venerdì 25 novembre 2011

Bryce Canyon

L'ultima meraviglia che visiteremo sul continente americano si trova nello Utah e si chiama Bryce Canyon.


Visualizzazione ingrandita della mappa


Nonostante il nome, il Bryce non è un vero canyon in quanto non è stato scavato da un corso d'acqua, l'acqua è stata però un fattore importante sotto forma di ghiaccio e di agente chimico.
Per 200 giorni all'anno la temperatura oscilla intorno a 0 °C, durante il giorno l'acqua si infiltra nelle fratture della roccia, durante la notte si congela espandendosi del 9%. Sotto forma di ghiaccio l'acqua esercita una forte pressione sulla roccia che finisce per frantumarsi. In aggiunta le precipitazioni, che sono acide, sciolgono lentamente il calcare erodendo le cime e portando via i detriti.
Il Bryce Canyon è celebre per i caratteristici pinnacoli, gli hoodoos, guglie alte e sottili di roccia che si sollevano dalla base di bacini aridi e dei calanchi. (Fonte: Wiki)
Arriviamo abbastanza presto, ci sistemiamo nell'hotel, che qui è all'esterno del Parco, e ci buttiamo all'esplorazione. Parcheggiamo l'auto nel centro visitatori, recuperiamo una mappa, anche se più o meno so già che giro voglio fare, e acchiappiamo al volo la navetta.
Ancora non mi fido del mio ginocchio, ma il percorso che intraprendiamo ci permette ad un certo punto, di decidere se proseguire sul sentiero breve, o allungare il giro, cosa che poi faremo.
Dal bordo dell'anfiteatro lo spettacolo è già parecchio suggestivo.


Gambe in spalla: il percorso pare abbastanza pianeggiante, il sole è caldo, ma non picchia troppo, nonostante l'orario, ed abbiamo fatto provviste di acqua e cibo!
Gli hoodoos con le loro forme particolari ricordano un po' i Camini delle Fate in Turchia e se pensate che ogni anno cambiano forma grazie all'azione del ghiaccio diventano ai miei occhi ancora più sorprendenti.
Lungo il cammino ci fermiamo a mangiare li panino comprato all'emporio e ci godiamo il silenzio della natura. I turisti ci sono, ma non sono tanti come nel Grand Canyon e si viaggia spesso in solitudine: una vera goduria.
Il mio ginocchio regge bene, la passeggiata che ci porta sin sul fondo del canyon, è lunga, ma piacevole, e in un batter d'occhio siamo alla fine del percorso. Sono molto soddisfatta!
Una delle cose più curiose che incontriamo lungo il cammino sono le pietre lasciate in precario equilibrio dai visitatori, ad imitazione, ed in omaggio, dei pinnacoli circostanti.
Giunti sul fondo occorre risalire e raggiungere nuovamente le sponde dell'anfiteatro è un po' più faticoso dell'andata. Una specie di girone dantesco in cui, incredibilmente, brucio persino il freghino. Tutto sommato forse quel poco di tennis che ho fatto aiuta? Mah! In ogni caso raggiungo la cima senza grandi difficoltà dopo 2 ore di passeggiata.


Siamo comunque un po' stanchi e decidiamo di tornare verso l'hotel e visitare il piccolo villaggio posticcio che hanno costruito all'ingresso del Parco. Nulla di che, a parte qualche addobbo natalizio fuori stagione che mi conquista, ma decido di lasciare giù. L'atmosfera è comunque molto caratteristica!
Dopo una bella doccia nello splendido hotel che ci ospita, dove incontriamo anche una delle receptionist più affabili del viaggio, ci cambiamo e ci prepariamo per la cena.
Mentre andiamo all'unico ristorante, mi prendo la soddisfazione di sfruttare le impostazioni manuale della mia nuova fotocamera e riuscire a fotografare in controluce, senza perdere la nitidezza del soggetto.
Sembra una cavolata, ma sono veramente contenta!
La cena costa parecchio, ma ci dà grande soddisfazione. Poi subito a nanna: domattina ci aspetta una levataccia e ben 400 e passa chilometri sino a Las Vegas, dove ci attende un volo per L.A. ed infine...Hawaii!!
To be continued...

1 commento:

Veggie ha detto...

L'America era il posto in cui sognavo di andare quando, all'inizio dell'università, mi chiedevano che specializzazione avrei voluto fare al termine dei 6 anni di base... io rispondevo sempre che non lo sapevo, ma che però mi sarebbe piaciuto andare a farla all'estero, in America, nella fattispecie, per l'appunto... Poi ho un po' accantonato quest'idea - sebbene tuttora non sappia quale specializzazione fare - di andare all'estero... però devo dire che con i tuoi resoconti e con le meravigliose foto che hai pubblicato, mi stai facendo rispuntare la voglia...

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