Sabato mi hanno detto una cosa che mi ha fatta rabbrividire.
Stavo parlando del mio blog e del fatto che mi fossi accorta che la maggior parte delle etichette riporta post politici. La cosa mi stupisce abbastanza poichè non sono mai stata molto ferrata sulla materia, ma ultimamente, in effetti, mi sento molto più coinvolta e cerco di informarmi e, di riflesso, informare con questo strumento i miei 4 lettori.
I miei interlocutori mi hanno ammonita: "attenta a ciò che scrivi..non si sa mai chi legge e chi ti può schedare".
Queste affermazioni mi hanno un po' scossa ed ho ribattuto che mi sento ancora in democrazia e voglio, finchè posso, esprimere liberamente il mio pensiero/sconcerto tutte le volte che posso.
Gli allarmismi non mi sono mai piaciuti, ma che qualcuno si senta così minacciato mi dà da pensare.
Tanto per rimanere in tema vorrei sottoporre alla vostra attenzione una mia piccola rassegna stampa.
Da L'Unità una "bella" riflessione sul popolo italico:
"(...) Gli italiani stanno con chi vince. È una storia antica. Francia o Spagna. Gli italiani - la maggioranza degli italiani - acclama il vincitore: il suo potere, la sua corte, si lascia accarezzare dai tentacoli lunghissimi che tintinnano denaro, occasioni, opportunità, promesse. Cerchi concentrici di benefici a cascata, dalla sorgente fino all’ultimo rivolo. Gli italiani hanno famiglia. Stare al sole conviene, chiunque abbia buon senso capisce che è meglio di rabbrividire all’ombra. Si spostano rapidi, a volte - nella storia - hanno cambiato colore in un giorno. Non tutti certo. Naturalmente non tutti: moltissimi però. «Siamo il 44 per cento», dice ora l’onnipotente dal palco. Se anche fosse il 40 o il 38 non cambierebbe molto. È vero: sono passati 15 anni dalla discesa in campo, non un giorno, ma quel che è successo è questo. Qui non c’è più il partito di plastica della fondazione, i venditori di Publitalia e i dirigenti della Standa. Non c’è più lo scheletro d’acciaio messo su da Scajola con le tessere di quelle che furono i resti della Dc e del Psi. Non c’è solo il Sud degli apparati, il Nord delle fabbriche, la nomenklatura degli aspiranti potenti.
Nel padiglione 8, oggi, c’è un pezzo importante di paese reale - pochi i vecchi, molti i nati e cresciuti nel frattempo - che crede e acclama il profeta della Terza Ricostruzione. «Missionari della libertà» che dalla missione hanno e avranno solo da guadagnare (...)"
In seguito al congresso della Magistratura tenutosi in questi giorni, sullo stesso giornale si legge:
"(...)Il futuro e l’azione di Md vanno quindi ricercate nelle sette pagine del documento che scandiscono le linee guida della corrente. La premessa è un manifesto politico: «Nel nostro paese sono in corso da tempo e in forma sempre più grave attacchi all’assetto costituzionale dello stato repubblicano». Seguono gli esempi: «Il disegno di legge sul testamento biologico è in aperta violazione dei principi universali della libertà personale e dell’autodeterminazione dell’individuo»; il progetto di riforma delle intercettazioni «pregiudica l’efficacia dell’azione investigativa e mette in discussione la libertà dell’informazione»; le norme sui clandestini «espellono dalla moderna concezione di cittadinanza il diritto primario e universale alla salute, ad avere un’identità e ad essere titolare di diritti». Vengono messi in discussione il diritto allo sciopero e il sistema della contrattazione collettiva, «tutela inderogabile delle condizioni del lavoratore». Mentre, si legge ancora, «lo spazio privatissimo del corpo umano viene pubblicizzato, lo spazio pubblico viene all’inverso privatizzato destinandosi la tutela della sicurezza all’opera dei volontari delle ronde». Poi l’accusa, netta, senza ombre, «alla politica di maggioranza che promuove momenti di rottura della legalità costituzionale».
Un manifesto molto chiaro. Politico oltre che giudiziario. Lontanissimo da quello pronunciato da Berlusconi nel giorno in cui è diventato re del suo popolo.
29 marzo 2009"
Allarmanti le dichiarazioni tratte dal discorso del Premier che si leggono sul Corriere della Sera:
"«La Costituzione - continua Berlusconi - assegna al presidente del Consiglio dei poteri quasi inesistenti. In altri Paesi, invece, il premier ha poteri veri: in Italia ahimè ha solo poteri finti e così il governo non può intervenire con prontezza e lo Stato non può funzionare. Il Paese ha bisogno di governabilità"
Dove lo "svecchiamento" della Costituzione auspicato non è altro che un attacco alla democrazia.
L'unico che, e odio dirlo, pare alzare la testa, quanto meno sul testamento biologico, è Fini, sempre dal Corriere:
"(...) Pur riconoscendo di essere «in posizione minoritaria», Fini ha rivolto una domanda precisa ai seimila delegati presenti al padiglione 8: «Siamo proprio sicuri, amici del Pdl, che il ddl sul testamento biologico approvato al Senato sia davvero ispirato alla laicità? Perché una legge che impone un precetto è più da Stato etico che da Stato laico», ha detto il presidente della Camera, invitando il Pdl a discuterne e affermando che per le istituzioni «è un obbligo essere laiche». «La laicità - ha aggiunto - è separazione delle due sfere, dello Stato e della Chiesa»."
E sul testamento biologico è bene ascoltare anche la voce dei preti che non ci stanno e sanno anche loro pensare con la propria testa, per fortuna, firmando una lettera su MicroMega emblematica e assai interessante:
(...)La morte è un appuntamento naturale a cui tutti siamo chiamati; per i credenti poi è il vertice della vita vissuta, la soglia che introduce all’eternità. La decisione di porre fine ad una parvenza di esistenza è di pertinenza esclusiva della persona interessata che ha il diritto di esporla preventivamente in un testamento, oppure alla famiglia di concerto con il medico che agisce in scienza e coscienza. Con la forza della ragione e la serenità della fede ci opponiamo ad un intervento legislativo che mortifichi la libertà di coscienza informata e responsabile in nome di principi che non sono di competenza dello Stato e tanto meno di un governo o di un parlamento che agiscono in modo ideologico sull’onda emotiva e la strumentalizzazione di una dolorosa vicenda (Eluana Englaro). Come credenti riteniamo che chiunque come è stato libero di vivere la propria vita, così possa decidere anche di morire in pace, quando non c’è speranza di migliorare le proprie condizioni di esistenza umana."
Concludo rimandandovi ad un articolo di Eric Arends, corrispondente del Volkskrant a Roma, del 28 Marzo che trovo particolarmente interessante.
E buon lunedì a tutti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Se non possiamo essere libere di esprimere la nostra opinione, allora cosa possiamo fare? Bisogna tornare ai tempi della dittatura?
Ci sono certi argomenti, ocme la politica per l'appunto, in cui ognuno la penserà sempre a suo modo, e nessuno riuscirà a convincere gli altri delle proprie verità... Perciò, alla fine, è giusto dire come la si pensa... Senza la pretesa di avere una ragione assoluta, ma semplicemente per far sentire quella che è la nostra voce e le nostre idee...
Posta un commento