduttivo se non vagamente offensivo per la loro intelligenza e posizione.
In un Paese dove la persona media pensa solo al proprio orticello e non si interessa di null'altro oltre al suo microcosmo, è decisamente atipico questo sempre più marcato oscillare verso posizioni forti, lontani dall'essere moderati, ma sempre più bisognosi di un'identità netta e precisa.

Gli italiani, in sintesi, credo si siano rotti i santissimi.

In una discussione in ufficio giorni fa, un collega si lamentava del fatto che per queste Provinciali non si sia fatta abbastanza chiarezza, non ci siano stati programmi precisi, un'informazione degna di tale nome.
Verissimo, ma alla domanda, ma TU cos'hai fatto per informarti, è seguito un bel "niente" ed un trincerarsi dietro scuse generalizzanti: "mica tutti gli italiani hanno internet, che c'entra? Dovevano pensare a loro..."
Ancora una volta, verissimo, non tutti hanno una connessione, non tutti, anzi forse pochi, usano la Rete per informarsi. Meglio giocare on line, attaccarsi a facebook o a twitter.
Eppure una scelta l'abbiamo. Una scelta che comporta fatica, ovviamente, che comporta impegno e voglia di costruire un pensiero critico attraverso il confronto di vari punti di vista e la raccolta di svariate fonti.
Fatica, niente pappa pronta insomma. La televisione ci ha abituati a questo: una persona dietro uno schermo ci dice cosa e come pensare. Sembra un'esagerazione ma non è così e ne è la prova la conversazione di cui parlavo prima.

Ma forse qualcosa sta cambiando. Se dovesse essere così però, mi auguro che il cambiamento non sia livello politico, ma a livello sociale e CULTURALE soprattutto.
Solo così potremo sperare di far sopravvivere la democrazia, che, non scordiamolo, è anzitutto partecipazione.

PS: un altro giorno vi parlerò del film che mi ha impedito di seguire Raiperunanotte, lo splendido documentario "Encounters at the end of the world"...

1 commento:

Giulia Boccafogli ha detto...

Sono fuori tema rispetto al tuo post. Ma ci tenevo a dirti grazie per i sempre bellissimi commenti che lasci da me. Grazie Ely! Un bacio enorme!
Giulia

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