venerdì 11 novembre 2011



"E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato."


"Anche le cose brutte avevano senso, perché erano necessarie a renderti possibile."


"[...] qualche volta sono schiacciato sotto il peso di tutte le vite che non sto vivendo."


"Tutto quello che è nato deve morire, e questo significa che le nostre vite sono come i grattacieli. Il fumo sale a velocità diverse, ma le vite sono tutte in fiamme, e tutti siamo in trappola."


Jonathan Safran Foer da "Molto forte, incredibilmente vicino"


Potrei continuare a citare pagine e pagine di questo libro. 
Un romanzo che mi ha totalmente conquistata, di quelli che divori e al contempo vorresti non finissero mai.
Una storia dolorosa, umana, commovente. 
Personaggi che entrano nel cuore e non ti abbandonano più. Strambi, verosimili ed universali, eppure così diversi da "noi". 
Un'elaborazione del lutto che si riversa in una ricerca senza senso, eppure tenace e necessaria. 
Una scrittura folgorante, materiale ed altissima allo stesso tempo. 
Un libro che va oltre la stessa parola scritta, che si riempie di immagini, impressioni, emozioni. In un flusso tutt'altro che disordinato, ma assolutamente dirompente. 

Un piccolo gioiello che fa riflettere, sorridere ed appassiona come pochi altri libri letti ultimamente. 
Bellissimo.

1 commento:

Veggie ha detto...

Mi sono rispecchiata tantissimo nella prima frase che hai citato... anch'io sono una che cerca sempre di razionalizzare tutto, di distaccare i sentimenti, la parte emotiva, dal ragionamento... come se i pezzi, a se' stanti, potessero lavorare come l'intero... E tendo a privilegiare la parte razionale perchè è più facile, perchè mi fa più sentire come se avessi le cose sotto controllo... I sentimenti, quelli no, quelli sfuggono, fanno quello che cavolo gli pare, e allora no, non mi piacciono... Anche se a volte penso che sarebbe così bello provare a lasicarsi andare...

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