Torniamo a parlare del Papa.
Le sue affermazioni hanno generato un certo sdegno e molte polemiche. Io stessa non ho potuto fare a meno di riportare un commento alle esternazioni in merito all'uso del profilattico qualche post fa.
Oggi, grazie a Luca, son capitata su un sito che probabilmente non avrei mai guardato nemmeno per sbaglio dato che presenta idee un tantino di parte..intendo la parte che non sento troppo mia e con cui spesso sono in disaccordo.
Ad ogni modo il pensiero critico si basa anche e soprattutto sul confronto dei punti di vista e, il più possibile, sulle fonti, per cui mi sono andata a sbirciare l' "altra campana" per capire meglio la faccenda.
Io penso che, e l'avevo già scritto, il condom non costituisca la soluzione al problema, ma che affermarne la dannosità sia un atteggiamento tipico della Chiesa che batte sempre sullo stesso chiodo.
A riguardo, comunque, trovo interessante la seguente testimonianza:
"(...)
- Bisogna innanzitutto partire dal fatto che bisogna essere educati, anche nel vivere la sessualità. Ma l’educazione riguarda innanzitutto la scoperta di sé stessi: la persona che è cosciente di sé, sa che ha un valore che è più grande di tutto. Senza la scoperta di questo valore – di sé e degli altri – non c’è nulla che tenga. Anche il preservativo, alla fine, può essere usato bene solo da una persona che abbia scoperto qual è il valore dell’umano, se ama veramente, e se è amato. Si pensa forse che dove il preservativo viene distribuito non prosegua il contagio dell’Aids? E poi in certi casi il discorso del preservativo, nelle condizioni in cui ci troviamo, può sembrare a tratti anche ridicolo.
- In che senso?
- Pochi giorni fa, ad esempio, abbiamo fatto vedere alle nostro donne che cos’è il preservativo, spiegando anche le istruzioni per l’uso: prima di usarlo bisogna lavarsi le mani, non ci deve essere polvere, deve essere conservato a una certa temperatura. Sono state loro stesse a interrompermi: lavarsi le mani, quando per avere un po’ d’acqua dobbiamo fare venti chilometri a piedi? E poi la polvere: anche qualche granello può essere pericoloso e rischiare di strappare il preservativo. Ma queste donne spaccano le pietre dalla mattina alla sera, e hanno la pelle delle mani screpolata e dura come la roccia! Per questo dico che si parla senza minimamente conoscere il problema e la condizione in cui ci troviamo"
Il giusto sta, come sempre, nel mezzo.
OVVIO, quindi, che il preservativo non costituisca CURA e che vada accompagnato da un'EDUCAZIONE massiccia, capillare e costante che riesca a toccare quante più persone possibili. Detto ciò, il solo approccio comportamentale al problema evidentemente non basta, anche se è essenziale.
In un altro articolo si cita il discorso del presidente Ugandese Yoveri Museveni che nel 1992 al congresso Mondiale sull’ AIDS a Firenze affermò: «In paesi come i nostri, dove una madre spesso deve camminare per 40 km per ottenere un’aspirina per il figlio malato o 10 km per raggiungere l’acqua, la questione pratica di garantire una costante disponibilità di preservativi o il loro uso corretto non potrà mai essere risolta. Io credo che la miglior risposta alla minaccia dell’AIDS consista nel riaffermare pubblicamente e chiaramente il rispetto che ogni persona deve al suo prossimo. Dobbiamo educare i giovani alle virtù dell’ astinenza, dell’ autocontrollo e del sacrificio che richiede innanzitutto il rispetto per gli altri».
Il problema del rispetto è importantantissimo.
A volte ci basiamo sulla realtà che conosciamo nell'esprimere giudizi e non ci rendiamo conto che il Mondo è troppo vasto per essere letto in una sola ottica.
Eppure ancora una volta, la soluzione non è la demonizzazione della prevenzione (problematica molto sentita dai laici e dagli atei magari e che punge più sul vivo la nostra società e cultura), quanto l'INFORMAZIONE e l'EDUCAZIONE a cui affiancare un programma di protezione che, a mio avviso, sicuramente prevede l'utilizzo dei preservativi.
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1 commento:
E' ovvio che l'equilibrio si trovi sempre in quella così difficile via di mezzo... Trovo che ci vorrebbe più informazione, ma non di parte, data in maniera corretta, di modo che tutti possano usufruirne e trarne il meglio...
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