giovedì 24 novembre 2011

18 Agosto
Oggi il percorso è abbastanza breve, circa 225 Km dal Grand Canyon a Page, una piccola città nel nord dell'Arizona situata sulla sponda meridionale del magnifico lago Powell.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Il Lake Powell è un lago artificiale creato sul fiume Colorado con la costruzione della diga di Glen Canyon. Lungo quasi 300 km, il lago si situa al confine tra gli stati di Arizona e Utah ed il secondo lago artificiale più grande degli Stati Uniti.
A Page in realtà c'è poco da fare a da vedere, è una cittadina sperduta nel nulla più totale, ma nei dintorni ci sono parecchie gite interessanti da fare.

In particolare io ho prenotato l'escursione all'Antelope Canyon.
Si tratta di un canyon molto particolare, cosiddetto "slot canyon". 
Tutti gli slot canyon vengono formati dall’azione erosiva della pietra arenaria da parte dell’acqua e del vento nel corso di milioni di anni, ma Antelope Canyon è stato provocata soprattutto da inondazioni sporadiche improvvise e violente causate dalla caduta delle piogge, in particolare durante la stagione dei monsoni, precipitate nell’ampia conca sopra il canyon e che, prendendo velocità impetuosa nel flusso stagionale che sfocia nel Lago Powell e trascinando la sabbia in stretti passaggi, nel corso del tempo li ha scavati in profondità in corridoi incredibilmente stretti a fessura lisciandone in modo più netto i bordi plasmando le caratteristica forme di roccia.
(fonte: Press Tours)
Mi ero informata bene prima di partire ed ho prenotato con largo anticipo la visita delle 12.00, in modo che il sole a picco crei i giochi di luce più spettacolari.
Il tour è guidato da indiani Navajo dai modi spicci che ci caricano su piccole jeep scoperte e ci intimano di restare ben attaccati ai supporti e di tenere i cappelli saldi in testa: ci sarà da ballare.
E in effetti il percorso, dopo un breve tratto cittadino, si fa subito accidentato: ci addentriamo nel letto del torrente in secca fra scossoni e chili di sabbia ingoiati mentre ci aggrappiamo disperatamente alle barre poste sulla fiancata della jeep per evitare gli scossoni più violenti.
Siamo seduti accanto ad un'altra giovane coppia con cui ci scambiamo sguardi divertiti e che troveremo anche nel Bryce Canyon, il giorno seguente.
L'ingresso al canyon è alto e stretto, quasi non ci si crede che si possa passare da lì.
Ci sono orde di turisti divisi in gruppetti da 8-10 persone, ciascuno con la sua guida. Gli indiani dirigono il flusso dei visitatori ed occasionalmente gettano la sabbia in aria in modo che si creino delle specie di cascate di luce e pulviscolo. Lo spettacolo lascia senza fiato.


La roccia pare quasi tessuto mollemente adagiato sui fianchi del canyon. Gli agenti atmosferici l'hanno modellata nei modi più strani.
Le nostre guide danno molti consigli anche per le inquadrature migliori, conoscono questi luoghi come il palmo delle loro mani, e si offrono anche di scattare qualche foto a noi turisti. Vi prego di notare come si confonde il camaleontico freghino nei rossi accesi dell'Antelope...
Se ci vedessero Enzino e Carla credo che la reazioni sarebbe più o meno questa:
Dopo la visita al Canyon torniamo in hotel per ripulirci dalla sabbia che ci ha completamente coperti durante l'escursione e cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa. La scelta ricade su un Pizza Hut che guardavamo inizialmente con sospetto, ma si rivela invece un'ottima scelta: la pizza è buona e ben cotta, mille volte meglio di quella di Spizzico!
Dopo il lauto pranzo vorremmo provare a raggiungere lo spettacolare Horseshoe Bend, ma fa molto caldo e so già che la luce non è affatto buona visto l'orario: rischiamo di fare tanta strada per vedere lo spettacolo coperto dall'ombra. Rinunciamo, anche perchè il tempo sta cambiando.
Prendiamo l'auto e cerchiamo un posto dove vedere meglio il lago. Seguiamo un'altra vettura su per una collina e raggiungiamo un piccolo altopiano in mezzo al nulla. C'è solo una piccola tettoia sotto cui ripararsi.
S'è alzato un vento piuttosto forte, ma lo spettacolo del lago è assicurato comunque.
Intorno a noi il tempo cambia continuamente. Il vento sospinge le nuvole e con lo sguardo che corre ai quattro punti cardinali, possiamo vedere sole, pioggia e piccoli arcobaleni tutto intorno a noi e nello stesso istante.
La forse degli elementi in America è qualcosa che non può lasciare indifferenti. Il nostro clima mite e mediterraneo, stabile il più delle volte (a parte le recenti, ahimè inondazioni, ma lì c'è anche un problema idrogeologico ed un'incuria non indifferenti), non ha nulla a che vedere con gli sbalzi d'umore del meteo a stelle e strisce, che si scatena violento e repentino.

Lo vedete il piccolo arcobaleno proprio sopra alla fabbricona??

In questo posto sto veramente BENE. C'è un 'elettricità incredibile nell'aria, un senso di moto invisibile e potente che mi ricarica. Restiamo sulla collina per un po', poi decidiamo di scendere a vedere il Colorado che arriva sino a qui e scava la roccia rossa che ormai ben conosciamo.
Il clima è diventato un po' troppo bizzoso e in serata scoppia un temporale coi fiocchi che ci costringe a restare nel ristorante dell'hotel.
Domani ci sposteremo nello Utah, per la visita all'ultimo canyon, il Bryce.
To be continued...

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